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Italiani all'estero

Ultimo Aggiornamento: 17/09/2013 21:23
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08/06/2013 13:42
 
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Re: Re:
Rarronno, 08/06/2013 12:08:



Boh, dipende rispetto a chi e in che ambito. Rispetto allo Zimbabwe, alla Corea del Nord e alla Mauritania.
Se veramente la competitività fosse indietro di 30 anni in tutti i settori, la nostra industria non esisterebbe più e saremmo a pascolare le capre (oddio, io due caprette me le prendo, per star sicuro).

Ma si, i problemi ci sono; però le stime su 30, 50, 150 anni lasciano il tempo che trovano.


Io sono convinto che se politicamente si agisce sui soliti problemi (ossia se si costringe la gente a darsi una "svegliata", non la si rapina e non le si mettono i bastoni tre le ruote), l'Italia può anche ritornare a competere nel medio periodo con i paesi "avanzati" , tenendo conto però che (i) la grande industria che è morta per un bel po' non la rivedremo (ii) è difficile che diventiamo come la Svizzera; (iii) se guardiamo il valore assoluto del PIL, c'è il dato demografico da tenere in considerazione.

Poi il problema è anche culturale (una certa approssimazione nelle cose e una diffidenza verso impresa/ricchezza e una generale apatia), ma credo che con le "svegliate" anche questi aspetti possano andare a migliorare.




Il mondo avanzato naturalmente, la situazione che viviamo è quella dell'Argentina di un tempo. L'Italia non è competitiva ed è indietro di 3 decenni. Basti pensare a Seoul copertapraticamente interamente dal wifi gratuito, agli Stati Uniti dove una percentuale del PIL è investita in ricerca e dove si sono fondate le più grandi aziende del web che valgono come nazioni intere, ma anche all'Inghilterra, Germania, Francia, Belgio, ecc... dove il servizio è al centro.

In Italia mezzo Paese è assistito, ossia c'è una mentalità assistenzialista che ha mandato tutto allo scatafascio. Per me è inconcepibile che per delle persone per cui "lo Stato ci deve dare lavoro" e per colpa delle quali chi lavora davvero non arriva a fine mese per pagare le tasse per mantere questa gente, e non riceve invece i servizi in ritorno e manco la possibilità di pagare il debito pubblico. Per colpa di questa mentalità l'intero Paese va a rotoli. Le riforme da fare sono urgentissime oramai e devono essere drastiche... non ha senso che una persona che ha lavorato nel privato per anni possa perdere il lavoro immeritatamente, mentre dipendenti pubblici inutili, no.
Il taglio sulla spesa da fare è in quella direzione, e la mentalità da cambiare anche. Così facendo si limiterebbe pure il vizio dell'antimeritocrazia, altra piaga italiana. Ma per chi lo farà mai?

Il federalismo come nel resto del mondo potrebbe aiutare di molto la situazione, unito ad una revisione della tassazione sul lavoro e sulle imprese, e alla detassazione totale di chi fa innovazione. La grande industria, quella che produce prodotti, la lasciamo ai Paesi emergenti, qui non si può competere con quelli, bisogna fare la grande industria di cervelli, del lusso, di innovazione; la produzione e gli operai non specializzati possono stare fuori. Un Paese avanzato si vede anche da questo.
[Modificato da sery84 08/06/2013 13:45]

- you're squawking like a pink monkey bird -
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