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Dancing the Dream (tradotto)

Ultimo Aggiornamento: 15/09/2017 22:45
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17/10/2003 16:23
 
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THE FISH THAT WAS THIRSTY

C’era una volta un pesciolino che dormiva sotto dei coralli, quando gli apparve in sogno Dio.
-“Voglio che tu vada a portare un messaggio a tutti i pesci del mare”, disse.
-“Cosa devo dire loro?”, chiese il pesciolino.
-“Dì loro che hai sete”, rispose Dio. “E vedi quale sarà la loro reazione”
Poi, senza proferire altro, sparì. Il giorno dopo, il pesciolino si svegliò e ricordò il suo sogno.
-“Che strana cosa Dio mi ha chiesto di fare!”, pensò fra se' e se’.
Ad un tratto vide un grosso tonno che passava di lì, così il pesciolino si avvicinò.
-“Mi scusi, ho sete”.
-“Mi sa che sei un po’ scemo”, disse il tonno. Con un colpo di coda, se ne andò indignato. Il pesciolino, in realtà, si sentiva alquanto stupido, ma doveva comunque eseguire gli ordini. Vide, ad un certo punto, uno squalo. Mantenendo una distanza di sicurezza, il pesciolino gridò.
-“Mi scusi, signore, ho sete!”
-“Devi essere proprio andato!”, rispose lo squalo. Avendo notato uno sguardo piuttosto affamato negli occhi dello squalo, il pesciolino scappò via.
Per tutto il giorno incontrò merluzzi, sardine e tutti i tipi di pesci, ma, ogni volta che faceva la domanda, gli davano le spalle senza ascoltarlo. Sentendosi scoraggiato e confuso, il piccolo pesce si mise in cerca della creatura pù saggia del mare, che il caso volle fosse una vecchia balena blu con una cicatrice di arpioni sul fianco.
-“Mi scusi, ho sete!” gridò il pesciolino, chiedendosi se il cetaceo potesse vederlo, era così piccolo, lui! Ma il vecchio saggio si fermò.
-“Hai visto Dio, vero?” disse.
-“Come fai a saperlo?”
-“Perché anche a me è capitato una volta di avere sete”, sorrise la vecchia balena. Il pesciolino sembrava alquanto sorpreso.
-“Ti prego, spiegami cosa significa questo messaggio divino”, lo implorò.
-“Significa che Lo cerchiamo sempre nei posti sbagliati”, spiegò la vecchia balena. “Cerchiamo Dio a destra e a manca, ma per qualche ragione non Lo troviamo. Allora ce la prendiamo con Lui e pensiamo che ci abbia abbandonati o che ci abbia dimenticati, se c'è mai stato”.
-“Che strano sentire la mancanza di qualcosa che è ovunque”, disse il pesciolino.
-“Molto strano”, accordò la balena. “Non ti ricorda, per caso, di un pesciolino che diceva di aver sete?



INNOCENCE

È facile confondere l’essere innocenti con l’essere infantili o ingenui. Tutti noi vogliamo sembrare sofisticati; vogliamo essere sempre ‘in’. Essere innocenti significa essere ‘out’.
Inoltre, nell’innocenza vi è una profonda verità. Quando un bimbo guarda negli occhi della sua mamma, tutto ciò che vede è amore. Appena l’innocenza svanisce, prendono il suo posto problemi più complessi. Crediamo di dover fregare gli altri e adeguarci agli schemi per ottenere ciò che desideriamo. Iniziamo a sprecare un sacco di energia per proteggere noi stessi. E la vita diventa uno strazio. La gente non ha scelta se non essere ‘in’. In quale altro modo può sopravvivere?
Quando ne cogli il vero significato, sopravvivenza significa vedere le cose così come sono e comportandoci di conseguenza. Significa essere aperti. E l’innocenza consiste in questo. Si tratta di essere semplici e fiduciosi come un bambino, non sentenziosi e legati ad un gretto punto di vista. Se si è chiusi in uno schema di pensiero e comportamento, la propria creatività viene bloccata. Si perde la freschezza e la magia del momento. Ritorniamo ad essere innocenti e quella freschezza non ci lascerà mai.



TRUST

Stavo dando da magiare agli scoiattoli nel parco, quando notai che uno di loro non si fidava di me. Mentre gli altri si avvicinavano tanto da riuscire a mangiare direttamente dalla mia mano, lui manteneva la sue distanze. Gettai una nocciolina in sua direzione. Si avvicinò piano, la afferrò nervosamente e scappò via. La volta successiva doveva avere meno paura, perché si avvicinò un po’ di più. Quanto più sentiva di essere al sicuro, tanto più si fidava. Alla fine, era in grado di sedere ai miei piedi, audace come qualsiasi altro scoiattolo, in attesa della prossima nocciolina.
La fiducia è così - sembra sempre che sia legata all’aver fiducia in se stessi. Gli altri non possono affrontare la paura per te; devi farlo tu stesso. È difficile, perché la paura e i dubbi sono duri a cedere. Abbiamo paura di essere rifiutati, di essere feriti nuovamente. Per questo manteniamo una distanza di sicurezza. Crediamo che il rimanere separati dagli altri possa proteggerci, ma neanche questo funziona. Finiamo per rimanere soli e senza amore.
L’aver fiducia in se stessi inizia col capire che non c’è niente di male ad aver paura. Il problema non è l’aver paura, perché capita a tutti di sentirsi ansiosi o insicuri a volte. Il problema è non essere abbastanza onesti da ammettere di aver paura. Ogniqualvolta che accetto i miei dubbi e insicurezze, sono più aperto con le altre persone. Quanto più scendo dentro me stesso, tanto più divento forte, perché capisco che il mio essere è molto più forte di qualsiasi paura. Accettando completamente se stessi, la fiducia è completa. Non vi è più separazione dalla gente, perché non vi è più separazione all’interno. Dove una volta c’era la paura, può crescervi l’amore.



COURAGE

È strano pensare come a volte si può avere coraggio per fare certe cose e non per altre. Quando salgo sul palco di fronte a migliaia di persone, non ho bisogno di essere coraggioso. Mi ci vuole più coraggio per esprimere i miei sentimenti più intimi ad una persona. Quando penso al coraggio, mi viene in mente il Leone Codardo de “Il Mago di Oz”. Scappava in continuazione dai pericoli. Spesso piangeva e tremava di paura. Ma riusciva anche a condividere i suoi veri sentimenti con coloro che amava, anche se non sempre gli riusciva facile.
È per questo che ci vuole veramente coraggio, il coraggio di confidarsi. Esprimere i propri sentimenti non è lo stesso che cedere al cospetto di qualcun altro – è essere aperti e sinceri col proprio cuore, qualsiasi cosa esso dica. Quando si ha il coraggio di aprirsi, sappiamo chi siamo, e lasciamo che gli altri lo vedano. È difficile, perché ci si sente così vulnerabili, così esposti al rifiuto. Ma senza l’autoaccettazione, l0altro tipo di coraggio, quello degli eroi dei film, risulta insignificante. Malgrado i rischi, il coraggio di essere onesti e sinceri con se stessi ci indica la via all’autoriconoscimento. Questo offre ciò che tutti noi desideriamo, una promessa d’amore.



LOVE

Descrivere l’amore è una cosa divertente. È così facile sentire amore e allo stesso tempo così difficile parlarne. È come una saponetta – ce l’hai in mano finché non la stringi troppo forte. Alcune persone passano la loro vita alla ricerca dell’amore, ma lo cercano fuori da se stessi. Credono di doverlo afferrare per averlo. Ma l’amore scivola via come quella saponetta.
Tener con se’ l’amore non è sbagliato, ma bisogna imparare a tenerlo con leggerezza, con dolcezza. Lasciarlo volare quando vuole. Quando gli permettiamo di essere libero, l’amore è ciò che rende l’esistenza viva, gioiosa e nuova. È il succo e l’energia che motiva la mia musica, a mia danza, tutto. Finché ci sarà amore nel mio cuore, sarà ovunque.



GOD

È strano che Dio non si preoccupi di esprimersi in tutte le religioni del mondo, nonostante la gente continui ad impuntarsi sulla convinzione che la loro credenza è l’unica giusta. Qualsiasi cosa si dica su Dio, ci sarà sempre qualcuno che obbietterà, persino quando gli dirai che il suo amore per Dio è ok se sta bene a lui.
Per me non importa la forma di Dio. Ciò che mi importa davvero è l’essenza. Le mie canzoni e la mia danza sono dei contorni che Lui provvede a riempire. Io offro la forma, Lei ci mette la dolcezza.
Ho guardato il cielo notturno e osservato le stelle, erano così vicine che sembrava che mia nonna le avesse fatte per me. “Che ricchezza, che sontuosità!”, pensai. In quel momento ho visto Dio nella Sua creazione. Con la stessa facilità avrei potuto vederLa nella bellezza di un arcobaleno, nella grazia di un cervo che corre in una distesa, nella sincerità di un bacio paterno, ma per me il contatto più dolce con Dio non ha forma. Chiudo gli occhi, mi guardo dentro, ed entro in un profondo silenzio. L’infinità della creazione Divina mi avvolge. Siamo uno.



HOW I MAKE MUSIC

La gente mi chiede in che modo creo la mia musica. Io rispondo loro che mi ci imbatto. È come capitare in un fiume ed unirsi alla corrente. Ogni momento del fiume ha la sua canzone. Quindi io mi fermo nel momento e ascolto.
Ciò che sento è sempre diverso. Una passeggiata nel bosco produce una canzone leggera e scoppiettante: il fruscio delle foglie nel vento, il cinguettio degli uccelli e lo squittio degli scoiattoli, lo scricchiolio dei ramoscelli sotto i piedi, e il battito del mio cuore li fonde tutti insieme. Quando ci si unisce alla corrente, la musica è dentro e fuori, ed è lo stesso. Finché sarò in grado di ascoltare il momento, farò sempre musica.



RYAN WHITE

Ryan White, simbolo di giustizia
Bambino innocente, messaggero d’amore
Dove sei ora, dove sei andato?

Ryan White, mi mancano i tuoi giorni pieni di sole
Giocavamo insieme nei prati

Mi manchi, Ryan White
Mi manca il tuo sorriso, innocente e brillante
Mi manca la tua gloria, mi manca la tua luce

Ryan White, simbolo di contraddizione
Ironico fanciullo, o personaggio di un romanzo?

Penso alla tua vita distrutta
Al tuo conflitto, alla tua lotta

Le signora danzano nella notte al chiaro di luna
Party e champagne da crociera
E intanto io vedo la tua forma devastata, la tua figura spettrale
Sento le tue ferite suppurate, i tuoi lividi

Ryan White, simbolo di agonia e pena
Di un’ignorante paura completamente impazzita
In una società isterica
Dove imperversa l’ansietà
E il falso pietismo

Mi manchi, Ryan White
Ci hai dimostrato come si resiste e si combatte
Nella pioggia eri uno squarcio di gioia fra le nuvole
La scintilla di speranza che è in ogni giovane

Nel profondo del tuo angosciato dolore
C’era il sogno di un altro domani.



THE ELUSIVE SHADOW

Sebbene viaggiassi lontano
Le porte della mia anima rimanevano chiuse
Nell’agonia della mortal paura
Non udivo la tua musica
Attraverso le tortuose strade dei sentieri della mente
Reggevo la mia croce nel dolore

Era un viaggio di follia
Di angoscia nata dalla tristezza
Vagavo a destra e a manca
Ad ogni colpo di vento tornavo indietro
In cerca del nettare perduto
Nel mio cuore quello scettro perso da troppo tempo
In tutti quei volti tormentati
Cercavo la mia oasi

In un certo modo ero in una smania ubriaca
Una crudele isteria, una confusione nella mente
Più di una volta cercai di uscirne
Non riuscivo a sbarazzarmi di questa ombra alle mie spalle
Più di una volta nella folla rumorosa
Nell’andirivieni e nel trambusto del baccano
Scrutavo per cercare di vedere le sue tracce
Non riuscivo a perderla in nessun luogo

Fu solo quando ruppi tutti i legami
Dopo l’immobilità di urla strillanti
Nelle profondità di respiri
Nel dolore immaginato di migliaia di menzogne
Tutto ad un tratto ti ho fissato nei tuoi occhi fieri
All’improvviso ho trovato il mio scopo
Quell’ombra sfuggente era la mia anima.



ON CHILDREN OF THE WORLD

Dobbiamo curare questo mondo distrutto. Il caos, la disperazione, la spietata distruzione di cui oggi ci rendiamo testimoni sono il risultato dell’alienazione fra la gente e l’ambiente che le circonda. Spesso tale alienazione ha le sue radici in un’infanzia priva di amore. Bambini che non hanno avuto un’infanzia. La mente di un bambino ha bisogno di essere nutrita con il mistero, la magia, la meraviglia e l’entusiasmo. Voglio che il mio lavoro aiuti la gente a riscoprire il bambino che è in noi.



TWO BIRDS

È difficile dir loro ciò che sento per te. Non ti hanno mai conosciuta, e non sanno come sei fatta. Come fanno a sapere il tuo mistero? Diamo loro un indizio.
Due uccelli sono su un albero. Uno mangia le ciliegie, mentre l’altro sta a guardare. Due uccelli volano nel cielo. Il canto di uno scende giù dal cielo come cristallo, mentre l’altro resta in silenzio. Due uccelli roteano al sole. Uno riflette la luce sulle sue piume argentate, mentre l’altro distende le sue ali invisibili.
Non è difficile capire quale dei due uccelli sia io, ma non riusciranno a capire chi sei tu. A meno che…
A meno che non sappiano cos’è un amore che non interferisce mai, che guarda da dietro, che respira libero nell’aria invisibile. Dolce uccellino, anima mia, il tuo silenzio è così prezioso. Quanto passerà prima che il mondo possa udire il tuo canto col mio?
Oh, come bramo quel giorno!



THE LAST TEAR

Le tue parole ferirono il mio cuore e io piansi lacrime di dolore. “Vai via!”, urlai. “Queste sono le ultime lacrime che piangerò per te!”. Così te ne andasti.
Aspettai ore, ma tu non tornasti. Quella notte piansi lacrime di frustrazione.
Attesi per settimane, ma non ti facevi sentire. Pensando alla tua voce, piansi lacrime di solitudine.
Aspettai mesi, ma non ebbi notizie di te. Nel profondo del mio cuore, piansi lacrime di disperazione.
Che strano che tutte queste lacrime non riuscirono a spazzare via il dolore! Poi un pensiero d’amore trafisse la mia amarezza. Ti ricordai alla luce del sole, il tuo sorriso dolce come il vino di maggio. Una lacrima di gratitudine iniziò a scendere, e come per miracolo, tu tornasti. Le tue morbide dita accarezzarono la mia guancia e ti chinasti per baciarmi.
“Perché sei venuta?”, sospirai.
“Per asciugare la tua ultima lacrima”, rispondesti. “Era quella che avevi conservato per me”.



ECSTASY

Sono nato per non morire mai
Per vivere in beatitudine, per non piangere mai
Per dire la verità e mentire mai
Per amare senza un sospiro
Per distendere liberamente le mie braccia
Questa è la mia danza, questo è il mio massimo
Non è un segreto, non vedi?
Perché non possiamo vivere tutti in estasi?

Estasi, estasi
Perché non possiamo vivere
In estasi?

Senza colpa, senza rimorso
Sono qui per dimenticare
Corrotti ricordi di inesistenti peccati
Ogni conoscente, amico e parente

Siamo venuti per celebrare
La liberazione da ogni paura
Da ogni nozione, da ogni seme
Da qualsiasi divisione, casta o credo

Questa alienazione, disgregazione, abominio
Di separazione, sfruttamento, isolamento
Questa crudeltà, isteria, assoluta pazzia
Questa rabbia, ansia, tristezza imperversante
Ecologia smembrata, sfrenata distruzione
Malata biologia, ostacolo della natura
Specie in pericolo, inquinamento
Buchi nell’ozono, non c’è soluzione
È l’ignorare la scintilla che mi illumina dentro
È lo stesso fuoco che brilla in ogni uomo, fanciullo e madre superiora

Siamo qui per celebrare
La liberazione da ogni paura
Da ogni nozione, da ogni seme
Da qualsiasi divisione, casta o credo

Voliamo liberi
Nell’infinito, oltre i cieli
Perché siamo nati per non morire mai
Per vivere in beatitudine, per non piangere mai
Per dire la verità e mentire mai
Per amare senza sospiro
Per distendere le nostre braccia liberi

Questa è la nostra danza, questo è il nostro culmine
Non è un segreto, non vedi?
Perché non possiamo vivere in estasi?

Estasi, estasi
Perché non possiamo vivere
In estasi?



BERLIN 1989

Odiavano il Muro, ma cosa potevano fare? Era troppo difficile da abbattere. Temevano il Muro, ma non avevano forse ragione? Molti di quelli che avevano cercato di oltrepassarlo erano stati uccisi.
Diffidavano del Muro, ma chi non lo farebbe? I loro nemici si rifiutavano di buttar giù anche solo un mattone, non importava quanto si protraessero i negoziati di pace.
Il Muro ghignava. “Vi sto insegnando una lezione”, si vantava. “Se volete costruire qualcosa di eterno, le pietre non servono a molto. Ci sono cose come l’odio, la paura e la diffidenza che sono molto più forti”.
Sapevano che il Muro aveva ragione, e stavano per mollare. Solo una cosa riuscì a fermarli. Ricordarono chi era dall’altra parte. Nonne, cugini, sorelle, mogli. Volti cari che bramavano di rivedere.
“Cosa succede?”, chiese il muro, tremante. Senza saperlo, stavano guardando attraverso il Muro, nel tentativo di trovare i loro cari. In silenzio, da una persona all’altra, l’amore continuava a fare il suo lavoro invisibile.
“Smettetela!”, urlava il Muro, “sto cadendo!”. Ma era troppo tardi. Un milione di cuori si erano ritrovati. Il Muro era caduto prima che fosse abbattuto.



MOTHER EARTH

Era un giorno d’inverno e stavo passeggiando lungo la spiaggia. Guardando in basso, vidi una piuma portata a riva dalle onde. Era la piuma di una gabbiano macchiata d’olio. La raccolsi e sentii la patina scivolosa sulla mie dita. Non potei fare a meno di chiedermi se l’uccello fosse riuscito a sopravvivere. Era tutto a posto là fuori? Sapevo di no.

Mi sentii triste nel pensare con quanta sconsideratezza trattiamo la nostra casa. La terra che noi tutti condividiamo non è solo roccia in movimento nello spazio, ma un essere vivente. Lai ha cura di noi e in cambio merita che noi ne abbiamo per lei. Abbiamo sempre trattato Madre Terra nello stesso modo in cui certa gente tratta un appartamento in affitto. Lo riduci un’immondizia e cambi casa.

Ma ora come ora non c’è un posto dove potersi trasferire. Abbiamo portato i nostri rifiuti e le nostre guerre e il nostro razzismo in ogni parte del mondo. Dobbiamo iniziare a ripulire il pianeta, e questo significa dover ripulire i nostri cuori e le nostre menti per prima cosa, perché sono stati loro a pingerci ad avvelenare il nostro caro pianeta.
Quanto prima cambiamo, tanto più facile ci risulterà amare Madre Terra e sentire l’amore che lei ci dona così incondizionatamente.



WISE LITTLE GIRL

Conosco una ragazzina molto saggia che non può camminare. È confinata su una sedia a rotelle, e potrebbe rimanerci per il resto della sua vita, dato che i dottori le hanno dato poche speranze che un giorno si possa fare qualcosa per le sue gambe.
La prima volta che l’ho incontrata, mi lanciò un sorriso che mi bruciò con la sua incredibile gioia. Com’era aperta! Non si nascondeva dietro autocommiserazione, né chiedeva approvazione e protezione per un senso di vergogna. Era completamente indifferente al fatto di non poter camminare, come un cucciolo che non ha idea di essere un bastardello o un campione di razza.
Non esprimeva alcun tipo di giudizio su di se’. In questo consisteva la sua saggezza.
Ho scorto la stessa saggezza nello sguardo degli altri bambini, bambini ‘poveri’ come li vede la società, perché non hanno cibo, denaro, casa, o corpi sani. Quando raggiungono una certa età, molti di questi ragazzini capiscono quanto grave sia la loro situazione. Il modo in cui gli adulti guardano alle proprie vite li priva di quell’innocenza iniziale che è tanto preziosa e rara. Iniziano a credere di doversi dolere della loro situazione, che questo sia ‘giusto’.
Ma questa saggia ragazzina, avendo solo quattro anni, andava oltre la pietà e la vergogna come un passerotto libero. Prese il mio cuore nelle sua mani e lo rese leggero come un batuffolo di cotone, e per me fu quasi impossibile persino iniziare a pensare, “Che cosa terribile”. Riuscivo a vedere solo luce e amore. Nella loro innocenza, i bambini molto piccoli sanno di essere luce e amore. Se solo glielo permettessimo, potrebbero insegnarci a guardare a noi stessi nello stesso modo.
La scintilla che è nello sguardo di una ragazzina ha in se’ la stessa conoscenza che la Natura instilla alla base del cuore di ogni forma di vita. È il silenzioso segreto della vita, che non può essere spiegato a parole. Conosce e basta. Conosce solo la pace e il rispetto. Sa che persino l’ultimo respiro è un atto di gratitudine al Creatore. Sorride per sentirsi vivo, e attende pazientemente che secoli di ignoranza e dolore spariscano come un miraggio.
Riesco a vedere questa conoscenza negli occhi dei bambini sempre più, e questo mi fa pensare che la loro innocenza stia diventando sempre più forte. Disarmeranno noi adulti, e questo basterà a disarmare il mondo intero. Non sentono ragioni per cui rovinare l’ambiente, perciò l’ambiente verrà ripulito senza problemi. Una saggia ragazzina mi ha predetto il futuro quando mi ha guardato, un futuro così pieno di pace e felicità. Mi rallegra il cuore sapere di aver più fiducia in lei che in tutti gli esperti del mondo. Appena la luce e l’amore spazzeranno via le nostre vergognose colpe, la sua profezia si sarà realizzata.



I YOU WE

Dissi che avresti dovuto farlo. Tu dicesti di no. Ne parlammo e accordammo che forse ti sarei potuto venire incontro. Dissi che avevi torto. Tu insistevi di aver ragione. Ci demmo la mano, e il torto e la ragione non ebbero più ragione di esistere.
Iniziai a piangere. Iniziasti a piangere anche tu. Ci abbracciammo, e fra di noi crebbe un fiore di pace.
Quanto amo questo mistero chiamato Noi! Da dove è venuto fuori, forse dal nulla? Ci ho pensato e sono giunto ad una conclusione: mi sa che Noi è il figlio preferito dell’amore, perché finché non ti vengo incontro, Noi non esiste nemmeno. Arriva sulle ali della tenerezza; parla attraverso la nostra silenziosa comprensione. Quando rido di me, esso sorride. Quando ti perdono, danza in giubilo.
Quindi, Noi non è più una scelta, non se io e te decidiamo di crescere insieme. Noi ci unisce, e ci rende più forti; si fa carico del nostro fardello quando io e te siamo pronti a mollare. A dir la verità, io e te ci saremmo arresi da molto tempo, ma Noi non ci ha lasciati. È troppo saggio. “Guardate nei vostri cuori”, dice. “Cosa vedete? Non io e te, ma solo Noi”.






ANGEL OF LIGHT

È difficile vedere gli angeli, sebbene abbia osservato le loro immagini per ore. Ci sono persone che riescono a vederli senza il bisogno di foto, e raccontano delle storie molto interessanti a riguardo. Gli angeli custodi sono tutti femmine, per esempio, e questo non mi sorprende. Un angelo della nascita, reclutato dalle schiere più giovani, assiste ogni bambino al momento della nascita, mentre un altro, più vecchio, aiuta chi sta morendo a lasciare questo mondo senza dolore o pena.
Si può pregare agli angeli e loro ascolteranno, ma il modo migliore per chiamarli, mi hanno detto, è ridere. Gli angeli rispondono al diletto, perché è di questo che sono fatti. Infatti, quando la mente della gente è oscurata dall’odio o dalla rabbia, non c’è angelo che possa recarsi da loro.
Non tutti gli angeli hanno le ali – almeno, così dicono i visionari – ma quelli che le hanno possono spiegare ali dorate su tutto il mondo. Se avessimo occhi per poter guardare direttamente nel sole, vedremmo un enorme angelo presiedervi; dal volto della luna, invece, sorride uno molto più tranquillo.
Gli angeli passano tutta la loro vita, che è eterna, muovendosi in circolo intorno al trono del Creatore, a cantare la Sua lode. Chi ha orecchio fine è riuscito ad ascoltarli. Le armonie dei cori degli angeli sono incredibilmente complesse , dicono, ma il ritmo è semplice. “In genere è lo stesso tempo della marcia”, ha affermato uno dei visionari. Non so perché, questa è la cosa migliore che abbia mai appreso fino ad ora.
Dopo un po’, però, iniziò a diventare frustrante il sentir parlare di angeli che io non riuscivo a vedere. Quando una donna che riusciva a vederli venne a sapere di questo mio stato d’animo, rimase stupita. “Non puoi vederli?”, disse. “Ma c’è un angelo dentro di te. È in tutti noi! Riesco a vederlo proprio in questo momento, e credevo che anche tu potessi”. “No”, dissi io tristemente, e le chiesi come apparisse. Mi somigliava?
“Beh, sì e no”, mi rispose lei misteriosamente. “Dipende tutto da cosa credi di essere. Il tuo angelo è un puntino di luce che brilla al centro del tuo cuore. È più piccolo di un atomo, ma aspetta e vedrai. Una volta che ti sarai avvicinato, il tuo angelo diventerà più grande. Quanto più gli ti avvicini, tanto più lui cresce, finché alla fine, in un’esplosione di luce, non vedrai il tuo angelo nella sua vera forma, e in quello stesso istante, vedrai anche te stesso”.
Così, adesso, cerco il mio angelo in continuazione. Mi siedo in silenzio e volgo lo sguardo dentro di me. Non è passato molto tempo prima che cogliessi qualcosa di sfuggita. “Sei tu, Angelo, che porti una candela?”. Un barlume e via, era già sparito. Questo bastò a far battere il mio cuore all’impazzata. La prossima volta il mio angelo avrà una lampada, e l’altra volta ancora una torcia, e poi ancora falò.
Questo è ciò che la donna mi aveva promesso, e ora che ho visto la gloria, so abbastanza per crederci.



I SEARCHED FOR MY STAR

Quando ero piccolo, la sera ero solito stendermi supino sul prato. Iniziavo a riconoscere tutte le stelle e desideravo che una di loro potesse essere mia, come un amico immaginario.
Per prima colsi la Stella Polare, perché per un bambino è la più facile da individuare, una volta saputo che è come se l’Orsa Maggiore stesse per prenderla. Ma volevo che la mia stella fosse una stella mobile, non una così stabile. Per di più, i marinai si perderebbero nel mare se la Stella Polare non li guidasse.
Successivamente, passai a due stelle speciali al centro della costellazione del Cigno. Tutte le altre erano bianche – ma queste brillavano di blu e d’oro. Mi ricordavano gioielli gemelli, ma prima che potessi scegliere, mi fermai. Appartenevano l’una all’altra, e non sarebbe stato giusto prenderne una.
Orione colse il mio sguardo per un attimo, ma io non sono un cacciatore. Era meglio lasciare stare anche Sirio, con il suo muso rivolto verso la scia e la coda puntata in alto nel cielo.
Infine, vidi le mie preferite, le Sette Sorelle. Mi sembravano eleganti signore pronte per un ricevimento, intrappolate in una nuvola blu. Ma chi avrebbe il coraggio di separare sette sorelle?
Questo gioco mi ha insegnato molto riguardo il cielo notturno, ma stavo crescendo. L’idea di avere una stella tutta per me svanì, e non ricordavo neanche se ne avessi mai scelta una alla fine. Mi fu spiegato che la parola ‘stella’ significava ben altro. Non ci credevo granché, quando una notte, mi agitavo nel letto, dolorante e preoccupato. Il mio cuore era affannato dai problemi. Inciampando nei miei stessi passi, guardai fuori dalla finestra. Grosse nuvole macchiavano il cielo notturno. Nessuna stella!
Tremai al pensiero di un mondo senza stelle. Nessuna guida per i marinai, nessun gioiello che colpisca il nostro senso del bello, nessun cacciatore che indichi il prossimo orizzonte, nessuna bella signora che invada col suo dolce profumo i saloni del cielo. Ma tutto intorno al pianeta, l’aria è così sporca e le luci urbane così potenti che oramai molti di noi riescono a vedere solo poche stelle. Una generazione di bambini potrebbe crescere vedendo solo un cielo vuoto e chiedere, “Un tempo c’erano le stelle là?”.
Ridiamo loro il cielo e facciamolo ora – prima che sia troppo tardi. Io cercherò la mia stella finché non la troverò. Si nasconde nel cassetto dell’innocenza, avvolto in una sciarpa di meraviglia. Mi servirà una mappa che mi dirà quale sarà il suo posto, e occuperà poco spazio. Ma siamo quasi cinque miliardi, e il cielo è di tutti. Cerca la tua stella e lasciala su nel cielo. Ce l’hai ancora, vero?



A CHILD IS A SONG

Quando i bambini ascoltano la musica, non si limitano ad ascoltarla. Si fondono con la melodia e seguono il ritmo. Qualcosa dentro di loro spiega le ali – e subito il bambino e la musica diventano un’unica cosa. Anch’io mi sento così in presenza della musica, e nei miei momenti migliori di creatività spesso sono con i bambini. Quando sto con loro, creare musica mi riesce facile come respirare.
Ogni canzone è come un bambino che nutro e al quale do il mio amore. Ma anche se non hai mai scritto una canzone, la tua vita è una canzone. Come potrebbe non esserlo? Onda dopo onda, la Natura ti coccola – il ritmo di ogni alba e ogni tramonto è parte di te, la pioggia che cade tocca la tua anima, e rivedi te stesso nelle nuvole che giocano a prendi-prendi col sole. Vivere significa essere musicali, a cominciare dal sangue che danza nelle tue vene. Tutto ciò che vive ha un ritmo. Se ascolti delicatamente e con attenzione, sentirai la musica.
La senti la tua musica?
I bambini sì, ma una volta cresciuti, la vita diventa un peso, e la musica svanisce sempre di più. A volte siamo così ansiosi che dimentichiamo che il nostro cuore pulsa il messaggio più saggio della vita, un tacito messaggio che dice, “Vivi, sii, muoviti, gioisci – sei vivo!”. Senza il saggio ritmo del cuore, non esisteremmo.
Quando inizio a sentirmi stanco o depresso, i bambini mi ridanno la carica. Mi rivolgo a loro per una nuova vita, una nuova musica. Due grandi occhi scuri mi guardano con tanta intensità, tanta innocenza e dentro di me mormoro, “Questo ragazzino è un cantante”. È un’esperienza talmente vera e diretta che nello stesso istante realizzo di nuovo che anch’io sono una canzone. Sono nuovamente me stesso.



CHILD OF INNOCENCE

Bambino innocente, mi mancano i tuoi giorni assolati
Giocavamo insieme nei grandi campi
Da quando sei uscito fuori di scena
Le strade sono desolate, scure e misere

Bambino innocente, ritorna da me ora
Con il tuo semplice sorriso dimostra loro
In che modo questo mondo può nuovamente rispondere al tuo sguardo
E i battiti del cuore agitarsi al ritmo della tua danza

Bambino innocente, la tua eleganza, la tua bellezza
Mi richiamano ora al dovere
Vieni e vola con me lontano e in alto
Oltre le montagne nella terra dell’amore

Bambino innocente, messaggero di gioia
Hai toccato il mio cuore con dolcezza
La mia anima è infiammata da un flagrante fuoco
Cambiare il mondo è il mio più grande desiderio




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