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[filantropia] Il "Michael Jackson's Thriller" e la sua sfida culturale ai pregiudizi razziali

Ultimo Aggiornamento: 29/09/2021 23:30
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15/05/2021 21:10
 
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A partire da agosto 2020, la scrittrice Willa Stillwater ha deciso di illustrare il valore culturale del fenomeno Michael Jackson nella sfida ai pregiudizi e alle discriminazioni razziali con una serie di quattro saggi su medium.com, tra i più approfonditi e convincenti che si possano trovare sull'argomento.

La conclusione a cui si arriva attraverso la sua analisi, peraltro, finisce per riconoscere nelle accuse ingiuste di cui Michael è stato vittima il carissimo prezzo che ha dovuto pagare per aver provato a ribaltare le convenzioni ormai radicate da secoli in tema razziale nella società moderna, in particolare negli USA.

A questo proposito, il secondo dei quattro saggi, dedicato all'immortale cortometraggio di "Thriller", permette di scoprire i significati più profondi - direi perfino insospettabili - che si nascondono all'interno della trama di quel capolavoro assoluto, e sui quali, nell'immediatezza di una sua prima visione, di sicuro non ci si sofferma a riflettere: «"Are You Scared Yet?" - How Michael Jackson Altered the Sensations of Racism» («"Hai ancora paura?" - Come Michael Jackson ha trasformato le sensazioni di razzismo»).
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📌 Premessa fondamentale, la portata rivoluzionaria di una creazione artistica come lo short-film di "Thriller", necessaria per poi comprenderne le sorprendenti conclusioni finali:

«È difficile rendere l'idea oggi, a quasi 40 anni di distanza, di quale fenomeno sia stato negli anni '80 il video di Michael Jackson "Thriller".
È una di quelle rare opere d'arte che sembra permeare ogni aspetto della cultura in generale. [...]
Ma "Thriller" è molto più di un'opera d'arte ben fatta. Ha anche toccato qualcosa di profondo nella psiche americana. [...]

Al momento dell'uscita di "Thriller", MTV era il luogo da cui i video musicali venivano diffusi per la maggior parte del pubblico americano, e il suo modello di business era costruito su un "casting ristretto" per i giovani spettatori bianchi: in particolare, gli adolescenti di periferia con accesso alla TV via cavo e abbastanza soldi in tasca per acquistare degli album. [...]
Come ha scritto il critico Steven Levy in un articolo del 1983 su "Rolling Stone", MTV temeva di "alienare i ragazzi bianchi di periferia, che, in base ad una ricerca, non amavano i neri o la loro musica". Queste ipotesi su ciò che gli adolescenti bianchi avrebbero voluto vedere ed ascoltare (e quindi acquistare) avevano bandito gli artisti neri da MTV.

All'inizio del 1983, il successo del video di "Billie Jean" di Jackson ha dimostrato che i ricercatori di mercato di MTV si sbagliavano, e ha aperto le porte ad altri artisti neri, compreso Prince.
Ma [...] pochi mesi più tardi, "Thriller" si è rivelato uno tsunami culturale.

Al momento dell'uscita di "Thriller" nel dicembre 1983, MTV considerava un video in forte rotazione se veniva riprodotto quattro volte al giorno.
La richiesta pubblica, invece, ha spinto MTV a mandare in onda "Thriller" per due volte ogni ora. Questo è ancora più straordinario se si considera che "Thriller" dura circa 14 minuti, [...] con i giovani americani bianchi che lo guardavano compulsivamente più e più volte. [...]

Per comprendere questo fenomeno, è importante rendersi conto che l'emergere di Jackson tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 come idolo degli adolescenti aveva offerto una nuova visione evocativa dell'uomo di colore, che milioni di americani bianchi potevano trovare attraente. Tuttavia, continuava ancora a persistere la narrativa secolare degli uomini neri visti come predatori sessuali. [...]

Queste due immagini in competizione - Jackson come ingenuo adolescente rubacuori e Jackson come predatore - coesistevano fianco a fianco in una tensione inquieta.
Questa tensione è appunto al centro di "Thriller"». [...]
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📌 Cominciamo dunque a ripercorrere i passaggi fondamentali della trama di "Thriller": scopriremo che ogni momento della narrazione racchiude dentro di sé un significato "nascosto", che va ben oltre la semplice apparenza.
Perché, in realtà, il capolavoro di Michael Jackson e John Landis è qualcosa di molto, molto di più, che un semplice videoclip musicale ispirato al genere horror:

«Jackson ha usato la sua arte per esplorare la realtà e lavorare attraverso i conflitti culturali che lo circondavano. [...]
"Thriller" ha colpito una corda nel profondo dell'inconscio collettivo, [...] e in particolare gli spettatori bianchi ne sono rimasti ipnotizzati. [...]

Sorprendentemente, sembra che a Jackson non piacessero i film dell'orrore. [...]
Quindi, non è stato ispirato a realizzare "Thriller" da una passione per i film horror, né è stato guidato da "una fede nell'occulto", come chiarisce il suo celebre disclaimer all'inizio del film.
Eppure, qualcosa lo ha spinto a realizzare un film spaventoso nonostante la sua riluttanza e persino disgusto per "quel genere di cose". È importante sottolineare come la sua motivazione sembri essere stata il desiderio di "trasformarsi in un mostro" sullo schermo: [...] questo era esattamente ciò che Jackson voleva che il suo pubblico sperimentasse».
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📌 Primo atto della narrazione: la trasformazione di Michael da romantico corteggiatore a spietato lupo mannaro.



«"Thriller" si apre con un'inquadratura in lontananza di una decappottabile anni '50 a corto di benzina su una strada di campagna deserta. [...]
Il tema degli adolescenti a corto di benzina in occasione di un appuntamento è un luogo comune molto familiare nella cultura pop americana: generalmente, è uno stratagemma che il ragazzo usa per dare inizio ad un approccio.

In "Thriller", la ragazza sembra molto esperta in questo tipo di sotterfugi: perciò, presume che Michael abbia intenzioni illecite. Già all'inizio, dunque, lui si ritrova sospettato. [...]

Le riprese passano poi sulla giovane coppia che cammina lungo la strada, [...] sottolineando l'innocenza della situazione. [...]
Michael le chiede di "diventare la sua ragazza", dandole un anello e spostando la narrazione ad un vero corteggiamento.

Il focus di queste scene di apertura, quindi, [...] è in particolare sul fatto se Michael sia o meno sessualmente innocente. È una domanda che ha perseguitato Jackson per tutta la sua carriera, dal dodicenne che cantava "Who's Loving You" con una consapevolezza 'inquietante', allo sconcertante sex-symbol adolescente che appariva esuberante sul palco ma dolorosamente timido al di fuori di esso, fino all'uomo adulto oggetto di rivendicazioni di paternità e accuse di molestie. Questa continua domanda sull'innocenza di Jackson è al centro di "Thriller".

Michael pronuncia quella famosa frase: "Non sono come gli altri ragazzi". [...]
Una luna piena appare da dietro una nuvola, e inizia una metamorfosi: compaiono zanne e occhi gialli a fessura. [...]



La ragazza urla, e poi corre nel bosco cercando di sfuggirgli, ma lui la insegue e la attacca. [...]
Michael non è innocente. È una bestia, e colpevole di cose mostruose. [...]

Però, all'improvviso, la scena cambia ancora una volta. [...]
Noi, come spettatori, ci ritroviamo di colpo in un cinema a guardare un pubblico per lo più bianco che reagisce con orrore alle immagini di cui siamo stati testimoni. [...]
Tra il pubblico ci sono anche una versione anni '80 di Michael e della sua ragazza senza nome, che guardano le loro controparti anni '50 sullo schermo.



Significativamente, l'unica persona nel cinema a non sembrare spaventata dal film è Michael, che sorride maliziosamente mentre mangia i suoi popcorn, [...] circondato da una folla di bianchi inorriditi. [...]
Sotto molti aspetti, questo quadro appare emblematico della sua carriera successiva. [...]

Attraverso questi suoni e queste immagini, "Thriller" evoca ed amplifica alcune delle paure più profondamente radicate che uomini e donne bianchi americani hanno proiettato per decenni sugli uomini di colore. Ma poi quelle paure e quei sospetti vengono smentiti e sottoposti a verifica. Michael non è una bestia, un mostro, un predatore.
Come dice lo stesso Michael, questo è "solo un film" che è stato creato per infiammare l'immaginazione (in gran parte bianca). [...]
E, soprattutto, Michael ne sta ridendo. [...]
Attraverso queste scene, Jackson vuole suggerire come tutte quelle storie di uomini neri descritti come bestie e predatori in realtà non siano vere, ma hanno comunque un potente effetto sull'immaginario collettivo dell'America bianca.

Dopo che Michael e la sua ragazza lasciano il cinema, lei inizia a rilassarsi... e anche noi come pubblico [...] ».
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📌 Secondo atto: l'incontro imprevisto con una banda di 'zombie', e la rivelazione di Michael come uno di loro, nientemeno che "il loro Alfa"... ma non senza una sorpresa finale.

«L'atmosfera è giocosa, [...] ma poi lo schema si ripete. L'umore cambia improvvisamente quando Michael e la sua ragazza si ritrovano da soli in una strada urbana, circondati da una banda di uomini dall'aria spaventosa. [...]



Questa era una paura reale per molti suburbani americani bianchi, specialmente negli anni '70 e '80: un periodo di intensa preoccupazione per il degrado urbano e la violenza delle bande.

Non solo: un'analisi più attenta di questa temibile "banda" rivela che non si tratta di uomini, bensì di 'zombie'.

Come la ragazza, anche noi da spettatori siamo costretti ad affrontare quei terrori ancora una volta. È possibile che alcune di quelle storie dell'orrore di cui Michael ha riso in realtà siano vere? [...]

La sua ragazza si aggrappa a lui mentre gli zombie si avvicinano, ma poi si rende conto con orrore che anche Michael è diventato uno di loro. A tutti gli effetti, è il loro Alfa. Guida gli altri zombie in una danza macabra. [...]



Lei fugge e si nasconde in una casa abbandonata, mentre loro irrompono e avanzano verso di lei in un modo molto minaccioso. [...]
Però, ancora una volta, quelle paure vengono disintegrate e sgonfiate. La ragazza urla mentre lo zombie Michael le afferra la gola... ma, aspettate: non è davvero uno zombie!
Lei si risveglia per rivedere il dolce Michael che conosce, e che ama. Ancora una volta, è il simpatico ragazzo di colore che l'ha portata al cinema. [...]

È successo di nuovo. Ha lasciato che le sue paure si scatenassero e ha immaginato che lui fosse un mostro, e ancora una volta Michael si prende gioco di lei (e di noi) per aver creduto a quelle false narrazioni. [...]

Ma poi Michael si gira verso la telecamera, e noi come spettatori vediamo qualcosa che la sua ragazza non vede: il suo viso ha il ghigno diabolico e gli occhi taglienti di un mostro. [...]



E noi spettatori, come lo interpretiamo? [...]
Presumiamo semplicemente che stia diventando una bestia ancora una volta? Oppure il percorso di osservazione di "Thriller" ci ha portato ad interpretare la sua figura in un modo più sofisticato e più sfumato? [...] ».
__________________________________

📌 Ed ecco la grande, fondamentale conquista culturale rappresentata dal cortometraggio di "Thriller" nel nostro mondo moderno:

«Gonfiando ripetutamente e poi sgonfiando le paure che l'America bianca proietta su di lui e su altri giovani uomini neri, in "Thriller" Jackson esegue una sorta di 'esorcismo'. Suscita dei sentimenti che gli americani bianchi tendono a reprimere - in questo caso, sensazioni fisiche evocate dalla leggenda metropolitana del predatore di colore, sensazioni radicate negli americani bianchi attraverso secoli di condizionamenti culturali - ma poi suscita delle emozioni spontanee che ne rendono possibile il superamento.

Perciò, quando alla fine del film compaiono quegli occhi a fessura da gatto, evocano una risposta difficile da spiegare: c'è ancora un elemento di paura, ma c'è anche un piacere inaspettato. [...]
Ironia della sorte, Michael sembra più vivo quando è non morto: non quando è quel giovane represso nelle scene iniziali, ma quando è uno zombie che balla e attira anche gli altri nella sua danza. C'è eccitazione e vera gioia per la possibilità che si liberi dai vincoli convenzionali, che si trasformi e balli ancora una volta. [...]

Mentre il film sfida l'ipotesi razzista che Michael possa essere una bestia o un mostro, e ci costringe come pubblico a mettere in discussione la narrativa secolare degli uomini di colore visti come predatori [...], alla fine ci ritroviamo ad aver scoperto in lui un eccesso creativo meravigliosamente selvaggio che non possiamo catturare o descrivere completamente, e siamo incoraggiati ad assaporare piuttosto che temere quell'eccesso».

Attraverso la narrazione del suo "Thriller", in definitiva, Michael Jackson ha voluto dimostrare come le concezioni radicate da secoli nella società bianca - soprattutto americana - che catalogavano gli uomini di colore come potenziali e pericolosi predatori fossero in realtà esclusivamente frutto di pregiudizi razzisti privi di fondamento, nati ingiustamente dalla fantasia umana.

Di sicuro, questa analisi così sorprendente cambia per sempre il nostro modo di guardare quel cortometraggio: la creazione artistica a cui per eccellenza il Re del Pop ha legato il suo nome assume in realtà un valore di svolta fondamentale nella sfida culturale ai pregiudizi razziali. 👇



E non solo.
A questo punto, si delinea ancora un'altra questione, ricca di risvolti altrettanto significativi: quella che riguarda i cambiamenti fisici di Michael, con la sua progressiva perdita dei tratti somatici tipici di un uomo di colore.

Ma questa è un'altra storia... al prossimo approfondimento! 😉

Per il saggio di Willa Stillwater in versione integrale:
medium.com/@willa.stillwater/are-you-scared-yet-e0645ab26046
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A cura di Francesca De Donatis per il Michael Jackson FanSquare.
[Modificato da francesca.dedonatis 29/09/2021 13:00]
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Francesca sei riuscita a farmi rivivere tutto Thriller solo leggendo. E mi è piaciuto moltissimo. Ti faccio e vi faccio i miei complimenti. L'ho letto ora con il mio piccolo e sono così colpita da questo approfondimento. Grazie davvero. Complimenti [SM=g5818241] [SM=g5818240] [SM=g5818241] [SM=g5818236]

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Un approfondimento del video che ci sta tutto e nella lettura si rivive il video in tutto e per tutto. Di sicuro willa ci avrà azzeccato, ma bisogna vedere se Michael ha voluto veramente mandare questi messaggi o ha fatto solo un video strariuscito.
Seguo. [SM=g5818356]

La musica è una sostanza pesante senza effetti collaterali. (Gigi D'Agostino)
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Davvero molto interessante questa interpretazione del video.... sarebbe bello poter chiedere a Landis cosa ne pensa. Ricordo bene di avergli sentito dire che Michael voleva diventare un mostro, perciò questo è vero. Nessuno lo ha mai intervistato sull'argomento?

Ho letto anche altri saggi sulle profondissime radici del razzismo in America, che ha tollerato per secoli la schiavitù e poi il KKK, e ancora oggi produce brutalità, violenza ed ingiustizie. Non credo che possiamo comprendere appieno le difficoltà, i pregiudizi e le porte sbarrate che Michael si è trovato ad affrontare nella sua carriera e nella sua vita. E credo che lui fosse profondamente consapevole e orgoglioso di essere nero. La chirurgia estetica, a mio avviso, non ha avuto nulla a che fare con la sua identità.
[Modificato da omoni 16/05/2021 00:40]
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Grazie per aver riproposto l'interessantissimo saggio di Willa Stillwater.
16/05/2021 18:30
 
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Adelina78, 15/05/2021 23:19:

Francesca sei riuscita a farmi rivivere tutto Thriller solo leggendo. E mi è piaciuto moltissimo. Ti faccio e vi faccio i miei complimenti. L'ho letto ora con il mio piccolo e sono così colpita da questo approfondimento. Grazie davvero. Complimenti [SM=g5818241] [SM=g5818240] [SM=g5818241] [SM=g5818236]

Grazie a te per aver apprezzato questo mio lavoro con così tanto entusiasmo!!! 😍😍😍

È una lettura di "Thriller" che mi ha colpito moltissimo, e che d'ora in poi me lo farà sicuramente guardare con occhi diversi: ci ho messo tutto il mio impegno per preparare questo topic, perché ci ho creduto fino in fondo, sentivo che ne valesse sul serio la pena.

Grazie ancora!!! 🙏
[Modificato da francesca.dedonatis 16/05/2021 19:25]
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mjj2pantera, 16/05/2021 00:00:

Un approfondimento del video che ci sta tutto e nella lettura si rivive il video in tutto e per tutto. Di sicuro willa ci avrà azzeccato, ma bisogna vedere se Michael ha voluto veramente mandare questi messaggi o ha fatto solo un video strariuscito.
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Mah... secondo me, Michael era di una tale genialità che effettivamente sarebbe un po' riduttivo interpretare il suo "Thriller" soltanto come un cortometraggio ispirato al genere horror: questi significati che vanno oltre la sua trama potrebbero starci tutti.

Oltre al fatto che vi sono stati utilizzati alcuni luoghi comuni della cultura americana, come la coppia di ragazzi a corto di benzina o l'aggressione da parte di una banda di malintenzionati in periferia, me lo fa pensare anche l'impegno che Michael ha dimostrato per una vita intera nella lotta ai pregiudizi razziali, di cui ha avvertito il peso sulla propria stessa pelle.

Già fino al 1983, infatti, ancor prima della realizzazione di "Thriller", ne aveva fatto le spese molto pesantemente, con tutte quelle discriminazioni verso gli artisti di colore contro le quali dovette combattere. Perciò, credo che davvero si sia servito di questa trama horror per dirci molto molto di più.
[Modificato da francesca.dedonatis 16/05/2021 19:22]
16/05/2021 20:35
 
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omoni, 16/05/2021 00:24:

Davvero molto interessante questa interpretazione del video.... sarebbe bello poter chiedere a Landis cosa ne pensa. Ricordo bene di avergli sentito dire che Michael voleva diventare un mostro, perciò questo è vero. Nessuno lo ha mai intervistato sull'argomento?

Ho letto anche altri saggi sulle profondissime radici del razzismo in America, che ha tollerato per secoli la schiavitù e poi il KKK, e ancora oggi produce brutalità, violenza ed ingiustizie. Non credo che possiamo comprendere appieno le difficoltà, i pregiudizi e le porte sbarrate che Michael si è trovato ad affrontare nella sua carriera e nella sua vita. E credo che lui fosse profondamente consapevole e orgoglioso di essere nero. La chirurgia estetica, a mio avviso, non ha avuto nulla a che fare con la sua identità.

Non mi risulta che John Landis si sia espresso in qualche intervista sui significati più profondi del cortometraggio di "Thriller": d'altra parte, l'idea di una trama ispirata al genere horror era stata proprio di Michael, che si era rivolto a lui per poterla mettere in scena. Quindi, ciò che ha voluto raccontarci con questa storia, e con quel suo trasformarsi in una creatura mostruosa, lo si deve soltanto alla sua genialità.

E, considerato quanto abbia dovuto passare in tutta la sua vita per combattere contro i pregiudizi razziali, fin dall'inizio della sua carriera, e quanto si sia sempre profondamente impegnato per rivendicare i valori dell'uguaglianza e del rispetto, credo proprio che già con "Thriller" Michael abbia voluto dirci molto molto di più, rispetto a quel che potrebbe sembrare in apparenza.

Anch'io sono convinta che lui sia rimasto sempre fiero ed orgoglioso delle sue origini afro-americane: il suo aspetto fisico non è cambiato per rinnegare quella sua appartenenza.
L'approfondimento di Willa Stillwater sulle trasformazioni del suo viso, che analizzerò prossimamente, non attribuisce a Michael una volontà di allontanarsi dai tratti somatici propri degli uomini di colore: anzi, tutt'altro.
Esamina i suoi progressivi cambiamenti fisici facendoci notare come lui, partendo dalla necessità di "mascherare" in qualche modo le conseguenze delle patologie di cui soffriva, abbia reso anche il suo volto un'opera d'arte in continua evoluzione.
È molto molto interessante... 😉
[Modificato da francesca.dedonatis 16/05/2021 20:38]
16/05/2021 23:00
 
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Leggerò con molto piacere la tua prossima analisi 🙂
È davvero raro trovare degli scritti approfonditi che analizzino aspetti nuovi artistici e personali, che vadano oltre... resto in attesa [SM=g5818236]
[Modificato da omoni 16/05/2021 23:02]
17/05/2021 00:05
 
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Con questi approfondimenti il forum guadagna così tanti punti che non vediamo l'ora di leggere le prossime. Francesca e tutti voi ragazzi grazie di cuore perché con dei colpi di tastiera e con tanti click ci fate entrare così nel profondo nel mondo di Michael che è un piacere immenso. [SM=g5818238] [SM=g5818241] [SM=g5818240]
[Modificato da Adelina78 17/05/2021 00:06]

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