Pagina precedente | 1 2 3 4 | Pagina successiva

[musica] Dentro la 'Magnum Opus' di Michael Jackson: la nascita di 'Earth Song' all'Hotel Marriott di Vienna

Ultimo Aggiornamento: 05/06/2022 00:08
Autore
Vota | Stampa | Notifica email    
07/06/2021 19:45
 
Quota
Post: 177
Registrato il: 14/01/2020
Città: MAGLIE
Età: 49
Sesso: Femminile
Moderatore
The Essential Fan
Staff
OFFLINE


Earth Song: il Capolavoro per eccellenza nel repertorio di Michael Jackson, quello con la C maiuscola.
Un appello accorato in favore del pianeta Terra e dei suoi abitanti, soprattutto i più sofferenti e vulnerabili.
Uno dei più audaci e più intensi inni di protesta che siano mai stati composti nel panorama musicale internazionale, e che giustamente il Re del Pop aveva a cuore come una delle sue creazioni più importanti: intendeva riservarla perfino come momento clou del This Is It, ed è stato l'ultimo pezzo che ha provato prima della sua tragica scomparsa.

Riduttivo, definirla semplicemente una "canzone".

Ebbene... nonostante Earth Song sia arrivata sul mercato discografico soltanto nel Giugno del 1995 con l'album HIStory: Past, Present and Future - Book I, e poi pubblicata come singolo il 27 Novembre dello stesso anno (USA esclusi), il momento iniziale della sua ispirazione creativa va fatto risalire molto più indietro, e precisamente alla vigilia dell'unica memorabile tappa del Bad World Tour in terra austriaca: il concerto sold-out al Prater Stadium di Vienna del 2 Giugno 1988.

Ce lo racconta Joseph Vogel, in un emozionante passaggio del suo Earth Song: Inside Michael Jackson's Magnum Opus (2011).

«Michael Jackson era nella sua stanza d'albergo da solo, meditando. E nel bel mezzo della seconda leg del suo Bad World Tour, un'estenuante tournée di 123 concerti spettacolari, durata quasi due anni. Il tour sarebbe diventato il più grande campione d'incassi e la serie di concerti più frequentati nella storia. [...]

Ora lui era a Vienna, in Austria, la capitale musicale del mondo occidentale. È qui che sono stati composti la brillante Sinfonia n. 25 e l'inquietante Requiem di Mozart; è qui che Beethoven ha studiato con Haydn e ha suonato la sua prima Sinfonia. Ed è qui, all'Hotel Marriott di Vienna, che è nata la 'Magnum Opus' di Michael Jackson, Earth Song, il 1º Giugno 1988.

Il brano di sei minuti e mezzo che è andato costruendosi nel corso dei sette anni successivi era completamente diverso da qualsiasi cosa ascoltata prima d'allora nella musica pop.
Gli inni e le canzoni sociali di protesta avevano fatto parte per lungo tempo di un solido patrimonio culturale. Ma nessuna fra loro assomigliava a questa.

Earth Song è stata un qualcosa di più epico, drammatico e primordiale. Le sue radici sono più profonde, la sua visione è stata più lungimirante. Era un lamento strappato dalle pagine di Giobbe e Geremia, una profezia apocalittica che ricorda le opere di Blake, Yeats ed Eliot.

Esprime musicalmente quello che l'abile protesta estetica di Picasso ha trasportato nell'arte di Guernica. Nell'ambito delle sue scene vorticose di distruzione e sofferenza, ci sono voci, grida, pianti, suppliche, che urlano il bisogno di essere ascoltati ("Che ne è di noi?").
Earth Song sarebbe diventata l'antifona ambientale di maggior successo mai registrata nella storia, arrivando ai vertici delle classifiche in oltre 15 Paesi e vendendo oltre 5 milioni di copie». [...]
__________________________________

📌 Ma qual è esattamente il contesto in cui va inquadrata l'ispirazione di Earth Song?

«Jackson ricorda il momento preciso in cui è affiorata la melodia. Era la sua seconda notte a Vienna.



Fuori dal suo albergo, oltre Ring Strasse Boulevard e il tentacolare Stadtpark, poteva vedere i Musei maestosamente illuminati, le Cattedrali e i teatri d'opera. Si ritrovava immerso in un mondo di cultura e di privilegio, lontano dalla sua casa d'infanzia a Gary, nell'Indiana.

Jackson soggiornava in una serie di spaziose suite attigue, con grandi finestre ed una vista mozzafiato. Eppure, nonostante l'opulenza che lo circondava, mentalmente ed emotivamente era da qualche altra parte.
Non era mera solitudine (anche se sicuramente si sentiva così). Era qualcosa di più profondo: una disperazione opprimente sulla condizione del mondo. [...]

Nel 1988, Jackson avrebbe certamente avuto motivo di essere egocentrico. Era la persona più famosa del pianeta.
Ovunque viaggiasse, creava isterismo di massa. [...]

Tuttavia, mentre Jackson - per certi aspetti - godeva dell'attenzione ricevuta, sentiva anche una profonda responsabilità nel modo in cui usare la propria celebrità, ancor più che la fama e la fortuna. [...]
"Dopo aver visto le cose che ho potuto osservare viaggiando in tutto il mondo, non sarebbe stato onesto verso me stesso e verso il mondo distoglierne lo sguardo", ha spiegato». [...]
__________________________________

📌 La dote più particolare e rara di Michael, la sua profonda empatia:

«Mentre si esibiva o aiutava i bambini, si sentiva forte e felice, ma quando tornava nella sua camera d'albergo, a volte era sopraffatto da una combinazione di ansia, tristezza e disperazione. Jackson è sempre stato sensibile alla sofferenza e alle ingiustizie. Però, in particolare negli ultimi anni, il suo senso di responsabilità morale è cresciuto. [...]

Ha letto molto, guardato film, parlato con esperti, e si è occupato dei problemi con passione. Era profondamente coinvolto nel tentativo di comprendere e di cambiare il mondo.

Nel 1988, aveva sicuramente delle ottime ragioni per preoccuparsi.
Le notizie si leggevano come i capitoli delle Sacre Scritture antiche: ci furono ondate di calore e siccità, grandi incendi e forti terremoti, genocidi e carestie. In Terra Santa si intensificava la violenza, mentre le foreste in Amazzonia erano devastate, e poi immondizia, petrolio e liquami cosparsi sulle coste.

Nel 1988 la rivista Time, invece di celebrare il personaggio dell'anno, dedica la sua storica copertina alla "Terra in via d'estinzione". D'un tratto, si è compreso che in tanti stavano letteralmente distruggendo la nostra dimora.

La maggior parte delle persone, però, legge con indifferenza o guarda le notizie passivamente. Esse diventano insensibili alle immagini e ai fatti sconvolgenti, proiettati sullo schermo.
Eppure, spesso tali storie hanno toccato Jackson fino alle lacrime. Lui le interiorizzava, e sentiva il dolore fisico. [...]

"[Per l'uomo medio]", ha spiegato, "si tratta di vedere i problemi 'là fuori' da risolvere… Invece io non penso in quello stesso modo: questi problemi non sono 'là fuori', in realtà. Io li sento dentro di me.
Un bambino che piange in Etiopia, un gabbiano che lotta pateticamente in una chiazza di petrolio, un soldato adolescente che trema di terrore quando sente gli aerei volare in alto sul suo capo....
Queste cose non stanno forse accadendo anche in me, quando li vedo e sento parlare di loro?"
.

Una volta, durante una prova di danza, dovette fermarsi perché l'immagine di un delfino intrappolato in una rete lo aveva turbato emotivamente.
"Nel modo in cui il corpo dell'animale era aggrovigliato nelle corde", spiegò, "si poteva leggere tanta agonia. I suoi occhi erano vuoti, eppure c'era ancora quel sorriso, che i delfini non perdono mai… Così io ero là, nel bel mezzo della prova, e ho pensato: 'Stanno uccidendo una danza!'"».
__________________________________

📌 Ed ecco, finalmente, la scintilla decisiva per la creazione di Earth Song:

«Quando Jackson si esibiva, poteva sentire queste turbolente ondate di emozioni che lo attraversavano all'improvviso. Con la sua danza ed il suo canto, lui ha cercato di trasfondere la sofferenza, di darle espressione, significato e forza.
Era liberatorio.
Per un breve istante, avrebbe potuto condurre il suo pubblico in un mondo alternativo di armonia e di estasi. Ma, inevitabilmente, veniva gettato di nuovo nel "mondo reale" dominato dalla paura e dall'alienazione.

Gran parte di questo dolore e di questa disperazione fluiva nell'animo di Jackson mentre si trovava nella sua stanza d'albergo, meditando. Poi, improvvisamente, "cadde nel [suo] grembo" Earth Song. Una canzone interpretata dalla sua prospettiva, la sua voce. Un lamento, ed una supplica.

Il coro arrivò per primo... un grido muto.
Afferrò il suo apparecchio audio, e realizzò la registrazione.
Aaaaaaaaah... Oooooooooh...



Gli accordi erano semplici, ma poderosi: da un la bemolle minore ad una triade di do diesis; da un la bemolle con settima minore ad una triade di do diesis; poi, modulando a salire, da un si bemolle minore ad una triade di mi bemolle.
"Questo è tutto!", pensò Jackson.

Poi affinò l'introduzione, e alcuni versi.
Visualizzò tutto nella sua testa, e quindi creò quella che sarebbe diventata la più grande canzone che avesse mai composto…».

Il giorno dopo quella primissima ispirazione di Earth Song, Michael incantò con il suo strepitoso concerto i 55.000 spettatori entusiasti del Prater Stadium, mentre un articolo AP titolava: "130 fan sono svenuti durante lo show di Jackson".
Ma nel suo cuore brillava già la luce di quel Capolavoro che, con la sua straordinaria contaminazione di pop, rock, lirica, gospel e blues, lo avrebbe consegnato all'immortalità come l'artefice di uno degli inni di protesta ambientalista più solenni e più amati in assoluto nell'intera storia della musica.


____________________________________

A cura di Francesca De Donatis per il Michael Jackson FanSquare.
[Modificato da francesca.dedonatis 01/06/2022 21:08]
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 3 4 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 00:29. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com