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Guzzanti dà l'addio al Pdl,con una lettera a Berlusconi

Ultimo Aggiornamento: 02/02/2009 23:28
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L'ex presidente della Commissione d'inchiesta Mitrokhin si iscrive al Pli
I motivi: il sostegno a Putin e "la condizione pre-agonica della democrazia parlamentare"
Guzzanti dà l'addio al Pdl
con una lettera a Berlusconi
Bondi e Cicchitto: "Lasci il seggio alla Camera". La replica: "Stalinismo putiniano"

Guzzanti dà l'addio al Pdl con una lettera a Berlusconi

Paolo Guzzanti
ROMA - "Caro Silvio, ti scrivo per annunciarti che oggi, 2 febbraio, rassegno le mie dimissioni dal gruppo Pdl della Camera per iscrivermi al gruppo misto. Contemporaneamente mi dimetto dal partito e ti annuncio la mia iscrizione al Partito Liberale Italiano in cui intendo candidarmi per responsabilità politiche al prossimo congresso di Roma". Così inizia la lettera che Paolo Guzzanti ha inviato al premier Silvio Berlusconi. Due le motivazioni addotte da Guzzanti: il sostegno "entusiasta, personale e amicale" alla Russia di Vladimir Putin da parte del presidente del Consiglio e "la condizione pre-agonica della democrazia parlamentare italiana".

Botta e risposta con Bondi. Tra i primi a commentare la scelta dell'ex presidente della Commissione d'inchiesta Mitrokhin, il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, che, come poi il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, chiede a Guzzanti di lasciare il seggio parlamentare. "Purtroppo - afferma Bondi - ripaga il sostegno, la fiducia e l'amicizia sincera che Forza Italia e il presidente Silvio Berlusconi gli hanno sempre manifestato con parole cariche di disprezzo e con accuse risibili al partito che lo ha più volte designato in Parlamento e indicato ad assumere importanti responsabilitá istituzionali. A questo punto Guzzanti, se vuole dimostrare la nobiltá del suo gesto, dovrebbe avvertire il dovere di dimettersi dall'incarico di Parlamentare".

Parole alle quali l'ormai ex deputato del Pdl ha reagito con toni altrettanto duri: "E' molto triste, per non dire penoso, e purtroppo nello stile dello stalinismo putiniano, che proprio a una persona amica, gentile e buona come Sandro Bondi sia stato affidato il tristo compito di intimarmi la richiesta di dimettermi dal Parlamento". "Ho la piena consapevolezza - prosegue la nota - di essere stato votato dai miei elettori, senza vincolo di mandato, come previsto dalla Costituzione, e non è colpa mia, ma di qualcun altro, se la legge attuale dà alle segreterie il compito di designare i candidati. Per questa ragione presento un progetto di legge per rendere obbligatorie le primarie e regolare la vita dei partiti secondo democrazia, che oggi manca nel Pdl come ben sa Sandro Bondi, che è stato testimone del mio profondo e crescente malessere".

Per Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, Guzzanti "costituisce una vivente smentita all'analisi che fa sul regime interno di Forza Italia". Lo dimostra il fatto che "nel corso di questi mesi Paolo Guzzanti ha avuto la possibilità di esprimere in modo del tutto libero, anzi anarchico, le sue posizioni frontalmente polemiche con Berlusconi e con Forza Italia". "Comunque - si legge ancora nel comunicato di Cicchitto - Paolo Guzzanti conosceva benissimo il partito che lo ha eletto per due volte in Parlamento. Di conseguenza, la richiesta delle sue dimissioni dal Parlamento avanzata da Sandro Bondi ha una logica e un rigore politico difficilmente contestabili".

La lettera di Guzzanti. La prima motivazione addotta da Guzzanti per la sua scelta è l'appoggio "entusiasta, personale e amicale al signor Vladimir Putin" da parte di Berlusconi per "la criminale invasione della Georgia, la prima di uno Stato europeo da parte di un altro Stato europeo dal primo settembre del '39 quando Hitler invase la Polonia".

"Il secondo motivo - si legge nella missiva - è la condizione pre-agonica della democrazia parlamentare italiana alla quale spesso tu alludi con insofferenza parlando di 'lacci e lacciuoli' per sottolineare l'impaccio che provi di fronte alle regole e alle procedure che dovrebbero garantire autonomia e autorità del Parlamento nel suo rapporto con l'esecutivo".

"Il Parlamento - continua Guzzanti - è oggi ridotto al rango di cane da slitta del governo, costretto a correre sotto i colpi di frusta dei voti di fiducia (11, mentre 44 delle leggi approvate su un totale di 45 portano la firma del governo) con cui approvare decreti legge che meriterebbero invece ampio, autonoma e approfondita discussione e correzione da parte dei rappresentanti del popolo". L'ex esponente di Forza Italia lamenta "una mancanza di democrazia" interna al partito azzurro.

"L'augurio dunque che ti faccio - conclude Guzzanti - lasciando il partito e il gruppo parlamentare, caro Presidente, è questo: che tu possa capire in tempo che la mia scelta non è capricciosamente personale e meno che mai casuale, ma che si muove in sintonia con una massa crescente di italiani in eterna attesa del rilancio della terra promessa della democrazia liberale e che invece si sono ritrovati di fronte alla prospettiva di una democrazia vuota di contenuti e tendenzialmente autoritaria".

(2 febbraio 2009) Tutti gli articoli di politica
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