«Si è sparsa la voce. La gente stava aspettando.
Il Monarca regnante del Pop e il Boss -
Michael Jackson e
Bruce Springsteen - stavano per incontrarsi per la prima volta, e
25 membri e ospiti dell'entourage di Jackson si erano radunati nella sala ricevimento della sua
suite a
Philadelphia per assistere all'incontro.
È stato come
un evento storico.
Springsteen, 35 anni,
entrò per primo, indossando stivali,
jeans scoloriti, una camicia con le maniche corte tirate su per mostrare i bicipiti, barba corta sul mento e un
foulard rosso annodato intorno al collo, come se il suo corpo avesse bisogno di una sorta di laccio emostatico per smorzare quell'energia nei giorni non lavorativi.
Poi arrivò Jackson, 26 anni, fresco di doccia post-concerto. Indossava una camicia rosa su una maglietta bianca, pantaloni color rosa antico così lunghi da essere spiegazzati in fondo, e ciabattine blu con le sue iniziali ricamate in oro.
Sembrava uno scolaretto amichevole e benestante curioso di sapere qualcosa del mondo da un lavoratore.
Si liberò dello spazio intorno a loro, ed entrambi rimasero in piedi.
"Salve", disse
Jackson, porgendo la mano.
"Ho appena letto una storia su di te sulla rivista PEOPLE. Era molto interessante".
"Oh, grazie" , rispose
Springsteen sorridendo.
"Mi sono divertito molto a vedere il tuo show stasera".
MJ:
"Ho sentito che fai concerti molto lunghi. Per quanto vai avanti?".
BS:
"Oh, circa tre ore".
MJ:
"Come fai? Fai una pausa?".
BS:
"Sì, circa una mezz'ora. Funziona abbastanza bene, penso".
Si sentì il
click di una macchina fotografica, occhi puntati, orecchie tese.
Gli occhi di Jackson guizzavano per la stanza, senza fermarsi abbastanza su qualcosa da vedere.
Sembrava ansioso di pensare ad un'altra domanda, allo stesso modo in cui appariva sul palco alla fine di ogni canzone, prima di cantarne un'altra.
Springsteen stava succhiando un cubetto di ghiaccio.
"Hai scritto tu quella canzone, Fire [cantata dalle
Pointer Sisters]
?", chiese
Jackson.
BS:
"Sì, è stata una cosa veloce. Ci ho messo soltanto 10 minuti all'incirca.
Ma non scrivo quando sono in tour. Tu ci riesci?".
"No", rispose
Jackson.
"C'è troppo a a cui pensare".
Le sue mani non sapevano dove stare: gli si muovevano di fronte, per poi riunirsi dietro di lui, e poi ancora si poggiavano sui passanti per la cintura inutilizzati dei suoi pantaloni.
Da una televisione vicina partì una canzone
reggae, e Jackson iniziò ad accennare un passo di danza, per poi fermarsi.
Non poteva semplicemente chiedere a Springsteen di seguirlo nella sua stanza in modo che potessero parlare
come due normali esseri umani, magari scoprendo che entrambi amavano guardare le repliche di
The Honeymooners?
O
la sua paura dell'intimità prevaleva sull'ansia di dover restare al centro dell'attenzione?
Durante le pause, sembrava che Michael stesse cercando un appoggio.
"La mia segretaria, Shari, ti vorrebbe per Natale", disse, mettendole un braccio intorno alla vita e facendola passare in mezzo a loro.
"Perché, il Ringraziamento non va bene?", disse
Springsteen ridendo, mentre i tre si mettevano in posa per il fotografo personale di Jackson.
"Parli al pubblico durante i tuoi concerti?", chiese
Jackson.
"Ho letto che lo fai".
BS:
"Sì, racconto storie. Alla gente piace, ho notato.
A loro piace sentire la tua voce fare anche qualcos'altro, oltre che cantare.
Vanno matti per quando semplicemente... parli.
E quando finisci di parlare, si scatenano".
MJ:
"Oh, io non ci riuscirei mai.
Mi sembra come se la gente stesse apprendendo qualcosa di te che non dovrebbe sapere".
BS:
"Più o meno capisco cosa intendi, le canzoni sono una protezione.
Ma ricordo di aver suonato una volta ad un evento di beneficenza per i veterani del Vietnam, e sono dovuto salire sul palco per presentare un tizio che era il Presidente di qualcosa, o qualcuno del genere... e non avevo la mia chitarra!
Amico, stavo tremando...
Mi sono reso conto che era la prima volta in 15 anni che mi ritrovavo sul palco senza chitarra, e non sono mai stato così nervoso in vita mia".
La voce di
Jackson si fece più lieve, in modo che nessuno potesse sentire.
"Ti piace parlare di fronte a tutte queste persone?
Ha un che di strano".
BS:
"Sì, è strano, vero?".
Jackson tirò un respiro profondo, poi fece un piccolo passo verso la porta.
Gli stivali di
Springsteen rimasero invece piantati lì. Interruppe la pausa.
"Per quanto tempo hai provato per questo tour?, chiese.
MJ:
"Oh, uno o due mesi".
BS:
"Ci sono un sacco di preparativi in quello show...".
MJ:
"Sì, c'è un sacco di tecnologia… Finiremo in dicembre.
Poi, abbiamo intenzione di fare un film".
BS:
"Sì, l'ho sentito... con Steven Spielberg?".
"Sì, guardacaso oggi ho parlato con lui al telefono", disse
Jackson.
"Non è ancora sicuro di che cosa tratterà esattamente il film, ma sarà con lui".
Pausa.
Le mani di Jackson picchiettavano il ritmo della canzone
reggae sulle sue gambe, i suoi occhi saltellavano come due passerotti.
"Ho letto che vai a dritto a letto subito dopo aver tenuto uno show. Ma ci riesci davvero?", chiese
Jackson.
BS:
"No, mi sento bene dopo un concerto, dato che mi sento come se avessi lavorato duramente.
Sto sveglio almeno fino alle 4. Tu cosa fai?".
"Guardo la tv o leggo", rispose
Jackson.
"Non riesco ad andare a dormire".
"Non esci mai?", chiese
Springsteen.
MJ:
"Non riesco. Troppe persone mi riconoscerebbero e mi importunerebbero…
Come hai deciso di lasciar scrivere alla rivista PEOPLE quell'articolo su di te?".
"Ho semplicemente lanciato un dado", rispose
Springsteen, soffiando sul suo pugno e lanciando in avanti un dado immaginario.
"Oh", disse
Jackson, scuotendo la testa.
"Io non potrei mai fidarmi abbastanza di qualcuno fino a questo punto".
Lanciò un'altra rapida occhiata alla stanza, la sua scorta di domande si era esaurita.
"Bene, penso che ora mi ritirerò", disse tranquillo.
"È stato un vero piacere incontrarti".
Porse la mano rapidamente, e attraversò la porta fino all'altra parte della
suite.
Springsteen indugiò per un momento.
Poco prima, aveva visto Jackson
esibirsi per più di un'ora e mezza sul palco apparentemente senza alcuno sforzo. Ma questo era stato un qualcosa di più familiare per Springsteen...
15 minuti di un essere umano che si sforzava.
"Sapete", disse, risputando un cubetto di ghiaccio nel suo bicchiere.
"È proprio un bravo ragazzo"».
- Da
"Incontro al vertice - Bruce Springsteen incontra Michael" di Gary Smith (
PEOPLE EXTRA, Novembre/Dicembre 1984).
Qui,
una foto risalente a quell'incontro autografata da entrambi, il Boss e il Re del Pop. 👑👇
Traduzione di dearmichael e revisione stilistica di Francesca De Donatis per il Michael Jackson FanSquare.
[Modificato da francesca.dedonatis 24/09/2022 12:30]