«
Your butt is mine? Chi dirà questa cosa a chi? Perché io non la dico a te e tu di certo non la dici a me».
[
Prince a Michael Jackson, 1987].
Il 21 aprile 2016, ci lasciava per sempre il
folletto di Minneapolis,
Prince Rogers Nelson, che con Michael Jackson si trovò a condividere la scena musicale di quegli irripetibili anni '80... E non solo.
Ad accomunarli, oltre all'anno di nascita (1958) e a un innato talento artistico rivelatosi fin dalla loro infanzia,
ci fu un rapporto molto tormentato coi rispettivi padri: se i traumi subiti da Michael gli erano rimasti dentro per tutta la vita, Prince era riuscito a trovare solo nella musica il modo per fuggire dalla sua famiglia spezzata e vivere quel sogno che, tra mille frustrazioni, era stato invece negato a suo padre.
Entrambi, ispirati da James Brown,
erano inoltre spinti dallo stesso desiderio di abbattere le barriere razziali, e di rendere estremamente Pop la cosiddetta Black Music.
E così, quando alle vendite stellari di
Thriller seguirono, nel 1984, quelle di
Purple Rain,
il panorama musicale degli anni '80 si trovò ad essere dominato dalle loro figure.
Da una parte il "cattivo" e ribelle Prince, dall'altra il Re del Pop: il "buono", l'ex bambino prodigio che si spendeva per le cause umanitarie nel mondo.
🎤
LA COLLABORAZIONE MANCATA 🎤
Era il 1983 quando, durante un suo show, James Brown invitò i suoi "figliocci" Michael e Prince a raggiungerlo sul palco.
E fu lì che Quincy Jones cominciò a pensare a una possibile collaborazione tra i due.
La prima occasione si presentò un paio d'anni più tardi, nel 1985, con la nascita del progetto benefico We Are The World.
Ma in quel caso, Prince declinò l'invito di Jones in quanto - almeno ufficialmente - era già impegnato nella registrazione del disco
Around the World in a Day.
Trascorsero altri due anni. Il Re del Pop era in piena fase di registrazione del suo settimo album in studio,
Bad,
quando nella mente di Quincy si materializzò l'idea di un clamoroso duetto proprio sulla traccia che avrebbe dato il titolo al disco.
Eppure, nel momento in cui l'incontro musicale tra "il buono e il cattivo" del pop internazionale sembrava ormai cosa fatta, il folletto di Minneapolis cominciò ad esprimere il suo disappunto sul ruolo a cui il testo della canzone lo avrebbe relegato.
In particolare, non gradì la frase «il tuo culo è mio», che Michael avrebbe dovuto rivolgere proprio a Prince.
Saltò così uno dei duetti più memorabili che la storia della musica avrebbe potuto raccontare.
🖤
LA FINE DI DUE LEGGENDE 🖤
Dopo due decenni molto problematici per entrambi - durante i quali Michael ebbe modo di assistere ad almeno due show dal vivo di Prince (nel 1999 e nel 2006) -
la scomparsa del Re del Pop, avvenuta il 25 Giugno 2009, pose fine una volta per tutte all'eventualità di una loro collaborazione.
Prince, nonostante le varie voci sulla loro lunga rivalità (più mediatica che effettiva), ne rimase profondamente scosso, tanto da rendere omaggio al suo eterno "alter ego" inserendo
Don't Stop 'Til You Get Enough nella scaletta di quasi tutti i suoi concerti successivi.
Finché, il 21 aprile 2016, non se n'è andato improvvisamente anche lui.
E anche lui, purtroppo, stroncato da un'overdose di farmaci.
Nel video, datato 1983, James Brown chiama sul palco Prince e Michael Jackson, dove quest'ultimo si lancerà in una fantastica interpretazione del brano
It's a Man's Man's Man's World.
A cura di Francesca De Donatis e Vincenzo Compierchio per il Michael Jackson FanSquare.