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Michael Jackson sulla copertina di Rogue Mag

Ultimo Aggiornamento: 23/10/2016 21:12
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09/10/2016 12:21
 
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Ma dove si può trovare? [SM=x47980]
Io ho cercato ma nulla, forse esce più avanti? [SM=x47980]


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c'è il sito ma le spese di spedizione sono allucinanti.
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Mangu_7, 09/10/2016 13.01:

c'è il sito ma le spese di spedizione sono allucinanti.




Ah, solo da sito ufficiale si può comprare? [SM=x47964]


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credo di si, io lancio una pietra: potremmo ordinare più copie per un gruppo di interessati e dividiamo le spese così viene quasi a costo di copertina.
09/10/2016 14:38
 
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Roba da uscire pazzi... non spediscono oltre gli States... -.-
09/10/2016 15:28
 
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Mangu_7, 09/10/2016 14.38:

Roba da uscire pazzi... non spediscono oltre gli States... -.-




[SM=g27815]

Vabbè al max dovremmo aspettare qualche copia su ebay. [SM=g2927017]


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11/10/2016 00:20
 
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"The Man Behind the Mirror, Michael Jackson" di Hamid Moslehi, Rogue Magazine.

Il numero di Rogue Magazine di settembre 2016 dedica un articolo di dieci pagine a Michael Jackson, con alcune foto inedite scattate dal suo fotografo privato e cameraman Hamid Moslehi.
Lo stesso Moslehi rivela la sua storia decennale come documentarista personale del Re del Pop e annuncia l'intenzione di creare un nuovo documentario su Michael.



Ecco la traduzione dell'articolo:

Molte cose sono state dette su Michael Jackson nel corso della sua carriera lunga ben quattro decenni. Cosa potremmo dire di più?
Essendo l'artista più famoso di tutti i tempi, gli sono stati dedicati fiumi d'inchiostro. I media erano onnipresenti e osservavano ogni movimento di Jackson fin dalla sua infanzia. 'Thriller', che lo ha consacrato come il più grande artista commerciale nella storia della musica, alla fine lo ha privato del normale contatto umano che tanto desiderava e lo ha reso obiettivo continuo dei media, così come delle sanguisughe e dei vampiri che lo circondavano; soprattutto negli ultimi, difficili della la sua vita.

I successi musicali di Jackson nel mondo dello showbiz, durati quasi quarant'anni, hanno in parte giustificato tutta quella attenzione. Egli detiene ancora il titolo dell'album più venduto della storia con 'Thriller' (100 milioni di copie vendute); detiene il record per l'intervista TV più vista nella storia con Oprah Winfrey (1993); e ha collezionato 44 singoli di successo con oltre un miliardo di vendite complessive.
Il Guinness dei primati ha citato Jackson come "Entertainer" di maggior successo di tutti i tempi.

Ma nel corso degli anni, Jackson ha cominciato ad essere riconosciuto più per l'eccentricità personale che per la sua musica innovativa. C'era la sua predilezione per gli antidolorifici, il suo "migliore amico" Bubbles lo scimpanzé, i suoi interventi di chirurgia plastica, la sua camera iperbarica, il colore della sua pelle, la sua casa era diventata il parco divertimenti 'Neverland', il suo breve matrimonio con Lisa Marie Presley, la sua fortuna spesa per acquistare ninnoli e curiosità come le ossa di Elephant Man. E sì, il processo e l'assoluzione con l'accusa di molestie su minori.

Molte "fonti" si sono presentate e hanno scagliato accuse contro il Re del Pop, soprattutto negli anni successivi alla sua morte prematura, nel 2009. Diverse storie sono state rilasciate da persone provenienti dal "cerchio interno" di Jackson, come le sue ex guardie del corpo e l'uomo accusato di aver ucciso Jackson, Conrad Murray.

E' stato anche il vergognoso libro di Murray, pieno di false accuse contro l'eredità del cantante, a spingere Hamid Moslehi a raccontare quel Michael Jackson che ha imparato a conoscere per quasi un decennio. Con una differenza rispetto ad altri "informatori": che Moslehi non è qui per sfruttare la memoria di Jackson (non ha assolutamente chiesto neanche un centesimo a Rogue per le foto e la sua storia), e neanche cerca i suoi quindici minuti di fama attraverso i grandi titoli salaci.

Jackson si fidava implicitamente di Moslehi e gli ha offerto un accesso senza precedenti alla sua vita, molto più di qualsiasi altro operatore nella carriera del cantante. Ha viaggiato in tutto il mondo con lui, visitando più di 82 paesi. Era presente a matrimoni, compleanni di famiglia, durante le vacanze con con Lisa Marie Presley; era l'ombra di Jackson durante tutte le sue prove, i suoi spettacoli e video.
Inizialmente cameraman professionista per i backstage del Re del Pop, Moslehi divenne ben presto il suo operatore video privato, e si è visto affidare tutti gli aspetti della vita di MJ per un documentario che Jackson aveva programmato di rilasciare dopo aver ottenuto sufficienti immagini della sua vita privata.

Questo incredibile accesso alla vita di Jackson ha permesso a Moslehi di godere di una visione riservata dell'artista. Era con lui durante alcuni dei momenti più cruciali della sua esistenza, disponibile a tutte le ore della notte... Ventiquattro ore su ventiquattro. Era presente quando i suoi figli erano neonati, era al suo fianco quando ha registrato il disastro Martin Bashir nel 2003, ed è stato anche arrestato insieme a Jackson durante le accuse di molestie.

Assistette al dolore interno di Jackson durante quel periodo: il dolore di aver ottenuto così tanto ed essere così pesantemente ridicolizzato: questo pesava molto sull'animo del Re del Pop. La storia di un ragazzo trasformato in un uomo troppo presto e di un uomo che ha disperatamente cercato di diventare un ragazzo.



In possesso di centinaia e centinaia di ore di filmati di Michael Jackson durante alcuni dei suoi momenti più intimi a partire dal 1997, Moslehi non aveva mai menzionato la sua storia al pubblico fino ad ora. I film vanno da momenti in cui MJ fa faparasailing o dove fa l'idiota in uno zoo, alle sere in cui è bloccato nella sua stanza d'albergo. Moslehi racconta a Rogue la storia del Michael Jackson che conosceva, l'eterno Peter Pan, il suo lato riservato e privato che il pubblico non ha mai visto.

"Voleva fare la storia con questo documentario", ha detto Moslehi, che era stato commissionato da Jackson per realizzarlo. "Sapevo che questa era una possibilità su un milione di fotografare e filmare uno dei più grandi artisti al mondo. Ho imparato molto in quegli anni con lui".

«Voglio che questo documentario sia storico. Voglio cambiare il modo in cui mi vede la gente", dice Jackson in un messaggio vocale che Moslehi mi ha fatto ascoltare».

"Ho tutte queste immagini da anni e mi sono detto che devo realizzare la volontà di Michael", afferma Moslehi. "Ho deciso che era tempo di rilasciare alcuni video e realizzare il documentario. Ci sono centinaia di ore di filmati che valorizzano Michael come padre e come una persona normale. Era semplicemente una persona normale".

"Ha avuto una vita personale e professionale e voleva fossi io a registrare. La sua sua vita professionale consisteva nei video, concerti, prove e registrazioni in studio, e la sua vita personale era a Neverland, fotografando i suoi figli, facendo ritratti di famiglia, cose del genere, sono immagini che le persone non hanno mai visto prima", continua Moslehi.

"Nel documentario, vorrei soffermarmi sul caso Gavin Arvizo per mostrare la verità e anche che tipo di persona fosse Michael: il padre, l'artista, e come ha lavorato duramente. Mi sento obbligato a trasformare questo suo desiderio in realtà, è lui che me l'ha chiesto. Spero di creare una serie di documentari, ho abbastanza metraggio per tutta una serie".



"Era un grande padre con suoi figli, una persona generosa a casa; ma quando si trattava di lavorare, era un perfezionista. E' stato uno dei più grandi artisti, era molto educato ed estremamente preciso".

Come artista e perfezionista consumato, Moslehi dice che MJ provava per ore, a volte fino a che riusciva a malapena a stare in piedi. E' stato più volte detto come Jackson abbia spinto i suoi limiti oltre qualsiasi possibilità umana, voleva troppo.

"Dopo lunghi giorni di prove era esausto, non aveva grasso, dava davvero tutto. Il suo medico mi disse che ogni volta che faceva un concerto perdeva più di due chili".

"Si doveva essere pronti ventiquattro ore su ventiquattro. Alcuni giorni, quando eravamo in tournée con l'HIStory Tour, mi chiamava alle tre del mattino per dirmi che i fan cantavano fuori dall'hotel, e che dovevamo andare a salutarli. Io mi alzavo e andavo. Non avevo il tempo di cambiarmi, e così mi ero abituato ad andare a dormire con i miei vestiti, la batteria e la fotocamera pronta allo scatto.
La maggior parte del mio tempo la trascorrevo in albergo accanto al telefono perché non avevamo i telefoni cellulari; e nel caso in cui ci fosse stata una chiamata, sarei stato pronto ad andare".



"Era un perfezionista, e ti faceva lavorare sodo. Era perfetto, continuava a ripetere e continuava a fare le cose finché non fossero state perfette. Quello che ho imparato è che nulla è mai perfetto, ma che bisogna mirare in ogni caso alla perfezione. Fare le cose fino a quando si sente che è magia".

"A volte guardava una delle mie fotografie e mi diceva che era una buona foto, ma più spesso mi trasmetteva la sensazione che avrei dovuto cercare di fare meglio la prossima volta. Mi ha spinto oltre i miei limiti semplicemente dandomi la sua opinione", ha aggiunto Moslehi. "Ma il modo in cui l'ha fatto era sublime, era logico, e la volta dopo ho cercato di rendere l'immagine un po' più drammatica. E quando l'ho fatto, le immagini erano davvero belle".

C'erano anche tutte queste istantanee catturate da Moslehi. Momenti in cui ci ha mostrato Michael alle feste di compleanno dei suoi figli nel corso degli anni, i video e le foto private. Su una delle immagini che ci offre Moslehi, si vede Jackson in pigiama e il taglio della torta di compleanno di Prince. Con lo zoom è possibile notare il nastro sul naso di Michael, allo scopo di tenere unita la protesi che si era fatto collocare. Ha dovuto indossare una protesi per coprire il buco sulla punta del naso causata da interventi chirurgici multipli di rinoplastica. Spesso indossava una maschera sopra al naso e alla bocca, non a causa di germi, come è stato riportato più volte, ma per coprire lo stato del suo naso.



Jackson, il ragazzo in una bolla fin dall'infanzia, non sopportava la sua faccia in privato e aveva difficoltà a dormire. "Ha sempre sofferto di insonnia e ha sempre cercato il modo di dormire per essere operativo al mattino o il giorno successivo", ammette Moslehi. "Non conosco i dettagli esatti, ma so che ha provato tutti i farmaci possibili". Rivela che Jackson potesse richiedere fino a quaranta pillole di Xanax in una sola notte e che, quando smise di funzionare, si rivolse a farmaci più forti come il Propofol, un sedativo che dovrebbe essere somministrato come anestetico prima di un intervento chirurgico.

"Propofol è un prodotto che è stato usato per far dormire Michael. Credo che abbia provato di tutto. Molti farmaci gli sono stati prescritti ma non ha funzionato nulla, tranne il Propofol. Quando sei Michael Jackson e sei in cima alla tua carriera, si vuole rimanere lì. Se questo non accade, la pressione è così forte da farti rimanere sveglio. Bisogna davvero capire che cosa ha vissuto Michael Jackson ", dice Moslehi.

"Altri sonniferi andavano bene in un primo momento, ma dopo un pò creavano immunità o tolleranza, e si doveva passare al livello successivo. Ogni organismo reagisce in modo diverso a certi farmaci: forse Xanax vi farà dormire tutto il giorno, ma non a lui. Così alla fine ciò che veramente ha funzionato per lui è stato il Propofol".
Parole toccanti, tenendo conto di come sia stata proprio il Propofol la sostanza responsabile della morte di Jackson. Il dottor Conrad Murray, incaricato di monitorare i dosaggi iniettati al Re del Pop, è stato condannato per omicidio colposo, dopo aver somministrato a Michael la dose fatale.

Oltre ai suoi ben noti problemi con i sonniferi, quando gli viene chiesto se Jackson avesse dipendenze segrete, Moslehi risponde rapidamente con un sorriso, "Michael amava i dolci. Amava Lifesavers caramelle. Quando l'ho scoperto avevo due pacchetti per lui ogni volta che facevamo le foto. Ha mangiato un sacco di dolci, ha vissuto in mezzo allo zucchero!
Cercava di essere vegetariano ma di tanto in tanto ha mangiato pesce e pollo.
Il suo cibo preferito era Kentucky Fried Chicken. Quando andavamo agli eventi di raccolta fondi in cui servivano il miglior cibo del mondo, realizzato dai migliori chef, ero proprio dietro di lui, morto di fame, e lui prendeva piccole porzioni per educazione... E non appena ce ne stavamo per andare, mi chiedeva di recarmi al KFC per comprare un pasto di 20 pezzi di pollo da mangiare in macchina", ricorda ridendo.

Quando Moslehi parla di Jackson, lo fa quasi con il timore di un fan, anche se era qualcuno vicino a lui, qualcuno con cui Jackson si confidava e di cui si fidava.
I suoi momenti preferiti con Michael sono stati i momenti semplici. "Amava fare acquisti. Mi ricordo una volta in cui seguii Michael in un negozio di dischi, dove eravamo andati a fare shopping. Era in un centro commerciale... C'erano un sacco di persone e faceva caldo. Inseguii Michael con 15 chili di fotocamera, sudavo copiosamente. Riusciti a entrare nel negozio di dischi, chiusero le porte. Sudavo molto e Michael mi asciugò il sudore dalla fronte con la sua giacca. Così sudai ancora di più, perché Michael Jackson aveva appena asciugato il sudore dalla mia fronte con la sua giacca", dice esplodendo di nuovo in una risata. "Faceva cose veramente incredibili!".

Altri bei ricordi per Moslehi erano i momenti spontanei, quando Jackson iniziava a cantare, ed è successo spesso.

"Una volta eravamo in un autobus con tutti i membri dell'équipe e volle invertire i ruoli, ricorda Moslehi. "Chiese loro di cantare una canzone e la maggior parte esclamò «sta scherzando, io non ho intenzione di cantare davanti a Michael Jackson». Così venne da me e pensai «oh no, amico, ti prego, non farmi cantare». Ma non si dice di no a Michael, e così iniziai a cantare una delle sue canzoni. Ero così imbarazzato ma mi costrinse a farlo. Cantai uno dei suoi vecchi brani. Rimase a guardarmi cercando di mostrare che stesse ascoltando e prestando attenzione".

Pur condividendo tutti quei piccoli momenti speciali su Michael, Moslehi riflette su un grande momento, quello che ha cambiato tutto. Il giorno in cui fu arrestato insieme a Jackson per il processo Gavin Arvizo. "Accadde alle 8:30. Dormivo nel mio letto quando sentii qualcuno bussare alla porta: era il dipartimento dello sceriffo con quasi 15 poliziotti. Era come un sogno", ricorda cupamente.

"Ci arrestarono in due momenti e luoghi differenti. A me toccò alle otto del mattino perché dovettero guidare da Neverland a casa mia, e c'era traffico. Inizialmente non sapevo cosa stesse succedendo. Dopo aver cercato in tutta casa, mi dissero di accendere la TV. Metto sulla CNN e vedo tutti questi poliziotti in incursione a Neverland.

Mi chiesero se conoscessi Gavin. Lo avevo visto il giorno che aveva incontrato Michael a Neverland e avevo filmato l'incontro.
Presero tutti i miei dischi rigidi, il mio computer, la mia macchina fotografica e tutte le attrezzature, tutto. Dissero che me li avrebbero restituiti in due giorni. Invece ci son voluti due anni".

Il fotografo rimase coinvolto in questo caso perché la famiglia Arvizo accusò Moslehi di aver costretto Gavin a fare un'intervista videoregistrata per parlare positivamente di Michael. La famiglia lo ha accusato di cospirazione.

"C'erano cinque persone elencate come cospiratori e io ero in mezzo a loro. E quando c'è di mezzo un business e sei un co-cospiratore, il tuo avvocato ti dice «non si può parlare con nessuno». "Non ho potuto parlare con Michael; e lui non poteva parlare con me.
Ecco com'è andata per due anni, fino a quando il caso si risolse. Michael lasciò il Paese, devastato da ciò che era successo".

Jackson rilasciò un documentario confutando l'intervista con Bashir, chiamato 'Take Two', che conteneva le immagini girate da Moslehi. Ma non avrebbe mai più potuto sfuggire all'etichetta di pedofilo dopo le accuse. "E' stato il tradimento finale per Michael, perché aveva preso sotto la sua ala Gavin, gli aveva mostrato tanto amore e compassione, lo aveva aiutato a salvare la sua vita", secondo Moslehi.

"I medici di Gavin gli avevano dato due settimane di vita. Si sono conosciuti attraverso la 'Make a Wish Foundation', e il suo ultimo desiderio era quello di incontrare Michael Jackson. Così Michael lo invitò a Neverland e il giorno del loro incontro prese il ragazzo sotto la sua ala e fece trasferire la sua famiglia a Neverland.

Michael disse «questo ragazzo ha bisogno di amore e di speranza, e attraverso questo sopravviverà», ed è ciò che è successo. Guarì completamente dal cancro, i capelli gli erano cresciuti e i medici rimasero stupiti nel vedere ciò. Fu un vero miracolo.
Invece di ricompensare Michael, la famiglia Arvizo lo ha trascinato in tribunale per molestie su minori.

Questa è una delle storie che voglio raccontare nel mio documentario, ho le prove per dimostrare che Gavin doveva morire e che Michael lo ha aiutato a guarire. Sapeva di cosa avesse bisogno: la speranza e l'amore che Michael ha dato a lui e alla sua famiglia. Grazie a questo amore, il ragazzo è sopravvissuto al cancro e ha vissuto più a lungo di lui. Lui è ancora vivo.

E poi il documentario contorto di Martin Bashir ('Living With Michael Jackson, 2003') fu rilasciato. All'interno c'è una sequenza in cui Michael e Gavin si tengono per mano... E il resto si sa: ci fu un'indagine penale e Michael Jackson fu accusato di pedofilia. Questa famiglia corse dietro ai soldi, visto che quella rappresentava l'occasione per fare milioni di dollari".

Charles Thompson dell'Huffington Post disse: "Riguardo al processo di Michael Jackson, ho visto i media fuori controllo. La notevole quantità di propaganda, i pregiudizi, la distorsione e disinformazione hanno superato oltre ogni comprensione. Leggendo le trascrizioni dei procedimenti di prova e confrontandoli con ritagli di stampa, posso affermare che il processo che ci è stato trasmesso non assomigliava per nulla a quello che si stava svolgendo all'interno del tribunale. Le trascrizioni mostrano una parata infinita di squallidi testimoni dell'accusa che mentivano sotto giuramento ogni ora, e che crollavano durante il controinterrogatorio. Gli articoli dei giornali e i servizi televisivi riportavano ogni giorno accuse odiose e insinuazioni luride".

"Anche se era completamente innocente e la giuria aveva votato all'unanimità, Michael Jackson non si sentiva vendicato", dice Moslehi. I media e le loro disgustose azioni avevano già fatto danno e il suo personaggio era ormai distrutto.
E fu allora che la fotocamera di Hamid fermò le riprese... Michael Jackson aveva messo da parte il suo sogno di mostrare al mondo chi fosse veramente.

Ciò che è stato raramente raccontato dai media è l'impegno di Jackson nel guarire il mondo. I milioni che ha donato a enti di beneficenza, le migliaia di ore senza sosta dedicate a promuovere le cause per i bambini. Era uno strenuo difensore dei diritti umani. I fan sono sempre stati il carburante di Jackson per il cambiamento. "Il suo modo di reagire con i fan è sempre stato affascinante da vedere", afferma Moslehi. "I fan gli sono stati fedeli e la fedeltà significava molto per lui. Era stato tradito così tante volte nella sua vita, mentre i fan gli hanno sempre mostrato il massimo rispetto".

Lui era gentile e accomodante con loro, l'ho visto in molte occasioni. Come quella volta in cui, durante una notte fredda e piovosa, molti fan lo aspettavano fuori all'hotel cantando le sue canzoni. Così lui fece inviare loro cioccolata calda e coperte, preparò messaggi con su scritto "ti amo" e li lanciò dal balcone per fare in modo che avessero un ricordo. E' stato incredibile da vedere".

Quel lato umano, il più importante della vita: questo è quello che voglio guardare quando penso al più grande artista del mondo.
E anche alla prima volta che vidi le immagini del suo 'moonwalk' sul palco, nel 1983. Quello è il momento che cambiò per sempre la struttura della musica popolare. Ripenso a come 'Billie Jean' mi fece sentire la prima volta che la ascoltai. Michael Jackson non si è limitato a mantenere alta l'asticella delle sue performance artistiche, ma l'ha abbagliata e trasformata in oro; e nessuno è stato in grado di elevarla ulteriormente e con lo stesso brio.

Michael è riuscito a diventare esattamente ciò che voleva essere: la più grande star del mondo.
Nel pomeriggio del 25 giugno 2009, quando fu diffusa la notizia della morte di Michael Jackson per arresto cardiaco a Los Angeles, all'età di 50 anni, lo shock e il dolore che ne scaturirono furono tra i più immediati e devastanti che il mondo avesse mai visto, secondi solo all'attacco dell'11 settembre 2001. I giorni seguenti alla sua morte, canali di notizie, speciali televisivi e prime pagine dei giornali commentarono la sua morte e la sua eredità.
Era un uomo con una vita complicata e originale; un uomo con una ricca storia, leggendaria e infamata al tempo stesso".














Fonte: Rogue Magazine

Traduzione di dearmichael e revisione di Vincenzo Compierchio per il Michael Jackson FanSquare.
Vietata la riproduzione, anche parziale, su altre piattaforme web. Tutti i diritti riservati.



[Modificato da dearmichael 13/10/2016 23:31]
11/10/2016 23:18
 
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Grazie per la super traduzione, ma che avessero arrestato Hamid francamente non mi pare di averlo mai sentito.
E sono certa che non fosse tra i 5 cospiratori: quelli erano Cascio, Schaffel, Konitzer, Amen e Weisner [SM=g27820] .
11/10/2016 23:49
 
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Mamma mia che lavoro... la leggero' con calma.
Per il momento, grazie.



23/10/2016 21:12
 
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Bellissima questa testiomonianza!

Il tizio ha realizzato uno dei miei sogni. Riprendere Michael ovunque! [SM=g27829] [SM=g27827] [SM=x47963]

Nemmeno io ricordavo che fosse stato arrestato.

Cmq speriamo che in futuro riuscirà a concretizzare questo documentario...quel materiale video non può morire così! [SM=g27836]

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