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[unite varie discussioni] Critiche al governo, a Berlusconi

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2009 14:25
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21/05/2009 21:23
 
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La replica alle cinque domande poste daL comico genovese attraverso il suo blog
Lodo Alfano, il Colle risponde a Grillo
«Ecco perché Napolitano ha firmato»
Il Quirinale: la "bussola" del capo dello Stato è stata la sentenza della Consulta sull’immunità delle alte cariche

Giorgio Napolitano (Carino)
Giorgio Napolitano (Carino)
ROMA - Giorgio Napolitano ha firmato il lodo Alfano perché la legge rispondeva alle condizioni poste dalla Corte Costituzionale nel 2004. Quella sentenza è stata il «punto di riferimento» seguito da Napolitano e la sussistenza delle condizioni indicate dalla Consulta è stata «la bussola» seguita dal presidente. Il Quirinale ha risposto così alle cinque domande sul perché della firma del lodo Alfano da parte del Quirinale, formulate da Beppe Grillo nel suo blog. La risposta, affidata al capo ufficio stampa Pasquale Cascella, precisa che l'ordinamento non prevede che il Quirinale possa chiedere alcun «parere preventivo» alla Corte, alla quale invece è demandato comunque «il controllo ultimo di legittimità delle leggi».

LA PREMESSA - Nella risposta a Grillo, Cascella premette che le considerazioni con cui il comico genovese accompagna la sua richiesta «tendono obiettivamente a spingere il capo dello Stato in una disputa squisitamente politica del tutto estranea all'esercizio delle sue funzioni di garanzia istituzionale».

LE MOTIVAZIONI - Quindi il capo ufficio stampa del Quirinale sottolinea che le cinque domande di Grillo (perché Napolitano ha firmato il lodo Alfano che consente l'impunità a Silvio Berlusconi nel processo Mills?; perché non si è autoescluso dal lodo Alfano?; perché ha firmato in un solo giorno invece di rimandare la legge alle Camere? ; perché ha firmato senza consultare la Corte per un parere preventivo?; perché ha firmato sapendo che in precedenza la Consulta aveva bocciato il lodo Schifani che del lodo Alfano è una fotocopia?) «possono agevolmente trovare adeguata risposta nelle comunicazioni con cui la presidenza della Repubblica, proprio in nome della corretta e trasparente informazione dell'opinione pubblica, ha accompagnato i suoi atti». Cascella ricorda dunque le parole del Quirinale: «Già il 2 luglio 2008, autorizzando la presentazione alle Camere del disegno di legge del governo in materia, una nota del Quirinale riferì che "punto di riferimento per la decisione del capo dello Stato è stata la sentenza n.24 del 2004 con cui la Corte costituzionale dichiarò l'illegittimità costituzionale dell'art. 1 della legge n. 140 del 20 giugno 2003 che prevedeva la sospensione dei processi che investissero le alte cariche dello Stato". Nella stessa comunicazione si rilevò che, per quanto compete al capo dello Stato in questa fase, il disegno di legge approvato il 27 giugno dal Consiglio dei ministri "è risultato corrispondere ai rilievi formulati in quella sentenza", poichè "la Corte non sancì che la norma di sospensione di quei processi dovesse essere adottata con legge costituzionale" e, inoltre, giudicò "un interesse apprezzabile" la tutela del bene costituito dalla "assicurazione del sereno svolgimento delle rilevanti funzioni che ineriscono a quelle cariche", rilevando che tale interesse "può essere tutelato in armonia con i principi fondamentali dello Stato di diritto, rispetto al cui migliore assetto la protezione è strumentale", e stabilendo a tal fine alcune essenziali condizioni ». «La sussistenza di tali condizioni, quindi - prosegue Cascella - ha costituito la bussola esclusiva del capo dello Stato, tant'è che il 23 luglio 2008 in una nuova nota relativa all'approvazione della legge si rilevò: "Non essendo intervenute, in sede parlamentare, modifiche all'impianto del provvedimento, salvo una integrazione al comma 5 dell'articolo unico diretta a meglio delimitarne l'ambito di applicazione, il Presidente della Repubblica ha ritenuto, sulla base del medesimo riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale, di procedere alla promulgazione della legge"».

LA CONCLUSIONE - Questa la conclusione di Cascella: «Queste attente valutazioni, rese pubbliche a tempo debito, valgono ancora oggi, per quanto attiene alle competenze proprie del Presidente della Repubblica. Del resto, il controllo ultimo sulla legittimità delle leggi è affidato alla Corte costituzionale, alla quale, contrariamente a quanto da Lei assunto, l'ordinamento non consente la richiesta, da parte del Presidente o di chiunque altro, di alcun parere preventivo».


21 maggio 2009


www.corriere.it/politica/09_maggio_21/lodo_alfano_quirinale_replica_a_grillo_efbad88e-462c-11de-8c01-00144f02aa...


ps: ma il lodo alfano è incostituzionale o no?la corte si e espressa a favore o no?

qlk sa?

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