Michael, persona o personaggio?

Ultimo Aggiornamento: 04/08/2011 00:13
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06/09/2009 22:01
 
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(Malombra), 05/09/2009 17.32:

Oscar Wilde diceva che "un uomo è tanto meno se stesso quanto più parla in prima persona, ma dategli una maschera e vi dirà la verità".

Sono stata un'attrice di teatro per dieci anni e so quanto questo sia vero.

Un personaggio è sempre funzionale alla persona e ne diviene il tramite, poichè attraverso esso, come attraverso una maschera, è possibile essere se stessi senza esporsi direttamente.
In questo modo è il personaggio ad essere giudicato e non la persona.
Inoltre, vi siete mai chiesti perchè il palcoscenico sia sopraelevato rispetto alla platea?
Perchè chi vi sta sopra ha il potere ed gli altri lo devono ascoltare, cosa che non necessariamente farebbero in una situazione paritaria, nella quotidianità.

La persona Michael esprimeva attraverso il personaggio Michael Jackson tutti quegli aspetti potentissimi della propria personalità che nella vita reale risultavano inibiti da complessi e fobie.


[SM=x47932] l'ho sempre pensato anche io, e gli aspetti che maggiormente nascondeva erano l'erotismo e l'aggressività

08/09/2009 13:07
 
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Secndo me Michael principalmente e' una persona altrimenti non avrebbe mai potuto dare attraverso le sue canzoni e le sue esibizioni tutto se stesso dando emozioni cosi forti a chi lo ascolta e lo vede Ovvio che il personaggio e' importante ma e' solo il tramite tra la persona Michael e il pubblico Basti pensare come era timido e riservato nella vita e come invece era sicuro e padrone sul palco ma nelle sue esibizioni c'e' Michael persona cosi come nelle canzoni ke in definitiva racchiudono tutta l'essenza dell'uomo ke e' Michael con la sua dolcezza,le sue paure,la sua rabbia e il suo bisogno d'affetto Un personaggio non si sarebbe mai emozionato ne avrebbe emozionato cantando certe canzoni (I'll Be There, She's Out Of My Life, Heal The World)ma un uomo si
15/09/2009 22:55
 
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secondo me esistono almeno 3 Michael [SM=g27823] :

-Michael-persona, con il suo genio e le sue contraddizioni. nessuno di noi, e nemmeno persone al suo fianco hanno veramente potuto capirlo e conoscerlo per chi fosse veramente. forse non lo sapeva nemmeno lui.per intuizione, affermo che sia stato incredibilmente sensibile e dolce, fuori dagli schemi,ma che soprattutto gli eventi della vita abbiano condotto a diverse eccentricità.

-Michael-personaggio sul palcoscenico: energico, sicuro, virile, magico

-Michael personaggio fuori dal palcoscenico, da non confondersi con la persona di MJ. umile, misterioso, etereo, ma anche un pò costruito e non sempre sincero.


credo che il connubbio dei 3 (che a volte si sovrappongono)abbia contribuito grandemente alla sua aura magnetica!
03/10/2009 03:14
 
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Re:
JacoPOP, 16/11/2006 17.49:

Io dico che sappiamo benissimo quali sono le due facce di Michael..

Ma ASSOLUTAMENTE quello che vediamo sul palco non è il vero michael jackson!
E' un personaggio completamente costruito.. Il suo parlare con un tono alto di voce, la sua postura perfetta, il suo inglese impeccabile..

Secondo me nella sua vita privata è una persona normalissima nei modi di fare.. comunque super-viziato (farsi il letto? farsi un caffe? farsi da mangiare???) e un po sotto sotto se la tira..
Nel senso che starà a ripetersi ogni due secondi (io sono il re del pop, io ho fatto questo e quello ecc.. mentre magari tutto il mondo lo prende per i fondelli)

Per non parlare poi delle sue uscite travestito o cose del genere.. tutto montato su per farsi notare.. tanto poi lui riderà di fronte alle facce scandalizzate della gente..

Poi però se glielo chiedono in una intervista.. eccolo lì a fare la vittima.. ma per favore!

Si è convinto che sa fare così bene il suo personaggio da duro e intoccabile che non si è accorto che la gente di questi tempi non ha più bisogno di MITI "alla Michael Jackson" come negli anni 80.. adesso va di moda il duro che viene dalla strada.. non quello che si è fatto il culo per anni ed anni.. ma quello scoperto per caso in un quartiere malfamato..

MAgari mi sono sfogato un po troppo.. ma nonostante tutto io ADORO tutto di lui.. le sue contraddizioni e le sue "cazzate"..
Peccato che la gente anziché vederlo come "genio e sregolatezza" come faccio io, lo veda come un "fuckin' freak"...

E questo non cambierà mai..



Quoto in pieno!
ti do assolutmente ragione...diciamo ke un se le andava a cercare il nostro michelino [SM=x47961]

22/01/2010 15:28
 
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Spunti di riflessione sull'origine di un fenomeno umano
Quante emozioni suscita quel caleidoscopio umano di nome Michael Jackson?
Questa è la domanda che mi pongo da quando mi sono benevolmente ammalata di “jacksopatia”, un disturbo singolare che si manifesta sottoforma di stati emozionali controversi che vanno da un caldo sentimento di accudimento e tenerezza, ad un bipolare alternarsi di euforia e tristezza, passando amabilmente lungo una attrazione a dir poco sensuale (vedi topic “il torace di mike… [SM=g27822] ).
La complessità di questa simpatica affezione mentale che ho coniato, deriva a mio parere dalla altrettanto complessa struttura dell’oggetto che l’ha suscitata; l’uomo senza età circondato da un mondo innocente di fantasia, ma anche l’uomo padre affettuoso, l’uomo mostro da palcoscenico dalla voce alle volte maschia e alle volte bambina e dalle movenze sapientemente ed ormonalmente letali, l’uomo sensibile e l’uomo accusato, temuto, odiato ed idolatrato.
Allora a questo punto vi domando: quanto secondo voi del Michael persona c’è nel Michael personaggio e viceversa? Quanto del cucciolo spaurito nascosto nella sua isola inventata c’era in quelle mani e in quel corpo che danzava mostrando tensione, scatto e leggerezza sfiorandosi l’inguine e viceversa?(Scusate la marzullata!!!)
Che cosa vi attira e vi coinvolge davvero di quest’uomo?

Voi vi starete chiedendo, ma da dove cavolo le saltano in mente a questa qua ste domande strane?
Ebbene la risposta è semplice. Questa riflessione è venuta fuori dalla lettura di un libro che sto studiando per l’università (L’esperienza della psicoanalisi, di Mitchell e Black), che tratta del pensiero psicoanalitico moderno post-freudiano, e in cui vengono riportati dei casi clinici esemplificativi delle teorie esposte.
Il tutto è nato da una semplice coincidenza, ossia lo pseudonimo dato al soggetto del caso in questione era “Michael”. Da lì la mia mente ha fatto un volo pindarico che mi ha portato qui.
Vi trascrivo letteralmente il caso così come è riportato nel libro, qualora interessasse a qualcuno.

Michael , un giovane di quasi trent’anni, entrò in analisi perché non riusciva a conciliare la sua vita con gli obiettivi che si era posto. Era cresciuto nella miseria, in un quartiere povero e aveva faticosamente raggiunto un notevole livello di successo personale e professionale. Voleva una relazione seria ed una famiglia, ma il problema risiedeva nella sua attrazione verso un tipo diverso di donna, incompatibile con la vita domestica che cercava.
Michael frequentava locali notturni in cui si esibivano ballerini dagli abiti provocatori e ed elaborati; lui stesso era un abilissimo ballerino al punto tale da essere divenuto un personaggio all’interno del locale. Il suo stile quando danzava era intensamente erotico e romantico; questa esperienza gli dava una carica intensa di cui non poteva fare a meno.
Che cosa voleva Michael? Quale era il suo desiderio? Nell’analisi si arrivò a comprendere che ciò che cercava non era l’intimità con le varie donne con le quali ogni sera si trovava a ballare, ma essere l’oggetto totale ed avvolgente del loro desiderio. Naturalmente non era il suo vero Sé ad occupare quel posto, ma piuttosto il personaggio di cui aveva assunto i panni , studiato appositamente per far perdere la testa alle donne.
Nel senso lacaniano* Michael viveva nel mondo dell’immaginario, ossia il luogo in cui secondo Lacan si svolge la maggior parte del vivere comune convenzionale, un mondo organizzato intorno ad immagini di se stesso (il personaggio in cui si trasformava) e ad immagini di altri (trasformati in desiderio puro di quel personaggio).
Il personaggio di Michael è espressione di quella parte di Sé che ciascuno di noi possiede e che è una creazione sociale più che un Sé autentico, costruita a partire dai riflessi e dalle prospettive degli altri.

*Jaques Lacan, psicoanalista esponente del revisionismo freudiano.


Ovviamente alcune coincidenze nel caso riportato rimangono banalissime coincidenze, che tuttavia hanno stimolato questa mia riflessione, inducendomi a pensare che ciò che attira ed ha sempre attirato di MJ più che di ogni altro artista, era proprio questa complessità e l’ambivalenza emotiva che la sua persona e il suo personaggio scatenano toccando tutte le intime corde dell’umano, in chi lo ama ma ancor di più in chi lo giudica.L'accanimento mediatico che lo ha inesorabilmente accompagnato negli anni non è stato forse intenso e crudele quanto una passione amorosa?
Ebbene a coloro che lo criticano e lo giudicano aspramente e in maniera cattiva oggi posso rispondere che sono proprio loro, forse anche più di chi lo apprezza, ad essersi impigliati nella catena attrattiva di Michael Jackson. Tuttavia prima di criticare ciò che non si conosce bisogna conoscere ciò che si vuole criticare!
Vi lancio questo amo di discussione, chi vuole coglierlo lo colga.
[Modificato da Sere-88 22/01/2010 15:34]
22/01/2010 16:23
 
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Fin da quando lo conobbi, all'età di otto anni, MJ mi ha sedotto con la sua energia, il suo fascino fanciullesco, le movenze...d'altronde erano gli anni di Flashdance e tutti noi volevamo ballare. Più tardi fu per me messaggero di fratellanza universale, con lui non c'erano colori, lingue o abitudini diverse...lui era il mio quotidiano, nel suo sorriso vedevo la giocondità del mondo, l'universo bambino...poi le accuse e da quel giorno di dicembre in cui parlò al mondo, capii che il mondo di Mike stava cambiando per sempre. Il suo sorriso aperto si fece amaro, gli zombie e i fantasmi che nella mia infanzia scacciavano la paura, divennero reali. Percepivo il suo dolore, la sua confusione, il tentativo disperato di crearsi una normalità, la sua paura del mondo che lo aveva tradito e insieme a lui anche noi, generazione che aveva tanto sperato....La seconda accusa..l'abisso. Alla morte, la disperazione, la mancanza, il nulla e naturalmente la rabbia...e come aver perduto un fratello che pensavi sarebbe stato sempre là con te a combattere, un amico, una parte di cielo che se n'è andata, portandosi via i miei sogni...
22/01/2010 17:27
 
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Re: Spunti di riflessione sull'origine di un fenomeno umano
Sere-88, 22/01/2010 15.28:

Quante emozioni suscita quel caleidoscopio umano di nome Michael Jackson?
Questa è la domanda che mi pongo da quando mi sono benevolmente ammalata di “jacksopatia”.....................
La complessità di questa simpatica affezione mentale che ho coniato, deriva a mio parere dalla altrettanto complessa struttura dell’oggetto che l’ha suscitata; l’uomo senza età circondato da un mondo innocente di fantasia, ma anche l’uomo padre affettuoso, l’uomo mostro da palcoscenico dalla voce alle volte maschia e alle volte bambina e dalle movenze sapientemente ed ormonalmente letali, l’uomo sensibile e l’uomo accusato, temuto, odiato ed idolatrato.
.....................................................................................Nel senso lacaniano* Michael viveva nel mondo dell’immaginario, ossia il luogo in cui secondo Lacan si svolge la maggior parte del vivere comune convenzionale, un mondo organizzato intorno ad immagini di se stesso (il personaggio in cui si trasformava) e ad immagini di altri (trasformati in desiderio puro di quel personaggio).
Il personaggio di Michael è espressione di quella parte di Sé che ciascuno di noi possiede e che è una creazione sociale più che un Sé autentico, costruita a partire dai riflessi e dalle prospettive degli altri.


*Jaques Lacan, psicoanalista esponente del revisionismo freudiano.


Ovviamente alcune coincidenze nel caso riportato rimangono banalissime coincidenze, che tuttavia hanno stimolato questa mia riflessione, inducendomi a pensare che ciò che attira ed ha sempre attirato di MJ più che di ogni altro artista, era proprio questa complessità e l’ambivalenza emotiva che la sua persona e il suo personaggio scatenano toccando tutte le intime corde dell’umano, in chi lo ama ma ancor di più in chi lo giudica.L'accanimento mediatico che lo ha inesorabilmente accompagnato negli anni non è stato forse intenso e crudele quanto una passione amorosa?
Ebbene a coloro che lo criticano e lo giudicano aspramente e in maniera cattiva oggi posso rispondere che sono proprio loro, forse anche più di chi lo apprezza, ad essersi impigliati nella catena attrattiva di Michael Jackson. Tuttavia prima di criticare ciò che non si conosce bisogna conoscere ciò che si vuole criticare!
Vi lancio questo amo di discussione, chi vuole coglierlo lo colga.





Mi sembra affascinante il tema, ancor più rispetto al fatto che come dici sarebbe importante capire da chi lo disprezza il motivo per cui lo disprezza senza mezzi termini, così violentemente da dimostrare assolutamente il contrario dell'indifferenza e dunque un'attrazione fatale.
Mi sembra di intravedere una similitudine inequivocabile nel nostro più famoso uomo politico italiano (....), e tutto sommato la logica é la stessa. Coloro che lo amano , lo adorano ancor più quando é attaccato, mentre chi lo odia né alimenta contrariamente al comune pensiero l'immagine mitologica e chissà anche in questo caso ne è fatalmente attratto. Non commento in nessun caso per non andare o.t. la questione citata.
Probabilmente avviene questo meccanismo proprio perchè in noi esiste questa doppiezza che di norma non è esplicita per necessità di avere una immagine pubblica affidabile e mai variabile.
Forse è questo il fatto fastidioso. Qualche giorno fa, mi sono trovata a vedere un video su you tube intervista Cuccarini -Jackson del 1988. In quei pochissimi minuti, la Cuccarini poteva porre solo due domande e lui ha dato due risposte. Ho cominciato i conti: 1988. Quel ragazzo aveva già 30 anni. Io 25 circa.Lui idolo delle folle io già sposata.
Ho pensato al disturbo che devo aver ricevuto dalla risposta: "si credo di vivere anche oltre 150 anni".
Questo spiega molto di questo genere di atteggiamento. Se io posso essermi disturbata per una risposta che trovavo poco "calibrata" per l'età di Michael immagino le persone che hanno letto e sentito da lui anche di peggio.Posso solo pensare che il mio disturbo fosse in piccola parte motivato da un moto di "invidia"? Forse si, qualunque persona può capire che un personaggio é amato proprio perchè non corrisponde alla propria parte "sana" o considerata "migiore" dalla ragione.
Quanto fosse la persona e quanto il personaggio: impossibile rispondere per me.
Boh credo di aver detto già abbastanza cavolate.
Ti ringrazio Serena per aver posto questa riflessione anche se proprio mi piacerebbe sentire il parere di uno che non lo ama, ma che ha l'intelligenza di capirne la POTENZA!!
Ancora più di noi che lo incensiamo.....
Stefania
[Modificato da witness63 22/01/2010 17:32]

22/01/2010 17:33
 
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c'è, già un altro thread sullo stesso argomento, ora sposto e unisco.




Yes, I am here...
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Forse è questo il fatto fastidioso. Qualche giorno fa, mi sono trovata a vedere un video su you tube intervista Cuccarini -Jackson del 1988. In quei pochissimi minuti, la Cuccarini poteva porre solo due domande e lui ha dato due risposte. Ho cominciato i conti: 1988. Quel ragazzo aveva già 30 anni. Io 25 circa.Lui idolo delle folle io già sposata.



Stefania mi sa che il video che hai visto è quel famoso fake, quello non è Michael [SM=g27822]

http://www.youtube.com/watch?v=yBSq9e_7eik
22/01/2010 17:47
 
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Re: Spunti di riflessione sull'origine di un fenomeno umano
Discussione entusiasmante a cui sono lietissima di partecipare!
Più che di Jacksopatia io parlerei di Michaelfilia, ma esclusivamente per quanto concerne la mia esperienza personale.
Non avverto la presenza di Michael come un elemento perturbante, bensì quasi come una possibilità terapeutica, poichè in lui ognuno più veramente trovare ciò di cui ha bisogno.
Sintesi perfetta di ogni caratteristica umana, Michael diventa portatore del segreto e del mistero dell'Umanità tutta.
Questo mi attira di lui: il suo essere tutto e niente, tutto e uno, uno e tutti.

Il personaggio è divenuto il tramite della persona nella stessa misura in cui la persona lo è diventata del personaggio: credo che ad un certo punto questi due aspetti apparentemente separati, si siano in lui congiunti in un unico essere.

Il caso raccontato da Jaques Lacan è intrigante ma realistico e ben riassume quel concetto di interdipendenza che intercorre tra la star e il suo pubblico, ma anche tra il personaggio e la persona. Entrambi abbisognano dell'altro per assumere un significato.
Se, però, il pubblico può sopravvivere senza la star, seppur nel dolore e nello sconforto, la star si spegne nel momento in cui il pubblico la dimentica.
Lo stesso si può affermare del personaggio, capacissimo di vivere senza la persona, come dimostra la definizione di mito che nasce con la morte, ma la persona potrebbe non esserci più senza il suo personaggio.
Forse Michael non ha mai saputo che cosa volesse veramente, ma si è semplicemente rifatto agli stereotipi che gli erano stati mostrati: una famiglia, dei figli, belle dimore, auto di lusso.
Forse Michael ha seguito la volontà del suo personaggio, perchè quella della persona, non essendosi compiutamente definita, era troppo esile.
Forse Michael, oltre che dai farmaci, avrebbe dovuto disintossicarsi proprio da Michael Jackson, per poter finalmente capire chi fosse e cosa volesse.
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