Re: Peter Pan al contrario.
ShadowPlayZone, 08/02/2008 12.20:
Per quanto mi sforzi, non mi riesce proprio di considerare quella di Michael un esempio di infanzia SANA, a prescindere dal fatto che l’abbia voluto o meno.
Dal momento in cui inizi un’attività lavorativa (meglio se retribuita) per quello che mi riguarda, la tua infanzia è terminata.
Da quel momento in poi diventi un piccolo adulto, ne svolgi le stesse attività, ma anagraficamente sei un bambino.
E’ inevitabile e terrible allo stesso tempo…
Poca importanza ha se guadagni poche rupie al mese o con i tuoi SACRIFICI hai la possibilità di comprarti una casa più grande.
Non è la quantità di soldi che ricavi che rende la cosa più accettabile.
Nello show business le cose non vanno meglio che in una fabbrica di un paese in via di sviluppo, credo.
Il fatto è che tu non puoi più essere un bambino ma diventi un dipendente, questo ti cambia la vita…
Per caso una mattina l’anno scorso ho visto su un canale mediaset un interessante film biografico sui (e con i) protagonisti della sit-com Americana conosciuta in Italia come “Arnold”: a dir poco inquetante, mi lasciò interdetta visto che era tra i miei programmi preferiti.
Pensare che un bambino (o adolescente) nel mondo dello spettacolo possa avere un’esistenza degna di questo nome è inconcepibile…
Michael ebbe pure la sfortuna di crescere in una famiglia oggettivamente disfunzionata.
Da questo punto di vista quel pover’uomo ha tutta la mia comprensione, senza condizioni.
Riguardo il suo atteggiamento diciamo, infantile, credo sia forzato, nel senso che l’ha scelto lui come rifugio. Discutibile, come molti suoi atteggiamenti, ma senz’altro dettato anche dalla sua estrema sensibilità che penso abbia giocato un ruolo fondamentale in tutto.
Il fatto di aver visto, vissuto e patito molte brutture sin dai primi anni di vita (il processo è stato solo il fatto più recente) molte delle quali da coloro che per primi avrebbero dovuto proteggerlo (Joseph in un modo e Katherine in un altro…) lo ha potato a crearsi questa dimensione parallela.
Con questo non voglio dire che con il tempo poi non se ne sia CONVINTO…
Sostieni che MJ non sia mai cresciuto, secondo me non è mai stato un bambino veramente, non ha voluto esserlo probabilmente, sacrificando sull‘altare della celebrità praticamente tutto per molti anni.
Voleva essere il numero uno.
Avere una posizione di dominio.
Ho sempre trovato incredible un tale concentrato di lungimiranza e determinazione in un bambino così piccolo!
A Michael è sempre piaciuto vivere a modo suo, senza farsi condizionare troppo dai concetti tradizionali (di famiglia, di stile di vita, ecc...) del resto come stupirsene?
Tutti noi, chi più chi meno, abbiamo un’idea della vita che ha fatto, ci si può aspettare qualcosa di “normale” da uno che la normalità non sa nemmeno cosa sia?
Concludendo, penso che non ci sia bisogno di patire la fame, la guerra e violenze più atroci per “ambire” al riconoscimento di un’infanzia mancata, già la sua mi pare più che degna…
Mi dispiace ma non sono d'accordo e ho motivato la mia opinione già dal primo post di questo topic; ma concordo la seconda frase che ho evidenziato in grassetto.
Io credo che MJ abbia avuto un'infanzia infelice non solo perchè dall'età di 5 anni si esibiva con i fratelli, prima nei locali dell'Indiana e poi più "ufficialmente" con la Motown, ma più per il fatto di non aver avuto una "vera" famiglia: il padre torturava di botte e terrorizzava i suoi figli anche solo con la sua presenza, la madre il più delle volte era lontana (non per colpa sua), un pò di gelosia da parte dei fratelli (Mike non lo ammetterebbe mai, infatti nell'intervista con oprah dice che i suoi fratelli non sono mai stati invidiosi del suo successo, ma io ho qualche dubbio)...
Quindi se proprio vogliamo parlare di un'infanzia "non vissuta", io direi che le cause di tale "squilibrio" vadano ricercate proprio nella situazione familiare, nel conflitto che viveva con suo padre etc.
L'ultima e la penultima affermazione che ho quotato, è chiaro, non le condivido a pieno. MJ ha scelto di essere in un certo modo, il suo comportamento potrebbe essere forzato, su questo posso anche darti ragione; ma un bambino che non conosce cosa significa essere bambini... non si comporta come Michael, non si sente così a suo agio con i bambini, non trascorre tutto quel tempo con loro, non si costruisce un parcogiochi personale (ovviamente sempre secondo il mio punto di vista). Si piange quando il bene si conosce e non si può avere, chi non ha nemmeno la forza di piangere è perchè il bene non lo conosce affatto. MJ ha sofferto, perchè lui POTEVA essere diverso, un'altra persona, vivere un'altra vita. MJ sà cos'è l'infanzia perchè l'ha vissuta (non come avrebbe voluto); lui non cerca di avere un'infanzia, ma vorrebbe recuperarla, cioè RITROVARLA. E si è circondato di cose futili per ritrovarla. Giocava con i bambini e s'è messo nei pasticci per ritrovarla. Un uomo "psicologicamente" adulto non si sarebbe mai messo in situazioni così "delicate", avrebbe capito che non poteva fare sempre tutto a modo suo.
Poi non lo so, forse sarò una serpe, ma non mi puoi paragonare l'infanzia di MJ a quella di un bambino che soffre la fame o che muore a 5 anni per un attacco d'asma perchè non esistevano medicine in quel villaggio sperduto in un paese del terzo mondo!