Il 1º novembre 1996,
Michael Jackson esaltava col suo imponente HIStory World Tour i 70.000 spettatori dell'Andheri Sports Complex di Mumbai, in quello che sarebbe stato l'unico concerto indiano della sua intera carriera.
Per il trasporto di tutta l'attrezzatura necessaria,
erano stati utilizzati tre aerei cargo russi Antanov: ci vollero almeno 24 ore per montare l'intera struttura e prepararla per lo show, con il palco profondo 60 piedi e largo 210, nonché 6 ore scarse per rimuoverla.
Il carro armato della scenografia di Earth Song era composto da blocchi di legno, sebbene sembrasse autentico come un vero strumento di battaglia.
E anche gli altri oggetti di scena, come lo stesso
shuttle MJ-2040 dal quale Michael sbarcava sul palcoscenico, erano realizzati in un materiale che poteva essere smontato con estrema facilità.
Al di sotto del palco, una green room divisa in quattro sezioni: la sala meditazione, la sala fotografia per le sessioni fotografiche, la stanza per gli ospiti VIP e un quarto ambiente allestito secondo l'autentica tradizione indiana, con un arredamento regale adeguato per il
Maharaja of Pop e provvisto di ben 20 condizionatori d'aria, tanto da meritarsi l'appellativo di
Air-Conditioned Marquee.
«IL MIGLIOR SHOW DELL'HISTORY TOUR»
L'apparizione del Re del Pop nell'
Andheri Sports Complex, giù dalla capsula simile a un razzo, fu decisamente all'altezza delle aspettative,
con quegli spettacolari effetti speciali che ebbero subito una fortissima presa sul pubblico indiano, conquistato dalla sua maestria.
Come pure nel palco VIP, dove l'effervescente
Asha Bhosle cominciò immediatamente a ballare, incoraggiando le altre celebrità locali presenti a fare altrettanto: tra loro,
Sunil Gavaskar e il mago danzante
Prabhu Deva.
Perfino all'esterno del complesso sportivo,
furono numerosissime le persone in strada che non erano riuscite a entrare, ma che si lasciarono comunque conquistare dalla musica di Jackson, percepita e ascoltata per miglia e miglia.
Uno spettacolo magico, assolutamente senza precedenti nella storia di Mumbai.
L'esecuzione di Earth Song, in particolare, segnò un momento emotivo molto forte, lasciando gli spettatori in lacrime.
Una commozione che prese anche lo stesso Michael, di fronte a quell'accoglienza così entusiasta e travolgente che si vedeva riservare per la prima volta dal pubblico indiano.
«Questo è stato il miglior show dell'HIStory Tour», avrebbe ammesso più tardi.
Alle 7:00 del mattino del giorno seguente, l'aereo del Re del Pop era di nuovo in volo:
il suo primo e unico concerto in India si era rivelato un enorme successo.
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L'AUTENTICA UMANITÀ DI MICHAEL 🌏
Ma l'aspetto più sorprendente di quel breve passaggio di MJ in terra indiana non fu tanto lo straordinario successo del suo show,
quanto i suoi gesti spontanei di gentilezza e di generosità, destinati a restare a lungo nella memoria collettiva anche dopo la sua partenza.
Come il tea party per i bambini orfani da lui voluto presso l'
Hotel Oberoi a Nariman Point, dove alloggiava,
e come il lungo messaggio che il personale dell'albergo trovò scritto sul cuscino della sua camera, poi venduto all'asta per beneficenza:
«
India, per tutta la vita ho desiderato vedere il tuo volto. Ho incontrato te e la tua gente, e me ne sono innamorato.
Ora il mio cuore è pieno di dolore e disperazione perché devo partire, ma ti prometto che tornerò, per amarti e accarezzarti di nuovo.
La tua gentilezza mi ha sopraffatto, la tua consapevolezza spirituale mi ha commosso, e i tuoi figli mi hanno veramente toccato il cuore. Sono il volto di Dio.
Ti amo e ti adoro davvero, India.
Per sempre, continua ad amare, a guarire e a educare i bambini.
Il futuro brilla su di loro.
Sei il mio amore speciale, India.
Per sempre, possa Dio benedirti in eterno».
Massima espressione dello spirito umanitario di Michael, infine,
la destinazione dell'85% degli incassi del concerto all'Associazione Shiv Udyog Sena, per contribuire a creare
posti di lavoro a favore di 270.000 giovani nello Stato del Maharashtra, di cui Mumbai - oggi Bombay - è la capitale, e a un'opera di beneficenza locale impegnata nel
sostegno ai poveri e bisognosi del Paese.
In un'epoca in cui la cultura pop veniva trasmessa soprattutto attraverso riviste, cassette e TV, senza la presenza di Internet, l'arrivo di Jackson fu per l'India uno spettacolo come nessun altro;
ma lui seppe sorprendere tutti con la sua autentica umanità e una celebrità priva di inutili fronzoli.
Post di Francesca De Donatis e foto di Eric Di Scenza per il Michael Jackson FanSquare.[Modificato da Compix 01/11/2021 23:41]