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Cos'è il «bulbo umido» e perché col cambiamento climatico dovremo imparare (purtroppo) a tenerne conto

Ultimo Aggiornamento: 18/08/2023 17:03
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«Non è tanto il caldo, è l'umidità che ti frega» non è più (soltanto) una frase fatta: far attenzione alla sola temperatura dell'aria non è più sufficiente


«Non è tanto il caldo, è l'umidità che ti frega».
Ok, è una frase fatta buona per uno scambio di battute imbarazzato in ascensore. E invece c'è più di un fondo di verità: in tempi di cambiamento climatico, dovremo imparare a tenere d'occhio quanto è alta l'umidità atmosferica e non solo la temperatura. O meglio, tenere d'occhio entrambi perché è la loro combinazione a diventare, in certe condizioni, pericolosa per l'essere umano, fino al rischio di decesso. Il concetto è alla base della temperatura del bulbo umido, una misurazione che molti meteorologi invitato a considerare con più attenzione al posto di quella, meno completa, della temperatura dell'aria. La soglia del rischio per la salute legata alla temperatura del bulbo umido è molto più bassa di quella che, generalmente, reputiamo degna di nota: con altissimi livelli di umidità, le ultime ricerche la collocano ad appena 31 gradi centigradi, mentre quelle precedenti parlavano di 35 gradi.

Cos'è il bulbo umido
Il nome bulbo umido, che può sembrare bizzarro, è legato ai termometri tradizionali: quelli a mercurio hanno a un'estremità un piccolo serbatoio, chiamato, per l'appunto, bulbo.
La misurazione a bulbo umido avviene coprendo un termometro con un panno imbevuto d'acqua. Come noto anche empiricamente, stendendo i panni ad asciugare, più l'aria è secca e meno umida, più l'acqua evapora velocemente. E più veloce è l'evaporazione dell'acqua, più bassa sarà la temperatura del termometro (rispetto alla temperatura dell'aria). Ma l'acqua può evaporare solo se l'aria circostante può assorbire altra acqua. Questo si misura confrontando la quantità di acqua presente nell'aria con il massimo che potrebbe esserci a quella data temperatura: è la cosiddetta umidità relativa. Lo 0% significa che l'aria è completamente secca, mentre il 100% significa che l'aria contiene già tutta l'acqua che può contenere in quel dato momento e che l'ambiente non può dunque assorbire altra acqua.
Quando l'umidità relativa è pari al 100%, anche un termometro a bulbo umido non può più essere raffreddato dall'evaporazione: la lettura sarà la stessa di un termometro non avvolto dal panno bagnato (bulbo asciutto).
Ora cerchiamo di capire cosa c'entra tutto questo con il corpo umano.
Come si raffredda il corpo umano
Alte temperature combinate con alta umidità sono pericolose per la salute perché gli esseri umani funzionano un po' come il panno bagnato: disperdono circa l'80% del calore attraverso la sudorazione. Ma il sudore evapora molto lentamente, o può non evaporare affatto, in condizioni di alta umidità. Quando l'umidità e la temperatura dell'aria sono elevate diventa dunque più difficile disperdere il calore in eccesso. «Non è tanto il caldo, è l'umidità», insomma. Se il corpo non riesce a raffreddarsi, finisce per surriscaldarsi, provocando problemi respiratori, cardiovascolari e persino la morte. Quando non si può utilizzare la termoregolazione attraverso il sudore, bisogna utilizzare altri sistemi, meccanici o tecnologici.


Un frame da «Extrapolations», serie di Apple Tv+

Qual è la soglia di pericolo con il «bulbo umido»
Nella serie di Apple Tv+ «Extrapolations - Oltre il limite», una sorta di «Black Mirror» del climate change, il quinto episodio «Uccelli Notturni» si svolge nell'India del 2059. La popolazione è costretta, da temperature e polveri, a vivere di notte e a dormire di giorno (da qui il titolo della puntata). A un certo punto i protagonisti sono costretti a muoversi di giorno e affrontano un allarme «bulbo umido», con pericolo mortale se si resta esposti all'ambiente esterno, che scatta ad «appena» 35 gradi centigradi. Non è un po' poco? Non viviamo queste temperature, e anche ben superiori (come i 48,8 gradi registrati in Sicilia in luglio), anche qui da noi, senza andare in India o nel futuro?
Ancora una volta torniamo al discorso dell'umidità relativa. Le ricerche collocavano proprio a 35 gradi centigradi la soglia di rischio per la temperatura da bulbo umido, ma studi più recenti hanno ridotto ad appena 31° C il livello di rischio. Valore da riparametrare in base all'umidità relativa: 31 gradi al 100% di umidità relativa oppure 38 gradi e il 60% e così via. A differenza della fiction, non bastano pochi istanti, ma serve un'esposizione prolungata: nessun essere umano può sopravvivere in queste condizioni per più di 6 ore.
Livelli che valgono per persone in buona salute e senza altre patologie ma che scendono a soglie più basse per i cosiddetti fragili e per chi è esposto, magari per il lavoro che svolge, all'ambiente esterno. Non è un caso che, già ora, le ondate di calore, sempre più ravvicinate, causino picchi di mortalità tra gli over 65.

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Le aree del mondo più a rischio
L'India raccontata da «Extrapolations» è una delle aree che, secondo meteorologi e climatologi, risulterà tra le più esposte ai rischi crescenti da bulbo umido. Gli altri Paesi sono quelli all'interno, o con aree all'interno, della fascia tropicale e monsonica: est della Cina, Bangladesh, Pakistan, ma anche Golfo Persico e Mar Rosso, con possibili interessamento anche di Brasile, aree del Messico e del sud degli Stati Uniti. Ma è ovvio che fenomeni più localizzati di temperature da bulbo umido estreme potranno verificarsi anche dalle nostre parti: meglio essere consapevoli dei rischi.

www.corriere.it/tecnologia/23_agosto_17/cos-e-il-bulbo-umido-pericoli-cambiamento-climatico-f2b0c305-d2f5-4c88-b770-7f1792e16xlk.shtml?re...
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