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[dicono di lui] "Leaving Neverland" - le reazioni dei VIP e di chi conosceva Michael Jackson

Ultimo Aggiornamento: 05/06/2019 12:17
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05/05/2019 16:25
 
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Jordan Ruimy (critico cinematografico)

«Un documentario ambiguo e forzato»






Recensione del documentario "Leaving Neverland" pubblicata dal critico cinematografico Jordan Ruimy sul sito World Of Reel, 15 Febbraio 2019.

«Potrei limitarmi a recensire l'imminente "Leaving Neverland" della HBO o, semplicemente, esprimere un'opinione razionale su Michael Jackson e sullla sua storia di accuse di abusi sessuali nei confronti di ragazzini minorenni. Proverò a fare entrambe le cose.

"Leaving Neverland" viene proposto in circostanze piuttosto problematiche e bizzarre. A cominciare dal fatto che Michael Jackson, l'antagonista di questo documentario, sia morto da quasi 10 anni. E questo può sembrare ingiusto, in quanto non ha modo di difendersi.

Inoltre - cosa meno pubblicizzata dai media - uno dei due accusatori del documentario, Wade Robson, un ex coreografo le cui accuse di abuso sono al centro di questo nuovo controverso lavoro, ha un passato oscuro. Potremmo dire disperato. Ci torneremo più tardi.

Per quasi due decenni ho seguito intensamente la saga di Michael Jackson. La mia opinione è cambiata diverse volte, dal reputarlo innocente, a colpevole, a non sapere cosa pensare.
Ma è piuttosto difficile per me credere al regista di "Leaving Neverland", perché le due vittime intervistate, Wade Robson e James Safechuck, hanno ritrattato tante volte la loro versione dei fatti. Hanno detto delle BUGIE, forse di proposito o forse per caso.

Nonostante ciò, la memoria è una cosa divertente, in cui anche le esperienze più difficili contengono dettagli cruciali che, decenni più tardi, possono apparire piuttosto confusi. Figuriamoci se all'epoca dei fatti si era solo un bambino.

"Leaving Neverland" è un film di persone che parlano: non c'è narrazione da parte di Reed. Si tratta di una storia sessualmente esplicita raccontata da questi due ragazzi, Wade Robson e Jimmy Safechuck, che diventarono amici di Jackson. Un'amicizia che, affermano, alla fine andò oltre.

Il film ha avuto la sua anteprima il mese scorso al Sundance Film Festival, in cui è stato proiettato tra le reazioni scioccate del pubblico.
Eppure, nonostante i suoi 240 minuti di lunghezza, si ha come l'impressione che Reed ci stia proponendo qualcosa di FORZATO, velocemente assemblato in sala di montaggio solo per essere sicuro di dargli il “taglio” giusto per il festival, dove il film, senza grosse sorprese, ha creato quella suspence che adesso rende la sua premiere del 3 marzo su HBO un evento da non perdere.

I dettagli di questo film sono macabri e sfacciatamente spinti.

Il film è finalizzato a scioccare. Ha una narrazione senza esclusione di colpi che, molto probabilmente, le persone più inibite non sopporteranno.
Non c'è da meravigliarsi se i paramedici erano presenti durante la première del Sundance, nel caso in cui ciò che veniva rivelato sullo schermo fosse risultato troppo spinto da sostenere. Eppure, nonostante i dettagli espliciti e morbosi raccontati da Robson, nessuno è svenuto.

Ciò che non può essere negato è che, nel processo a Jackson del 2005, un Robson ormai adulto testimoniò che nulla di sessuale fosse mai successo tra loro.
Naturalmente, può succedere che le vittime di abusi sessuali possano negare per paura, per imbarazzo o per senso di colpa. Ma Robson non fu costretto a fare da testimone per la difesa: lo ha deciso di sua SPONTANEA VOLONTÀ.

Fu sottoposto a interrogatori incrociati effettuati da pubblici ministeri molto astuti. E, dunque, il fatto che ora ritratti ciò che disse nel 2005 in tribunale, potrebbe essere considerato un potenziale caso di falsa testimonianza per aver mentito sotto giuramento.

Il problema di "Leaving Neverland" è, come accennato, che le fonti sono due bugiardi COMPROVATI. Questo conferisce al documentario un taglio ambiguo piuttosto che una qualsiasi caratteristica artistica.

Le accuse contro Michael Jackson sono già state scrutinate a non finire.
Ricordate la frenesia dei media causata dall'intervista di Martin Bashir a una vittima nella metà degli anni '90? Successe di nuovo il decennio seguente, e portò la casa di Jackson ad essere perquisita da agenti dell'FBI, in due raid a sorpresa, ma non fu trovato NULLA di incriminante.

Jackson, nel 2005, fu assolto da tutte le accuse da una giuria californiana.
L'FBI, allo stesso modo, condusse un'indagine approfondita producendo sulla pop star un file di 300 pagine totalmente privo di prove di illeciti.

Michael Jackson era, ed è tuttora, un musicista molto amato, ma era anche un terribile giudice e un ingenuo sciocco. Ha trascorso la parte migliore della sua immensa e stravagante vita affidandosi ad alcuni dei personaggi più oscuri che si possano immaginare.

Ha compiuto scelte pessime perché aveva perso il contatto con il modo di vivere delle persone normali, e non aveva idea che la sua amicizia con i giovani (a proposito, non c'erano solo ragazzi ma anche molte ragazze, anche se nessuno dei loro genitori lo ha mai denunciato o ricattato) potesse essere vista in modo distorto. Credo che non l'abbia capito davvero.


È piuttosto difficile per me sedermi qui e scrivere considerando che le mie supposizioni potrebbero benissimo rivelarsi sbagliate, ma in questo caso non sono solo i soggetti a dover essere verificati, ma il film stesso, che viene raccontato in modo blando.

Potrei contare con più di due mani il numero di riprese aeree utilizzate da Reed, vale a dire l'uso di materiale d'archivio piuttosto che di materiale artistico. Quegli oltre 240 minuti potevano essere facilmente ridotti a due ore.

In mezzo alla frenesia che questo documentario sta creando, i media si RIFIUTANO di riconoscere le oscure circostanze che riguardano Robson e Safechuck.
Dopo che gli fu negato un lavoro dall'Estate di Jackson come direttore del Cirque du Soleil, Robson ebbe un esaurimento nervoso, provocato - disse una volta - da una "ricerca MANIACALE del successo".

La sua carriera, usando le sue stesse parole , cominciò a "sgretolarsi".
Iniziò col cercare di vendere un libro in cui affermava di essere stato abusato sessualmente da Jackson. Ma nessun editore lo considerò.
Safechuck subentrò solo dopo essere stato persuaso da Robson a presentare una causa civile da 1,5 miliardi di dollari contro l'Estate di MJ, sostenendo di essersi reso conto solo in quel momento degli abusi subiti. Tale causa fu respinta da una Corte d'Appello nel 2017.

Ma, naturalmente, niente di tutto questo viene menzionato nel film. Non vengono neanche interrogati a riguardo».




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