Michael & Joseph: chi ha sbagliato?

Ultimo Aggiornamento: 14/05/2010 03:27
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17/10/2009 23:44
 
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sono due realtà completamente differenti. Joe sostiene di non aver mai picchiato michael, mentre mike dice invece il contrario ovvero che il padre lo terrorizzava e quant'altro.
24/10/2009 00:13
 
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Re: Re: Re:
VolodiSogno, 17/10/2009 23.19:




sono concorde con te , malabi,geni si nasce,niente avrebbe potuto intaccare il suo talento innato,anzi se nn ci fosse fosse stato un certo tipo di educazione avrebbe dato ancora di più.



Per amore di verità e senza nessun intendimento polemico, desidero fare un poco di chiarezza in proposito.

Geni si nasce?
No, si diventa!
Questo sostengono le moderne neuroscienze, superando definitivamente l'atavica antitesi tra genetisti e ambientalisti (non gli ecologisti!).
Secondo uno studio condotto dalla Cambridge Univerity, la genialità non è una dote innata. Il talento senza applicazione ed un ambiente eccezionalmente stimolante, infatti, non conta nulla.
Per diventare grandi scienziati, grandi musicisti
o straordinari poeti, servono un minimo
di predisposizione, molto studio, ottimi insegnanti e la ferrea
volontà di diventare i migliori.
I risultati di questo singolare studio sono riassunti in una pubblicazione dell’Università di Cambridge, intitolata Cambridge Handbook of Expertise and Expert Performance (ossia il Manuale di Cambridge della Perizia e dell’Eccellenza) presentata dalla rivista New Scientist. Secondo i ricercatori dell’illustre ateneo, le capacità straordinarie degli individui comunemente ritenuti dei geni, non sono un dono innato, ma il frutto di una sapiente combinazione di doti personali, istruzione di alto livello, e ore di studio e applicazione.
Spiegare come si forma un genio non affare da poco: secondo Anders Ericsson, professore di psicologia presso la Florida State University e curatore del manuale, la genialità si sviluppa quando una persona intelligente debitamente istruita e supportata, concentra tutti i propri sforzi nel raggiungere abilità e competenze straordinarie in un determinato campo dello scibile umano.
Questi individui non devono necessariamente avere un quoziente intellettivo fuori dal comune, quanto degli ottimi insegnanti, un ambiente che li stimoli a migliorarsi continuamente, e soprattutto una voglia di impegnarsi, questa sì, davvero straordinaria.
Applicazione e studio continui costituiscono infatti per il cervello un vero e proprio allenamento: Eric Kandel della Columbia University, in una sua ricerca del 2000 che gli è valsa il Nobel, ha evidenziato come la ripetizione continua di una medesima lezione incrementi il numero e la robustezza delle connessioni nervose associate alla memoria. Uno studio ininterrotto e mirato serve quindi a costruire una vera e propria rete neurale della conoscenza.
L’osservazione delle performance di coloro che sono ritenuti dei geni, inoltre, ha consentito agli studiosi di introdurre una sorta di “regola del dieci”. Lo psicologo Benjamin Bloom della University of Chicago e i suoi colleghi hanno analizzato le performance di un campione di 120 personalità eccellenti, tra cui scienziati, musicisti e sportivi, scoprendo che queste persone lavorano duramente per almeno dieci anni prima di essere riconosciuti come fuoriclasse nella propria disciplina. Mozart, ad esempio, sebbene a 7 anni scrivesse già sinfonie, non produsse nulla che lo rese famoso prima dell’adolescenza.

Potrà quindi sembrare paradossale, ma senza la ferrea disciplina imposta da Joe e la sua competenza musicale, il talento innato di Michael sarebbe rimasto ad uno stato embrionale e certamente non gli avrebbe consentito di eccellere nel modo in cui tutto il mondo conosce, anche se ciò è andato a discapito della qualità della sua vita di uomo.




[Modificato da (Malombra) 24/10/2009 00:14]
24/10/2009 01:27
 
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Cara Malombra, concordo con le teorie sostenute da questo studio e vorrei sottolineare a maggior ragione, quindi, che i metodi brutali di Joe non sono stati propedeutici per lo sviluppo del genio di Michael e che se li sarebbe potuti di gran lunga risparmiare!
forse tante cose che ha fatto poi nella vita, non avrebbe sentito il bisogno di farle.
Leggo sempre con molto interesse cio' che scrivi, grazie.
24/10/2009 13:41
 
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Re: Re: Re: Re:
(Malombra), 24/10/2009 0.13:



Per amore di verità e senza nessun intendimento polemico, desidero fare un poco di chiarezza in proposito.

Geni si nasce?
No, si diventa!
Questo sostengono le moderne neuroscienze, superando definitivamente l'atavica antitesi tra genetisti e ambientalisti (non gli ecologisti!).
Secondo uno studio condotto dalla Cambridge Univerity, la genialità non è una dote innata. Il talento senza applicazione ed un ambiente eccezionalmente stimolante, infatti, non conta nulla.
Per diventare grandi scienziati, grandi musicisti
o straordinari poeti, servono un minimo
di predisposizione, molto studio, ottimi insegnanti e la ferrea
volontà di diventare i migliori.
I risultati di questo singolare studio sono riassunti in una pubblicazione dell’Università di Cambridge, intitolata Cambridge Handbook of Expertise and Expert Performance (ossia il Manuale di Cambridge della Perizia e dell’Eccellenza) presentata dalla rivista New Scientist. Secondo i ricercatori dell’illustre ateneo, le capacità straordinarie degli individui comunemente ritenuti dei geni, non sono un dono innato, ma il frutto di una sapiente combinazione di doti personali, istruzione di alto livello, e ore di studio e applicazione.
Spiegare come si forma un genio non affare da poco: secondo Anders Ericsson, professore di psicologia presso la Florida State University e curatore del manuale, la genialità si sviluppa quando una persona intelligente debitamente istruita e supportata, concentra tutti i propri sforzi nel raggiungere abilità e competenze straordinarie in un determinato campo dello scibile umano.
Questi individui non devono necessariamente avere un quoziente intellettivo fuori dal comune, quanto degli ottimi insegnanti, un ambiente che li stimoli a migliorarsi continuamente, e soprattutto una voglia di impegnarsi, questa sì, davvero straordinaria.
Applicazione e studio continui costituiscono infatti per il cervello un vero e proprio allenamento: Eric Kandel della Columbia University, in una sua ricerca del 2000 che gli è valsa il Nobel, ha evidenziato come la ripetizione continua di una medesima lezione incrementi il numero e la robustezza delle connessioni nervose associate alla memoria. Uno studio ininterrotto e mirato serve quindi a costruire una vera e propria rete neurale della conoscenza.
L’osservazione delle performance di coloro che sono ritenuti dei geni, inoltre, ha consentito agli studiosi di introdurre una sorta di “regola del dieci”. Lo psicologo Benjamin Bloom della University of Chicago e i suoi colleghi hanno analizzato le performance di un campione di 120 personalità eccellenti, tra cui scienziati, musicisti e sportivi, scoprendo che queste persone lavorano duramente per almeno dieci anni prima di essere riconosciuti come fuoriclasse nella propria disciplina. Mozart, ad esempio, sebbene a 7 anni scrivesse già sinfonie, non produsse nulla che lo rese famoso prima dell’adolescenza.

Potrà quindi sembrare paradossale, ma senza la ferrea disciplina imposta da Joe e la sua competenza musicale, il talento innato di Michael sarebbe rimasto ad uno stato embrionale e certamente non gli avrebbe consentito di eccellere nel modo in cui tutto il mondo conosce, anche se ciò è andato a discapito della qualità della sua vita di uomo.








ovvio , sono discussioni , pareri,teorie,lungi da me fare polemica.
quello che sembra certo,è che si nasce con un certo numero di neuroni,in poche parole è fuori discussione una componente ereditaria nell'intelligenza.poi il cervello attiva la sua plasticità a seconda degli stimoli culturali ma anche affettivi che gli vengono dall'ambiente creando circuiti preferenziali.quali siano quelli specifici del talento o della genialità nessuno lo sa,per fortuna.
24/10/2009 13:54
 
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Non sapevo che il talento e il genio esistessero grazie alla violenza fisica e psicologica! Wow!!!
Ironia a parte, lo stimolo per Mike, nel caso, era il palco, era la gente, era la sua voglia di sfogarsi e di donare. Non certo la bestialità di un "uomo" che era suo padre!
24/10/2009 15:54
 
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Re: Re: Re: Re: Re:
VolodiSogno, 24/10/2009 13.41:




ovvio , sono discussioni , pareri,teorie,lungi da me fare polemica.
quello che sembra certo,è che si nasce con un certo numero di neuroni,in poche parole è fuori discussione una componente ereditaria nell'intelligenza.poi il cervello attiva la sua plasticità a seconda degli stimoli culturali ma anche affettivi che gli vengono dall'ambiente creando circuiti preferenziali.quali siano quelli specifici del talento o della genialità nessuno lo sa,per fortuna.



Lo sappiamo, invece! Oggi lo sappiamo.
Quelle che ho riassunto non sono opinioni ma scoperte scientifiche.
Esiste addirittura la formula della genialità, che è data da un 1 per cento di ispirazione, un 29 per cento di ottima formazione e il 70 per cento di duro lavoro.
Ho deciso di postare queste informazioni perchè possano essere utili a tutti e soprattutto fungere da stimolo per quelle persone che hanno avuto la sfortuna d'imbattersi in cattivi maestri che le hanno convinte di non valere nulla.
24/10/2009 18:19
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
(Malombra), 24/10/2009 15.54:



Lo sappiamo, invece! Oggi lo sappiamo.
Quelle che ho riassunto non sono opinioni ma scoperte scientifiche.
Esiste addirittura la formula della genialità, che è data da un 1 per cento di ispirazione, un 29 per cento di ottima formazione e il 70 per cento di duro lavoro.
Ho deciso di postare queste informazioni perchè possano essere utili a tutti e soprattutto fungere da stimolo per quelle persone che hanno avuto la sfortuna d'imbattersi in cattivi maestri che le hanno convinte di non valere nulla.




ti ringrazio.


quali siano quelli specifici del talento o della genialità nessuno lo sa,per fortuna.


si crea confusione se non si chiariscono dei punti.un esempio: io so tenere in mano una matita e so usarla da ... non ricordo. la mia capacità di disegnare è sempre stata fuori dalla norma fin da piccola se si paragonavano i miei disegni con quelli degli altri.ora ti chiedo,togliendo quel 29 per cento perchè a me non interessava la formazione in campo artistico,togliendo di conseguenza il 70 per cento di duro lavoro, rimane,un 1 per cento di ispirazione? chi mi ha ispirato? la mia mano è sempre andata da sola.
24/10/2009 18:58
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
VolodiSogno, 24/10/2009 18.19:




ti ringrazio.


quali siano quelli specifici del talento o della genialità nessuno lo sa,per fortuna.


si crea confusione se non si chiariscono dei punti.un esempio: io so tenere in mano una matita e so usarla da ... non ricordo. la mia capacità di disegnare è sempre stata fuori dalla norma fin da piccola se si paragonavano i miei disegni con quelli degli altri.ora ti chiedo,togliendo quel 29 per cento perchè a me non interessava la formazione in campo artistico,togliendo di conseguenza il 70 per cento di duro lavoro, rimane,un 1 per cento di ispirazione? chi mi ha ispirato? la mia mano è sempre andata da sola.



Ti rispondo senza riferirmi a te nello specifico, ma in modo generico.
Disegnare bene, così come essere intonati, non sono sinonimi di genialità artistica.
Tanti bambini disegnano bene, molto bene o sono intonati, molto intonati, ma pochissimi diventano Picasso o Pavarotti, per citare i primi esempi che mi sono sovvenuti. Quei pochissimi che ci riescono, sono passati ad una fase successiva rispetto alla constatazione di un'abilità: hanno coltivato il loro innato talento, lavorando su di esso e si sono formati in quel settore specifico.
Abilità non è straordinarietà.




25/10/2009 02:15
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
(Malombra), 24/10/2009 15.54:



Lo sappiamo, invece! Oggi lo sappiamo.
Quelle che ho riassunto non sono opinioni ma scoperte scientifiche.
Esiste addirittura la formula della genialità, che è data da un 1 per cento di ispirazione, un 29 per cento di ottima formazione e il 70 per cento di duro lavoro.
Ho deciso di postare queste informazioni perchè possano essere utili a tutti e soprattutto fungere da stimolo per quelle persone che hanno avuto la sfortuna d'imbattersi in cattivi maestri che le hanno convinte di non valere nulla.




Mio parere modestissimo e personalissmo: se fosse come tu riporti (soprattutto per quel 70% di duro lavoro, ma anche il resto, vedi 29% di formazione), il mondo sarebbe pieno di geni. E allora nemmeno sarebbero più geni, ma gente comune. E INVECE NO!
E, per restare vicini a Mike, tutta la sua famgilia sarebbe geniale. E INVECE NO!
Cioè che distingue il genio dalla persona non geniale ma bravissima in quello che fa è proprio il fatto che la seconda lavora sodo e si forma non avendo in sè quel genio!!!! Idem per il talentuoso e la persona brava in quello che fa pur senza avere un talento innanto.
E poi si chiamano, appunto GENIO e talento PERCHè SONO NON COMUNI, NON DA TUTTI!
Oltre al fatto che la parola GENIO ha già in sè il suo significato. Ed è, quindi, qualcosa che non si cosstruisce. Qualcosa di innato. tantè che MJ, ad esempio, non ha studiato danza nè normalmente leggeva la musica pur componendola e facendola.
L'espressione "lampo di genio" ti dice qualcosa? Mica si dice "lampo di persona comune"! [SM=g27835]


Comunque, se anche tu avessi ragione nel ritenere che il genio va costruito o almeno si può costruire (mi spiace, ma io sono del pare opposto), sbaglieresti nel pensare (se lo pensi) che Joe Jackson possa aver influito in tal senso. Questo perchè, in ogni caso, quella bestia ha distrutto, non costruito!

25/10/2009 02:19
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
(Malombra), 24/10/2009 18.58:



Ti rispondo senza riferirmi a te nello specifico, ma in modo generico.
Disegnare bene, così come essere intonati, non sono sinonimi di genialità artistica.
Tanti bambini disegnano bene, molto bene o sono intonati, molto intonati, ma pochissimi diventano Picasso o Pavarotti, per citare i primi esempi che mi sono sovvenuti. Quei pochissimi che ci riescono, sono passati ad una fase successiva rispetto alla constatazione di un'abilità: hanno coltivato il loro innato talento, lavorando su di esso e si sono formati in quel settore specifico.
Abilità non è straordinarietà.










Se così fosse, come spieghi un talento geniale come quello di Van Gogh, che non solo non si è formato (come scrivi tu), ma che era pure considerato malato di mente???
Dai, se per essere geni ed avere talento bisogno formarsi, allora possiamo essere tutti dei geni almeno in teoria. Però non è così. E forse per fortuna.

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