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Q&A esclusivo di MJJCommunity con Brad Sundberg, storico direttore tecnico di MJ, con presentazione dei suoi seminari su di lui!!

Ultimo Aggiornamento: 10/06/2013 07:46
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26/04/2013 07:59
 
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Seminari il 29 giugno a New York e il 12 ottobre a Parigi

Fantastico!! [SM=g27836] Non c'è definizione migliore per questo Q&A con Brad Sundberg! [SM=g27822] Io mi sono divertita un sacco a tradurlo ieri sera, leggetelo perché vale veramente la pena [SM=g2927024] E so già quale sarà il prossimo libro su MJ che comprerò! [SM=g2927030]






Brad Sundberg è stato direttore tecnico di Michael Jackson per quasi due decenni. Ha recentemente annunciato una serie di seminari che si terranno a giugno a New York, "In The Studio With Michael Jackson".

Abbiamo contattato Brad Sundberg per parlare della musica di Michael e dei suoi seminari "In The Studio With Michael Jackson". Potete leggere le sue risposte qui di seguito. Controllate anche alla fine del Q & A per informazioni sui seminari e come ottenere i biglietti.


MJJC: Che cosa è esattamente il lavoro di un direttore tecnico e cosa comporta questa posizione, dato che hai lavorato in questo ruolo in alcuni degli album di MJ?

Brad Sundberg: C'è una risposta breve e una risposta lunga. La risposta breve è "essere pronti a tutto". La risposta lunga suona più o meno così: la mia responsabilità era che qualunque studio di registrazione in cui lavoravamo, ovunque nel mondo, fosse all'altezza della qualità di Michael Jackson. Ho lavorato a stretto contatto con Bruce Swedien (non solo sugli album di MJ, ma anche con Quincy Jones e Barbra Streisand, tra gli altri) e la sua attenzione al dettaglio non è seconda a nessuno. Ogni microfono, ogni connessione, ogni macchina e apparecchio in studio doveva essere testato e (se possibile) tarato alla perfezione. Non era raro che solo per questo processo servissero 1-2 settimane prima ancora che iniziasse il progetto. La cosa divertente è che pochissimi team di produzione fanno questo, ma è una parte vitale del motivo per cui i nostri progetti suonavano così bene.

Inoltre ero coinvolto nella registrazione giorno per giorno, assemblavo i microfoni e le cuffie, prenotavo gli studi, tenevo le registrazioni organizzate, preparavo l'acqua calda di Michael per la sua voce, trascrivevo i testi di Michael per il booklet, facevo anche il caffè! Con i vari team di produzione che lavoravano sullo stesso progetto, rendeva le giornate lunghe ma molto gratificanti. Il duro lavoro e la dedizione sono stati molto gratificanti anche perché ho avuto il privilegio di vedere ed essere una parte di tanta storia musicale mentre veniva creata.


MJJC: Eri un fan di Michael prima di iniziare a lavorare nel suo team ai tempi di Captain EO?

Brad Sundberg: Da ragazzino cresciuto a Santa Cruz, California, negli anni '70 ho ascoltato un sacco di musica: Pink Floyd, Steely Dan, Led Zeppelin, Van Halen, ecc, ma mi piaceva molto anche la musica dance come gli Abba, i BeeGees, Gloria Gaynor, Blondie, Donna Summer e, naturalmente, Michael Jackson. Mi sono ritrovato a fare una sorta di "dissezione" delle canzoni mentre le ascoltavo, perché volevo capire ogni suono, ogni riverbero ed effetto. Ho sentito l'album "Thriller" al punto di graffiarlo e rovinarlo, così ne ho comprato un'altra copia. La profondità del suono mi aveva lasciato senza fiato, prima ancora che capissi cos'era la registrazione. Sì, ero un fan.


MJJC: Quali sono i tuoi 3 brani preferiti di Michael e perché?

Brad Sundberg: Questa è difficile, ma ecco qua:

1) Human Nature. Ho sempre amato quella canzone, e il mio amico Steve Porcaro lo sa. Abbiamo registrato un seguito dal titolo "Someone Put Your Hand Out", ma non è entrata nell'album "Dangerous".

2) Smooth Criminal. La linea di basso, il groove, la pazzesca chitarra ritmica di David Williams, la sezione fiati di Jerry Hey, Quincy che dirige questo gotha di musicisti e Michael davanti e al centro... è uno straordinario capolavoro! Vorrei che foste stati lì.

3) Lady In My Life. Non è mai stato un singolo, ma che disco. Parlando da un punto di vista tecnico, è come una lezione di registrazione di 5 minuti. Ogni suono è puro e semplice. Dal punto di vista musicale io sono un grande fan di Rod Temperton. Ho lavorato con Rod per anni, e lui è puro genio. Bellissima canzone.

4) Lo so, avete chiesto 3 canzoni, ma mi sento generoso. Streetwalker. Questo è "the little engine that could" (il piccolo motore che ce la fa, popolare fiaba per l'infanzia degli anni '30 che insegna il valore dell'ottimismo e del duro lavoro, ndt). Quella canzone mi lasciava senza fiato ogni volta che la sentivo, ma a Quincy non piaceva. Ricordo che una notte tornavo dallo studio dopo che Michael aveva registrato la voce solista e la stavo ascoltando nella mia macchina, con il tettuccio aperto, potevano essere le 3 del mattino. Ho quasi fatto saltare i diffusori, cantando insieme a squarciagola. Potrà non essere il lavoro di scrittura fatto meglio, ma quel groove ti afferra e non ti lascia andare.

Non è giusto avere una lista che non include Will You Be There, Who Is It, Earth Song, Stranger In Moscow, Billie Jean, Startin’ Something, She’s Out Of My Life, Jam, ecc. Non sono mai stato bravo a seguire le regole.


MJJC: Hai detto che Michael ti aveva incaricato di portare la musica in ogni angolo di Neverland. Che genere di musica veniva suonata sui terreni di Neverland? Che tipo di musica era nella playlist che Michael aveva creato per quelle particolari aree del ranch?

Brad Sundberg: Non voglio rivelare troppo, ma c'era una regola infrangibile a Neverland: Michael non permetteva che venisse suonata la sua musica, nonostante le mie proteste. Ma lui era il capo, così il suo voto valeva più del mio.

Nei terreni (intorno al lago, alla casa principale, agli alloggi degli ospiti, ecc) veniva suonata una playlist personalizzata di musica classica e Disney preferiti. Nel parco di divertimenti aveva selezionato le canzoni di Janet, degli Yes e di Joe Satriani. Sul serio. Su alcune giostre c'era anche una selezione di un po' di Van Halen e Led Zeppelin. Nella zona dei cavalli e dello zoo dietro il parco di divertimenti usavamo musica country più tradizionale. Sui treni si suonava prevalentemente musica classica.


MJJC: Di tutte le canzoni su cui hai lavorato con MJ in studio, quale era la tua preferita? O quale canzone ha avuto un processo creativo, dalle demo alla canzone finita, che è stato impressionante e ti ha colpito?

Brad Sundberg: Un'altra domanda difficile, perché ce ne sono tante. Penso che sceglierò Man In The Mirror. Stavo ancora imparando come rapportarmi allo studio ed è stato un onore essere invitato a sedermi e guardare, imparare e contribuire all'album Bad.

Man in the Mirror era una così grande canzone, una così grande produzione che tutti noi sapevamo che era inarrestabile. Ho potuto vedere la traccia iniziale che veniva registrata, i vari musicisti che portano il loro talento, gli strati di armonie vocali, il coro Andre Crouch e, infine, le maestose voci principali di Siedah e Michael. C'era così tanto talento allo Studio D di Westlake in quel periodo che era strabiliante. Bruce e Michael suonavano quella canzone in pieno, e intendo a tutto volume (118 db) per ogni ospite che si fermava lì. La gente restava senza parole, a volte in lacrime, quando suonava l'ultima nota.



MJJC: Puoi dirci in dettaglio esattamente com'era il processo della demo? Cosa ti diceva MJ dopo aver fatto sentire le sue idee e in che modo era coinvolto il resto di voi, oltre a MJ? Facevate semplicemente tutto quello che diceva o collaboravate con lui che ascoltava le vostre idee sugli arrangiamenti?

Brad Sundberg: Non c'era un modo regolare o esatto con cui nascevano le demo, ma non era raro che Michael chiedesse a uno di noi a lavorare con lui dopo una sessione su una nuova canzone.

Facevamo venire un tastierista/programmatore (John Barnes, Michael Boddicker, Larry Williams, Rhett Lawrence, Brad Buxer) e Michael ci cantava il groove e il ritmo della traccia. Il programmatore traduceva la richiesta di Michael nella drum machine. La linea di basso e la melodia venivano aggiunte. Di solito registravamo una parte vocale di partenza e alcune armonie vocali, giusto per riferimento. L'intero processo poteva richiedere 3 o 4 ore, e la canzone era nata. Era un processo di collaborazione e molte idee venivano accettate e registrate. Non tutte le idee venivano tenute e utilizzate, ma era un lavoro di gruppo di analizzare idee e provarle.


MJJC: Se potessi descrivere l'aspetto più difficile di lavorare come parte del team di produzione di un album di Michael Jackson quale sarebbe?

Brad Sundberg: IL SONNO! Gli orari erano irregolari dato che ero in genere in studio due ore prima di chiunque altro, e molto spesso 2-3 ore dopo che tutti se n'erano andati. La mia giornata di solito iniziava intorno alle 9-10 del mattino e spesso durava fino alle 2 di notte, e vivevo in pratica 40 minuti fuori dallo studio. Che non è male per un paio di giorni, ma provate per 10 -14 mesi. Eppure sinceramente io amavo andare a lavorare. Una volta in studio lavorare con i team era fantastico. Buon cibo, bellissimi studi, grande musica, talento incredibile - non avevo molto di cui lamentarmi.


MJJC: Durante il periodo in cui hai lavorato con Michael quale progetto diresti che ha influenzato di più la tua carriera?

Brad Sundberg: Dangerous. È stato un periodo di transizione per me. Stavo gestendo l'azienda di installazioni BSUN Media Systems (che mi piace molto) e lavorando in studio al tempo stesso. Quincy non faceva parte del progetto, cosa che sembrava strana. L'industria musicale e ciò che il pubblico ascoltava stava cambiando, così Michael utilizzò tre gruppi di produzione per il progetto, mossa geniale.

Sul piano tecnico stavamo creando e infrangendo tutte le regole con più tracce, più studi, mix più grandi, ecc. Penso che la canzone Jam fosse qualcosa come 160 tracce su macchine a 4 nastri, che abbiamo dovuto mixare su 2 console in 2 studi nello stesso momento. Era pazzesco, ma ce l'abbiamo fatta. Suppongo che direi che ha influenzato la mia carriera (sia dentro che fuori dallo studio) insegnandomi a non avere paura di provare di tutto e spingere sempre per la perfezione.


MJJC: Nel corso degli anni, lavorando sugli album da Bad a Blood on the Dance Floor, come è cambiato o maturato MJ? Come è migliorato?

Brad Sundberg: Durante Captain EO era ancora quasi un ragazzino, 5 anni appena più grande di me. Posso onestamente dire che il suo umorismo, il suo livello di fiducia, il suo impegno per l'eccellenza e il suo amore per la performance e la creazione non era cambiato o diminuito, semmai era cresciuto con l'età. Penso che negli album successivi abbia iniziato a sperimentare con canzoni e sound come Morphine e Ghosts. Temi più oscuri, ma grandi groove.


MJJC: Come lavorava MJ nelle fasi di selezione dell'album, come sceglieva le canzoni per il suo album? Hai delle informazioni privilegiate su cosa e perché le canzoni che conosciamo sono state scelte e su quelle non scelte? E ci sono dei buoni esempi di canzoni che sono quasi finite su un album che non abbiamo sentito di cui pensavi che avrebbero potuto essere dei successi di oggi?

Brad Sundberg: La famigerata bacheca di sughero! Ricordo che per ogni album avevamo una bacheca di sughero su un cavalletto nel suo salotto/ufficio. Ogni titolo di canzone veniva scritto su un foglietto che veniva appiccicato alla bacheca, in ordine dal più forte al più debole. Questi venivano spostati sulla bacheca quando venivano aggiunte nuove parti, nuove canzoni registrate, ecc. In generale, a seconda del progetto, così operavano Quincy/Michael/Bruce. Una volta che le 15 o più canzoni erano state scelte, la bacheva veniva utilizzata di più per l'ordine delle canzoni nell'album.

Per quanto riguarda le canzoni che ce l'hanno quasi fatta: le mie preferite erano Streetwalker, Someone Put Your Hand Out e Monkey Business.


MJJC: Ti ricordi nessuna delle canzoni di Michael rimaste inedite fino ad oggi, e se sì, quali sono le tue preferite? Puoi dirci qualcosa su queste canzoni inedite?

Brad Sundberg: Mi spiace, conosco molte canzoni, ma sorvolerò su questo argomento.


MJJC: Quanto era bravo Michael a operare sui pulsanti e tutta quella roba in studio, era più addentro (alle cose tecniche) dopo che avevi lavorato con lui per diversi anni?

Brad Sundberg: Michael non era tecnico per nulla. Zero! Poteva spostare un fader di tanto in tanto, ma non regolava l'equalizzatore o le impostazioni di riverbero. Detto questo io credo che fosse a suo agio in studio, quasi come tornare a casa. Era molto sicuro e un luogo in cui poteva lavorare, ridere ed essere se stesso.


MJJC: Quanti strumenti sapeva davvero suonare MJ? Quali erano questi strumenti e quanto era bravo? (Onestamente)

Brad Sundberg: Sapeva suonare melodie su una tastiera, ma non lo definirei un gran suonatore. Tenete a mente, quando hai Greg Phillinganes e Randy Kerber sulla selezione rapida nel telefono non hai realmente bisogno di molto di più. Prima del periodo in cui c'ero io aveva suonato le percussioni su una bottiglia in "Don't Stop" (su Don't Stop 'Til You Get Enough MJ, Randy e Janet avevano suonato per la demo su percussioni di fortuna, una bottiglia, un campanaccio, una casaba, ndt). Lo strumento di Michael era la sua voce, avevamo un sacco di talenti per gestire tutto il resto.


MJJC: In cosa consisteva la vostra preparazione per i tour di MJ?

Brad Sundberg: La preparazione del tour avveniva dopo la pubblicazione dell'album (o poco prima), e la band iniziava le prove. Essenzialmente dovevamo rielaborare i brani per renderli più facili da cantare per Michael spettacolo dopo spettacolo. Questo è qualcosa in cui entrerò in dettaglio in maniera considerevole nei miei seminari.


MJJC: Dicci qualcosa di più su "Keep the Faith" e come avete dovuto scartare la versione originale e ri-registrare una nuova versione in una sessione durata tutta la notte?

Brad Sundberg: Mi spiace, devo sorvolare su questo per ora, in quanto è qualcosa di cui parlerò approfonditamente al seminario. Non posso rivelare troppo! :)



MJJC: Ci piacerebbe sentire una storia basata sull'esperienza personale di lavoro con MJ. Qual è una delle tue più memorabile?

Brad Sundberg: Era straordinariamente curioso, e amava le mie figlie. Quando mia figlia Amanda era solo una bambina piccolissima, mia moglie Debbie la portava in studio (durante il Dangerous) così ci potevamo vedere una volta ogni tanto. Michael stava sul pavimento con Amanda, sulla sua coperta, a giocare con i giocattoli e i personaggi. Diceva "Lei è nel suo piccolo mondo, non vero?"

Un'altra volta abbiamo consegnato uno dei treni per il ranch. Io avevo installato un sistema di musica enorme sul treno, in modo che fosse pronto quando Michael l'avrebbe visto. Stava là eccitato, ridendo e sorridendo quando l'abbiamo acceso. Deb e Amanda erano al ranch quel giorno, e lui teneva la mano di Amanda mentre il treno faceva il suo giro inaugurale intorno al ranch. Non riusciva a smettere di sorridere.


MJJC: Qual è il ricordo più bello che hai di Michael (come essere umano, non come artista)?

Brad Sundberg: La Make-A-Wish Foundation. Quando Neverland fu pronta per gli ospiti, cominciammo a vedere gli ospiti provenienti da tutto il mondo che volevano trascorrere del tempo con Michael. Molti di questi giovani ospiti erano parte del programma della Make-A-Wish ed erano gravemente malati. Per Michael portarli a fare un tour del ranch, far loro toccare una giraffa o far fare loro un giro sulla ruota panoramica va ben al di là di quello che molte persone sono disposte a fare. Questo era il loro ultimo desiderio, e lui faceva in modo che accadesse. Mi ricordo i loro volti, i loro genitori riconoscenti sapendo che ci sarebbe stato un dolore incommensurabile nel loro futuro. Michael stava dando il suo tempo, che era un regalo enorme.


MJJC: Michael ti ha giocato qualche scherzo? Una storia divertente che ci puoi raccontare?

Brad Sundberg: In realtà non è uno scherzo, ma c'è un ricordo divertente che a volte condivido. Io non nessuna abilità nel ballo, ma amo la musica dance. Era molto comune per noi essere al lavoro su una canzone come The Way You Make Me Feel, Jam, Bad, Streetwalker, ecc, e io muovevo la testa sul ritmo. Michael scoppiava a ridere dicendo: "Brad sta facendo il groove!", non potevo farne a meno... la musica era così forte! Questa era una delle ragioni per cui ha iniziato a chiamarmi "Really Really Brad". Amavo il suo prendere in giro, perché era così bonario e spensierato.


MJJC: Nella tua biografia dici, "Potrei scrivere pagine e pagine di semplici atti di gentilezza che ho visto in prima persona". Riesci a ricordarne un paio? Scalda sempre il cuore dei fan ascoltare queste storie.

Brad Sundberg: Ho già menzionato le visite della Make-A-Wish nel ranch, ma abbiamo anche avuto visite in studio dai suoi amici e fan. Avevamo alcuni fan fuori dallo studio di New York nel corso di HIStory, e lui li portava dentro per un tour e alcuni autografi. Durante la registrazione del coro dei bambini a New York, mi aveva fatto vestire da Babbo Natale e abbiamo dato loro tutti i regali di Natale. Quando uno dei nostri assistenti ingegneri stava per avere un importante intervento chirurgico abbiamo fatto una grande cena di famiglia in studio in suo onore, e Michael lo ha coperto di regali e film. Ma di nuovo, lui faceva queste cose di persona, cosa che rendeva il tutto ancora più significativo.


MJJC: Come è cambiato Michael nel corso degli anni, secondo la tua impressione? (Non intendo fisicamente, o per sue presunte "stravaganze". Voglio dire nella tua comunicazione personale con lui, che tipo di cambiamenti nel suo carattere hai percepito?)

Brad Sundberg: Non ero il suo migliore amico, ma mi piace pensare che fossi un amico di cui si fidava. In quegli anni non ho visto alcun cambiamento nel suo carattere, nel suo candido amore per la musica, per i film, la fantasia, l'architettura, la pittura, i giochi, le risate, la natura, ecc. Non ricordo una sola volta in cui l'ho visto entrare in studio o al ranch o in scena al Radio City Music Hall, dove lui non mi abbia salutato con un abbraccio. Il Michael che conoscevo non è cambiato, anche se il mondo lo ha fatto.


MJJC: Cosa ti ha ispirato a farti avanti e condividere le tue esperienze di lavoro con Michael con i suoi fans?

Brad Sundberg: Dopo la morte di Michael ho letto un articolo su una rivista su come fosse folle lavorare con Michael: gli scimpanzé e le ossa dell'uomo elefante e i serpenti e così via. Non conoscevo l'autore, né lui era mai stato in studio o al ranch. Erano sempre fonti senza nome e vomito di tabloid. Mi sono stancato della stampa e della gente che voleva fare soldi facili dicendo e scrivendo quello che volevano, senza alcun briciolo di verità dietro le loro parole. Ho scritto un paio di articoli sui miei anni con Michael (uno è questo, ndt) e sono stati ben accolti.

Un gruppo di fan a Parigi mi ha approcciato e mi ha chiesto di mettere su un seminario ed esplorare i nostri anni in studio e al ranch. Ho iniziato a scrivere un libro (attualmente in lavorazione), che cerca di riassumere una storia che è durata 18 anni. Ad essere completamente onesto voglio cercare di documentare come è stato lavorare con uno degli artisti più originali della storia moderna. Nessuna congettura, nessuna teoria profonda, solo un'introduzione a qualcuno per cui avevo grande rispetto e che consideravo un amico. Sì, potrebbe essere per i fan, ma è anche per i miei figli, e forse per i figli di Michael. Voglio che sappiano come è stato essere lì ed essere parte di un tale incredibile viaggio.


MJJC: Con cosa i fan possono sperare di uscire dai tuoi seminari "In the Studio with Michael Jackson” . Quali saranno i punti salienti dei seminari a New York e a Parigi?

Brad Sundberg: Spero che le risposte qui sopra vi diano un indizio. Ho fatto parte di qualcosa di molto speciale. Non ero speciale, ero solo parte di un team fantastico in un momento incredibile. Non ci sono due seminari esattamente uguali. Nuovi ricordi vengono in superficie, nuove storie vengono raccontate. Spero che quando lasceranno la stanza dopo il seminario sentano che li ho presentati ad un amico.


MJJC: Michael ha fan in tutto il mondo e, purtroppo, nonostante la voglia di partecipare, molti fan non saranno in grado di andare al seminario a causa della distanza, non ci sono piani per condividere il contenuto in un libro o fare altri seminari in diverse località in tutto il mondo?

Brad Sundberg: Sì e sì! Il libro è in preparazione, ma la cosa pazzesca è che i seminari in realtà contribuiscono a mettere a fuoco quei ricordi, perciò ho voglia di farne altri prima che il libro sia finito. Stiamo offrendo seminari a New York e a Parigi quest'anno, con gruppi in Germania, Norvegia e Regno Unito che esprimono un grande interesse. Spero di averne uno davvero bello a Los Angeles nel mese di gennaio, a Westlake, dove tutto è cominciato.


MJJC: Hai qualcosa che vuoi dire ai membri di MJJCommunity o ai fan di Michael Jackson in generale?

Brad Sundberg: Michael amava veramente i suoi fan. Non c'è spettacolo tributo o seminario o film che può sostituire il talento con cui era nato. Ho avuto la fortuna di averlo conosciuto, e tengo cari i ricordi di guardarlo fare un moonwalk circolare in studio, o cantare le scale con Seth, o osservarlo da dietro le quinte sul palco di fronte a 100.000 fan urlanti. Posso sentire la sua risata, come se fosse seduto dall'altra parte della stanza. Era un professionista, un perfezionista, un intrattenitore, un cantante, un ballerino, un papà e un amico. Mi manca, e so che manca anche a voi. Grazie per avermi permesso di condividere alcuni ricordi con voi.

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In The Studio With Michael Jackson - Descrizione e Informazioni sui biglietti

New York - 29 giugno 2013 - Smash Studios - Biglietti: inthestudiowithmichaeljackson.ticketbud.com/in-the-studio-with-michael...

Parigi - 12 ottobre 2013 - The American Center of Arts - Biglietti: www.musicfirst.fr/

Il mio nome è Brad Sundberg e ho incontrato Michael Jackson per la prima volta durante la registrazione di Captain EO nel 1985, ai Westlake Studios di Los Angeles. Mi fu chiesto di unirmi al team di Michael come ingegnere l'anno successivo per la produzione dell'album "Bad" nel 1986. Poi venne il tour (ho lavorato con Michael e la band per ristrutturare le nuove canzoni per le performance dal vivo), i mix dance, i cortometraggi, e così via. Poi venne "Dangerous", il primo progetto di Michael senza Quincy Jones. Un altro anno in studio, un altro tour, altri remix e cortometraggi. Poi è arrivato "HIStory", che abbiamo registrato a New York. Siamo stati alla famosa in tutto il mondo Hit Factory per quasi un anno, seguito dalla preparazione del tour "HIStory". Durante quel periodo molte delle canzoni di "Blood On The Dancefloor" sono state registrate e mixate.

Quando Michael ha cantato "Man In The Mirror," io c'ero. Quando Michael faceva un riscaldamento vocale prima di una sessione, ero lì. Dalla configurazione del microfono e delle cuffie al fare in modo che l'acqua fosse abbastanza calda per il drink preferito di Michael, molto era curato da me. Non ho sentito storie o dicerie o intervistato la gente su come lavorare con Michael, ero semplicemente lì, a fare il mio lavoro. (Michael mi ha dato anche il nick-name, “Really, really Brad” nei credits dell'album "BAD"). E 'stato un onore e un insegnamento inestimabile far parte del suo team in studio.

Quando Michael ha acquistato Neverland Valley Ranch e l'ha voluto trasformare nella sua incredibile casa, mi ha portato là per iniziare a progettare sistemi di musica e video per renderla più magica. Lui mi chiamava al telefono a tutte le ore e descriveva una nuova giostra o un'idea che aveva: lo zoo, i treni, il teatro all'aperto, la musica intorno al lago, la musica sulla diligenza, e così via. Amava quel ranch mi rendeva sempre felice quando si emozionava per il mio lavoro. Non ero il suo migliore amico o confidente, avevo semplicemente un enorme rispetto per Michael, per la sua musica e per il suo amore per le persone. Posso onestamente dire che non ho mai conosciuto nessuno come lui.

In The Studio With Michael Jackson è un seminario che ho messo insieme per darvi la possibilità di ascoltare come era in studio, come abbiamo creato molte delle canzoni e darvi la possibilità di porre domande. Ci sarà musica... un sacco di musica. Sentirete come alcune canzoni sono passate da una demo a un prodotto finito. Sentirete Michael parlare con i suoi produttori e vedrete i video e le foto dei nostri giorni in studio.

Se siete fan di Michael Jackson e siete curiosi di sapere com'era lavorare con lui in uno studio di registrazione con i migliori professionisti del settore, vi piacerà questo seminario. Se apprezzate i fantastici suoni e gli strati che si sentono nei suoi album vi piacerà questo seminario. Se siete curiosi di sapere com'era lavorare con una delle forze più creative nel settore dello spettacolo, ma anche uno degli uomini più gentili che abbia mai conosciuto vi piacerà questo seminario.

Vi invito a passare una giornata con me e sentire la musica e le storie di come è stato lavorare con un mio amico. Il suo nome è Michael Jackson, e spero che vi unirete a noi.

Brad Sundberg

Per informazioni di prenotazione contattatemi tramite la pagina Facebook.

www.facebook.com/inthestudiowithmichaeljackson

www.mjjcommunity.com/forum/threads/129219-MJJC-Exclusive-Q-amp-A-with-Brad-Sundberg-Read-his...

- Traduzione a cura di 4everMJJ per MJFanSquare.
In caso di diffusione della traduzione si prega di riportare la fonte, grazie. -
[Modificato da 4everMJJ 26/04/2013 17:40]
26/04/2013 17:57
 
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grazie mille Cri per la traduzione!

me lo rileggo volentieri con calma, l'ho trovato anche io molto bello!

mi associo anche io all'intenzione di comprare il libro, quando uscirà!
quanto poi riuscire a leggerlo.. è un altro discorso [SM=g27828] (la lista non si sfoltisce mai! [SM=g27825] [SM=g27828] )
26/04/2013 18:02
 
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Cri grazie mille in anticipo, la tua introduzione è molto invitante :) ne ho letto una piccolissima parte e sembra veramente interessante, per quanto riguarda il libro non je la farò mai nemmeno io [SM=g27827]
[Modificato da badgirl. 26/04/2013 18:03]
26/04/2013 20:26
 
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Letto tutto [SM=g27828], grazie mille Cri !

Ricordavo anche il vecchio topic e il motivo - quasi sicuramente economico- per il quale non hanno più lavorato assieme.
Ma le cose che ha visto, sentito, sperimentato quest'uomo - e che la memoria lo assista a lungo -sono impagabili.

E sempre evviva per la "famigerata bacheca di sughero" [SM=g27827] !!!
26/04/2013 22:59
 
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Grazie Cri [SM=g2927039]
Ho cominciato a leggerlo, è davvero interessante e per il libro....ho letto altri, leggerò anche questo.....eh diamine!Anche perchè sembra che meriti! [SM=g27811]
27/04/2013 07:26
 
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Ma pensa che nonostante la mia allergia alle ballate, adoro pure io Lady In My Life e pure SC avrei scelto naturalmente, ma sceglierne solo tre è impossibile [SM=g27827]

Nel parco di divertimenti aveva selezionato le canzoni di Janet


e chi l'avrebbe mai detto [SM=g27827]

Lo strumento di Michael era la sua voce, avevamo un sacco di talenti per gestire tutto il resto.

bellissima questa frase

Sapeva suonare melodie su una tastiera, ma non lo definirei un gran suonatore.

a questa conclusione eravamo arrivati pure noi [SM=g27827]

Bellissimo lo slancio del racconto e tutti i dettagli della lavorazione dei brani, grazie :))
27/04/2013 13:27
 
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Davvero interessante, grazie

Curioso sentire i generi di musica che venivano diffusi a Neverland [SM=g27823]
27/04/2013 15:48
 
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...ovviamente il libro sarà in inglese..... [SM=g27825] [SM=x47964]

è sempre piacevole leggere tutte queste belle esperienze.... [SM=g27836]
che meraviglia di lavoro.....invidiabile, tanto....almeno per me....
poi, se si lavora con uno della portata di Michael..... [SM=x47963] [SM=g27836]

grazie Cri.... [SM=x3072554]
[Modificato da MJ's twins 7097 27/04/2013 15:49]

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27/04/2013 16:00
 
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Sicuramente il libro sarà interessante,perchè uscirà la parte più genuina e serena di Michael.
E' sempre bello leggere aneddoti di chi ha lavorato con lui e soprattutto leggere qualcosa di sincero e disinteressato perchè di leggende e falsità ne abbiamo abbastanza.
Grazie per la traduzione e speriamo che quando uscirà il libro facciano anche una edizione in italiano,altrimenti sono fritta!
27/04/2013 19:53
 
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Grazie Cri per la traduzione!!!!Sono contenta che questa stupenda esperienza verra' riportata su un libro.Spero uscira' presto(anche in Italiano)in modo da poter leggere anche quello che non ha voluto dire in questa intervista.
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