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[accuse] Joseph Vogel: «Cosa dovete sapere del nuovo documentario su Michael Jackson»

Ultimo Aggiornamento: 04/02/2019 15:58
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L'autorevole critico musicale Joseph Vogel, già autore del libro Man In The Music - La Vita Creativa di Michael Jackson, spiega su Forbes le ragioni per cui il documentario Leaving Neverland, proiettato al Sundance Film Festival il 25 gennaio 2019, sia da considerarsi nient'altro che un hit piece, vale a dire un'opera che mira a influenzare l'opinione pubblica presentando informazioni false o tendenziose in un modo che appare oggettivo e veritiero.



Quando Michael Jackson morì, nel 2009, Wade Robson - l'ex coreografo le cui accuse di abuso sono al centro di un nuovo, controverso documentario dal titolo Leaving Neverland - scrisse in omaggio al suo amico:

«Michael Jackson ha cambiato il mondo e, più personalmente, la mia vita per sempre. È la ragione per cui ballo, il motivo per cui faccio musica, e uno dei motivi principali per cui credo nella pura bontà dell'umanità. È stato mio caro amico per 20 anni. La sua musica, i suoi movimenti, le sue parole personali di ispirazione e incoraggiamento e il suo amore incondizionato vivranno dentro di me per sempre. Mi mancherà immensamente, ma so che ora è in pace e incanta i cieli con una melodia e un moonwalk».

Robson, all'epoca, aveva ventisette anni. Quattro anni prima, aveva testimoniato nel processo del 2005 di Jackson (da adulto) affermando che non era mai accaduto nulla di sessuale tra loro.
Prima del processo, Robson non vedeva Jackson da anni e non aveva alcun obbligo di presentarsi come testimone per la difesa. Affrontò un severo controinterrogatorio, comprendendo quale fosse la pena di spergiuro nel caso avesse mentito sotto giuramento. Ma Robson, con convinzione, sicurezza e credibilità affermò che non accadde mai nulla di sessuale.

Cos'è cambiato da quel tempo ad oggi? Poche cose:

- Nel 2011, Robson contattò John Branca, co-esecutore dell'Estate di Michael Jackson, per dirigere la nuova produzione del Cirque du Soleil a tema Michael Jackson, Immortal. Robson ammise di volere il lavoro «a tutti i costi», ma alla fine l'Estate scelse qualcun altro per il ruolo.

- Nel 2012, Robson ebbe un esaurimento nervoso, innescato, disse, da un'ossessiva ricerca del successo. La sua carriera, secondo le sue stesse parole, iniziò a «sgretolarsi».

- Quello stesso anno, con la carriera, le finanze e il matrimonio a rischio, Robson iniziò a proporre in giro un libro in cui sosteneva di essere stato abusato sessualmente da Michael Jackson. Nessun editore lo considerò.

- Nel 2013, Robson intentò una causa civile con richiesta di risarcimento da 1,5 miliardi di dollari, insieme a James Safechuck, che anche trascorse del tempo con Jackson alla fine degli anni '80. Safechuck affermò di essersi reso conto di poter essere stato abusato solo quando Robson presentò la sua denuncia. Tale causa venne respinta da un tribunale nel 2017.

- Nel 2019, il Sundance Film Festival ha presentato in anteprima un documentario basato interamente sulle accuse di Robson e Safechuck. Pur essendo il documentario, dato il contenuto, ovviamente inquietante da un punto di vista emotivo, non presenta nuove prove o testimoni. Il regista del film, Dan Reed, ha riconosciuto di non aver voluto intervistare altre figure chiave perché avrebbero potuto complicare o compromettere la storia che voleva raccontare.

È allettante per i media legare Jackson a una più ampia narrazione culturale sulla cattiva condotta sessuale. R. Kelly è stato giustamente distrutto da un documentario, e molte altre figure di alto profilo sono state esposte negli ultimi anni. Quindi sicuramente, dice la logica, anche Michael Jackson deve essere colpevole.
Eppure, questo è un balzo pericoloso - soprattutto considerando i tanti uomini di colore ingiustamente bersagliati e condannati nella storia americana - che le persone dotate di mente equilibrata farebbero bene a valutare con più attenzione prima di condannare l'artista.
Non a caso, uno dei libri e dei film preferiti di Jackson era "To Kill a Mockingbird", la storia di un uomo nero, Tom Robinson, distrutto da false accuse.

Le recensioni dei media presenti al Sundance, per larga parte acritiche e decontestualizzate, sembrano aver dimenticato: nessuna accusa è mai stata così pubblicamente esaminata come quelle contro Michael Jackson. Queste ultime diedero luogo a un'attività frenetica svoltasi in due anni differenti, prima nella metà degli anni '90 e poi di nuovo nella metà degli anni 2000, quando Jackson affrontò un processo penale esaustivo.

Le sue case vennero saccheggiate in due raid a sorpresa da parte delle forze dell'ordine. Nulla di incriminante fu trovato. Jackson venne assolto da tutte le accuse nel 2005, da una giuria conservatrice di Santa Maria. Allo stesso modo, l'FBI condusse un'indagine approfondita. Il suo file di 300 pagine sulla pop star, pubblicato come Freedom of Information Act, informa di non aver trovato alcun indizio di colpevolezza.

Nel frattempo, decine di individui che da piccoli trascorsero del tempo con Jackson, continuano ad affermare che nulla di sessuale è mai accaduto. Inclusi centinaia di bambini ammalati e con malattie terminali come Bela Farkas (per la quale Jackson pagò un trapianto di fegato salvavita) e Ryan White (con cui Jackson strinse amicizia, sostenendolo nei suoi ultimi anni di lotta contro l'AIDS); inclusi personaggi meno noti come Brett Barnes e Frank Cascio; incluse celebrità come Macaulay Culkin, Sean Lennon, Emmanuel Lewis, Alfonso Ribeiro e Corey Feldman; inclusi i nipoti di Jackson; e inclusi i suoi tre figli.



Le accuse riguardanti Jackson sono in gran parte sbiadite negli ultimi dieci anni per una ragione: a differenza dei casi di Bill Cosby o R. Kelly, più le persone hanno esaminato le accuse di Jackson, più le prove lo hanno scagionato. Il caso dell'accusa nel 2005 fu così assurdo, che Matt Taibbi di Rolling Stone lo descrisse così:

«In apparenza la storia di un molestatore di bambini portato alla giustizia, il processo di Michael Jackson sarebbe invece una specie di parata di insipidi soggetti americani: medicanti, falliti e opportunisti senza talento, impantanati nella totale disoccupazione... O dei falsi senza carriera dell'era dell'informazione, mentre cercano di incassare denaro in qualsiasi modo possibile.

Il conduttore di questo procedimento era il procuratore distrettuale Tom Sneddon, il cui ruolo metaforico in questo reality show americano era quello di rappresentare il meschino cuore grigio della Maggioranza Silenziosa Nixoniana - l’avvelenata mediocrità, desiderosa di attaccare chiunque avesse mai fatto una vacanza a Parigi.

Il primo mese del processo o giù di lì, presentò forse la raccolta di testimoni dell'accusa più compromessa mai riunita in un caso criminale americano - un gruppo di bugiardi condannati, venditori ambulanti di pettegolezzi a buon mercato o peggio...

Nelle sei settimane successive, praticamente ogni pezzo del suo caso implose in aula, e il dramma principale del processo si trasformò rapidamente in una corsa per vedere se il procuratore distrettuale riuscisse a mettere tutti i suoi testimoni sul banco senza che nessuno di loro venisse allontanato dal tribunale in manette
».

Cosa è cambiato da allora?

Nel caso di Robson, a decenni di distanza dai presunti incidenti, quest'ultimo faceva un barbecue con Michael Jackson e i suoi figli. Chiedeva i biglietti per il memoriale dell'artista. Partecipava a tributi. «Ho ancora il mio cellulare con il suo numero», scriveva Robson nel 2009, «non sopporto il pensiero di cancellare i suoi messaggi».

Poi, improvvisamente, dopo vent'anni, la sua storia cambiò e con le sue nuove rivendicazioni si giunse a una causa da 1,5 miliardi di dollari.



In quanto eccentrico, ricco uomo afroamericano, Michael Jackson è sempre stato oggetto di contenziosi. Durante gli anni '80 e '90, dozzine di donne hanno falsamente affermato che MJ fosse il padre dei loro figli. Ha affrontato diverse cause legali che lo accusavano falsamente di aver plagiato varie canzoni. Nel 2010, una donna di nome Billie Jean intentò una frivola causa di paternità da 600 milioni di dollari contro la Jackson's Estate.

In quanto persona che ha svolto un'enorme quantità di ricerche sull'artista, che ha intervistato molte persone che gli erano vicine e che ha avuto accesso a una miriade di informazioni private, la mia valutazione è che gli indizi semplicemente non indicano Michael Jackson come il "mostro" rappresentato a Leaving Neverland.

In contrasto con i resoconti ritrattati di Robson e Safechuck, c'è una notevole coerenza nel modo in cui le persone che conoscono l'artista parlano di lui: amici, familiari, collaboratori, colleghi artisti, ingegneri discografici, avvocati, soci in affari, guardie giurate, ex coniugi, i suoi figli, persone che lo conoscevano in ogni veste immaginabile.
Michael - dicono - era gentile, brillante, sensibile, a volte ingenuo, a volte infantile, a volte ignaro delle percezioni. Ma nessuno crede che fosse un molestatore di bambini.

Un documentario equo permetterebbe anche a quelle voci di essere ascoltate. Invece, Leaving Neverland presenta un hit piece parziale ed emotivamente manipolativo, che respinge le prospettive di centinaia di testimoni di prima mano a favore delle accuse di due uomini che contraddicono le loro stesse testimonianze giurate.
____________________________

Traduzione a cura di Vincenzo Compierchio per il Michael Jackson FanSquare.

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30/01/2019 19:11
 
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Andrebbe mandato ai giornalisti per avere una rettifica sui quotidiani (cosa che non accadà mai).

Mandarlo pure a quello di panorama?


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DOUBLE-D, 30/01/2019 19.11:

Andrebbe mandato ai giornalisti per avere una rettifica sui quotidiani (cosa che non accadà mai).

Mandarlo pure a quello di panorama?

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Re:
Compix83, 31/01/2019 00.54:

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Non lo sapevo [SM=g5818313]


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Re:
Compix83, 31/01/2019 00.54:

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Presumo parliate di Gabriele Antonucci.
Anch'io ignoravo fosse iscritto al FanSquare, ma leggendo il suo articolo un sospetto m'era venuto [SM=g5818179] .

Per chi si fosse perso il suo bel pezzo, è linkato nel mio post #118 a pag 12 del topic Leaving-Neverland.

La definizione del processo fatta da Matt Taibbi non credo di averla mai letta...ed è perfetta [SM=g5818180] (ci sarebbe poco da ridere, ma in questo caso...)


04/02/2019 15:55
 
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Compix, a Gabriele Antonucci mandagli anche questo tweet di Charles Thomson così magari lo manda ai suoi "colleghi". Anche a quelli di Repubblica, che si sono affrettati a pubblicare la notizia relativa al documentario ma si sono "dimenticati" di pubblicare la dichiarazione dell'Estate:

Charles Thomson @CEThomson
To reiterate: Libel laws don’t cover the dead so media are recycling in some cases decades-old, fake stories about Michael Jackson as if they’re 1) new, and 2) true. They’re neither. Any alleged ‘journalist’ involved in this is a despicable scab and a traitor to their profession.
282
14:08 - 2. Feb. 2019
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Da ribadire: Le leggi sulla diffamazione non coprono i morti, quindi i media stanno riciclando in alcuni casi storie finte e vecchie di decenni su Michael Jackson come se fossero 1) nuove, e 2) vere. Non sono nessuna delle due. Ogni presunto "giornalista" coinvolto in questa vicenda è una piaga spregevole e un traditore della loro professione.
[Modificato da rosi@ 04/02/2019 15:58]
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