L'11 novembre 1993, allo stremo delle sue forze fisiche e mentali,
Michael Jackson concludeva in anticipo il suo leggendario Dangerous World Tour all'
Estadio Azteca di Città del Messico.
Il Re si spogliava così delle sue vesti scintillanti per affrontare il capitolo più triste della sua vita:
il culmine della dipendenza da farmaci in seguito alle false accuse dei Chandler.
Il resto degli impegni fu cancellato.
Michael, supportato da
Elizabeth Taylor,
Bill Bray, i suoi legali e anche da
Lisa Marie Presley, si recò a Londra, in un centro di riabilitazione.
Dopo aver lasciato la suite, il personale dell'hotel fu sorpreso nello scoprire che
i tappeti del salotto e della camera da letto di Jackson erano da buttare.
C'erano profonde ammaccature e crepe nell'intonaco delle pareti del soggiorno, come se qualcuno vi avesse sbattuto la testa o le avesse prese a pugni.
Le camere erano piene di immondizia. Le superfici dei muri e di alcuni mobili
erano imbrattati di scritte e scarabocchi (“
I love you”, “
I love you”).
Dopo lo spettacolo finale,
Michael, Liz e Larry si imbarcarono su un Jet MGM Grand 727, noleggiato per l'occasione da Elizabeth a Londra.
Il giorno successivo, 12 novembre, Jackson annunciò in un comunicato stampa che avrebbe annullato il resto del tour per la sua dipendenza dai farmaci.
Spiegò che aveva cominciato a usare gli antidolorifici sette mesi prima, dopo aver subito un intervento di chirurgia ricostruttiva al cuoio capelluto
in seguito alle ustioni riportate nel 1984 durante le riprese dello spot per la Pepsi:
«
Avevo assunto i farmaci con parsimonia in un primo momento. Appena ho cominciato questo tour, sono diventato il bersaglio di un tentativo di estorsione, e subito dopo sono stato accusato di una condotta raccapricciante e vergognosa.
Sono stato umiliato, imbarazzato, ferito, e questo ha causato grande dolore e sofferenza nel mio cuore.
Lo stress derivante da queste false accuse, unito all'incredibile energia di cui ho bisogno per esibirmi, mi ha causato un dolore tale da lasciarmi fisicamente ed emotivamente esausto.
Sono diventato dipendente dagli antidolorifici per poter affrontare il tour».
Molti osservatori ritennero che si trattasse di una bufala orchestrata ad arte nell'unico interesse di tenere il Re del Pop lontano dagli Stati Uniti, e svincolarlo così dal procedimento penale.
Sappiamo tutti bene, invece, cosa Michael avrebbe ancora dovuto sopportare nei (pochi) anni che gli sarebbero rimasti da vivere.
Dall'aggravarsi della dipendenza al processo del 2005, fino alla tragica morte per intossicazione acuta da
Propofol nel 2009: tutto partì da questo momento cruciale, durante il quale
la sua arte, le sue opere umanitarie e la sua stessa vita rischiarono di essere distrutte sotto i colpi dell'avidità, del ricatto e dell'ingratitudine.
In parte, purtroppo, andò proprio così.
________________________________
A cura di Alessandra Pierdominici per il Michael Jackson FanSquare.
Testo rielaborato dalla biografia Michael Jackson: The Magic, the Madness, the Whole Story, di John Randy Taraborrelli.
Nella foto, Michael Jackson apre il concerto del suo
Dangerous World Tour all'
Estadio River Plate di Buenos Aires, Argentina, 12 ottobre 1993.
[Modificato da Compix 12/11/2021 18:47]