[bio] Il "Michael Jackson's Ghosts" e la metafora del 'Maestro'

Ultimo Aggiornamento: 26/10/2021 13:20
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20/10/2021 21:35
 
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Molto, molto interessante....

Questo pensiero trovo sia molto profondo:

francesca.dedonatis, 13/10/2021 21:32:

Una volta impostato e messo in atto il "piano" di Evan Chandler, l'immagine di Jackson come un pedofilo si è impressa in modo indelebile nella mente della polizia, nella stampa e nell'opinione pubblica, e gli eventi che vi hanno fatto seguito sono la conseguenza diretta di quello stereotipo creato sulla base di un pregiudizio

Ma perché il caso Chandler ha avuto tali implicazioni? Perché la polizia ha creduto a Chandler e non a Jackson, nonostante le incongruenze nelle dichiarazioni di Chandler ed i numerosi segnali di dubbio? Perché la stampa ha distorto e fabbricato "prove" contro Jackson, e ha invece omesso elementi a sua discolpa? [...]

Ad una prima impressione, benché possa sembrare irrilevante, forse uno dei motivi è stato il cambiamento di colore della sua pelle. [...]
In "The White Afro-American Body: A Cultural and Exploration", Charles D. Martin [...] ripercorre la percezione pubblica del corpo nero con la pelle bianca, in particolare del corpo di coloro che soffrono di vitiligine e albinismo, dalla schiavitù attraverso la segregazione razziale fino ai nostri giorni. [...]
Egli sostiene che i corpi di individui "White Negro" hanno affascinato e impaurito il pubblico bianco per più di due secoli, sfidando i concetti di essenzialismo razziale e di purezza. [...]
Martin suggerisce che, se si prende in considerazione questo contesto storico, "la pelle bianca-nera" dello stesso Jackson è "la prova principale della sua follia, della sua perversità, dei suoi crimini": un pregiudizio irrazionale, forse confermato dal fatto che è stato effettivamente accusato di un reato sessuale "perché aveva superato il confine razziale".



Mi trovo molto d'accordo con alcune osservazioni:

francesca.dedonatis, 13/10/2021 21:32:

È importante sottolineare che l'illusione di aver distorto e distrutto il suo volto, Jackson - come il 'Maestro' - l'ha sia sostenuta che nello stesso tempo negata. [...]

Una volta che i tabloid hanno convinto l'opinione pubblica che Jackson avesse subito numerosi interventi facciali, in tanti hanno visto nel suo un volto devastato dalla chirurgia estetica, mentre chi non ha accettato tali idee ha continuato a riconoscervi un bel viso.
Tutto questo, a sua volta, riflette i pensieri che la gente ha proiettato su di lui. Chi pensava che fosse un mostro e un pedofilo, vedeva in lui un mostro e un pedofilo. Chi invece pensava che fosse una vittima, ha riconosciuto in lui una vittima.



Inoltre:

francesca.dedonatis, 13/10/2021 21:32:

....dopo la pubblicazione del suo libro nel 2013, Manning abbia poi rivisto il suo pensiero circa la portata degli interventi facciali di Jackson, in una discussione del 10 aprile 2014 su "Dancing with the Elephant":

"Fondamentalmente, l'identità razziale è  determinata negli altri dalla nostra percezione dei tratti razziali del volto: nel caso di Michael Jackson, il colore della pelle e la forma del naso. [...]
Così, anche quando a tutti gli effetti un volto non è cambiato molto, se quelle particolari caratteristiche, quei marcati segni razziali sono alterati, la nostra percezione è che l'intero volto si sia trasformato radicalmente, mentre in realtà non lo è"
.

Come suggerisce Manning, Jackson ha profondamente modificato "le caratteristiche più marcate legate alla razza", quelle con cui siamo soliti definire l'identità razziale e l'appartenenza, esattamente come si legge sul suo volto. [...]
In altri termini, non è tanto il suo volto in sé ad essere cambiato, ma il modo in cui noi lo interpretiamo. Si tratta di una sfida intrigante che meriterebbe ulteriori studi. [...]




L'idea che Michael abbia potuto concepire il suo viso come una forma d'arte, invece, mi lascia un po' perplessa...
Va detto, tra l'altro, che nel 1996/7 Michael era di una bellezza folgorante, basta guardare le foto qui riportate.

Invece trovo molto stimolante l'idea che abbia potuto pensare di usare un cortometraggio, peraltro in un primo tempo legato ad una produzione Disney, per lanciare messaggi allo stesso tempo chiari e ambigui sul modo in cui le persone percepiscono il diverso da se, l'altro, al punto di fare di lui un mostro.
Mi piacerebbe molto sentire cosa avrebbe da dire Steven King in proposito. Sarebbe bellissimo intervistarlo sul processo creativo alla base del video, sul contributo di Jackson, e sulla interpretazione dei significati sottesi.


[Modificato da omoni 20/10/2021 21:39]
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