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L'italia dei valori.... immobiliari

Ultimo Aggiornamento: 19/01/2009 11:56
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17/11/2008 15:51
 
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Parliamo un po' di quel santone eroe e salvatore della patria che è Antonio di Pietro...

Tonino è titolare di una società immobiliare, la An.to.cri. Srl, dalle iniziali dei figli di primo e secondo letto: Anna, Totò, Cristiano. Con l’aziendina di famiglia, il ministro delle Infrastrutture ha acquistato due appartamenti. Uno a Milano di nove vani da Marco Tronchetti Provera e uno a Roma di 10,5 stanze. Entrambi sono stati comprati con un mutuo, rispettivamente di 300mila e 400mila euro. Le due case sono state poi oculatamente affittate dall’ex pm al suo partito — IdV — a un prezzo superiore alle rate dei mutui. Altrimenti detto, con i soldi del finanziamento pubblico, l’IdV dei valori versava al suo leader l’ammontare mensile del prestito bancario, più una mancetta per le piccole spese, dalle cravatte per andare a Ballarò alla tintoria quando deciderà di farci un salto invece di tenere i vestiti stazzonati. I giornali si sono accorti della faccenda quest’estate. È parsa poco bella e l’hanno denunciata. A frittata fatta, Di Pietro ha venduto di corsa gli appartamenti. Ora, è molto liquido e vedremo quale sarà la sua prossima mossa nel campo del mattone.

Intanto ha trasferito il quartiere generale romano dell’IdV, affittando l’ex sede Psdi di via Santa Maria in Via, due passi da Palazzo Chigi. Per un curioso caso, nello stesso edificio c’è la redazione di Italia Oggi, il quotidiano che ha svelato la gabola dei due appartamenti. E poiché Tonino urla durante le riunioni di partito, le più interessanti finiscono in pagina a puntate. Certo, questo insieme, è una maledizione per l’ex pm. Però, se l’è cercata. Nel mondo complesso in cui viviamo, un conflitto di interessi anche piccolo, come l’intreccio mutui-affitto-IdV, è sempre in agguato. Ma se a fare il passo falso sono i moralisti 24 ore su 24, è fatale che i primi a essere travolti dal meccanismo innescato siano proprio loro. Vale per tutti i moralizzatori della domenica, da Di Pietro a Beppe Grillo.


Michael Jackson non canta nelle canzoni dei Cascio perchè:
- Non c'è una singola foto/video di mj che canta in studio le canzoni dei Cascio
- I cascio hanno registrato il copyright sulle canzoni IL GIORNO DOPO la morte di MJ... chissà perchè non l'hanno fatto finchè era ancora in vita...
- La voce di mj è completamente diversa, il vibrato è totalmente diverso, anche in una registrazione di pessima qualità tali caratteristiche vocali non cambiano!
- La figlia di mj ha detto che non è suo padre a cantare
- Jason Malachi ha pubblicato sia su facebook che sul suo sito delle scuse ammettendo di essere lui a cantare per poi ritrattare tutto e dire che il suo profilo era stato hakerato (si... dalla sony con un sacco di paperdollari)
- Nella lista di canzoni trovata nella stanza di mj dopo la morte non ce n'era nessuna, ma proprio neanche una, dei cascio, eppure alcune sono piuttosto orecchiabili
- Jackson non ha mai fatto in vita sua riferimento a canzoni o a collaborazioni con i cascio, mai, mentre spesso parlava delle sue collaborazioni anche se non erano ancora concluse (Will.i.am tanto per dirne una, oppure quella con il principe arabo)
Ora, chi vogliono prendere in giro?!?

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17/11/2008 18:54
 
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invece di sparare a caso, nel mucchio
informati

non conosco le cifre esatte, ma le rate di affitto pagate dal partito al locatore (Di pietro) erano in linea (se non addirittura minori) ai normali canoni di affitto delle rispettive città... quindi il partito non ha speso nulla di più (se non di meno) che affittare locali da estranei

quindi, nulla di strano se il locatore è il presidente del partito... appunto perchè presidente ha concesso la locazione ad un prezzo inferiore a quello di mercato.

E a quanto risulta manco è vero che sono stati venduti quegli appartamenti, e la frittata fatta era a solo favore del partito (e dato che tu hai voluto rivoltarla sui contribuenti, giustamente tra l'altro a causa dei finanziamenti ai partiti, anche a favore dei contribuenti stessi, appunto).

senza contare che dire "ad una rata maggiore a quella del mutuo" non vuol dire un beneamato nulla, e da questa frase si evince solo che c'è un chiaro intento polemico utilizzando paroloni perchè la sostanza non ha nulla di "scottante"
un mutuo 30ennale di 250-300 mila euro può avere una rata da 1300-1800 euro al mese
e se conosci i prezzi di milano e roma, un appartamento di quelle dimensioni... capisci bene che può costare ben più di 1800 euro/mese


Di Pietro era immobiliarista sin da prima di entrare in politica... oltre il magistrato la sua famiglia ha sempre investito nel mattone...

Interessante vedere però che nonostante tutta la destra cerca di smontare Di Pietro, riescano solo con "mezze-Cabole", tra l'altro legalissime...

invece per distruggere gli altri, non serve inventarsi nulla, bastano i processi per cui sono condannati
Hehe

PS: IDV è uno dei pochi che si batte da anni contro gli sprechi assurdi dei finanziamenti pubblici ai partiti

PPS: Beppe Grillo non è di certo un moralizzatore

PPPS: nessuno è perfetto, nemmeno di pietro lo è, nessuno lo hai mai detto, e ripeto, se le uniche pecche che si trovano sono mezze verità di presunti "scandali" su cosa legalissime... ben venga
[Modificato da mjfan80 17/11/2008 19:21]

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17/11/2008 20:46
 
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Re:
mjfan80, 17/11/2008 18.54:

quindi, nulla di strano se il locatore è il presidente del partito... appunto perchè presidente ha concesso la locazione ad un prezzo inferiore a quello di mercato.


Bé, devi ammettere che, vista la gestione patriarcale del partito da parte di Di Pietro, e visto che fu uno di quelli che diede addosso agli altri partiti per lo scandale delle case tramite enti previdenziali, qualcosina di strano c'é...

Il mio nuovo blog:

http://seipernove42.wordpress.com/

"Perché le risposte son più semplici di quanto non si creda..."
17/11/2008 21:00
 
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Re: Re:
Black°Swordman, 17/11/2008 20.46:


Bé, devi ammettere che, vista la gestione patriarcale del partito da parte di Di Pietro, e visto che fu uno di quelli che diede addosso agli altri partiti per lo scandale delle case tramite enti previdenziali, qualcosina di strano c'é...



ma questa è solo una delle mille e più avventure di Tonino!

Nessuno crede più alle sue grida. Chi lo conosce meglio, lo snobba più degli altri. Sono legioni quelli che, fatto un tratto di strada insieme, lo sfuggono come cosa non grata. Dopo l’uscita di Tonino dal pool di Milano, il suo capo, Borrelli, precisò: «Mai andati oltre il lei». Il suo responsabile legislativo ai Lavori Pubblici nel ’96, Mario Cicala, magistrato anche lui, abbandonò l’incarico dopo appena due mesi. Scomparsi in massa gli illusi della prima ora che credevano di combattere con l’ineffabile la battaglia della moralità: i Federico Orlando, i Willer Bordon, i Mirko Tremaglia. Nessuno ha mai detto con chiarezza cosa li abbia delusi. Ma da un accenno di un ex fedelissimo, Elio Veltri, si può arguire che a respingerli sia l’inveterata disinvoltura dell’autoproclamato moralizzatore. La stessa che da magistrato lo spinse ad accettare l’indimenticata “Mercedes” e il prestito senza interessi di 120 milioni. Di lui, Veltri ha detto: «Dall’Italia dei Valori all’Italia dei valori immobiliari». Felice gioco di parole che ha spalancato il ghiotto scenario di mattoni.

Ma vediamo una breve biografia del nostro...

Nato nel contado molisano di Montenero di Bisaccia, Tonino fu dirozzato nel seminario di Termoli dove imparò a bere il latte nella tazza anziché, secondo la sua leggenda, abbeverarsi alle mammelle della mucca. Prese un diploma di perito industriale ed emigrò in Germania. Fu assunto da una fabbrica di posate e messo a lucidare cucchiai. Nonostante lucidasse da dio, decise di tornare in Italia e profittare delle leggi post ’68 che aprivano indiscriminatamente gli accessi universitari per iscriversi a 23 anni, lui perito tecnico, alla Facoltà di Legge della Statale di Milano. Si laureò nei tempi canonici, senza però mai colmare le lacune nel latino di cui la giurisprudenza è ricca. I suoi sfondoni sono così esilaranti da aizzare quel bello spirito di Alfredo Biondi, suo collega parlamentare ed ex Guardasigilli. Biondi, se c’è Di Pietro in Aula o in commissione, sforna continui brocardi latini unicamente per godersi gli occhi a palla di Tonino che li scambia per cinese.

L’estraneità alla lingua delle Pandette stava per giocargli un brutto scherzo anche nel secondo tentativo di superare il concorso in magistratura. Presidente della commissione era Corrado Carnevale, giudice severo e garantista che subì poi un calvario perché sgradito alla parte forcaiola della magistratura. All’interrogazione di Diritto romano, Tonino maltrattò il latino suscitando lo sdegno del commissario che si pronunciò per la bocciatura. Carnevale, che si era commosso leggendo il curriculum del molisano — contadino, emigrante, operaio, ecc. —, intervenne e gli fece un po’ di domande per metterlo a suo agio. Su alcune fece scena muta, ad altre rispose in pittoresco dipietrese. La commissione, imbarazzata, era orientata a fargli ripetere il concorso una terza volta. Ma Carnevale, dominato dal buon cuore, mise in luce le umili origini e la buona volontà del candidato. Alla fine la spuntò e Tonino indossò la toga. Cosa ci abbia fatto, è noto a tutti. Tanto che, anni dopo, Carnevale ripensando al suo ruolo in quella risicata promozione, disse: «Non lo rifarei mai più».







Michael Jackson non canta nelle canzoni dei Cascio perchè:
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- Jackson non ha mai fatto in vita sua riferimento a canzoni o a collaborazioni con i cascio, mai, mentre spesso parlava delle sue collaborazioni anche se non erano ancora concluse (Will.i.am tanto per dirne una, oppure quella con il principe arabo)
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17/11/2008 22:54
 
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la domanda sorge spontanea

meglio un uomo che non è perfetto, con qualche cosa di non bello nell'armadio (che comunque non nasconde, e sottolineamo, alcune cose che hai scritto sono propri forzature) ma che dice cose oneste, concrete, vere, e giuste (e che comunque non sono contrariate dalle sue azioni) o qualcuno che è ben più losco e cupo di lui, e che in più anche nelle cose che dice c'è del marcio fino in fondo???

chiamare gestione patrialcale il paertito di IDV non è corretto
Da un punto di vista concreto è partito in quanto tale da 4 anni... un nulla in confronto alla storia dei partiti, ed è ovvio che in una fase di startup le cariche e alcuni "posti" dirigenziali sono ricoperti da chi dall'inizio è vicino a lui
è ovvio

già per le europee del 2009 ci sarà un grosso cambiamento, già in atto, in teoria (e spero pure nella pratica) con una grossa introduzione di "mano d'opera" e "idee" di giovani

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09/01/2009 14:35
 
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rispolvero questo vecchio topic, per segnalare questo articolo
italiadeivalori.antoniodipietro.com/articoli/informazione/calunnie_solo_calu...
in cui dipietro risponde a queste accuse, che da anni gli vengono rivolte


Riporto di seguito la mia risposta alla lettera del direttore di Libero, Vittorio Feltri, e pubblicata oggi dal suo quotidiano.

Ho diviso la mia risposta in capitoli, per facilitare la lettura delle mie risposte alle calunnie mosse nei miei confronti in questi giorni da stampa e politici:

- Gestione dei finanziamenti
- Rimborsi elettorali
- Tutti gli immobili
- La società Antocri
- Conclusioni: la formichina

La lettera:

"Gestione dei finanziamenti

Caro direttore, eccomi.
Ieri Lei dalla pagina di Libero mi ha chiesto due spiegazioni e mi ha dato un consiglio. Cominciamo dal consiglio che era il seguente: “Le sollecito a darci prova della sua trasparenza e affidare i milioni del finanziamento ad un collegio di ragionieri eletti nel suo partito”. Mi pare proprio un buon consiglio, la ringrazio e mi attivo immediatamente. Ho oggi stesso disposto la modifica dello Statuto che ora prevede che tutte le finanze del partito e tutti i contributi elettorali (sia futuri che pregressi beninteso), siano gestiti non più dai soci originari che hanno dato vita al partito ma dall'intero Ufficio di Presidenza dell'Italia dei Valori che è composto da 7 persone, individuato non nominatamente ma – pro tempore – per il loro ruolo, la loro funzione e la loro elezione: il Presidente del partito, il Capogruppo della Camera, il Capogruppo al Senato, il Portavoce nazionale del partito, il Tesoriere, un rappresentante degli eletti nelle Regioni (da loro nominato) ed un esperto contabile nominato dall'Ufficio di Presidenza stessa (su proposta dell'Esecutivo nazionale di Idv che è il massimo organo assembleare del partito). Provi a visionare gli Statuti degli altri partiti e vedrà che tutti hanno adottato – specie all'inizio della propria attività – misure di cautela per evitare l'assalto alla diligenza (come peraltro “Libero” ne ha dato atto proprio ieri, informandoci delle beghe interne fra Margherita e Ds per la suddivisione dei rispettivi fondi e beni). Ho già preso appuntamento per domani da un notaio di Bergamo (che conosce pure Lei) per la relativa statura notarile. Appena sottoscritto Le invierò in anteprima copia del nuovo Statuto di Idv: se ha qualche ulteriore consiglio da darci le sarei davvero grato e provvederà di conseguenza.
E veniamo, caro direttore, alle domande che mi ha posto e che possono essere cosi riassunte: come sono stati gestiti i contributi ricevuti finora da Italia dei Valori e come “è la storia dei 10 appartamenti” che avrei acquistato. Rispondo subito, inviandole a parte la relativa documentazione per le verifiche che riterrà opportune effettuare.

Rimborsi elettorali

Idv non riceve finanziamenti da imprenditori o sponsor che sia (da noi non troverà i Romeo di turno). Riceveremo invece – come tutti gli altri partiti che hanno rappresentanza parlamentare – i finanziamenti pubblici previsti dalla legge. Sono tanti. Per noi e per gli altri (ed infatti nella scorsa finanziaria abbiamo chiesto inutilmente al Parlamento di dirottarli a favore degli ammortizzatori sociali). Essi vengono introitati da Idv tutti ed esclusivamente sui 2 conti correnti della tesoreria dell'Italia dei Valori e da questa utilizzati solo ed esclusivamente per esigenze del partito e della sua azione politica (come, da ultimo è avvenuto per la raccolta delle firme per promuovere il referendum contro il Lodo Alfano). Inoltre riceviamo le quote di partecipazione dai nostri iscritti, dai nostri parlamentari e dai nostri eletti e amministratori. Infine riceviamo gli interessi attivi del denaro che rimane parcheggiato in banca fino al suo utilizzo. Più in concreto finora abbiamo incassato – dal giorno in cui ci siamo presentati alle elezioni la prima volta nel 2001 e fino a tutto il 2007 – contributi pubblici per 19'908'596 euro, a cui si devono aggiungere ulteriori 761'909,00 euro a titolo di interessi attivi e per contributi degli aderenti ed eletti del partito. Di converso, abbiamo speso a tutto il 2007 euro 16'233'853. Il nostro partito, quindi, non solo non ha debiti ma è in attivo di euro 4'436'652, somma che trovasi depositata presso le due banche predette, sempre, solo ed esclusivamente sui conti di Idv, come può rilevarsi dai relativi estratti conto. Per l'anno 2008 appena trascorso, la stesura del bilancio è in corso (per noi come per qualsiasi altro partito o ente o azienda) e verrà pure reso pubblico nelle forme e nei tempi previsti dalla legge. Come noto, infatti, tutti i bilanci dei partiti devono essere regolarmente pubblicati in giornali a tiratura nazionale. Quelli di Idv, peraltro, sono sempre stati (e lo sono ancora) visionabili alla voce “Bilanci e Finanze” sul sito del partito Italiadeivalori.it. Comunque – e ad ogni buon conto – glie ne invio copia (specificandole fin d'ora che quest'anno chiederò di pubblicare proprio su Libero il bilancio 2008, come previsto per legge, se Lei me lo permetterà). Specifico che i bilanci annuali dell'Italia dei Valori sono sempre stati tutti regolarmente approvati dall'Organo di controllo del Parlamento, come rilevasi esemplificativamente dalle attestazioni del Presidente della Camera dei Deputati per gli anni 2001-2002-2003-2004-2005-2006-2007 che le invio a parte. Specifico anche che la Corte dei Conti - a cui spetta per legge approvare i Conti consuntivi delle spese elettorali dei partiti - nel referto trasmesso al Presidente della Camera sui consuntivi presentati dalle formazioni politiche ha finora sempre approvato i rendiconti presentati dall'Italia dei Valori.

Tutti gli immobili

E veniamo alla "storia dei 10 appartamenti" (che poi non sono dieci, perché se ne vendi uno per comprarne un altro con i soldi del primo, non ne hai due ma sempre uno). È vero che qualcuno negli anni passati ha alluso ad un utilizzo indebito da parte mia dei rimborsi elettorali, ma - come potrà prendere atto leggendo il decreto dei Gip di Roma n.4620/07 del 14.03.2008 che le invio integralmente - non solo è stata disposta nei miei confronti - su conforme richiesta del pm - l'archiviazione perché il fatto non sussiste ma addirittura sono stati rimessi gli atti alla Procura per la valutatone circa il reato di calunnia nei confronti del denunciante.
Ma, potrebbe obiettare lei e giustamente: d'accordo, la gestione della tesoreria di Italia dei Valori sarà pure corretta ma i soldi per gli appartamenti dove li hai presi? Ecco, allora, l'elenco delle mie proprietà, il loro valore di acquisto e la provenienza dei relativi fondi. A Montenero di Bisaccia sono proprietario di una azienda agricola (lasciatami in eredità da mio padre e mia madre) con circa 15 ettari di terreno e casa colonica annessa (che ho ben ri strutturato a mie spese, con i fondi (e le pietre) provenienti proprio dall'azienda: produco in proprio, infatti dalla morte di mio padre (1987) soprattutto, olio e grano (quest'anno oltre 400 quintali). A Curno, in provincia di Bergamo ho una villetta a schiera in via Lungobrembo 62, acquistata alla fine degli anni '80 e quindi per definizione con soldi non del partito (che, come noto è stato fondato ne! 2000 ed a cui i primi contributi sono cominciati ad affluire nell'autunno del 2001). Sempre a Curno, in via Lungobrembo 64 (contigua alla precedente) vi è una vecchia casa con giardino, di proprietà di mia moglie che l'ha comprata nel 1985 per 38 milioni di vecchie lire e che e stata dalla stessa (e con il mio contributo, anche manuale) ristrutturata nel 1986 (e quindi in epoca anch'essa non sospetta). È il luogo dove siamo andati a vivere dopo sposati. A Bruxelless sono comproprietario di un piccolo appartamento in via Scarabee 3, acquistato nel 1999 per 204 milioni di vecchie lire (di cui la metà con prestito bancario della Bbl di Bruxelless, sede del Parlamento europeo) quand'ero parlamentare europeo (ed a tal fine). Anche questo immobile è stato acquistato in epoca precedente alla costituzione di Idv. A Bergamo sono proprietario di un appartamento in via Locateli, da me acquistato, a seguito di gara pubblica, ad un'asta indetta dalla Scip per conto dell'Inail in data 10 novembre 2004 (rogito 16.03.2006) per euro 261'661,00 oltre spese e tasse. Non sono invece proprietario di alcun altro immobile in tale città, come invece pure era stato scritto. Vi sono invero lo studio e la casa di mia moglie (che, come Lei sa, fa l'avvocato da una vita e fa pane di una famiglia benestante di avvocati e prima di notai che Lei, gentile direttore, essendo di Bergamo, credo conosca molto bene).

La società Antocri

A Milano ho comprato nel 2004 (tramite la società Antocri) un appartamento in via F. Casati 1/a, per euro 614'500,00, di cui 300'000,00 con mutuo Bnl ed il resto con parte dei fondi provenienti dalla vendita di due appartamenti di mia proprietà che avevo a Busto Arsizio (acquistati nel 1999 - e quindi sempre in epoca antecedente alla costituzione di Idv - per lire 845'166'000 e rivenduti nel 2004 per 655'533,46 euro). Gli atti notarili sono a sua disposizione. Quanto alla provenienza dei fondi per acquistare gli appartamenti di Busto Arsizio, non me ne voglia ma lei dovrebbe ricordarla bene essendo stata una delle persone che vi hanno in qualche modo contribuito (ricorda i 400 milioni di lire che l'editore de "II Giornale" (ove egli faceva all'epoca il direttore responsabile) mi versò, a titolo di risarcimento danni con assegno circolare? All'epoca peraltro furono in molti a versarmi denaro per risarcirmi dei danni provenienti da articoli di giornali ritenuti diffamatori dai giudici o comunque, in via di transazione bonaria). L'altra parte dei soldi provenienti dalla predetta compravendita li ho usati per acquistare (tramite la società Antocri) a Roma nel 2005 un appartamento in via Principe Eugenio per euro 1'045'000,00 (il resto della provvista è stato reperito da un mutuo bancario Bnl di 400'000,00 euro e dai miei risparmi di cui in appresso). Tale immobile è stato rivenduto nel 2007 a 1'115'000,00 e con la relativa provvista, una volta estinto il mutuo, ho comprato l'anno scorso una casa ai miei due figli più piccoli a Milano, in zona Bovisa, per studiare. Ho anche aiutato mio figlio maggiore, con donazioni in denaro (per un totale di circa 80 mila euro) in parte quando si è sposato ed in parte quando sono nati i suoi tre figli trigemini. Soldi che egli, coscienziosamente ha utilizzato per pagare l’ anticipo di una casa a Curno quando abitava li e che poi ha rivenduto ricomprandosi, a minor prezzo, casa a Montenero, quando si è trasferito al paese natio. Sempre a Roma, sono attualmente proprietario dell’appartamento di via Merulana, ove abito quando mi reco li per ragioni legate al mio lavoro parlamentare. L’ho comprata, nel 2001 - e quindi ancora una volta prima dei rimborsi elettorali confluiti in questi ultimi anni al partito - per 800 milioni di vecchie lire ( di cui, come al solito, parte in mutuo) Queste sono,- o sono stata- le mie proprietà. Mi si dirà. D’accordo hai fatto delle compravendite ed hai stipulato dei mutui, ma per il resto dove hai preso i soldi? Ebbene, i miei redditi pubblici e che possono essere consultati presso il sito della camera dei Deputati e del senato ammontano dal 1996 ad oggi ad oltre 1'000'000,00 di euro ( al netto tasse), come da tabella riepilogativa che le invio a parte. A tutto ciò devono aggiungersi ulteriori rinvenienze attive, tra cui una donazione mobiliare per circa 300 milioni di vecchie lire ricevuta nel 1996 dalla contessa Borletti ( i fatti sono notori in quanto hanno riguardato come beneficiari anche altri personaggi pubblici) e come detto plurimi risarcimenti danni ricevuti ( da me e dai miei familiari) per circa 700'000,00 euro negli anni in relazione alle varie diffamazioni subite nel tempo nonché i frutti dell’agenzia agricola e dei relativi cespiti immobiliari lasciatimi in eredità dai miei genitori dopo la loro morte.

Conclusioni: la formichina

Tutto qui. Alcuni giocano, altri speculano, altri evadono le tasse e altri ancora girano il mondo o se la godono e si divertono. Io ho preferito e preferisco fare la formichina come mi hanno insegnato i miei genitori, risparmiando ed investendo i guadagni in immobili( almeno questi nono ti mandano sul lastrico, come è successo per le azioni e le speculazioni in borsa!). Mi scuso per la prolissità e se necessario sono ancora e sempre pronto a fornire tutte le risposte che riterrà necessarie. Con Lei, caro direttore lo faccio volentieri per tre ragioni: primo perché sono certo della sua buona fede e del suo sacrosanto diritto di pormi le domande che mi ha posto; secondo perché sono convinto che ogni personaggio pubblico deve rispondere nel merito alla pubblica opinione (ed agli organi di informazione indipendenti come “Libero”); terzo, perché è cominciato il nuovo anno e voglio avvicinarmi alla terza età nel migliore dei modi. Buon anno a lei ed ai suoi lettori.

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Sono mesi ormai che il giornale di berlusconi mette in prima pagina titoli contro Di Pietro.
Ci sono centinaia di morti per la guerra, la crisi, i cassaintegrati, e in prima pagina mettono "i fondi neri di Di Pietro" che vende un appartamento per comprarne un altro, pd e pdl indagati e il giornale parla solo di Cristiano Di Pietro che NON è INDAGATO!
Di Pietro ha comprato casa qua senza spiegare perchè..
Di Pietro ha buttato un fazzoletto usato nell'indifferenziata..
Di Pietro ha saltato una rata del mutuo..
Che palle!
IDV sta acquistando consensi e questo non possono permetterlo (ne' veltroni ne' berlusconi).
Solo un demente potrebbe ancora credere a un giornale del genere senza capire che è chiarissimamente solo pura propaganda politica.
Ha fatto su 700mila euro grazie alle balle di questo giornale?
Ne fara' ancora!


13/01/2009 09:00
 
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e si continua....
ma quelli di libero non hanno altro da fare che rompere le palle a Di Pietro (che puntualmente riesce a dimostrare la loro malafede e le loro menzogne?)


Pubblico le mie risposte (più una) a questo colloquio a distanza tra il direttore di Libero, Feltri, ed il sottoscritto. Lo faccio soprattutto per voi lettori e per l’opinione pubblica che ha il diritto di conoscere i fatti. Fatti e circostanze che invece vengono ogni giorno travisati e strumentalizzati da quelli de “Il Giornale” su ordine e mandato del loro padrone. Ad essi mi rivolgerò nelle sedi giudiziarie proprie, ove sono stati da me chiamati a rispondere per le gravi diffamazioni che sto subendo. A voi la valutazione di quanto di seguito riporto.

Per facilitare la lettura delle mie risposte, riporto di seguito i link alle domande:

1) "Come potè acquistare la casa di Bergamo all’Inail se la legge glielo impediva?"
2) "Come spiega la doppiezza fra l’associazione IDV e il Movimento politico IDV?"
3) "Come spiega la gestione dei contributi elettorali al partito? Chi li ha incassati?"
4) "Come spiega che fosse lui, Di Pietro, ad approvare i rendiconti IDV, senza altri controlli?"
5) "Come spiega il giallo dell’IDV che pagava l’affitto della sede di Roma alla famiglia Di Pietro?"
6) "Come spiega che Di Pietro seppe in anticipo che Mario Mautone, Provveditore alle opere pubbliche in Campania, era sotto inchiesta a Napoli?"
7) "Mi riferisco all’ultima “perla” de “Il Giornale” secondo cui avrei dato o comunque mi sarei interessato a far avere all’avv. Ascione di Brescia una consulenza da una società autostradale."
La lettera

"Caro Direttore,
eccomi ancora qui a rispondere alle altre domande che domenica scorsa Lei mi ha pubblicamente formulato. Come ha detto Lei, “abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno”. Anzi, giacché ci siamo, facciamo “trentadue”, visto che nel frattempo quelli de “Il Giornale” mi hanno sparato altra melma addosso (miei presunti favoritismi da Ministro). Eccomi, dunque, pronto a rispondere alle sei domande che mi ha posto (più una), carte e documenti alla mano che, ovviamente, le metto a disposizione come ho già fatto la volta scorsa.

Prima domanda: "Come potè acquistare la casa di Bergamo all’Inail se la legge glielo impediva?"
Risposta: E chi l’ha detto che la legge me lo impediva? Ah sì, sempre quelli de “Il Giornale”, ma sono frottole. Ricostruiamo i fatti. Il 10 novembre del 2004 ho partecipato ad un’asta pubblica, indetta dalla SCIP per conto dell’INAIL. Fra tanti altri immobili messi in vendita c’era anche un appartamento a Bergamo in via Locatelli 29. Trattavasi di una gara indetta per la seconda volta perché la prima era andata addirittura deserta (si vede che all’epoca nessuno lo voleva a quel prezzo). Il prezzo a base d’asta era di 204.085,00 euro. Io feci un’offerta di euro 261.661,00 che risultò essere la più alta. Il secondo in graduatoria offrì 245.000,00 euro. L’ufficiale rogante però assegnò inizialmente l’asta al secondo in graduatoria perché ritenne non sufficiente la documentazione da me fatta produrre. Feci ricorso e sia il TAR che il Consiglio di Stato mi dettero totalmente ragione. Fu così che finalmente il giorno 16 marzo 2006 sottoscrissi davanti al notaio Santangelo di Bergamo il relativo atto notarile di compravendita, subito dopo il verbale di aggiudicazione.
Tutto qui. Cosa mai c’è di illegale o di sbagliato in tutto questo? Ah sì, secondo quelli de Il Giornale ci sarebbe che io non avrei potuto partecipare a quella gara in quanto “pubblico amministratore” e quindi “la legge me lo impediva”. Ma non è vero che io all’epoca fossi un pubblico amministratore. Non lo ero né alla data in cui è avvenuta la gara (10 novembre 2004) né alla data in cui è avvenuto il rogito notarile (16 marzo 2006). Come a tutti noto, divenni Ministro della Repubblica – e cioè Pubblico amministratore - il giorno 17 maggio 2006! Peraltro all’epoca (nel 2004 e fino al 10 aprile 2006) non ero nemmeno parlamentare italiano. Ero sì parlamentare europeo ma dove sta scritto che un parlamentare europeo (o italiano che sia) per ciò solo non possa partecipare ad una gara? Nessuna legge lo vieta in quanto appunto gli eletti non sono per ciò solo anche pubblici amministratori. Pure le pietre sanno che sono Pubblici Amministratori i Ministri e gli assessori comunali, provinciali e regionali in carica ma non anche i consiglieri comunali, provinciali o regionali e nemmeno i semplici parlamentari.
Sempre con riguardo a questa vicenda, mi è stato pure contestato che io mi sarei servito di un “prestanome”, ma nemmeno questo è vero. In gergo tecnico - ed ancor più in quello comune e giornalistico - per “prestanome” si intende un “uomo di paglia” una “testa di legno”, una persona insomma che viene messa a capo di una qualche attività imprenditoriale o di una proprietà immobiliare per occultare chi ne è il reale beneficiario o proprietario. Invece nel caso di specie il “disciplinare d’asta pubblica” ed il relativo “modulo di partecipazione” predisposti della SCIP prevedevano la possibilità di avvalersi, ai sensi del’art. 1401 e segg. c.c., dell’ istituto del “contratto per persona da nominare” per l’espletamento delle formalità preliminari e solo per il tempo necessario ad esse: da nominare appunto, e non da nascondere, occultare, rendere inconoscibile. Ho allora incaricato Claudio Belotti a partecipare alla gara per mio conto (e solo per queste preliminari formalità). Poi al momento dell’aggiudicazione (nello stesso giorno) ho provveduto, come prevede la legge, anche ad indicare la mia persona come acquirente ed infatti l’atto di compravendita è stato fatto esclusivamente e direttamente a mio nome (come da atto notarile che le invio). Non vi è mai stato fatto quindi alcun acquisto per interposta persona o per “prestanome” che dir si voglia.

Seconda domanda: "Come spiega la doppiezza fra l’associazione IDV e il Movimento politico IDV?"
Risposta: Ma non vi è alcuna doppiezza. Sono la stessa cosa. Come potrà anche Lei riscontrare dalla documentazione che Le metto a disposizione, essi hanno un unico codice fiscale ed unica partita IVA; una unicità dei conti corrente ove sono stati fatti affluire i rimborsi elettorali e da cui sono state effettuate le relative spese elettorali e di gestione; una unicità dei bilanci presentati agli Organi di controllo (Camera dei Deputati e Corte dei Conti); una unicità dei rendiconti presentati con riferimento alle spese elettorali sostenute nelle varie campagne elettorali; una unicità di documentazione con la quale la Tesoriera ha depositato i rendiconti ed i bilanci agli Uffici della Camera dei Deputati; una ed una sola sede sociale, Milano (mentre quella di Roma, alla pari di tante altre sparse in giro per Italia è solo una sede politica e di rappresentanza).
Al di là dei documenti formali, sul piano sostanziale aggiungo che – se avessi voluto davvero trasferire ad altre associazioni i rimborsi elettorali ricevuti – ne avevo pure lo strumento legislativo a cui ovviamente non ho fatto mai – dico mai – ricorso. Il comma 4 dell’art. 39 quaterdecies del D.L. 30.12.2005 n. 273 convertito con modificazioni dalla legge 23.02.2006 n. 51 permette, infatti, ai partiti politici di poter cedere i propri crediti anche ad altre realtà politiche e culturali (a proposito, ma perchè qualcuno in Parlamento nel febbraio 2006, pensò di emanare una norma del genere?).
Faccio anche notare che tutti gli organi amministrativi e di controllo hanno sempre riscontrato la legittimità dello Statuto di IDV così come adottato e la correttezza delle appostazioni di bilancio e della rendicontazione presentata. In particolare, lo Statuto e l’atto costitutivo sono stati consegnati al Ministero dell’Interno a cui è stato depositato in occasione del deposito del simbolo e della presentazione delle liste; alla Camera dei Deputati,a cui sono stati depositati sia in sede di richiesta di rimborso che di presentazione di rendiconto delle spese sostenute ed ancora più in generale ogni anno in occasione della presentazione periodica dei bilanci annuali. E’ stata la stessa Camera dei Deputati, investita formalmente della questione, ad affermare con deliberazione n. 35 del 29 luglio 2008 (che ovviamente pure Le invio) che “l’asserita distinzione soggettiva tra Associazione e Movimento Italia dei Valori non risulta allo stato rilevante ai fini del soggetto elettorale avente titolo ai rimborsi (e cioè la lista elettorale “Italia dei Valori – Lista Di Pietro”) e delle persone fisiche titolate a ricevere i rimborsi per conto di detta lista”.
Insomma per noi di IDV il partito e l’associazione sono sempre stati la stessa cosa, un solo e medesimo soggetto giuridico. In sostanza, l’Italia dei Valori si è comportato alla stessa stregua di tanti altri partiti, prevedendo clausole statutarie di garanzia per metterlo al riparo dai tanti soggetti strani che girovagano di partito in partito alla ricerca di occasioni propizie per spillare qualche quattrino (come appunto si è cercato di fare da parte di alcuni anche ai danni di IDV). Confronti, la prego, gli Statuti degli altri e riscontrerà che – specie nella fase iniziale della loro nascita – hanno sempre previsto clausole di garanzia. Anche nello Statuto di IDV vigente fino all’altro ieri c’erano clausole di garanzia a maglie molto strette ma mi pare normale che ciò possa avvenire almeno all’inizio di un’avventura politica così complessa, qual è indubbiamente la costituzione ed il decollo di un partito ad aspirazione nazionale. Peraltro, ora che l’Italia dei Valori è finalmente diventato maggiorenne, mi è parso giusto modificare lo Statuto in quella parte in cui riservava ai soci fondatori specifiche ed esclusive clausole di salvaguardia (tra cui la tesoreria). Il nuovo Statuto, emanato anche grazie ai Suoi apprezzati consigli, è consultabile ora sul sito ufficiale del partito.

Terza domanda: "Come spiega la gestione dei contributi elettorali al partito? Chi li ha incassati?"
Risposta: I contributi elettorali ricevuti sono stati sempre, solo ed esclusivamente incassati dal partito dell’Italia dei Valori . Ribadisco quanto ho già avuto modo di precisarLe e documentarle la volta scorsa: i contributi pubblici incassati da IDV a tutto il 2007 sono stati pari a 19.908.596 euro e sono stati incamerati nei suoi specifici conti corrente (e precisamente il c/c n.ro 10633 aperto presso la Banca S. Paolo di Napoli – ag. 1 Montecitorio ed il c/c n.ro 29695 presso il Credito Bergamasco di Bergamo). Sempre sugli stessi conti sono stati incassati a tutto il 2007 ulteriori 761.909,00 euro a titolo di interessi attivi e per contributi degli aderenti ed eletti del partito. Da questi medesimi conti corrente è anche uscito il denaro per pagare tutte le spese (che ad oggi, come pure Le ho specificato nella precedente mia lettera, ammontano a tutto il 2007 ad euro 16.233.853 (come da copia dei bilanci che pure le ho già messo a disposizione). Ovviamente la differenza attiva, pari a euro 4.436.652, trovasi tuttora depositata presso le due banche predette, sempre, solo ed esclusivamente su conti di IVD, come può rilevarsi dai relativi estratti conto.

Quarta domanda: "Come spiega che fosse lui, Di Pietro, ad approvare i rendiconti IDV, senza altri controlli?"
Risposta: Eh no! Non è così. Una cosa sono le clausole statutarie restrittive a suo tempo inserite in via cautelativa, altra cosa è il sistema dei controlli. Questi ci sono stati eccome, a iosa, come posso dimostrare e documentare. Vediamo innanzitutto cosa prescrive la legge al riguardo. L’art 8 legge 2/1992 e art. 1 legge 157/99 prescrive che il Tesoriere ogni anno deve predisporre il relativo “Rendiconto di esercizio” e annesse “Relazione della gestione” e “Nota integrativa al rendiconto”. Questi documenti devono essere poi sottoposti al vaglio di un “Collegio dei Revisori dei Conti”, scelti da appositi elenchi pubblici, ai quali compete per legge il controllo formale e sostanziale della veridicità del bilancio e della correttezza della relazione predisposta dal Tesoriere. Dopo la loro positiva verifica, il Rendiconto (o bilancio che dir si voglia) deve essere pubblicato su due quotidiani, di cui almeno uno a tiratura nazionale (evidentemente allo scopo di rendere noto a qualsiasi associato ed a tutta la collettività la gestione economica del partito). Poi la documentazione, unitamente alla relazione dei Revisori dei Conti va trasmessa alla Camera dei Deputati per il successivo controllo pubblico. Controllo che viene effettuato dall’apposito “Collegio parlamentare per il controllo dei rendiconti dei partiti” previsto dal predetto art. 8, comma 14 legge 2/97. Infine le decisioni del Collegio vengono resi di dominio pubblico (anche nei siti della Camera e del Senato).
Per quanto riguarda le spese che i partiti sostengono in occasione delle campagne elettorali, esse vengono analiticamente valutate dalla “Corte dei Conti – Collegio di controllo sulle spese elettorali”.
Ebbene, nel caso specifico dell’Italia dei Valori, il Tesoriere del partito (on.le Silvana Mura) ha sempre adempiuto ai predetti adempimenti ed ha sempre reso noto a tutti gli iscritti e simpatizzanti – e tutti i cittadini – il contenuto della predetta documentazione attraverso la pubblicazione sul sito internet del partito (italiadeivalori.it) ove e’ presente una apposita sezione denominata “Bilancio e Finanze”. Le metto a disposizione al riguardo, gentile Direttore, copia della relazione del “Collegio dei revisori” per la gestione finanziaria relativa agli anni dal 2001 al 2007, ove si dà conto di tutti i controlli da loro effettuati (anche sui conti bancari e le relative corrispondenze) e del loro giudizio favorevole. Le invio anche la certificazione della Camera dei Deputati per gli anni dal 2001 al 2006, in cui il Collegio parlamentare di controllo certifica le regolarità dei nostri bilanci. Trasmetto infine il Referto del “Collegio di controllo sulle spese elettorali della Corte dei Conti” che pure conclude, dopo approfondita analisi e verifica dei conti, sulla bontà e regolarità di quelli dell’Italia dei Valori (a proposito, ma lo sa che, con riferimento ad altri partiti, in tutti questi anni ci sono stati e ci sono vari problemi?).
Infine mi preme far rilevare che – quantunque l’originario Statuto di IDV prevedesse norme restrittive per l’approvazione dei bilanci - in realtà io, in tutti questi anni, ho sempre condiviso tale responsabilità con le strutture nazionali del partito (di fatto quindi, sperando le stesse clausole statutarie), come può rilevarsi esemplificativamente proprio con riferimento al bilancio 2004 approvato dall’Esecutivo nazionale IDV con delibera del 18/6/2005, che metto a sua disposizione.
Come può constatare, Direttore, gli organi del partito sono sempre stati informati ed i controlli ci sono stati eccome – anche da soggetti terzi, con cui non ho né ho mai avuto alcun rapporto personale – ed essi hanno sempre certificato la correttezza della contabilità di IDV.

Quinta domanda: "Come spiega il giallo dell’IDV che pagava l’affitto della sede di Roma alla famiglia Di Pietro?"
Risposta: Nessun giallo. Tutto alla luce del sole e tutto regolare. Anzi, con vantaggi proprio per IDV e senza alcun fine speculativo da parte mia (che anzi mi sono fatto pure carico per i primi anni di vita del partito, di sostenerlo economicamente, anche fornendo gratis le relative sedi, come per esempio avvenne all’epoca in cui la sede di IDV era a Busto Arsizio).
Nel merito, è successo che nel 2005 il partito – che in quel periodo era in affitto a Roma in via dei Prefetti 19 – dovette provvisoriamente ed in via di urgenza trovare un’altra sistemazione in quanto il proprietario dell’immobile aveva dei problemi con la giustizia legati proprio a quella proprietà. Siccome io nel frattempo avevo acquistato – tramite la società ANTOCRI a me facente capo – un appartamento a Roma in via Principe Eugenio ho provveduto conseguentemente a metterla temporaneamente a disposizione del partito. La locazione è durata meno di due anni ed infatti dall’estate 2007 il partito ha trasferito la propria sede in via di S. Maria 12, sempre a Roma. L’affitto è avvenuto alla luce del sole, con ratei semestrali sempre regolarmente fatturati e per importi che ho volutamente tenere al di sotto di quelli di mercato, proprio per evitare critiche. L’Italia dei Valori non ha ricevuto alcun nocumento da tali affittanze. Ne è riprova il fatto che la locazione del nuovo ufficio ove IDV si è successivamente trasferita ed ove trovasi tuttora (in zona sì più centrale ma molto più piccolo) prevede un canone annuo di 78.000 euro, a fronte dei 54.000 euro che invece pagava prima (come da contratti e ricevute che le invio). Come può constatare la locazione di ANTOCRI ad IDV non era una speculazione finanziaria, come qualcuno ha voluto surrettiziamente insinuare. D’altronde, se non avessi affittato a IDV, ben avrei potuto affittare ad altri, quanto meno alle stesse condizioni.

Sesta domanda: "Come spiega che Di Pietro seppe in anticipo che Mario Mautone, Provveditore alle opere pubbliche in Campania, era sotto inchiesta a Napoli?"
Risposta: Nessuno mi ha mai detto che Mautone era sotto inchiesta a Napoli e men che meno che era sotto intercettazione (almeno fino a quando non furono proprio alcuni giornali e agenzie a darne illecitamente notizia) . E’ semplicemente successo che, quando divenni Ministro delle Infrastrutture, il Ministero era stato diviso in due (l’altro, quello dei Trasporti, venne affidato al collega Bianchi) e quindi bisognava ridefinire gli organici. Io, allora, utilizzai l’occasione per prendere una nutrita serie di provvedimenti di “rotazione” e “trasferimenti” di dirigenti ministeriali della cui opportunità nel frattempo mi ero reso conto (alcuni perché da troppo tempo rivestivano lo stesso incarico, altri – specie nel “delicato Sud” - perché erano da troppo tempo nello stesso posto, altri perché destinatari di inchieste interne, segnalazioni ed esposti, altri ancora per scadenza del mandato ed altri infine perché ritenuti più adatti a rivestire certi ruoli o certi uffici (non tutti possono fare tutto, giacchè c’è chi è più portato a fare una cosa e chi un’altra). Ho preso tali decisioni in assoluta autonomia e nell’ambito delle responsabilità istituzionali che mi competevano proprio in quanto Ministro (magari facessero tutti così!). D’altronde in alcuni Ministeri (come per gli Interni, la Difesa e l’Economia) le “rotazioni” e i “trasferimenti” sono da sempre una prassi codificata (i questori, i prefetti e gli Ufficiali superiori dei Carabinieri e della Guardia di Finanza ne sanno qualcosa, con tutti i traslochi che devono sopportare).
Nell’ambito di questa complessa e complessiva operazione (riguardante decine di casi) ho provveduto a spostare anche l’ing. Mario Mautone che, da Capo del Provveditorato di Napoli (incarico che egli già rivestiva allorchè io divenni Ministro), è così passato a Capo della Direzione edilizia statale del Ministero e quindi con la stessa qualifica e con funzioni dirigenziali analoghe (d’altronde non averi potuto fare diversamente giacchè egli è un funzionario pubblico e la legge, i TAR ed il Consglio di Stato impongono che chi ha una certa qualifica debba occupare la relativa funzione). Le ragioni personali riguardanti l’inserimento anche dell’ing. Mautone nella “rotazione” non avevano nulla di trascendentale e riguardavano all’epoca solo apprezzamenti di opportunità rispetto a notizie e segnalazioni che erano pervenute al Ministero (peraltro anche di minore rilevanza rispetto a talune segnalazioni riguardanti altri dipendenti). Di esse, comunque, nello specifico renderò testimonianza alla magistratura se me ne farà richiesta, trattandosi (come Lei capirà bene) di atti interni d’ufficio, peraltro in costanza di attività giudiziaria ancora coperta da segreto istruttorio. Ribadisco, infine, che non ci sono mai stati rapporti – né personali né politici – tra me e Mautone. C’è stato solo e sempre un reciproco, doveroso e corretto rapporto istituzionale in relazione ai ruoli ed agli incarichi che ciascuno di noi rivestiva. E’ falso quindi che io l’abbia nominato in una Commissione di collaudo per favorirlo. Egli era un Dirigente del Ministero (anche tecnicamente qualificato ed esperto) e dovendo io formare tante Commissioni di collaudo – ho dato un incarico anche a lui che ne aveva anche meno degli altri. Provi a chiedere ai Sindacati di categoria interni al Ministero e avrà la riprova della trasparenza che riportai nel settore. Altrettanto stucchevole e denigratoria è l’affermazione – pure riportata da quelli de Il Giornale - secondo cui la prova Mautone “sarebbe un mio uomo” deriverebbe dal fatto che egli era presente ad una cerimonia pubblica a Montenero di Bisaccia per presentare i lavori di restauro di un’antica torre saracena diroccata. E chi altro del Ministero doveva esserci se non il funzionario competente, e cioè il Direttore dell’edilizia statale? E chi altri dovevo portarmi appresso, come Ministro, se non il funzionario Mautone che da Provveditore aveva programmato le fasi ed il progetto di restauro?

Settima domanda: "Mi riferisco all’ultima “perla” de “Il Giornale” secondo cui
avrei dato o comunque mi sarei interessato a far avere all’avv. Ascione di Brescia una consulenza da una società autostradale."
Risposta: Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Questa circostanza è già stata smentita in tutte le sedi. Ribadisco che non ho dato mai alcuna consulenza ministeriale ad Ascione, né mi sono mai interessato a fargliene avere da qualcuno. Ed infatti egli non ha avuto mai alcun incarico dal Ministero. Egli ha avuto un incarico dalla “società concessionaria autostradale Brescia-Padova” (che col Ministero non c’entra nulla) per assisterla nelle questioni legali che la vedevano contrapposta alla Commissione Europea ed all’Anas e, tramite essa, anche ai Ministeri delle Infrastrutture, dell’Economia ed al CIPE. L’avv. Ascione è un ex magistrato, ora noto ed affermato legale che esercita nel Veneto e che non aveva e non ha certamente bisogno di me per le sue relazioni. E’ illogico ed offende il senso comune solo pensare che tutti coloro che – avendo avuto, come Ascione, oramai quindici anni fa, rapporti con me da magistrato - ora se fanno un’altra cosa, questa debba dipendere da me. Altro non so e non posso dire proprio perché non ho avuto alcun ruolo ed alcun rapporto al riguardo e mi dispiace davvero per le umiliazioni a cui vengono sottoposte terze persone che non c’entrano nulla, solo per attaccarmi.
Fin qui la parte che riguarda me. Attendo ora quella che riguarda gli altri. Potrei fare mille esempi ma ne cito uno solo una a cui LIBERO potrebbe dare risalto: ma le pare giusto che il Parlamento abbia varato una legge che permette l’erogazione dei rimborsi elettorale per tutti e cinque gli anni della legislatura anche quando questa nel frattempo si è interrotta e ne è subentrata un’altra? I partiti, oggi, dopo la caduta del Governo Prodi, stanno prendendo i rimborsi elettorali sia per la vecchia legislatura che per la nuova. L’Italia dei Valori si impegna a fare in Parlamento una specifica battaglia politica per l’eliminazione di questo iniquo balzello.

Fondatore e Presidente di MJFS. Oramai non più molto attivo nel forum... ma rimango sempre un fan che tanto ha amato e ama tutt'ora Michael Jackson e la community MJFS
13/01/2009 14:27
 
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Quante stronzate che sparano! Appena c'è qualcuno che cerca di mettere in riga i partiti e di combattere contro la corruzione, viene massacrato! Si cerca il pelo nell'uovo per metterlo in cattiva luce.
Se Tonino ha 2 cose losche nel suo passato, Berlusconi ne ha 200000000, per non parlare di altri personaggi come Craxi che sulle TV Mediaset è stato di recente elogiato. Perchè non parlano di loro? ce ne sarebbe da dire....
Possibile che in Italia per informarmi devo andare a vedere gli spettacoli di Grillo e della Guzzanti? Loro dicono cose vere e provate, ma che in TV o sui giornali non vengono mai o quasi mai riportate.

19/01/2009 09:20
 
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e con questo ho detto tutto :D

NAPOLI - Il nome Cristiano Di Pietro entra nell´inchiesta sugli appalti della Procura di Napoli. Non più come interlocutore delle telefonate intercettate all´ex provveditore alle Opere pubbliche di Campania e Molise, Mario Mautone, agli arresti domiciliari dal 17 dicembre scorso, ma come indagato. Un atto dovuto, alla luce delle notizie di reato contenute in una lunga informativa redatta dalla Dia di Napoli nel febbraio di un anno fa.

Michael Jackson non canta nelle canzoni dei Cascio perchè:
- Non c'è una singola foto/video di mj che canta in studio le canzoni dei Cascio
- I cascio hanno registrato il copyright sulle canzoni IL GIORNO DOPO la morte di MJ... chissà perchè non l'hanno fatto finchè era ancora in vita...
- La voce di mj è completamente diversa, il vibrato è totalmente diverso, anche in una registrazione di pessima qualità tali caratteristiche vocali non cambiano!
- La figlia di mj ha detto che non è suo padre a cantare
- Jason Malachi ha pubblicato sia su facebook che sul suo sito delle scuse ammettendo di essere lui a cantare per poi ritrattare tutto e dire che il suo profilo era stato hakerato (si... dalla sony con un sacco di paperdollari)
- Nella lista di canzoni trovata nella stanza di mj dopo la morte non ce n'era nessuna, ma proprio neanche una, dei cascio, eppure alcune sono piuttosto orecchiabili
- Jackson non ha mai fatto in vita sua riferimento a canzoni o a collaborazioni con i cascio, mai, mentre spesso parlava delle sue collaborazioni anche se non erano ancora concluse (Will.i.am tanto per dirne una, oppure quella con il principe arabo)
Ora, chi vogliono prendere in giro?!?

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