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[bio] Vigilia 2008, l'ultimo Natale di Michael Jackson

Ultimo Aggiornamento: 29/12/2020 20:00
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24/12/2020 14:34
 
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«Andai a casa sua, che rispetto alla mia si trovava proprio sotto la collina, più in là di pochi isolati.
Stava dando ai suoi figli l'infanzia che lui non ha mai avuto. Un'infanzia al di fuori della celebrità, in compagnia di persone che non li alienassero.

Perché normalmente, per Michael Jackson, la vita era come essere un animale allo zoo. Una specie in pericolo sempre dietro le sbarre.
Potevo stare nella gabbia con Michael e non andare fuori di testa. Non c'erano molte persone che avrebbero saputo come fare. Ma io sì.

Così mi unii a Michael nel pomeriggio, al suo zoo. Facemmo foto, mangiammo biscotti, decorammo l'albero. E poi, come al solito, Michael mi chiese di fare il discorso dell'ologramma di Star Wars per i suoi figli.
Non mi dispiaceva. Qualcuno, in realtà, dovette ricordarmi che il grande fan di Star Wars era Michael.

Mentre ero lì, però, mi resi conto che non stavamo davvero vivendo la situazione. Per la maggior parte del tempo scattavamo delle foto.
Arnie [Klein] fece una foto a me e a Michael con i bambini, e io scattai una foto a Arnie e ai suoi amici insieme alla famiglia di Michael.
La foto che preferisco è quella di Michael mentre leggeva il mio libro Wishful Drinking.

Terrò sempre nel cuore quello strano quadretto natalizio.
Guardando indietro, era come se Michael non sapesse stare in una situazione senza registrarla su una macchina fotografica.

Il fatto è che era così abituato ad essere documentato... Anche se stavolta lo fece soprattutto per gli amici di Arnie, che volevano scattare foto del loro incontro con Michael in modo da poter portare via un po’ del suo splendore.
L'incontro li elevava. Avrebbero potuto dire: “Oh, sono stato al cenone con Michael Jackson. Tu cosa hai fatto?”.

Comunque, cazzeggiammo alla grande... e fu divertente.
Facemmo le foto, ci comportammo in modo infantile (almeno credo si trattasse di questo).

A un certo punto, Michael disse: “Okay, vi permetto di scattare foto ai miei figli perché so che non le mostrerete a nessuno. Sapete che voglio che nessuno li veda”.
Voleva che i suoi figli fossero ripresi il meno possibile.

Se gli africani credono che si perda un pezzo della propria anima ogni volta che viene scattata una foto, allora Michael non ne aveva avuta una per un periodo davvero lungo.
Ma lui stava cercando di sistemare le cose in modo che i suoi figli potessero preservare la loro.

I suoi figli sono bambini molto dolci e buoni. E questo perché, qualsiasi altra cosa lui fosse o non fosse, penso che Michael sia stato un padre davvero bravo.

Voglio dire, i suoi figli sono bambini gentili, molto educati, difficilmente irritabili e sostanzialmente non viziati.
E questo non può venire da una tata. Non è possibile simulare quella roba. Deve venire dal genitore.

E quel genitore era Michael».

- Dal libro Shockaholic di Carrie Fisher (2011).
_____________________________________

A cura di Ilaria Sacchini per il Michael Jackson FanSquare.
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