Quale caro prezzo
Michael Jackson ha dovuto pagare per aver "osato" incarnare il
sogno americano pur avendo la pelle nera, per aver sfidato qualunque
barriera razziale fosse stata posta sulla sua strada, per essere riuscito a
scuotere le coscienze dell'America e del mondo intero?
Particolarmente significative, al riguardo, le osservazioni contenute in un
saggio apparso di recente su
medium.com, dal titolo
"Michael Jackson and Lessons on Race": una ricostruzione molto realistica - e, purtroppo, anche molto amara - dell'insidioso
razzismo con cui Michael ha dovuto fare i conti per tutta la sua vita,
in primis da parte dei media.
Un razzismo strisciante, che - in quanto tale - costituisce una
gravissima accusa contro
un certo modo di fare giornalismo e contro la presunta
integrità morale dei suoi protagonisti.
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Premessa fondamentale, il modo in cui i media sono soliti trattare la verità dei fatti:
«
Michael Jackson è esploso nelle coscienze dell'America. [...]
Ha segnato dei
record che nessun'altra star di colore poteva minimamente sognare, per quanto talentuosa fosse.
E Michael non solo ha infranto quei record, ma ha fatto anche saltare in aria le
ultime vestigia di barriere razziali che erano state poste sulla sua strada. Era troppo grande, troppo ricco di talento e troppo fenomenale per poter essere messo sullo stesso livello di altri
entertainer.
Quando i media se ne sono resi conto, sulla sua schiena si è inchiodato un
enorme bersaglio, e lui non se ne sarebbe mai liberato, neppure se fosse morto.
Ormai i media avevano trovato un'
ottima fonte di denaro, e non se la sarebbero mai fatta scappare. [...]
La
verità per i media non è mai stata realmente importante, perché essi vendono solo
racconti, e mai la verità in sé.
I media vendono
storie inquadrate
in una prospettiva ben precisa. Aggiungono sì alcuni elementi veritieri, ma la magia si ottiene quando ruotano quegli elementi in una narrativa diversa. [...]
La
"verità" dei media saranno soltanto dei
fatti che essi stessi hanno già predeterminato
in quale prospettiva vogliono farti conoscere».
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Ed ecco che, nei confronti di Michael Jackson, è andato sempre più consolidandosi un atteggiamento di stampo decisamente razzista:
«I
media del 21º secolo non sono diversi dai
media di 100 anni fa. [...]
Essi avevano sottratto ai
neri l'umanità, trasformando noi bianchi in qualcosa di "sovrumano" e attribuendoci tratti differenti. [...] In un documentario, i neri sono stati addirittura descritti come
"animali domestici intelligenti".
Cosa volevano i media che noi sapessimo di Michael? Che era
strano.
Ebbene, cosa c'era di così strano in lui? I media hanno parlato degli
animali che possedeva, del
colore della sua pelle, e perfino della sua
vita privata. [...]
Per qualche ragione, i media credevano di avere
l'autorità per portargli via la sua umanità. [...]
Perché i giornalisti credevano di avere il diritto di farlo?
Arroganza.
Cosa li ha resi arbitri di chi fosse nero e chi no, soprattutto se si tiene conto del fatto che la maggior parte delle redazioni di cui stiamo parlando sono bianche? È
razzismo, puro e semplice, e l'hanno fatta franca per troppo tempo. [...]
Poi c'era quel soprannome...
"Wacko Jacko".
Lo scrittore
Joe Vogel ha affermato che il soprannome dato a Michael Jackson da
'The Sun' è di natura
razzista.
Le scimmie
"Jacko" o
"Jacko Macaco" erano un
giocattolo popolare negli anni '50. Pertanto, definire
"scimmia" il Re del Pop o qualsiasi persona di colore è incredibilmente
razzista, ed è vergognoso se tutto ciò viene da media bianchi». [...]
Michael Jackson durante l'intervista a Barbara Walters (
1997), nella quale espresse tutto il suo disappunto per l'odioso nomignolo
"Wacko Jacko".
«Come ha affermato
Joe Vogel, i bianchi erano abituati agli artisti neri che partecipassero ad uno spettacolo, ma non che ne fossero gli artefici.
All'improvviso, questo
talentuoso uomo nero di Gary dimostrò di avere un
enorme potere e
tanto denaro. Quel tipo di potere ha cominciato a superare perfino quello della star defunta da loro prediletta,
Elvis Presley, ed a molti di loro tutto ciò non è piaciuto.
Hanno cominciato a disumanizzarlo, e lo hanno definito con
espressioni razziste. [...]
Quanti, ad
Hollywood, hanno fatto ricorso alla
chirurgia plastica, o hanno posseduto
animali esotici? [...]
Eppure,
Michael Jackson è anche l'unico essere umano che può ancora essere preso in giro per il fatto di avere una
malattia. [...]
Non era un donnaiolo, e trattava le donne con rispetto. Non ha fatto una vita mondana sfrenata, e non ha speso i suoi soldi esclusivamente per se stesso. Al contrario, è stato
molto generoso. [...]
Ha passato del tempo ad aiutare i bambini malati, e invece i media lo hanno deriso, definendolo
"strano" per questo». [...]
Michael Jackson sul set dello short-film di "Leave Me Alone".
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A questo punto, una serie di considerazioni - a dir poco sconcertanti - sul cosiddetto "giornalismo del libretto degli assegni": ossia la tendenza, da parte di certi media, ad ottenere presunte "informazioni" dietro l'offerta di cospicue somme di denaro.
Una pessima abitudine della quale ha dovuto fare le spese anche Michael Jackson:
«Ciò che era iniziato nel
1993 come una
notizia del tutto legittima, ossia un'
accusa di molestie sessuali contro il cantante Michael Jackson, si è rapidamente trasformato in un
circo mediatico dopo che una serie di programmi televisivi scandalistici hanno cominciato ad acquistare i
diritti sulla vicenda.
"Se vuoi trasformare uno spettacolo degno di Carnevale in un evento di fondamentale importanza", ha detto
Thomas Lennon, produttore di
'Frontline',
"prendi un grande nome e trascinalo nel fango... La storia è stata comprata e cambiata ogni volta che le persone hanno concluso accordi per ottenere informazioni". [...]
"Ogni singola settimana, ci sono persone che vengono da noi e dicono di avere una grande storia su Michael Jackson, o qualsiasi altra cosa... e i miei clienti vogliono anche essere pagati.
È come se stessero facendo shopping in giro. Ormai il pozzo è stato avvelenato".
-
Landon Jones, caporedattore della rivista
'People'.
"Il fatto che le accuse contro Jackson abbiano trovato ampia copertura da parte di numerosi importanti giornali", ha osservato
Howard Kurtz, del
'Washington Post',
"ha via via portato alla luce tutta una serie di aiutanti e sostenitori di Jackson 'con il palmo aperto'.
Tra costoro, la sua ex-cameriera, che ha venduto la propria storia ad 'Hard Copy'. Poi, due delle guardie del corpo di Jackson furono pagate ben 100.000 dollari, sempre per le interviste ad 'Hard Copy'". [...]
Fate attenzione quando i media cominciano a parlare dei vari
milioni di dollari che Jackson ha pagato per
Jordan Chandler: non vi diranno mai la quantità di denaro con cui
LORO hanno pagato le
"fonti" da cui hanno avuto informazioni su Michael Jackson.
Una
serie di suoi dipendenti insoddisfatti si sono messi in fila per ricevere la loro parte. [...]
Ciò che risulta davvero
inquietante è la quantità di persone che hanno affermato di essere
testimoni di casi di abusi su minori, senza però essersi mai rivolte alla polizia.
Questo avrebbe potuto renderle
colpevoli sotto il profilo penale, avendo esse assistito ad atti di molestie su minori, ma senza mai dire nulla.
Tutto ciò dimostra o che si tratta di
persone malate a tal punto da approvare le molestie su minori, o che quegli eventi semplicemente non sono
MAI accaduti. [...]
Un altro esempio di
"giornalismo del libretto degli assegni"...
Nel
1993, il cugino di Jackson,
Tim Whitehead, rivelò allo show televisivo di
Geraldo Rivera che da un
tabloid gli erano stati offerti
100.000 dollari per confessare che Jackson era gay.
Nello stesso episodio, l'attore
Alfonso Ribeiro, che nel
1984, ancora bambino, era apparso in una pubblicità della
Pepsi insieme a Jackson (e che è meglio noto per il suo ruolo di
Carlton nella
sit-com di
Will Smith,
"The Fresh Prince of Bel Air"), ha raccontato che a suo padre
"erano stati offerti 100.000 dollari da un tabloid per rivelare qualcosa di negativo su Michael Jackson".
Whitehead e
Ribeiro, a loro volta, hanno invece affermato con fermezza di
non aver mai visto Jackson comportarsi in modo inappropriato con nessun bambino, e di
non essersi mai sentiti a disagio con lui. [...]
Non tutti, però, hanno resistito alla tentazione del denaro offerto dai
tabloid.
Daniel Kapon aveva dichiarato di essere stato
molestato da Michael Jackson. La polizia aveva indagato, e aveva scoperto che le rivelazioni del ragazzo
non erano credibili, soprattutto quando il padre aveva affermato che suo figlio non aveva mai
"nemmeno incontrato Michael Jackson".
Tuttavia, Daniel è riuscito a vendere la sua storia ad un
tabloid per
mezzo milione di dollari, nonostante la polizia avesse già chiuso le indagini. [...]
In sostanza, i media hanno individuato una storia allettante e sono
saltati sul carro, perdendo tutta la
credibilità che avrebbero potuto avere». [...]
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Un orientamento tutt'altro che imparziale, quindi, che non poteva non confermarsi ulteriormente - e, anzi, radicalizzarsi ancor di più - durante il processo del 2005:
«Gran parte dei media erano pronti a ritenere Michael
colpevole, non importava quali fossero i dettagli fin dall'inizio. [...]
E si sosteneva che era solo
questione di tempo, prima che venisse
condannato. Erano pochi i giornalisti che avrebbero effettivamente riferito come i
testimoni dell'accusa si fossero
sgretolati pesantemente davanti alla difesa». [...]
Michael Jackson durante il processo sul caso Arvizo del 2005.
«Guardando indietro oggi, degli osservatori imparziali si renderebbero subito conto di come il caso fosse uno
scherzo.
Come diavolo ha fatto questo caso ad arrivare al processo? Molti dei giurati si sono posti la stessa domanda.
Eppure è accaduto.
Anziché interrogarsi sugli
aspetti più agghiaccianti dell'intera vicenda, su come da parte dello Stato non si fosse rispettato alla lettera neppure il protocollo sotto il profilo legale - anche orientando in una certa direzione le prove sul banco dei testimoni - solo per ottenere una condanna, tanta gente ha creduto che Jackson fosse riuscito a
farla franca pur avendo molestato dei bambini.
Hanno creduto che il
denaro avesse permesso a Jackson di tornare un uomo libero, ma dimentichiamo che anche le risorse dello Stato sono enormi.
Michael Jackson era innocente, perché in realtà lo Stato non aveva
nessun caso da risolvere». [...]
L'entusiasmo dei fan dopo l'assoluzione di Michael, il
13 Giugno 2005.
«Allora, cosa abbiamo imparato dai media? Che, quando si trattava di
Michael Jackson, ai media piaceva parlare di lui come di un
uomo "strano" perché era lì che
si potevano fare i soldi.
Non ci tenevano a mostrare i video in cui lui giocava con i suoi figli, o donava generosamente il proprio tempo ai bambini in città.
No.
Avrebbero di gran lunga preferito parlare dei
pantaloni del pigiama che indossava dopo essere scivolato nella doccia prima di recarsi in tribunale. Nonostante un giorno sì ed uno no fosse vestito in modo impeccabile, quella giornata del pigiama rimane
un'infamità. [...]
La
verità non fa vendere riviste o giornali, ma
le storie salaci sì, e questo è ciò che ha vinto alla fine». [...]
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Ed ecco che si arriva al punto fondamentale di tutta l'analisi:
«
Michael Jackson era semplicemente
troppo grande, le sue tasche troppo piene, le sue risorse troppo vaste, e
i modi per poter fare soldi con lui
non finivano mai. Semplicemente, non si può lasciare che il
Re del Pop riposi in pace così come accade per il
Re del Rock and Roll,
Elvis, celebrato e mai criticato. [...]
Michael Jackson non era una persona perfetta, né era un santo. Tuttavia, non c'è
nulla che dimostri che fosse un molestatore di bambini: eppure, così tanti nei media si mostrano perfettamente a loro agio nel fare questa affermazione,
senza prove concrete di sorta. [...]
Lui era una
forza da non sottovalutare in ogni senso della parola, e
ogni battaglia che gli è stata lanciata,
l'ha vinta. È
morto da uomo innocente, eppure sul suo conto si dice così tanto che sembra si stia ancora lavorando per distruggerlo.
È ora di dire la verità su Michael. [...]
I
Jackson, partendo dall'umile casa in cui vivevano, erano diventati la
personificazione vivente del sogno americano, non solo per i neri d'America, ma per
tutti. Il loro padre aveva lavorato nelle acciaierie dell'Indiana per far diventare i suoi figli tra i più grandi
entertainer dell'industria musicale. [...]
"[Michael Jackson] non sarà perdonato rapidamente per essere riuscito a ribaltare così tante carte", predisse
James Baldwin nel
1985. [...]
E
aveva ragione. [...]
Questa è la
ricompensa per il successo di Michael. Questo è ciò che ottiene, per quasi
cinquant'anni di entertainment.
Questo è ciò che si merita per aver devoluto grandi somme di denaro a numerose
associazioni di beneficenza. Questo è ciò che ottiene dopo aver attraversato il sistema legale come un qualsiasi altro cittadino americano, ed essere
uscito allo scoperto come un uomo innocente.
Un
uomo nero innocente». [...]
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📌 Nonostante l'amarezza di queste constatazioni, purtroppo estremamente realistiche,
rimangono comunque la forza e il valore eterno di un'icona che, in quanto tale, non potrà MAI essere cancellata. Ed è questo a far sì che, nel tempo,
ad avere l'ultima parola sia sempre e soltanto la Verità:
«Michael non è mai stato in grado di controllare il messaggio che voleva inviare, e questo è ciò che ha contribuito alla sua caduta.
Ma
non puoi schiacciare a lungo un brav'uomo e un bravo artista. Nonostante i documentari che pubblicizzano storie fittizie,
la musica di Michael suona e risuona ancora tra milioni di persone.
La sua musica è stata ascoltata per le strade mentre centinaia di migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per protestare contro il razzismo dopo la morte di
George Floyd, nel
2020.
Michael Jackson è
un'icona, e sarà
SEMPRE un
simbolo importante per l'America nera.
Non importa quante storie scrivano i media, o quante battute raccontino i comici, o quante storie malate i suoi ex-amici inventino per far soldi.
Michael Jackson è PER SEMPRE, e questa è
una narrativa che i media non potranno mai cambiare».
Ed è GIUSTO così. 👑
Per il saggio in versione integrale:
madchronicallyillgirl.medium.com/michael-jackson-and-lessons-on-race-696...
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A cura di
Francesca De Donatis per il
Michael Jackson FanSquare.
[Modificato da francesca.dedonatis 08/04/2021 20:16]