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Sweeney Todd

Ultimo Aggiornamento: 08/03/2008 14:50
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29/02/2008 03:06
 
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Non è facile risultare un indefesso detrattore di un maestro d'atmosfera come lo è Tim Burton, eppure in Sweeney Todd non si riconosce la mano di colui che ricordiamo come un autorevole narratore di favole oscure e malinconiche. O meglio, il suo tratto è in parte presente ma a differenza di Edward Mani di Forbice, la storia non affascina minimamente; senza contare il fatto che la base musicale/narrativa gli è stata comodamente servita su un piatto d'argento da Stephen Sondheim. Burton sceglie la Londra Vittoriana per manifestare il suo glorioso ritorno sul grande schermo trasferendo alla sua pellicola tutta la violenza visiva che nell'opera teatrale è solo prerogativa dell'immaginazione.

Il barbiere che presta il nome al titolo era in origine un padre apprensivo nonché marito adorabile. Benjamin Barker era il suo nome: primancora che meditasse vendetta contro il giudice Turpin, accusato di avergli tolto ingiustamente 15 anni di vita senza la calda presenza familiare. Dopo aver scontato la sua pena, torna a Fleet Street continuando il lavoro di barbiere ma utilizzandolo come intelligente copertura alle sue malsane carneficine. Sweeney Todd è talmente accecato dalla vendetta da non riconoscere i tratti femminei del suo passato: la lama del rasoio affetta chiunque, facendo a pezzi corpi, ricordi e perfino gli ultimi brandelli di umanità rimasti attaccati alla sua anima ferita. Le scene sono macchiate da una violenza inaudita; di splatteriana memoria. Fortunatamente le tracce musicali non sono state doppiate lasciando lo spettatore libero di apprezzare le formidabili performance canore di Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Sacha Baron Cohen (si, proprio lui... il famoso giornalista kazako!) e tutto il resto del cast. Purtroppo come quasi tutte le opere visionarie del padre del piccolo Vincent, lascia spiazzati la spaccatura tra la ridicola sceneggiatura (deframmentata, paranoica e macchiate da ben poche sorprese veramente originali) e la meravigliosa scenografia, tipicamente Burtoniana. Le musiche sono prive di motivetti facili, eppure colpiscono per varietà e forma.

Da uno spettacolo di Stephen Sondheim acclamatissimo a Broadway, l'ultima fatica del regista visionario è un musical dall'animo nero, grottesco e vendicativo. Peccato sia realizzato senza empatia né coinvolgimento emotivo. Manca quel tocco di genio tipico degli eroi Burtoniani... Sweeney Todd è "solo" un thriller sanguinolento piacevole da ascoltare. Tuttavia le pause cantate - in contrasto con la violenza gratuita - compromettono seriamente il coinvolgimento e l'identità stessa della pellicola, la quale risulta incapace di saper valorizzare, adeguatamente, entrambe le direzioni artistico/musicali originariamente intavolate dal regista.

[Pubblicata su film.recensiamo.it]


"The city deserves a better class of criminal...
and I'm gonna give it to them."
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