[segnalazioni] Michael Jackson, parlano di te! (tv, radio, canzoni, web...)

Ultimo Aggiornamento: 21/04/2024 12:50
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29/07/2007 14:43
 
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Detenuti ballano Thriller; MJ remix in una sfilata
Proprio ora su RAI 3 ha fatto vedere un video di detenuti che ballano Thriller, ciò ha dato loro la forza di ricominciare e sembra che sia uno dei video più scaricati di youtube. Inoltre hanno anche cantato sulle note dei Pink Floyd e i Queen. www.youtube.com/watch?v=hMnk7lh9M3o Questo è il link di Thriller dei detenuti. Per quanto riguarda la sfilata, ieri c'è stato un MJ remix come apertura (Don't Stop 'Til You Get Enough, She Drives Me Wild, Smooth Criminal e Bad).

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SimoneMJJ
29/07/2007 14:50
 
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Sulla settimana enigmistica di questa settimana si dice che Michael abbia vinto il premio del BORING ISTITUTE nel 1984, come "personaggio + noioso" [SM=g27834]
29/07/2007 14:53
 
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Re:
kingofgames, 29/07/2007 14.50:

Sulla settimana enigmistica di questa settimana si dice che Michael abbia vinto il premio del BORING ISTITUTE nel 1984, come "personaggio + noioso" [SM=g27834]


è la prima volta che lo sento, per me se lo saranno inventato. Ma poi nel 1984 [SM=x47954] se era noioso in quell'anno noi siamo tutti ritardati?


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SimoneMJJ
01/08/2007 20:03
 
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Oggi su AllMusic per far capire chi era il VIP nella 'classica ufficiale di...', hanno mandato in onda un pezzetto di Black Or White.

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SimoneMJJ
01/08/2007 20:20
 
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Adesso su rai1 hanno fatto il servizio sui carcerati che ballano thriller



01/08/2007 20:39
 
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ieri a "stasera mi butto" i due comici Max e Angelo...ha nno impersonato il cane di Michael Jackson...vabbè solo Max...ballando sulle note di Bad!!è stato divertente!! [SM=g27822]
09/08/2007 20:09
 
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Proprio pochi minuti fa al TG3 parlavano di calcio e come sottofondo c'era Bad. Me ne sono accordo verso la fine del servizio, dato che stavo parlando e la TV era a bassissimo volume [SM=g27828] Che udito di acciaio.

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SimoneMJJ
11/08/2007 12:17
 
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guardate alla fine dell'articolo - info. http://www.horrormovie.it/hmdb/leggi_recensioni.asp?id=1593
Maial Zombie - Anche i Morti Lo Fanno

REGIA: M. Dinter - NAZIONE: GER - ANNO: 2004

Philip, Wurst e Konrad sono tre liceali molto poco popolari. Philip, ragazzo timido e riservato, ha una cotta per Uschi, la ragazza più popolare del liceo, e spera di poterla invitare al ballo della scuola. Dopo essere stato pesantemente respinto e umiliato davanti a tutti, Philip, decide di partecipare assieme ai suoi due amici ad un rito voodoo con la speranza che la magia nera possa fare innamorare la giovane Uschi ma il rito non ottiene i risultati sperati. I tre amici, in ritorno verso casa, subiscono un incidente automobilistico e, al loro risveglio, si troveranno sul lettino dell’obitorio. I tre ragazzi realizzano di essere diventati, grazie al rito voodoo, degli zombie e improvvisamente ottengono tutte le virtù che non hanno mai posseduto: forza e popolarità. Per i ragazzi sembra un sogno divenuto realtà ma, quando le loro carni iniziano a imputridirsi, il desiderio di ritornare umani è assai forte.

No, Non è un’altra stupida commedia americana (per citare il titolo della commedia demenziale diretta da Joel Gallen) ma bensì una stupidissima commedia tedesca.
Per quanto ormai è evidente che ultimamente il filone comedy-horror (anche se in questo caso l’horror resta davvero lontano anni luce) stia riscuotendo molta attenzione (tutto è iniziato con la distribuzione del bellissimo “Shaun of the dead” di Edagr Wright) non è cosa di tutti i giorni vedere un determinato tipo di pellicole provenire dalla Germania. Era questa l’occasione d’oro per i tedeschi di dimostrare che anche loro sono capaci di realizzare pellicole di questo calibro ma, ahimè, non fanno altro che confermare la tesi riguardo la loro “poca capacità” nell’agire in campo comedy, poiché questo “Maial Zombie – Anche i morti lo fanno” appare come una commedia demenziale molto scadente e che cerca invano di imitare lo stile della comicità americana.
Una prima piccola e dovuta critica va sostenuta nei confronti dell’imbarazzante titolo italiano (ma questa non certo una colpa da imputare alla pellicola) che cerca di fare il verso a scialbe commedie di successo come “Maial College” ma che, a somme tirate, risulta essere solo un titolo fuori luogo e capace di deviare l’attenzione e l’interesse dello spettatore altrove (perché diciamola tutta, il titolo italiano non invoglia certo alla visione); senz’altro più appropriato e funzionale sarebbe stato il titolo adottato nel nuovo continente, “Night of the Living Dorks”, che sarebbe stato traducibile come “La notte dei dementi viventi” (ma un titolo del tutto simile era già stato utilizzato, sempre nel commercio italiano, dalla pellicola spagnola “Una de Zombis” che da noi è diventata “La notte dei morti dementi”). Ma dopo questa breve, ma essenziale, critica ai titoli adottati dalle distribuzioni italiane passiamo alla vera analisi del film.
Abbiamo a che fare con uno scadentissimo prodotto che fallisce in pieno il suo intento principale: quello di divertire lo spettatore. Tanto che, se vogliamo trovare la più grave pecca nel film, è riscontrabile proprio nello scadentissimo e patetico senso dell’umorismo: nessuna gag riesce a strappare un minimo di sorriso grazie a battute e scenette fiacche, estremamente stupide, banali e dannatamente prevedibili. Non rendono giustizia al film, anzi peggiorano solamente la situazione, le molteplici scenette ad alto tasso di demenzialità che sfociano ampiamente nel trash più clamoroso e osceno (vedi la tristissima partita di rugby o la scenetta in cui Philip è alle prese con i suoi genitali in putrefazione). Ma la componente comedy, che fallisce miseramente non riuscendo a divertire in nessuna occasione, non viene appagata neanche da una buona controparte horror che risulta totalmente assente: i tre zombie protagonisti (più paragonabili ai ragazzetti scemi di “American Pie” che a dei veri morti viventi) si comportano da zombie solo in sporadiche occasioni (quando mai si è visto che, con il divenir zombie, aumentano le prestanze fisiche?) e gli omicidi (giusto un paio) sono totalmente esenti da scene sanguinose o “forti”.
Scadente risulta essere la regia di Mathias Dinter (che fa una piccolissima apparizione, tanto da non essere accreditato, come attore nei panni di un cadavere) mentre il cast risulta all’altezza solo in parte: perlopiù le performance sono altamente deludenti, tra cui quelle dei due protagonisti Tino Mewes (Philip) e Manuel Cortez (Wurst), mentre gli unici in grado di offrire interpretazioni sufficienti sono la giovane Collien Fernandes (nelle vesti dell’esperta in campo zombesco, Rebecca) e Thomas Schmieder (nei panni di Konrad).
L’unico aspetto positivo che offre la pellicola sono le simpatiche citazioni da “Il giorno degli Zombie” di George A. Romero (oltre ad essere il film che fa da manuale sugli zombie per i tre ragazzi c’è anche un evidente rimando al famoso Bub, lo zombie intelligente tenuto incatenato) e al video musicale “Thriller” di Michael Jackson.
In conclusione “Maial Zombie – Anche i morti lo fanno” è uno scadentissimo film altamente trascurabile che non diverte e non spaventa (anche se questo era prevedibile); si lascia vedere ma nulla di più.

Eli*
11/08/2007 12:25
 
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Una carriera tra alti e bassi

ROMA (9 agosto) - La carriera di Pavarotti è cominciata nel coro della sua Modena, dove era nato il 12 ottobre 1935: l'anno della svolta arriva nel 1961, quando il ventiseienne Luciano vince il Concorso internazionale di Reggio Emilia, dove debutta come Rodolfo nella Boheme.

La sua voce lo consacra ad un'ascesa, che lo porterà in pochi anni nei più grandi teatri del mondo: Opera di Amsterdam, Staatsoper di Vienna, Covent Garden di Londra (dove con Joan Sutherland e Richard Bonynge nasce una fortunata collaborazione), Liceu di Barcellona e Festival di Glyndebourne.

Nel 1965 il debutto alla Scala in Boheme con Mirella Freni e Karajan è un trionfo. E nel '67, con la stessa opera, ormai cavallo di battaglia in un repertorio sempre più vasto (che spazierà da Luisa Miller a Rigoletto, dal Trovatore al Ballo in maschera, dalla Gioconda all' Elisir d'amore, da Aida a Lucia di Lammermoor, da Turandot a Idomeneo, da Ernani a Otello e ai Pagliacci), affronta con identico successo il Metropolitan di New York.

Lo star system della lirica ruota ormai attorno al corpulento tenore modenese, che nel 1982 è protagonista di un film costato 18 milioni di dollari (Yes, Giorgio). La "sua" Scala lo fischia nel 1983 in Lucia di Lammermoor e a Salisburgo, per Idomeneo, la stampa lo critica perchè non adatto a ruoli mozartiani.

È a metà degli anni Ottanta che per Pavarotti maturano nuovi orizzonti: lui, al quale viene assegnato il Disco di Platino dopo i due d'oro rompe gli schemi e canta "44 gatti" per i 30 anni dello Zecchino d'oro; poi debutta nella regia a Venezia con La Favorita di Donizetti.

La grande festa di Italia 90 per i mondiali di calcio vede la nascita del fenomeno Tre tenori che si trasforma in un clamoroso record discografico: a Caracalla con Domingo e Carreras canta arie celebri, ma anche Cielito lindo, La vie en rose e Ò sole mio. La platea è di un miliardo i telespettatori.

In teatro torna a Reggio Emilia per festeggiare i 30 anni dal debutto e a New York per Rigoletto, dove non gli viene perdonata una clamorosa stecca nella Donna è mobile. Poi tutto si alterna, tra vistosi successi all'estero e clamorosi forfait.

Si dedica alla formazione di giovani interpreti e come partners sceglie ora musicisti e cantanti blues e rock, incide Miserere con Zucchero; su invito della sua amica Diana, principessa di Galles, canta per i bambini malati a Cardiff e, nel 1994, dedica il Requiem di Verdi ai morti della strage di via dei Georgofili, avvenuta a Firenze.

Si rafforza l'impegno umanitario a favore dei malati e dei più deboli e nel suo Pavarotti and friends, all'insegna della contaminazione musicale, sfilano Elton John, Liza Minnelli, Eric Clapton, Ligabue e i Litfiba. Con Michael Jackson fanno a turno: prima il Peter Pan americano assiste al suo concerto, poi Big Luciano ricambia la cortesia.

Con «gioia e serietà» guida una delle giurie del Festival di Sanremo. Negli ultimi anni per Big Luciano arriva un nuovo amore e una nuova paternità. Ma anche la sofferenza e la delusione per una salute che sempre più spesso gli ha impedito di onorare i suoi impegni artistici. Nel 2004 è partito da Tokio il suo «giro d'addio» che praticamente è andato avanti per anni e non sempre con lo sperato successo.

fonte: www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=1547&sez=HOME_PERSONE&npl=&d...



Il 21 luglio al Youth day Fefe Dobson è la star
Articolo pubblicato il: 2007-07-20

TORONTO - Sarà Fefe Dobson la headliner del Youth day di sabato 21 luglio.
Nata a Toronto nel 1985, Felicia è figlia della metropoli multietnica: sua madre è irlandese, suo padre è jamaicano. La passione per la musica la conquista giovanissima. Il suo primo amore è Michael Jackson. Quando ha 11 anni infatti la madre le regala un karaoke. Felicia registra un demo di 24 pezzi che spedisce alle case discografiche. I pezzi sono di alcune delle sue cantanti preferite: Janet Jackson, Madonna, Mariah Carey.
La scelta della scuola superiore non è molto difficile. Felicia si iscrive al Wexford College Institute, una scuola superiore di Scarborough nota per incentivare i suoi studenti a cimentarsi con l'arte, il teatro e la musica. Non ha ancora 15 anni quando ottiene il suo primo accordo con un'etichetta discografica: la Jive Records. Il progetto però non la entusiasma perché la Jive rifiuta di farle cantare pezzi suoi e fa pressione per dare all'album un'impronta troppo pop per i suoi gusti.
La fortuna però le viene incontro nel modo più inaspettato: sono le otto del mattino e Felicia sta cantando in un bar di Toronto. Caso vuole che nel locale ci sia anche il Presidente della Island Def Jam (una major discografica), che rimane folgorato dalla sua voce e le offre un contratto.
Il debutto discografico "Fefe Dobson" è del 2003. Vende 340.000 copie. Nel 2006 registra il suo secondo album "Sunday Love" a cui collaborano molti artisti di fama internazionale come Cindy Lauper, Marilyn Manson e Courtney Love. Questo lavoro però non vedrà mai la luce perché il rapporto tra la cantante e la Island si conclude. Al momento la cantante sta lavorando ad altri progetti e cercando una nuova etichetta.

fonte: www.corriere.com/viewstory.php?storyid=64253

Eli*
11/08/2007 13:28
 
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Ne HO sentito parlare,ma non lo visto il film

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