«
Le parole sono autobiografiche. Era così che mi sentivo quella sera a Mosca, durante l'ultimo tour. Si è creata da sola e mi è caduta addosso. Ero solo in hotel, stava piovendo, e all'improvviso ho cominciato a scriverla».
Michael Jackson, 1996.
Stranger in Moscow è probabilmente uno dei capolavori più sottovalutati nella carriera del Re del Pop. Un grido di aiuto, malinconico e struggente, che esprime alla perfezione la sensazione di distacco e di vuoto emotivo di un uomo alienato dal mondo.
Eccola dunque reinterpretata, in chave piano solo, da due semplici fan come noi: l'utente del Forum
Eve Moon (voce principale, cori) e il nostro staff member
Stefano Jackson (cori, audio editing, montaggio video), che a nostro parere sono riusciti a cogliere con destrezza e umiltà lo spirito della canzone.
Un piccolo omaggio italiano per Michael e per tutti noi, che almeno una volta nella vita ci siamo sentiti degli "stranger in moscow".