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Dancing the Dream (tradotto)

Ultimo Aggiornamento: 15/09/2017 22:45
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17/10/2003 16:22
 
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WHEN BABIES SMILE

Quando i sognatori sognano e baciano i loro cari
E gli arcobaleni intrecciano e schizzano i colori
Quelli sono momenti splendidamente vivi
Saltiamo il fosso, ci tuffiamo
Nell’abisso
Per un istante siamo sospesi
In quei momenti i bimbi sorridono

Quelli sono momenti in cui il fato si rivela
Niente è impossibile e noi guariamo
Possiamo librarci in volo, possiamo volare
Camminare sul fuoco, navigare il cielo
Alla luce di una stella scintillante
Non vi è distanza, niente è lontano
Quelli sono momenti di innocente astuzia
Nello splendore
Per un istante siamo sospesi
In quei momenti i bimbi sorridono

In quei momenti siamo un’unica cosa con Dio
Tutto è apposto, non c’è niente di anormale
In quieta riflessione
Avvertiamo la nostra perfezione
Siamo la fonte, siamo il crogiolo
Niente può farci male, siamo invincibili
Non vi è peccato, non vi è peccatore
Possiamo solo vincere, abbiamo lasciato il barlume
In beatitudine
Per un istante fluttuiamo
Quelli sono i momenti in cui i bambini sorridono

I regni crollano, perdono le proprie classi
I popoli svaniscono, passano ere
Turbolente bufere devastano mari
Violente uccisioni, malgrado le nostre suppliche
Ma gocce di rugiada scintillano quando i bambini giocano
I tiranni piangono, non vi è niente da distruggere
Le fate danzano e i folletti cantano
Tutti indossano la corona, tutti sono re
Nel Giardino
Per un istante giochiamo
Quelli sono i momenti in cui i bambini sorridono



BUT THE HEART SAID NO


Videro poveri barboni ripararsi sotto delle baracche di cartone, ma le demolirono e ci costruirono dei nuovi progetti. Enormi blocchi di cemento e vetro troneggiavano sul grigio asfalto. Non era più come essere a casa, anche se casa era una baracca. ‘Cosa vi aspettavate?’, chiesero impazientemente. ‘Siete troppo poveri per vivere come noi. Dovreste esserci già riconoscenti per questo, giusto?’. La testa annuì, ma il cuore disse no.
C’era bisogno di più elettricità in città, così cercarono un fiume di montagna e vi misero una diga. Quando le acque salirono, annegarono migliaia di conigli e cervi; alcuni uccellini troppo piccoli per volare annegarono nei loro nidi di fronte alle madri impotenti. ‘Non è una bella scena’, dissero, ‘ma ora un milione di persone potrà avere l’aria condizionata per tutta l’estate’. La testa annuì, ma il cuore disse no.
Videro una terra lontana di terrorismo e oppressione e dichiararono guerra. Le bombe ridussero il paese in un cumulo di rovine. La popolazione fu presa dal panico, e ogni giorno sempre più salme venivano seppellite in rozze bare di legno. ‘Bisogna fare dei sacrifici’, dissero. ‘È vero, degli innocenti hanno perso la vita, ma non è forse questo il prezzo che bisogna pagare per la pace?’. La testa annuì, ma il cuore disse no.
Passarono gli anni e si fecero vecchi. Seduti nelle loro comode poltrone, fecero un resoconto delle loro vite. ‘Abbiamo avuto una bella vita’, dissero, ‘e abbiamo fatto la cosa giusta’. I loro figli guardarono per terra e chiesero perché mai la povertà, l'inquinamento e la guerra fossero ancora problemi irrisolti. ‘Lo scoprirete ben presto’, risposero. ‘Gli esseri umani sono deboli ed egoisti. Nonostante i nostri sforzi, questi problemi non avranno mai fine’.
La testa annuì, ma i bambini guardarono nei loro cuori e sospirarono, ‘No!’.’




CHILDREN OF THE WORLD


Bambini del mondo, ce la faremo
Ci incontreremo su infinite spiagge
Costruiremo castelli di sabbia e salperemo i nostri battelli
Mentre la gente litiga e difende i propri punti di vista
Indossando sempre maschere nuove
Noi seguiremo la corrente del tempo e ce la faremo

Bambini di tutto il mondo, ce la faremo
Con canzoni e danze ed innocente beatitudine
E la soffice carezza di un bacio pieno d’amore
Ce la faremo

Mentre i mercanti scambiano e contrattano
Ed i politici fanno di tutto per piacere alla gente
Noi ci incontreremo su infinite spiagge e salperemo i nostri battelli
Ce la faremo

Mentre gli avvocati dibattono e i dottori fanno trattati
E gli agenti di cambi quotano il prezzo della carne
Mentre i predicatori predicano e suonano le campane
E i politici cercano di vendersi
Noi canteremo e danzeremo in innocente beatitudine
Con la soffice carezza di un bacio pieno d’amore
Ce la faremo

Ci incontreremo su infinite spiagge
Costruiremo castelli di sabbia e salperemo i nostri battelli
Ce la faremo

Cavalcheremo un arcobaleno, una nuvola, una tempesta
Trasportati dal vento, cambieremo forma
Toccheremo le stelle, abbracceremo la luna
Abbatteremo le barriere e subito saremo lì

Mentre gli architetti studiano i loro progetti
E le borse si affrettano e urlano
Mentre i litigi ai congressi creano tensione
E i commercianti si riuniscono in luoghi segreti
Noi canteremo e danzeremo in innocente beatitudine
Con la soffice carezza di un bacio pieno di d’amore
Ce la faremo

Mentre i filosofi si azzuffano e continuano ad affrontare
Gli infiniti dilemmi di corpo e mente
E i fisici divagano, continuando a riflettere
Sulla perenne questione di spazio e tempo
E gli archeologi studiano, continuando a scavare
Per grandi e piccoli tesori del passato
Gli psicologi indagano, analizzano le lacrime
Di isteriche nozioni, fobie, paure

Mentre i sacerdoti ascoltano le confessioni
In serie sedute
E la gente dibatte
Nel trambusti e nella confusione
Nel rumore e nel baccano
Sul significato del peccato
Noi toccheremo le stelle, abbracceremo la luna
Abbatteremo le barriere, subito saremo lì
Cavalcheremo l’arcobaleno, le nuvole, la tempesta
Trasportati dal vento, cambieremo forma

Bambini del mondo, ce la faremo
Con canzoni e danze e innocente beatitudine
La soffice carezza di un bacio pieno d’amore
Ce la faremo



SO THE ELEPHANTS MARCH

C’è una cosa affascinante riguardo gli elefanti: per continuare a vivere, non devono cadere. Ogni altro animale, quando cade, è in grado di rialzarsi. Ma gli elefanti devono stare sempre in piedi, anche quando dormono. Se uno del branco scivola e cade, non c’è scampo. Giace sul fianco, prigioniero del suo stesso peso. Anche se gli altri elefanti fanno pressione e cercano di rialzarlo, di solito non c’è molto da fare. Con lenti e pesanti respiri, l’elefante muore. Gli altri vegliano, poi lentamente riprendono il cammino.
Questo è quanto ho appreso dai libri sulla natura, ma mi chiedo se sia vero. Non vi è forse un’altra ragione per cui gli elefanti non possono cadere? Forse hanno deciso che non devono. Non cadere è la loro missione. In veste di animali più grossi e pazienti, hanno fatto un patto – immagino sia successo eoni fa, quando le ere glaciali stavano morendo. Muovendosi in grandi mandrie sul suolo terrestre, gli elefanti furono i primi a spiare questi piccoli uomini aggirarsi furtivamente in cerca di prede fra gli alti arbusti con le loro lance di pietra.
“Come sono spaventate e nervose queste creature!”, pensarono gli elefanti. “Ma erediteranno la terra. Siamo abbastanza saggi per vederlo. Diamo loro un esempio”.
Allora gli elefanti unirono le loro sagge menti e rifletterono. Che esempio potevano dare all’uomo? Avrebbero potuto dimostrargli di aver molto più potere di lui, dato che ciò era vero. Avrebbero potuto sfogare la loro forza al suo cospetto, essa era talmente terrificante da sconvolgere intere foreste. Avrebbero potuto spadroneggiare sull’uomo usando il terrore, devastando i suoi campi e distruggendo le sue capanne. In situazioni di profonde frustrazioni, elefanti selvatici hanno fatto tutto ciò, ma come gruppo, unendo le loro menti, decisero che l’uomo avrebbe appreso più con la buone.

“Dimostriamogli la nostra riverenza per la vita”, dissero. E da quel giorno gli elefanti sono sempre stati creature silenziose, pazienti e pacifiche. Hanno permesso all’uomo di cavalcarli e ridurli a suoi schiavi. Hanno regalato gioia ai bambini coi loro numeri al circo, direttamene prelevati dalle pianure africane, dove prima avevano vissuto da signori.
Ma il messaggio più importante degli elefanti sta nel loro modo di muoversi. Perché loro sanno che vivere significa muoversi in continuazione. Alba dopo alba, era dopo era, le mandrie continuano a marciare, grandi masse di vita che non cede mai, inarrestabile forza di pace.

Da animali innocenti, non sospettano che, dopo tutto questo tempo, cadranno per colpa di uno dei tanti proiettili. Giaceranno nella polvere, mutilati dalla nostra sfacciata avidità. I grandi maschi cadono per primi, in modo che le loro zanne possano diventare gingilli. Poi tocca alle femmine, a cui verranno prodotti trofei. I cuccioli corrono urlando all’odore del sangue delle loro stesse madri, ma non serve a niente scappare dalle pistole. In silenzio, senza qualcuno che li nutra, anche loro moriranno e le loro ossa sbiadiranno al sole.

In mezzo a tanta morte, gli elefanti potrebbero benissimo ribellarsi. Basterebbe loro gettarsi a terra. Non hanno bisogno di un proiettile: la Natura ha dato loro la dignità di stendersi e trovare il riposo eterno. Ma ricordano l’antico patto e la promessa fattaci, che è sacra.
Così gli elefanti continuano a marciare, e ogni passo è una parola nella polvere: “Guarda, impara, ama. Guarda, impara, ama”. Li senti? Un giorno, i fantasmi di decine di migliaia di signore delle pianure diranno, “Non vi odiamo. Non lo capite? Abbiamo deciso di cadere, in modo che voi, o piccoli, possiate non ricadere mai più”.



THE BOY AND THE PILLOW

Una saggio padre voleva che il suo figliolo imparasse una lezione. “Eccoti un cuscino in seta pura ricoperta con le piume più rare della terra”, disse. “Vai in città e vedi quanto ne guadagnerai”.
Per prima cosa, il ragazzo si recò al mercato, dove scorse un ricco mercante di piume. “Quanto mi offri per questo cuscino?”, gli chiese. Il mercante strinse gli occhi. “Ti darò cinquanta ducati d’oro, perché vedo che si tratta di un raro tesoro”. Il ragazzo lo ringraziò e proseguì.
Più avanti vide una contadina raccogliere dei vegetali sul ciglio della strada. “Quanto mi daresti in cambio di questo cuscino?”, le domandò. Lo toccò ed esclamò, “Oh, come è soffice! Ti darò un pezzo d’argento, mi piacerebbe tanto poter adagiare il mio stanco capo su un simile cuscino!”. Il ragazzo la ringraziò e andò avanti. In fine vide una giovane paesana lavare i gradini di una chiesa. “Cosa mi daresti per questo cuscino?”, la chiese. Guardandolo con uno strano sorrise, rispose, “Ti darò un penny, perché vedo che il tuo cuscino è duro a confronto con questi gradini”. Senza esitare, il ragazzo lasciò il cuscino ai piedi della ragazza.
“Ho avuto il miglior prezzo per il tuo cuscino”, disse a casa una volta tornato a casa, ed estrasse il penny.
“Cosa?!”, esclamò il padre. “Quel cuscino valeva almeno cento ducati d’oro!”.
“Questo è ciò che ha notato un ricco mercante”, disse il ragazzo, “ma, essendo avido, me ne ha offerti solo cinquanta. Tuttavia, ho ricevuto un’offerta migliore di questa. La moglie di un contadino mi ha offerto un pezzo d’argento”.
“Sei diventato matto”, disse il padre. “Quando mai un pezzo d’argento vale più di cinquanta ducati d’oro?”.
“Quando è offerto con amore”, rispose il ragazzo. “Se mi avesse dato di più, non avrebbe potuto nutrire i suoi bambini. Ma ho ricevuto un offerta anche migliore di questa. Ho visto una giovane paesana che lavava i gradini di una chiesa, che mi ha dato questo penny”.
“Sei proprio uscito fuori di senno!”, disse il padre, scuotendo il capo. “Quando mai un penny vale più di un pezzo d’argento?”.
“Quando è offerto con devozione”, rispose il ragazzo. “Stava lavorando per il suo Signore, e i gradini della Sua casa le sembravano più soffici di qualsiasi cuscino. Più povera della povertà, aveva ancora tempo per Dio. Ed è questo il motivo per cui le ho dato il cuscino”.
A quel punto il saggio padre sorrise e abbracciò il figlio, e, con una lacrima, mormorò, “Hai imparato bene”.



ENOUGH FOR TODAY

Le prove di danza possono protrarsi oltre mezzanotte, ma quella volta smisi alle dieci. “Spero non ti dispiaccia”, dissi guardando in alto, “ma credo che per oggi basti”.
Una voce dalla sala di controllo parlò. “Tutto bene?”.
“Solo un po’ stanco, credo”, dissi.
Mi infilai la giacca a vento e mi diressi giù nell’atrio. Sentii dei passi veloci che mi seguivano. Sapevo benissimo chi fosse. “Ti conosco troppo bene”, mi disse lei, raggiungendomi. “Cosa che c’è che non va?”.
Esitai. “Beh, ti sembrerà strano, ma oggi sul giornale ho visto una foto. Un delfino annegato in una rete. Dal modo in cui il suo corpo era aggrovigliato, si capiva che aveva dovuto soffrire molto. Gli occhi erano persi nel vuoto, eppure c’era ancora quel sorriso, che i delfini non perdono mai, neanche quando muoiono…”, dissi con voce tremula. Mi prese dolcemente per mano. “Lo so, lo so”.

“No, non è finita. Non è solo il fatto che mi sia intristito, o che debba accettare la morte di un essere innocente. I delfini adorano danzare – questo li distingue da tutte le altre creature del mare. Non pretendono niente da noi, fanno le capriole fra le onde davanti ai nostri occhi increduli. Fanno a gara con le barche, non per vincere, ma per dirci, ‘è solo un gioco. Mantieniti in pista, ma danza mentre lo fai’. Ecco, stavo provando e intanto pensavo, ‘hanno ucciso una danza’. E allora mi è sembrato che la cosa giusta da fare fosse fermarsi. Non posso far niente perché la smettano di uccidere la danza, ma almeno posso fermarmi in raccoglimento, da collega a collega. Ma ha senso tutto ciò?”.
I suoi occhi erano pieni d’amore. “Certo, a suo modo. Probabilmente passeranno anni prima che trovino una soluzione a questo problema. Ci sono troppi interessi. Ma è molto frustrante aspettare che si muovano. Il tuo cuore voleva dire la sua lo stesso”.
“Sì”, le dissi, aprendole la porta. “È proprio così che mi sono sentito, e credo che per oggi sia abbastanza”.



MARK OF THE ANCIENTS

Aveva vissuto nel deserto per tutta la sua vita, ma per me era un mondo tutto nuovo. “Vedi quell’orma sulla sabbia?”, mi chiese, indicando un puntino dalla scogliera. Guardai più vicino che potessi. “No, non vedo niente”.
“È proprio in quel punto”, sorrise. “Dove non riesci a vedere l’impronta, è proprio lì che hanno camminato gli Antichi”. Proseguimmo per un po’, ad un certo punto indicò un enorme muro aperto sull’arenaria. “Vedi quella casa laggiù?”, chiese. Guardai con attenzione. “Non c’è niente da vedere”.
“Sei un bravo allievo”, sorrise. “Dove non vi è un tetto o un camino, è lì che molto probabilmente hanno vissuto gli Antichi”.
Girammo un angolo e davanti a noi si aprì un panorama meraviglioso – migliaia e migliaia di fiori da deserto germogliati. “Ti sembra che manchi qualcosa?”, mi chiese. Scossi la testa. “Vedo solo chilometri e chilometri di bellezza”.
“Sì”, disse a voce bassa. “Dove non manca niente, è proprio lì che gli Antichi hanno fatto più raccolti”.
Ho pensato molto a questo, a come intere generazioni siano riuscite a vivere in perfetta armonia con la terra, senza lasciare segni dove hanno vissuto. Al campo quella sera dissi, “Hai dimenticato una cosa”.
“Cosa?”, mi chiese.
“Dove sono seppelliti gli Antichi?”.
Senza rispondermi, conficcò il suo ramo nel fuoco. Una fiamma scoppiettò, salì in aria e sparì. Il mio insegnante mi diede un’occhiata per vedere se avevo capito. Rimasi seduto e immobile, e il mio silenzio gli suggerì di sì.




CHILDREN

Nei loro sorrisi spensierati, i bambini mi mostrano il divino che è in tutti noi. Questa semplice generosità risplende direttamente dai loro cuori. Questo può insegnarci molto. Se un bambino desidera un gelato al cioccolato, lo chiede e basta. Gli adulti si complicano la vita prima di decidere se mangiarlo o no. Un bambino se lo gusta e basta.
Quello che dobbiamo apprendere dai bambini non è l’essere infantili. Stando con loro entriamo in contatto diretto con la profonda saggezza della vita, che è onnipresente e chiede solo di essere vissuta. Ora che nel mondo c’è tanta confusione e disperazione, abbiamo bisogno dei nostri bambini più che mai. La loro naturale saggezza ci indica la soluzione che è nei nostri cuori e aspetta solo di essere riconosciuta.



MOTHER

Per eoni di tempo sono stato in gestazione
Di prendere forma ho avuto esitazione
Dall’ignoto questa cosmica concezione
Su questa terra una fantastica ricezione
E poi quel fatidico giorno d’agosto
Da te sono venuto al mondo
Con premuroso amore hai nutrito un seme
Al tuo stesso dolore non ha posto riguardo
Noncurante di alcun rischio o pericolo
Hai deciso per questo solitario forestiero

Arcobaleni, nuvole, il profondo cielo blu
Volano gli uccellini
Dai frammenti hai creato il mio tutto
Da elementi hai forgiato la mia anima
Madre cara, mi hai dato la vita
Grazie a te, nessun affanno, nessun conflitto
Mi hai dato gioia e posizione
Curandoti di me incondizionatamente
E se mai cambierò questo mondo
È grazie ai sentimenti che hai spiegato
La tua compassione è così dolce e cara
Posso sentire i tuoi sublimi sentimenti
Sento la tua più vaga nozione
La meravigliosa magia di ogni tua amorosa pozione
E ora che sono arrivato così lontano
Incontrato ogni re e sultano
Imbattuto in ogni colore e credo
Di tutte le passioni, ogni avidità
Torno a quella notte stellata
Senza paura di forza o potere
Mi hai insegnato come tener duro e lottare
Per ogni singolo torto o ragione
Ogni giorno di sconforto
Farò tesoro di quel che hai forgiato
Ricorderò ogni tuo bacio
Mai dimenticherò le tue dolci parole
Non importa dove io vada
Sei sempre nel mio cuore, madre mia cara.



MAGIC

L’idea che ho della magia non ha molto a che fare con i trucchi o i giochi di prestigio. Tutto il mondo è ricco di magia. Quando una balena emerge dal mare come una montagna appena nata, lo stupore ci lascia senza fiato. Che magia! Ma quando un bambino che muove i primi passi vede il suo primo girino brillare in uno stagno sente la stessa emozione. La meraviglia invade il suo cuore, perché per un istante è riuscito a cogliere la gioia della vita.
Quando vedo le nuvole correre via da una cima innevata, mi viene da gridare “Bravo!”. La Natura, la migliore fra i maghi, ha suscitato un’altra emozione. Ha svelato la vera illusione, la nostra incapacità di stupirci davanti alle sue meraviglie. Ogni volta che il sole sorge, la Natura ripete lo stesso comando: “Guardate!”; la Sua magia è infinitamente generosa, ed in cambio chiede solo di essere apprezzata.
Qual diletto deve provare la Natura quando fa nascere le stelle da gas turbinanti e dal vuoto! Essa le scaglia come lustrini da una cappa di velluto, un miliardo di ragioni valide per svegliarci in pura gioia. Quando apriamo i nostri cuori e apprezziamo tutto ciò di cui essa ci ha fatto dono, la Natura ha il suo compenso. Il suono degli applausi invade l’universo, e lei si inchina.




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