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Italiani all'estero

Ultimo Aggiornamento: 17/09/2013 21:23
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28/03/2013 18:24
 
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Re: Re: Re: Necessità, sogno o avventura?
°Mark Lanegan°, 3/28/2013 3:46 PM:




Non voglio fare da moderatore di questo topic, quindi rispondo poco e prefeisco che ognuno passi qui dentro, magari anche a distanza di tempo, lasciando le proprie impressioni sulla cosa. [SM=g27823]
Oh, direi in percentuale, per quanto riguarda la tua domanda. Certo, dovrei controllare. Ma mi sembra che i Portoghesi (i quali pure stanno letteralmente migrando in massa verso il Brasile) siano in percentuale meno che gli italiani.
Per l'asia. Beh, ma attualmente l'asia è un continente che offre tantissimo a chiunque, basta solo cercare. La mongolia quest'anno farà +16% del pil ed è probabile che ci sia lavoro per tutti, ammesso che piaccia mangiare carne di montone ogni giorno.
Senza massacrarsi, ci sarebbee il myanmar che come pil farà poco meno ma è molto più organizzata e ci sarebbe il vantaggio dei first mover; lì verrà fuori un'altre tigre asiatica e giapponesi e cinesi sono già tutti in loco (italiani zero).
Ci sono gli emigrati illusi, pronti a fare ritorno? Ma sì, suppongo di sì. Ma è una categoria che non voglio considerare, nel senso che gli italiani sono già maestri di disillusioni e tentare di prendere lavoro, che sia al nord d'italia oppure a singapore, è una cosa che non dovrebbe essere vissuta così male. A mio parere.




Perchè se gli italiani risultano primi per emigrazione in assoluto, è un dato perfettamente comprensibile (siamo il più povero dei “supermassimi” UE; e comunque non mi stupirei se anche il Regno Unito fosse ai primi posti). In assoluto sarebbe molto più preoccupante.

Comunque - a sensazione - il Myanmar e la Mongolia possono andare benissimo per investirci e aprire imprese (fermo restando che la remunerazione potenzialmente altissima fa il paio con un rischio non indifferente); ma un minimo di progetto o dei soldi ci vogliono e poi bisogna avere “il pelo” che percentualmente - in tutto il mondo - in pochi hanno. Credo siano posti interessanti anche se vai li già da impiegato di qualcuno. Ma per il “partiamo e cerchiamo un lavoro” non penso siano tra i posti da scegliere.

Sul Portogallo, mi è capitato di avere qualche rapporto con un omologo portoghese. A quanto pare il 90% del loro lavoro (quantomeno fuori dal portogallo) è fare da ponte per le ex colonie - comprese le africane - in Europa.

Poi vabbè, la sindrome dell'emigrante che descrive Sery è comprensibile e credo sia comunissima. A parte l'aspetto economico-lavorativo, è difficile sentirsi veramente parte di un paese straniero....

“You have to be realistic about these things.”
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