I vescovi a Berlusconi: «Chiarire la vicenda di Bari»
I vescovi a Berlusconi:
«Chiarire la vicenda di Bari»
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19 giugno 2009
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«Arrivare il più presto possibile a un chiarimento sufficiente a sgomberare il terreno dagli interrogativi più pressanti, che non vengono solo dagli avversari politici ma anche da una parte di opinione pubblica non pregiudizialmente avversa al premier». È quanto sostiene un editoriale di Avvenire, a firma Gianfranco Marcelli, che interviene sulla vicenda di Bari e sulle conseguenze che un tale scandalo potrebbe avere sul piano politico. Il quotidiano dei vescovi chiede a Silvio Berlusconi di fugare i dubbi riguardo alla vicenda delle feste con ragazze a pagamento a Palazzo Grazioli. «E se anche non fosse possibile eliminare ogni ombra - continua -, perché ad esempio su alcune questioni il bandolo della matassa è in mano alla magistratura, si pongano almeno i presupposti per evitare ulteriori stillicidi di chiacchiere e di tempeste mediatiche». Marcelli si domanda, in «questo clima di smarrimento», «se il presidente del Consiglio abbia finora scelto la linea di resistenza migliore e i difensori più appropriati al suo caso». «Senza illudersi che l'efficienza - sottolinea - dell'azione di governo possa far premio sempre e comunque sui comportamenti privati. Alla lunga, tutto finisce per avere un prezzo. E il pericolo soprattutto in questo caso, è che a pagarlo non sia soltanto il singolo debitore di turno, ma l'intero Paese».
Intanto lo smarrimento intorno alle vicende private del premier diventa palpabile e si fa sempre più alto il muro innalzato dai suoi sostenitori politici e personali. «È scandaloso che alcuni giornali continuino ad attribuire al presidente del Consiglio frasi che in realtà non sono state pronunciate». Afferma Paolo Bonaiuti, portavoce del premier, in una nota diffusa questa mattina. «Temo di essere spiato»; «sono stato spiato e pedinato»; «Risponderò colpo su colpo»; «Il mio avvocato è uscito pazzo»; «se vogliono la guerra l'avranno»; «È in atto un oscuro complotto». Sono alcune delle frasi che, nel comunicato del sottosegretario, vengono definite come un «campionario di falsità». «Tutte queste frasi sono inventate di sana pianta - continua Bonaiuti -. ma per garantire la loro verosimiglianza, vengono riportate dai giornali tra virgolette e attribuite al presidente Berlusconi da ignoti interlocutori (mai nome e cognome, per carità!). questo malvezzo è peggiorato negli ultimi tempi, eppure non abbiamo visto ancora un solo intervento degli organi dei giornalisti».
19 giugno 2009
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