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[unite varie discussioni] Critiche al governo, a Berlusconi

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2009 14:25
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18/05/2009 18:03
 
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l Times: "Berlusconi vuole
intimidire il dissenso"


ROMA - Il Times di Londra dedica oggi un editoriale non firmato, come è tradizione della stampa anglosassone quando l'articolo riflette l'opinione della direzione del giornale, sulla questione delle dieci domande poste da "Repubblica" a Silvio Berlusconi.

L'editoriale del giornale, di cui è proprietario Rupert Murdoch, è intitolato "Public Duty and Private Vendetta" (Dovere pubblico e vendetta privata"), con questo sottotitolo: "L'attacco di Silvio Berlusconi contro un giornale italiano è una campagna per intimidire il dissenso". Ecco il testo dell'editoriale:

"Silvio Berlusconi, il primo ministro italiano, si lamenta di essere vittima di una diffamazione. Egli ha attaccato la Repubblica dopo che il giornale lo ha sfidato a spiegare la sua relazione con un'aspirante modella di 18 anni, Noemi Letizia, che si rivolge a lui chiamandolo 'Papi'. Secondo il signor Berlusconi, questo è un complotto della sinistra per minare la sua autorità. La lamentela del signor Berlusconi è sfrontatamente insensata. Egli ha invitato a deriderlo promuovendo come candidati per le elezioni europee delle giovani donne il cui glamour personale supera la conoscenza politica. Questa ultima impresa ha spinto sua moglie, che soffre da lungo tempo, a chiedere il divorzio.

Le domande poste da la Repubblica - sul coinvolgimento del signor Berlusconi nella selezione delle candidate, e sul fatto se egli abbia promesso di aiutare la signorina Letizia a perseguire una carriera in politica o nello spettacolo - non sono intrusioni nella vita privata. Esse si collegano al ruolo pubblico del signor Berlusconi come uomo politico e come magnate dei media. I convoluti affari politici del signor Berlusconi sono ulteriormente confusi dal suo dominio dei media. Egli controlla tre canali televisivi nazionali.

La sua campagna contro la Repubblica sembra un sinistro tentativo di intimidire il dissenso per proteggere una reputazione privata. E' particolarmente di cattivo gusto che egli abbia usato la propria posizione nei media per criticare la propria moglie, insinuando che ella è mentalmente instabile. Queste sono le azioni di un uomo ricco e potente che tratta la politica e i media come feudi. Il signor Berlusconi ha apparentemente scarsa comprensione delle divisioni tra interesse privato e dovere pubblico. Il giornale che lo critica sta facendo un'opera di pubblico servizio per una popolazione malamente governata".

(18 maggio 2009)


www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-2/times-editoriale/times-editori...

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21/05/2009 21:23
 
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La replica alle cinque domande poste daL comico genovese attraverso il suo blog
Lodo Alfano, il Colle risponde a Grillo
«Ecco perché Napolitano ha firmato»
Il Quirinale: la "bussola" del capo dello Stato è stata la sentenza della Consulta sull’immunità delle alte cariche

Giorgio Napolitano (Carino)
Giorgio Napolitano (Carino)
ROMA - Giorgio Napolitano ha firmato il lodo Alfano perché la legge rispondeva alle condizioni poste dalla Corte Costituzionale nel 2004. Quella sentenza è stata il «punto di riferimento» seguito da Napolitano e la sussistenza delle condizioni indicate dalla Consulta è stata «la bussola» seguita dal presidente. Il Quirinale ha risposto così alle cinque domande sul perché della firma del lodo Alfano da parte del Quirinale, formulate da Beppe Grillo nel suo blog. La risposta, affidata al capo ufficio stampa Pasquale Cascella, precisa che l'ordinamento non prevede che il Quirinale possa chiedere alcun «parere preventivo» alla Corte, alla quale invece è demandato comunque «il controllo ultimo di legittimità delle leggi».

LA PREMESSA - Nella risposta a Grillo, Cascella premette che le considerazioni con cui il comico genovese accompagna la sua richiesta «tendono obiettivamente a spingere il capo dello Stato in una disputa squisitamente politica del tutto estranea all'esercizio delle sue funzioni di garanzia istituzionale».

LE MOTIVAZIONI - Quindi il capo ufficio stampa del Quirinale sottolinea che le cinque domande di Grillo (perché Napolitano ha firmato il lodo Alfano che consente l'impunità a Silvio Berlusconi nel processo Mills?; perché non si è autoescluso dal lodo Alfano?; perché ha firmato in un solo giorno invece di rimandare la legge alle Camere? ; perché ha firmato senza consultare la Corte per un parere preventivo?; perché ha firmato sapendo che in precedenza la Consulta aveva bocciato il lodo Schifani che del lodo Alfano è una fotocopia?) «possono agevolmente trovare adeguata risposta nelle comunicazioni con cui la presidenza della Repubblica, proprio in nome della corretta e trasparente informazione dell'opinione pubblica, ha accompagnato i suoi atti». Cascella ricorda dunque le parole del Quirinale: «Già il 2 luglio 2008, autorizzando la presentazione alle Camere del disegno di legge del governo in materia, una nota del Quirinale riferì che "punto di riferimento per la decisione del capo dello Stato è stata la sentenza n.24 del 2004 con cui la Corte costituzionale dichiarò l'illegittimità costituzionale dell'art. 1 della legge n. 140 del 20 giugno 2003 che prevedeva la sospensione dei processi che investissero le alte cariche dello Stato". Nella stessa comunicazione si rilevò che, per quanto compete al capo dello Stato in questa fase, il disegno di legge approvato il 27 giugno dal Consiglio dei ministri "è risultato corrispondere ai rilievi formulati in quella sentenza", poichè "la Corte non sancì che la norma di sospensione di quei processi dovesse essere adottata con legge costituzionale" e, inoltre, giudicò "un interesse apprezzabile" la tutela del bene costituito dalla "assicurazione del sereno svolgimento delle rilevanti funzioni che ineriscono a quelle cariche", rilevando che tale interesse "può essere tutelato in armonia con i principi fondamentali dello Stato di diritto, rispetto al cui migliore assetto la protezione è strumentale", e stabilendo a tal fine alcune essenziali condizioni ». «La sussistenza di tali condizioni, quindi - prosegue Cascella - ha costituito la bussola esclusiva del capo dello Stato, tant'è che il 23 luglio 2008 in una nuova nota relativa all'approvazione della legge si rilevò: "Non essendo intervenute, in sede parlamentare, modifiche all'impianto del provvedimento, salvo una integrazione al comma 5 dell'articolo unico diretta a meglio delimitarne l'ambito di applicazione, il Presidente della Repubblica ha ritenuto, sulla base del medesimo riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale, di procedere alla promulgazione della legge"».

LA CONCLUSIONE - Questa la conclusione di Cascella: «Queste attente valutazioni, rese pubbliche a tempo debito, valgono ancora oggi, per quanto attiene alle competenze proprie del Presidente della Repubblica. Del resto, il controllo ultimo sulla legittimità delle leggi è affidato alla Corte costituzionale, alla quale, contrariamente a quanto da Lei assunto, l'ordinamento non consente la richiesta, da parte del Presidente o di chiunque altro, di alcun parere preventivo».


21 maggio 2009


www.corriere.it/politica/09_maggio_21/lodo_alfano_quirinale_replica_a_grillo_efbad88e-462c-11de-8c01-00144f02aa...


ps: ma il lodo alfano è incostituzionale o no?la corte si e espressa a favore o no?

qlk sa?

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22/05/2009 12:08
 
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I golden boys di Unicredit: "Siamo grandi, 2 milioni di utili"
E intanto la città perdeva poco meno di cento milioni di euro
Scandalo derivati, ecco le telefonate
dell'inganno al Comune di Milano
di WALTER GALBIATI
Scandalo derivati, ecco le telefonate dell'inganno al Comune di Milano

MILANO - Mentre il Comune di Milano si incamerava una perdita di circa 100 milioni di euro sui derivati, i manager di Unicredit festeggiavano per aver incassato un profitto di 2 milioni e 40 mila euro in poche ore. "Grandi ragazzi, bisogna che facciamo un aperitivo o una cena per sta cosa qua", "due milioni e quarantamila, ah cazzo, buttali via, si lavora una settimana...". È una nuova pagina che emerge da una telefonata depositata al Tribunale del Riesame nell'ambito dell'inchiesta sul buco creato nelle casse comunali dai derivati legati alla ristrutturazione del debito di Palazzo Marino. Un'operazione, "curata" da Jp Morgan, Ubs, Deutsche Bank e Depfa, e finita sotto la lente del pm Alfredo Robledo che ha già provveduto a sequestrare 400 milioni di euro di presunti profitti, per riottenere i quali le banche hanno fatto ricorso al Riesame.

Questi i fatti. Il Comune, nel 2005, decide di chiudere i vecchi prestiti con la Cassa Depositi Prestiti attraverso una maxi emissione obbligazionaria da 1,6 miliardi, la più grande in Europa di un ente locale. Per farlo la legge impone che le condizioni del nuovo prestito siano più favorevoli del vecchio. E, secondo la Procura, lo sarebbero state se le banche non avessero nascosto un derivato stipulato con Unicredit e da chiudere contestualmente alla nuova emissione perché legato ai vecchi prestiti. A settembre di quell'anno, il Comune perdeva su quel derivato circa 100 milioni di euro. Palazzo Marino se ne accolla subito 20, altri 48 vengono rinegoziati con le quattro banche estere, mentre Unicredit ne ristruttura 28. Da quella ristrutturazione, le banche estere incassano 12 milioni di euro di profitti e Unicredit ben due milioni rubricati nel conto economico della banca.

"Abbiamo chiuso", dice l'8 settembre 2005, Andrea Gavazzoni di Unicredit a un collega, un certo Marino, non ben identificato dalla Procura. "Grandissimi", risponde Marino, le cui parole vengono registrate, in quanto le telefonate delle sale operative delle banche d'affari lo devono essere per legge. Andrea: "Abbiamo fatto tre basis point di sconto al Comune e abbiamo fatto due milioni di euro di utili". Marino: "Come due milioni? Dai non scherzare che son soldi, ragazzi, non scherzate! Come hai fatto a fare due milioni di euro di utile?" Andrea: "Vabbé, tu basta che ti rivolgi alle persone giuste e vedrai che sarai sempre soddisfatto". Marino: "Ma quanto gli avete caricato?" Andrea: "Il mercato ci è andato a favore, gli abbiamo fatto un piccolo sconticino, però, diciamo mercanteggiando un po' tra range e tutto, alla fine questo utile è venuto fuori".

Perdite per il Comune e utili per la banca sui quali i capi della divisione derivati di Unicredit calibravano i loro bonus. Nel 2005, Davide Mereghetti e Luca Fornoni, i capi dei "negoziatori" di derivati con Palazzo Marino, hanno percepito un reddito di 3,4 milioni di euro a testa.
(22 maggio 2009)

www.repubblica.it/2009/05/sezioni/economia/crisi-32/unicredit-milano/unicredit-mil...

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23/05/2009 15:32
 
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L'Ex premier: troppo potere nelle mani di una sola persona
Fini, D'Alema e la libertà di stampa
«Troppi disequilibri ». «Ma niente rischi»
Il presidente della Camera: «Ma mi trovo d'accordo con D'Alema, ora diranno che sono di sinistra»

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News online a pagamento: Elkann apre a Murdoch

Fini e D'Alema con Andrea Ceccherini, presidente dell'osservatorio giovani-editori (Ansa)
Fini e D'Alema con Andrea Ceccherini, presidente dell'osservatorio giovani-editori (Ansa)
BAGNAIA (Siena) - «In Italia oggettivamente non vedo un problema di libertà di stampa, francamente mi sembra infondato dire questo». Ne è convinto il presidente della Camera, Gianfranco Fini. «Semmai - ha aggiunto nel corso del convegno "Crescere tra le righe", promosso a Bagnaia dall'Osservatorio parlamentare giovani-editori - il problema è che tra le tante anomalie della nostra società, con pochissime eccezioni come il gruppo Riffeser Monti, non c'è l'editore puro, e quindi ci possono essere dei condizionamenti, che è tutt'altro che un bavaglio alla libertà o censura». Per Fini 'il problema è la proprietà dei giornali e gli assetti che quelle proprietà vogliono dare, a partire dalle direzioni dei giornali».

«DIRANNO CHE SONO DI SINISTRA» - Il numero uno di Montecitorio è stato protagonista anche di un siparietto con l'altro big della politica ospite del convegno, l'ex premier Massimo D'Alema. «Condivido quello che dice D'Alema sulla stampa e l'informazione - ha commentato Fini - . Così qualcuno dirà che sono sempre più di sinistra. Ma magari qualcuno si deve chiedere se D'Alema non sia di destra...».

«C'E' UN PROBLEMA DI EQUILIBRIO» - Massimo D'Alema, dal canto suo, ha contestato l'eccesso di gossip presente nei media («ce n'è cos' tanto, se ne può fare anche a meno») e ha parlato, relativamente alla situazione dell'informazione in Italia, di «un problema serio di equilibrio». E questo perché «non c'è dubbio che c'è un enorme potere nelle mani di una persona», ovvero il premier Berlusconi. D'ALema ha aggiunto che per quanto lo riguarda ha deciso da un pò di tempo di mettere da parte il proverbiale sarcasmo nei confronti dei giornalisti che lo ha accompagnato negli anni: «La situazione è talmente preoccupante che non ce lo possiamo permettere di polemizzare con i giornalisti, ho smesso da un pò di tempo...».


23 maggio 2009


www.corriere.it/cronache/09_maggio_23/fini_alema_editoria_bagnaia_cbdb506e-478b-11de-ac74-00144f02aa...

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23/05/2009 21:45
 
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Sanzione di 180.000 euro per Rete 4, che ha ignorato le disposizioni del 14 maggio
Ma l'allarme è più ampio: "L'esecutivo gode di una sovraesposizione"
Il Garante multa Fede e richiama le tv
"Troppo governo, spazio ai partiti minori"
di ALDO FONTANAROSA

Il Garante multa Fede e richiama le tv "Troppo governo, spazio ai partiti minori"

Il direttore del Tg 4 Emilio Fede
ROMA - Il 14 maggio, il Garante delle Comunicazioni aveva chiesto a Rete 4 di far parlare tutti: governo e maggioranza, al solito mattatori del telegiornale di Emilio Fede, ed anche le forze di opposizione. Rete 4 ha ignorato l'ordine e il Garante, ieri, ha deciso per l'emittente Mediaset una multa da 180 mila euro. Dalle parti del Tg4, d'altra parte, si viaggia su percentuali eloquenti: i politici del Pd parlano per un minuto e mezzo ogni 13 minuti del Pdl.

Il "solito" Fede, si dirà, il "solito" Tg4. In realtà, il Garante lancia un allarme ben più ampio: tutte le televisioni italiane - a pochi giorni dal voto europeo e amministrativo - risultano sbilanciate. Tutte. E il governo gode di una "sovraesposizione".

Fabrizio Morri del Pd ricorda i termini di legge: "In ogni periodo dell'anno, le emittenti sono obbligate all'equilibrio, al pluralismo. Ma queste continue violazioni cadono a ridosso delle elezioni, quando l'obbligo di rispettare la par condicio è totale".

L'ex ministro Paolo Gentiloni, per quanto preoccupato dai notiziari della Rai, riaccende il faro su casa Mediaset: "Mercoledì ho presentato un altro esposto al Garante. Rileva che le violazioni sono più gravi nel complesso delle reti di Berlusconi, dove lo spazio agli esponenti Pdl, parlamentari o membri del governo, resta superiore di sei o sette volte allo spazio assegnato al Pd".

Pancho Pardi, dell'Italia dei Valori, osserva che 180 mila euro sono "bruscolini" per Silvio Berlusconi, "uno degli uomini più ricchi del pianeta". Dunque - aggiunge Giuseppe Giulietti, portavoce dell'associazione Articolo 21 - serve una seconda misura urgente. "Tutte le televisioni devono assegnare spazi e visibilità alle forze politiche trascurate". Non bastano - sottolinea Vincenzo Vita del Pd - le tribune politiche che la Rai trasmette "spesso ad ore improbabili". Grazia Francescato chiarisce gli effetti gravi di questa situazione: "Solo il 10% degli elettori conosce la nostra lista Sinistra e Libertà". Mentre Pignatiello, esponente del Pdci, chiama in causa il Pd: "Quando è stato al governo, non è mai riuscito a risolvere il conflitto d'interessi".

A proposito di riparazioni e visibilità, i Radicali riescono a farsi vedere e sentire: è l'effetto dello sciopero della fame e della sete di Marco Pannella. Lunedì Pannella sarà ospite a SkyTg24; martedì all'ultima puntata di Ballarò. Ieri invece Emma Bonino è stata all'"Era Glaciale", mentre domenica andrà a "In mezz'ora" di Lucia Annunziata (partecipazione, comunque, già in programma).

Il Garante infine ricorda che nessun mezzo di comunicazione può più diffondere sondaggi elettorali neanche in forma sintetica. Il divieto è scattato alla mezzanotte di ieri.

(23 maggio 2009) Tutti gli articoli di politica


www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/politica-televisione/politica-televisione/politica-televisi...
[Modificato da angelico 23/05/2009 21:46]

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26/05/2009 12:59
 
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l giudice del Lavoro ha dichiarato illegittimo l'allontanamento e ha ordinato il reintegro alla conduzione
Il giornalista si era dimesso per il caso Englaro. La Rti condannata anche al risarcimento del danno
I giudici: Mentana torni a "Matrix"
Mediaset: faremo appello

I giudici: Mentana torni a "Matrix" Mediaset: faremo appello

Enrico Mentana

ROMA - Enrico Mentana deve tornare a condurre Matrix. Lo ha disposto il tribunale di Roma ordinando il reintegro del giornalista alla guida del programma di approfondimento in onda su Canale 5. Mediaset ha definito la sentenza "sorprendente" e ha annunciato che ricorrerà in appello.

Il giudice del Lavoro Guido Rosa ha dichiarato illegittimo il licenziamento di Enrico Mentana e ha ordinato alla Rti di reintegrarlo nel posto di lavoro con le mansioni di realizzatore e conduttore del programma Matrix, condannando inoltre l'azienda al risarcimento del danno, il cui valore non è stato ancora quantificato.

"Mediaset prende atto della sentenza, a nostro avviso sorprendente, emessa dal tribunale di Roma nella causa intentata da Enrico Mentana contro il nostro gruppo", si legge in una nota. "Attendiamo di conoscere nel dettaglio le motivazioni della stessa, non ancora depositate dai magistrati, ma fin d'ora rendiamo noto che appelleremo questa decisione in tutte le sedi competenti".

Il giornalista, difeso dagli avvocati Domenico e Giovanni D'Amati, aveva sostenuto di essere stato "dimissionato" e pertanto illegittimamente licenziato, per avere criticato la decisione editoriale di mantenere inalterata la programmazione di Canale 5 in occasione della morte di Eluana Englaro, avvenuta la sera del 9 febbraio scorso. Malgrado le proteste di Mentana, che chiedeva di andare in onda con il suo programma in prima serata, Mediaset ha deciso di non toccare la puntata del Grande fratello che è andata regolarmente in diretta. Nel giro di poche ore si è consumata la vicenda: verso le 22 il conduttore ha presentato le dimissioni che in tarda serata sono state accettate dall'azienda.

Mentana ha sempre sostenuto di essersi dimesso dalla direzione editoriale di Mediaset, ma aveva contestato la concomitante decisione dell'azienda di sostituirlo alla conduzione di Matrix. Sostituzione avvenuta poche settimane dopo il suo allontanamento da Mediaset, con l'arrivo di Alessio Vinci, già corrispondente da Roma della Cnn.

(26 maggio 2009) Tutti gli articoli di politica



www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/politica-televisione/mentana-matrix/mentana-matrix.html?re...

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26/05/2009 13:05
 
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Nelle immagini mandate in onda dai due telegiornali c'è il logo del centrodestra
Due le interviste: quella della Cnn e quella con il marchio a Videolina
Berlusconi intervistato in tv
Su Tg1 e Tg 3 spunta il simbolo del Pdl

Berlusconi intervistato in tv Su Tg1 e Tg 3 spunta il simbolo del Pdl
ROMA - Un logo che appare e scompare. Immagini televisive che nascono in un modo e si trasformano in un altro. Con il simbolo del Pdl che campeggia accanto al premier. Il tutto in piena campagna elettorale.

Nella serata di ieri, Tg1 e Tg3 trasmettono due interviste a Berlusconi. Una data alla Cnn e l'altra all'emittente sarda Videolina, vicina al centrodestra. Nelle immagini mandate in onda accanto al Cavaliere che parla, appare il logo elettorale del Pdl, con la scritta Berlusconi presidente.

La prima segnalazione arriva da Andrea Atzori che sul suo blog avverte dell'anomalia. Poi viene rilanciata dal senatore dell'Dv, Pancho Pardi: "Da indiscrezioni risulterebbe che le immagini mandate in onda dalla Rai, senza alcun vaglio, siano opera di una emittente locale sarda, Videolina, di proprieta' di casa Berlusconi. Questo grandioso spot elettorale deve essere chiarito al più presto: mi rivolgo quindi al presidente Zavoli e ai direttori delle testate giornalistiche per avere chiarimenti immediati sull'accaduto. Mi riservo infine un'interrogazione urgente al ministro competente".

In effetti, a guardare i filmati, il logo con la scritta "Berlusconi presidente" fa bella mostra a fianco del premier. Un inserimento completato anche dall'ombra del simbolo sulle tende che fanno da sfondo. In pratica a viale Mazzini avrebbero preso le immagini di Videolina (dove il logo c'era) e le avrebbero mandate in onda senza controllarle. Cosa che in piena campagna elettorale non può non suscitare polemiche e interrogativi.

(26 maggio 2009) Tutti gli articoli di politica



www.repubblica.it/2009/04/sezioni/politica/verso-le-elezioni-europee/video-logo/video-l...




La denuncia del senatore Idv: «ORA LA VIGILANZA FACCIA LUCE»
L'Idv: «Sui tg Rai video
del premier con il logo del Pdl»
Pardi: «Taroccata l'intervista alla Cnn». Viale Mazzini replica: «Sono due interviste diverse»

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Berlusconi pronipote di Napoleone, cambia la battuta del film (26 maggio 2009)

Berlusconi, senza logo, nelle immagini della Cnn (Ansa)
Berlusconi, senza logo, nelle immagini della Cnn (Ansa)
ROMA - «Il TG1 delle 20 ed il TG3 delle 19 lunedì hanno mandato in onda un servizio con immagini "taroccate" dell'intervista che la Cnn ha fatto al presidente Berlusconi. Compare infatti alla sinistra del premier il simbolo elettorale del Pdl, con la scritta "Berlusconi Presidente", che difficilmente si può credere sia stato inserito dal montaggio della rete televisiva americana».

«SPOT ELETTORALE» - Questa la denuncia del senatore Idv Francesco Pancho Pardi, capogruppo in commissione di Vigilanza. «Da indiscrizioni risulterebbe che le immagini mandate in onda dalla Rai senza alcun vaglio, siano opera di una emittente locale sarda, Videolina, di proprietà di casa Berlusconi. Questo grandioso spot elettorale -aggiunge Pardi- deve essere chiarito al più presto: mi rivolgo quindi al presidente Zavoli e ai direttori delle testate giornalistiche per avere chiarimenti immediati sull'accaduto. Mi riservo infine un'interrogazione urgente al ministro competente: siamo già arrivati al ministero della Verità?».


26 maggio 2009


www.corriere.it/politica/09_maggio_26/pardi_taroccata_berlusconi_intervista_cnn_9c8785c8-49dc-11de-8785-00144f02aa...


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ho unito alcune discussioni che non avevano risposta

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