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SULLE PUNTE. Terminata: 27 capitoli. Rating: arancione

Ultimo Aggiornamento: 01/07/2013 11:50
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14/05/2013 16:18
 
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Cos'ha Sabine perché si trova in ospedale? Posta per saperlo
14/05/2013 22:14
 
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Ciao a tutti!! Ecco il capitolo 21! Ciao!!

21

La notizia del risveglio di Sabine dal coma divenne la notizia di apertura dei tg francesi e rimbalzò nel giro di 24 ore su tutte le reti internazionali.Fuori dall’ospedale c’era un nutrito gruppetto di giornalisti e di persone che volevano dare i loro saluti a Sabine.
Arrivarono fiori da tutto il paese e lettere da ogni parte del mondo. Michael le fece recapitare un enorme mazzo di rose rosse e si fece più insistente chiedendo di parlare con lei al telefono.Ma senza risultati. Per i tre giorni successivi al suo risveglio,i medici la sottoposero ad una lunghissima serie di esami che avevano tutti lo scopo di escludere danni allo scheletro,agli organi interni e al sistema nervoso. Quando rientrava in camera era talmente spossata che si assopiva quasi subito e dormiva per lunghe ore.
Il Los Angeles Theatre riceveva dall’ospedale regolari bollettini medici ogni quattro ore.Per il momento l’unica cosa visibile era la fasciatura al polso destro,rotto durante l’incidente.
Ci stavano tutti col fiato sul collo chi per un verso chi per l’altro. Avrei voluto un po’ più di privacy.
La dinamica dell’incidente era ancora poco chiara anche se venimmo a sapere dalla polizia accorsa sul posto che una macchina fuori controllo non si era fermata al semaforo e aveva investito il gruppetto di persone che stava per attraversare in quel momento.
Sabine era la più esterna al gruppo e un ragazzo aveva cercato di proteggerla spingendola da parte ma l’urto aveva fatto si che le persone travolte le cadessero addosso.Sabine sfortunatamente aveva battuto la testa e ora i medici dovevano constatare l’entità degli eventuali danni provocati dal trauma cranico subito da Sabine.
Vederla priva di conoscenza,attaccata a tubi e fili mi aveva fatto temere che l’avremmo persa entro la sera stessa.
E invece,grazie ad una persona speciale,Sabine era ancora tra noi.I risultati degli esami arrivarono presto e i medici ci assicurarono che entro tre mesi Sabine sarebbe stata fisicamente pronta per riprendere a ballare.Ma sulle condizioni della sua mente non si sbilanciavano affatto.E noi tutti ormai eravamo sicuri che avesse perso la memoria.
“Non ricorda assolutamente niente,Michael…”gli dissi quella sera.
“Non può essere!Non si può avere un altro consulto?”
“Sabine è seguita dai migliori medici dell’ospedale e sono tutti concordi sulla stessa diagnosi…”
“…è terribile…cosa possiamo fare?”
“Nulla, se non aspettare che i ricordi tornino da soli…Ci vorrà un po’…”
“Fammi parlare con lei, ti prego…Ha già funzionato una volta può funzionare di nuovo…”
“Se è sveglia ti richiamo subito…”promisi prima di entrare in ascensore.I miei genitori mi precedono nel corridoio e poi una volta entrati nella camera di Sabine si fermano di colpo: la troviamo seduta al tavolino di fianco alla finestra che sorseggia un tè.
Non ha più la flebo, ha addosso indumenti puliti e i capelli sono raccolti in una lunga treccia.
“Bonjour!”saluta“Antoinette,siete sicuri di aver avvisato mio marito che sono qui?Maman e papa,ogni volta che chiedo di lui,mi guardano in modo strano…Mi manca tanto,vorrei vederlo…”
“Ah!Come stanno Paris e Prince,i miei stupendi nipotini?”continua sicura.Ha ripreso a parlare in modo compito e articolato.Nei giorni seguenti riprenderà ad alternare la sua lingua madre all’inglese e all’italiano.E prendiamo coscienza del fatto che Sabine è in uno spaventoso stato confusionale: mescola ricordi di anni addietro a quelli di non più di un mese fa.E i nomi delle persone che conosce, compaiono in situazioni che non potrebbero mai vederli protagonisti.
Mentre papa va a parlare con i medici io e maman ci sediamo accanto a lei sperando di capire quanto e cosa ha mescolato nella sua mente.
Sarebbe stato difficile spiegare le cose se avesse fatto il nome di Michael e dei bambini in presenza di estranei.E questo fantomatico marito di cui chiedeva notizie di continuo:esisteva solo nella sua testa?

******************************************

“Sacre Bleu…”dice mio marito Daniel “Michael Jackson è mio cognato…”termina emettendo un fischio.La telefonata che ebbi con lui ci chiarì ogni dubbio:si erano sposati il giorno del compleanno di Sabine a Las Vegas,a causa dei rispettivi ed imminenti impegni di lavoro ed entrambi incapaci di aspettare un momento più tranquillo. Maman era andata fuori di se.Al telefono ne aveva dette di tutti i colori a Michael accusandolo di aver rovinato Sabine,di averle fatto perdere la testa e rinnegare tutti quei valori che lei e papa le avevano insegnato.Fece marcia indietro,scusandosi poi con lui,solo quando la costringemmo a guardare in faccia alla realtà:Sabine era felice con Michael.Il suo carattere spigoloso si era ammorbidito da quando lo frequentava e l’ultimo mese con Sabine a casa era stato perfetto nonostante l’imminente e lunga tournee che si avvicinava. Solitamente scattava come una molla ad ogni richiesta e passava giornate intere a ripetere passi e figure o ad allenarsi in palestra. Ma non stavolta.Povero Michael…Era cosi straziante sentirlo…Innamorato alla follia di una donna che non si ricorda di lui nemmeno un po’. Sabine aveva negato perfino di essere una sua fan quando le parlammo di lui.E quando le chiedemmo il nome di suo marito, pronta rispose “Jerome!”.
Jerome Kuentz-Bas.Quando ce lo trovammo di fronte non volevo crederci! Uno dei migliori partiti della Francia bene ma con una pessima reputazione:che ci faceva Sabine con uno cosi?
”L’ho vista sugli Champs Elysees per caso e ho deciso di seguirla: volevo parlarle.Mi ritrovai invece a spingerla da parte,salvo poi caderle addosso insieme alle altre persone dopo l’impatto con quella macchina impazzita”ci aveva detto quando lo portammo da Sabine.
“Quando mi accorsi che era priva di conoscenza mi allarmai:forse avevo provocato un danno invece di aiutarla.E con una caviglia slogata e un paio di persone addosso,poco potei fare sul momento…” terminò di raccontare.Lo avevamo ringraziato a lungo ma eravamo comunque perplessi,mentre Sabine lo teneva per mano e si mostrava molto affettuosa con lui.E da quel momento diventarono inseparabili. Jerome passava lunghe ore in sua compagnia ed entrambi non perdevano occasione di scambiarsi effusioni.Michael accusò bene il colpo ma nei giorni successivi il tono delle sue chiamate fu piuttosto freddo e controllato e non chiedeva più di parlare con Sabine;inoltre duravano davvero poco. Poi smise del tutto di chiamare e lo sentivo solo via sms.Pensai ai suoi numerosi impegni e mi dissi che forse era meglio cosi: entrambi avevano ancora bisogno di tempo per tornare a parlarsi.Nei giorni seguenti, i ricordi di Sabine cominciarono ad affiorare mentre il suo fisico si riprendeva.Ricordò finalmente di essere un’etoile e quel pomeriggio la trovammo vestita di tutto punto e pronta a tornare a Los Angeles all’istante per iniziare le prove in teatro.Ma tornò a sedersi in poltrona poco dopo,dicendo che non poteva partire perché non sapeva come arrivare a Los Angeles.Avevamo tutti le lacrime agli occhi:una giramondo come lei in preda alla confusione più totale!E quei mal di testa cosi forti e frequenti:come avrebbe mai potuto tornare a ballare cosi?


21/05/2013 22:32
 
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Ciao a tutti! Ecco il capitolo 22! Ciao!


22

“Vieni, fai presto!”dico a Eva“Più tardi arriva la famiglia e voglio parlarle da solo…”
“Eccomi,arrivo,arrivo!”sbuffa.
Da qualche giorno hanno dato a Sabine il permesso di passeggiare nei giardini della clinica.La vedo seduta su una panchina:i suoi capelli brillano al sole,indossa una vestaglia turchese ed è sempre bellissima,nonostante sia molto pallida.
“Ciao mademoiselle l’etoile!”mi avvicino alla panchina“Possiamo sederci?”
“Ciao Jerome…”risponde esitante,sollevando appena la testa. “Certo…”dice poi dandoci modo di sederci.
Le prendo la mano ma si ritrae e volta il viso da parte.C’è qualcosa che non va.Solo ieri era cosi carina con me.Le ho proposto di camminare un pò e approfittando di un punto riparato del giardino l’ho baciata a lungo.Sembrava contenta.
Oggi sono qui con Eva,vuole vedere se la storia delle foto e del suo legame con Michael Jackson sono veri.E sinceramente anche io.Prima se lo toglie dalla testa prima posso finalmente cominciare la mia
storia con lei.Peccato che siamo in ospedale:potrei finalmente fare l’amore con lei ora che è cosi arrendevole e affettuosa.Ma io sono ancora molto limitato nei movimenti e lei è ancora molto debilitata e sotto farmaci e voglio che sia in se quando succederà.Devo essere l’unico uomo a cui pensa e con cui vuole fare l’amore.
“Sicuramente ti ricordi di me!Eva!Ci siamo conosciute a Roma e poi ci siamo viste anche a MonteCarlo.Sei salita con me nella suite di Michael Jackson.Quel giorno però eri un po’ diversa…”si intromette andando dritta al solo e riportandomi coi piedi per terra.Le porge delle foto “Eri cosi!”dice con aria trionfante.
Sporgo il capo e le guardo:in una siamo noi tre insieme,nell’altra c’è una ragazza che le somiglia un po’.
Il viso di Sabine si contrae in una smorfia“Che male...Scusate…ho questo mal di testa che oggi mi tormenta…”
“Belle queste foto…Sei fotografa?” dice cambiando argomento.
“No…”risponde Eva “Io scrivo articoli su Michael Jackson…”
“Sei una giornalista ???” Sabine si allarma.Tenta di alzarsi per andare via.
“No, tranquilla…”Eva la fa sedere nuovamente“sono una fan come te. Solo che io curo una rivista su Michael,che è stata ufficializzata dal suo staff.Mentre tu…tu sei la sua ragazza!”dice dopo una pausa che aumenta l’effetto sorpresa.
“COSA??”dico ad alta voce.Guardo Sabine di scatto ma il suo viso è inespressivo come quando siamo arrivati circa dieci minuti fa.Sabine porta di nuovo la mano alla testa.
“Posso aiutarti in qualche modo?”le chiedo vedendo la sua espressione. Si volta verso di me e di nuovo mi fissa per un po’.Poi “Il pareo colorato l’ho usato alle Hawaii?”
“Jerome,ma che sta dicendo?”chiede Eva stupita.
“…ehm…non saprei…”mormoro.
“O forse l’ho usato alle Bahamas…”dice Sabine dopo qualche minuto.
“Jerome…”riprende Sabine voltandosi verso di me.“…tu mi hai chiesto di sposarti…”aggiunge socchiudendo gli occhi.Poi,pensierosa,continua “…e io ho detto si…”
“Io e te ci siamo viste a Monte Carlo?”chiede subito dopo a Eva.
“Certo!Sei salita con me nella suite di Michael…”le ricorda Eva.
“Michael…Lui era arrabbiato con me…”continua Sabine.
“Ma no,figurati!Ti ha sorriso molto spesso e ti ha abbracciata prima che andassimo via.Ovviamente con me è stato diverso…”ammicca Eva.Poi si ferma di colpo.“Perché era arrabbiato? Avete litigato?Vi siete visti prima do salire da lui?”domanda curiosa.
Sabine si guarda intorno:sembra smarrita e piuttosto confusa.Se dice di avermi detto si alla proposta allora probabilmente mi aveva sentito ed il ricordo era da qualche parte nella sua testa.
“Forse Sabine si riferisce al periodo dell’HIStory tour…”dico fornendole un appiglio.
“L’HIStory tour…Che cos’è?”sentiamo poi.La fissiamo increduli.
“Non puoi averlo dimenticato!!”sbotta Eva. Eri l’Angelo!Hai ballato con Michael per più di un mese!E lui ti ha baciata davanti ad uno stadio in delirio!!Scommetto che è cominciato tutto da li!”
“Michael mi ha baciata davvero?”Gli occhi di Sabine brillano di gioia: è l’unico momento in cui tornano ad essere come li ricordavo.Che passa in fretta:i suoi occhi si spengono di nuovo e si bagnano di lacrime.
“Michael…mi ha telefonato qualche giorno fa…ha una voce talmente bella…mi ha detto delle cose dolcissime, mi ha commossa…ma non chiama da un po’…chissà perché…”
“Allora vi frequentate!”dice Eva.
“Alla proposta ho detto si…”dice Sabine dopo un po’“ma non a te…” conclude guardando nella mia direzione.
“Sabine!Da quanto sei qui?Ti aspettano per il prelievo!”è arrivata Antoinette.Io resto come impietrito.Sabine è impegnata!Si vedeva con una persona con la quale ora ha concretizzato il rapporto!E mentre io resto fermo e in silenzio,Eva rincara la dose.
“Hai sposato Michael!!”ride “Che colpo fortunato!Sarò la prima a pubblicare la notizia!!”
“Pubblicare che cosa?”interviene Antoinette. “Jerome chi è questa ragazza?Una tua amica?Lo sai che nessuno è autorizzato a vedere Sabine all’infuori di noi!”
“Ciao Antoinette.Questa è Eva,è una mia amica, sostiene che Sabine e Michael Jackson si frequentano…”rispondo:voglio saperne di più.
“Sulla base di che cosa?”Antoinette si volta verso di lei.
“Di queste foto!”dice Eva mostrando le foto che aveva fatto vedere a noi qualche minuto prima.
“Si un po’ di somiglianza c’è ma non credo che questa sia mia sorella…”Antoinette restituisce le foto a Eva.
“Glielo posso confermare!Sabine era con me nella suite di Michael a Montecarlo!”insiste Eva.In un ultimo tentativo prende una rivista e dopo aver sfogliato qualche pagina,la mette sotto i nostri occhi.
“Guardate questa foto!!Non vedete che è la stessa persona?”dice concitata.
“Sabine, tesoro,ti ricordi di aver fatto queste foto?”le chiede piano Antoinette.
“Michael…”dice Sabine riconoscendolo.“Sono già stata qui…”indica la stanza.“Siamo rimasti con lui a parlare per un po’…Aveva uno sguardo cosi dolce…”
“Visto?Che vi avevo detto?”riprende Eva.“Se lo ricorda!!Quindi ecco la mia prova:Sabine e questa ragazza nelle foto sono la stessa persona!E davanti a noi abbiamo la signora Jackson numero tre!”
“Come…come…”Antoinette è senza parole.
“…lo so?”Eva termina la frase“Sabine giusto qualche minuto fa ha ricordato che Jerome le ha chiesto di sposarla e ha poi aggiunto di aver risposto di si,ma non a lui.Quindi se metto insieme tutti i pezzi, ecco che tutto torna!”
Guardai Antoinette:aveva il viso rivolto verso Sabine.Non sapeva cosa dire, cosa fare per aiutare la sorella.Io per parte mia ero allibito: Sabine era sposata.E probabilmente stava recuperando la memoria. Avevo approfittato della situazione raccontandole del nostro matrimonio e della nostra vita insieme,sperando che poi una volta fuori dal coma si mettesse con me ma mi rendo conto di aver
commesso un grave errore.La guardo a mia volta e capisco di aver usato con lei gli stessi trucchi che avevo usato in passato per conquistare e sedurre le molte ragazze che ho avuto.Trucchi al limite della moralità nella maggior parte dei casi.Quante ragazze fidanzate,anche con amici,erano passate dal mio letto?Ma realizzo anche un'altra cosa: Sabine ha usato me per distogliere l’attenzione dalla sua storia con
Michael.Se ci penso bene,per un periodo i giornali ricamarono sul nostro legame.Cosa di cui mi inorgoglii molto all’epoca e che mi fece decidere di tornare alla carica con lei.
“Noi ce ne andiamo.Sabine non sta bene e i medici la stanno aspettando per un consulto.”la voce ferma di Antoinette mi riporta alla realtà.
“Prima voglio che Sabine mi prometta di concedermi un’intervista per il mio giornale”sento dire a Eva.
“Sabine non rilascia interviste che non siano approvate da suo ufficio stampa.E il permesso non credo mai le verrebbe accordato.”
“Allora pubblicherò lo stesso la notizia!”
“Faccia pure!Non penso proprio che verrà creduta.Andiamo ora” Antoinette aiuta Sabine a rialzarsi.
“E in quanto a te, Jerome Kuentz-Bas,d’ ora in avanti non avrai più la possibilità di vedere mia sorella nemmeno da lontano!Sei una persona spregevole!Non capivo infatti cosa potessi aver a che fare tu con lei!”prosegue Antoinette“Non sai cosa sia la decenza:l’avrai anche aiutata ma ti sei approfittato del suo stato di salute!E chissà se magari hai fatto tutto per aiutare la tua amica qui!”termina arrabbiata.
“Io la amo!Voglio stare con lei!Ti amo Sabine,tu lo sai…”le dico prendendole la mano.
“E’ come quella volta…”dice Sabine.La festa di Primavera“…lasciami andare…”aggiunge.
Vedo le due sorelle allontanarsi verso l’entrata dell’ospedale.
“Hanno vinto loro per ora…”mi si affianca Eva“Ho ancora una carta da giocare:i miei contatti con lo staff di Michael.Se ti interessa e ci stai,potremmo entrambi ottenere quello che vogliamo.”
Annuisco.Ma sono davvero sicuro di volerla giocare quella carta?

**************************************

“Come ti senti?”le chiedo.
“Meglio…”Sabine risponde con un fil di voce.Il mal di testa, grazie alle medicine,si è smorzato e so che tra un po’si addormenterà.Ha mangiato quasi tutto,finalmente.Sta facendo grandi progressi.
“Ripensavo a oggi pomeriggio.Adesso anche Jerome e la sua amica sanno di te e Michael…credi che pubblicherà tutto?”
“E io negherò tutto…”dice Sabine veemente “…come ho sempre fatto…nessuno deve sapere di me e Michael…E’ una cosa solo nostra!”
“Allora ti ricordi?”la guardo annuire e dentro di me gioisco.
“Si,io e Michael ci siamo sposati il giorno del mio compleanno... ma...io…non mi ricordo di amarlo…”dice triste.Già pensavo alla bella notizia da dare a Michael e ora avevo di nuovo il morale sotto i tacchi.Con che coraggio gli avrei mentito di nuovo?Ed ero cosi stanca di fare da tramite.Quando mai avrebbero ripreso a parlarsi seriamente questi due?
“Antoinette!Il tuo cellulare suona…”la sento dire.
“Veramente quello è il tuo cellulare”le dico,approfittando dell’occasione.
“Davvero?”lo prende“Sul display c’è scritto ‘Mon Amour’…”
“Eh già…”sospiro e la suoneria si interrompe. Chiamata persa.
“Tra poco suonerà ancora…Se vuoi parlare con Michael ti consiglio di rispondere!”la rimbecco.
“Era davvero lui?”chiede sorpresa,poi caccia un gridolino.“Suona di nuovo!”L’effetto soporifero del farmaco sembra svanito.“Rispondi!”la invito.Poi esco dalla stanza.Raggiungo Daniel in corridoio e da li andiamo al bar dell’ospedale per mangiare un panino.
“E’ tardi…”dice Daniel sorseggiando il caffè.Annuisco.Poco dopo ci alziamo.“Vado a prendere la macchina.Ci vediamo fuori.Saluta Sabine.”
mi dice allontanandosi dalla parte opposta del corridoio.
“Scusa il ritardo”gli dico allacciandomi la cintura e dandogli poi un bacio“Sabine mi ha chiesto parecchie cose,tutte in una volta!Non smetteva più di parlare!Per fortuna il farmaco ha fatto effetto e ora dorme tranquilla…!”
“E…?”
“E…vuole tornare presto,molto presto,negli Stati Uniti…”dico con un sorriso gigante stampato sulla faccia.




28/05/2013 22:51
 
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Ciao a tutti! Ecco il capitolo 23! Ciao!!


23

Avevo mentito.Ad Antoinette,ai miei genitori,a Michael.E a me stessa.
Non mi ricordavo un accidenti di niente, dovevo solo ringraziare questi flash che mi mostravano le varie situazioni, che però non mi pareva proprio di aver vissuto.Ma non volevo più stare in ospedale.Il polso avrei potuto curarlo ovunque e cosi il mio stato fisico.
In America avrei trovato ottimi medici;Michael probabilmente ne conosceva e anche il teatro quasi sicuramente ne aveva sempre qualcuno a disposizione.Dovevo assolutamente tornare negli Stati Uniti se volevo recuperare gli ultimi anni della mia vita.E allontanarmi il più possibile da quei due che mi ritrovavo sempre tra i piedi nei momenti meno opportuni.Antoinette aveva dato disposizione di non fare avvicinare più nessuno a me all’infuori dei componenti della nostra famiglia.Mi aveva messo in guardia da Jerome raccontandomi ciò che sapeva su di lui.Distesa nel letto i pensieri e i ricordi si mescolavano insieme.E su tutti i baci che ci eravamo scambiati io e Jerome nei giorni passati.Ero davvero convinta che fosse mio marito.
Ma seduta in quella poltrona,mentre pensavo a come si fa ad andare a Los Angeles,la mia mente aveva collegato il nome di quella città a Michael e qualcosa aveva cominciato a riaffiorare alla memoria.
“Che mal di testa…”dissi a voce bassa.Eva e le sue foto…Monte Carlo…Il pass dato alla persona sbagliata…Ma non può essere:il pass è rimasto in camera…Già ma in chissà quale camera…Mi rigirai nel letto parecchie volte e poi finalmente mi addormentai.

**************************************

Quasi alla fine di agosto venni dimessa dall’ospedale e mi misi subito all’opera per organizzare il mio rientro negli Stati Uniti.Con Michael eravamo tornati a sentirci regolarmente ma mentre il suo “ti amo”era sincero il mio era una ripetizione del suo.Temevo più o meno inconsciamente il momento in cui ci saremmo rivisti.E che avrei fatto una volta da sola in camera con lui? Eravamo sposati dopotutto ed era normale che dormissimo insieme.Speravo che i ricordi legati alla nostra storia tornassero presto. Nel profondo sentivo di essergli molto legata.Per questo avevo spinto mentendo sui miei reali ricordi. Volevo andare da lui.Volevo che mi abbracciasse.Che mi aiutasse a ricordare.Volevo lui.Era un bisogno quasi fisico.
“Eccoli qui!” esclamò Antoinette sventolandomi sotto il naso i fogli A4 della prenotazione elettronica dell’aereo.“Parigi-Los Angeles, senza scali prenotato per l’11 settembre.Contenta?”
“Non sai quanto!”le dissi sorridendo. Volevo lui.
Guardavo i fogli e ci vedevo il suo viso.“Aiutami…”gli dissi muta ”…aiutami ad amarti ancora…”
Il tempo di preparare i bagagli,dare un altro abbraccio ai miei cari ed ero già al mio posto in prima classe.Dal finestrino guardavo Parigi farsi più piccola:il Louvre,la Tour Eiffel,la Senna,gli Champs
Elysees,l’Arco di Trionfo.E per un momento fu tutto buio e sentii l’odore dell’asfalto e il sapore del sangue in bocca.Sussultai.
“Si sente bene?”Il passeggero di fianco a me,si offrì di farmi avere dell’acqua.“Si, si, grazie…mi scusi…”dissi ansimando lievemente.Il primo ricordo dell’incidente.Con l’acqua buttai giù un calmante e quando l’aereo fu in quota mi addormentai.Fu un sonno molto agitato. Chiamavo spesso Michael e mia sorella.Poi mi svegliai di soprassalto convinta di cadere da un palazzo.Di nuovo il passeggero accanto a me si offrì di aiutarmi.
“No, la ringrazio…Sono davvero desolata di darle tanto disturbo…Ho avuto dei problemi di salute ultimamente…Le chiedo ancora scusa…” dovevo cercare di controllarmi o avrei avuto dei problemi:il viaggio era lungo e condividere l’esiguo spazio con persone a cui avrei potuto recare disturbo non era una bella prospettiva.Decisi di concentrarmi sul documentario sui pinguini che i monitor stavano trasmettendo da qualche minuto.A metà documentario i monitor si spensero all’improvviso e la hostess annunciò di allacciare le cinture di sicurezza.
“Avvisiamo i signori passeggeri che stiamo per effettuare uno scalo tecnico all’aeroporto di Boston.Dovremmo atterrare tra venti minuti circa…Grazie…”
Ci guardammo stupiti.Scalo tecnico?Che mai poteva voler dire?Non mi era mai capitata prima una cosa simile.Alle domande che i passeggeri sollevarono, le hostess risposero solo con un laconico:“Ulteriori istruzioni vi saranno date una volta atterrati…”
A Boston,il personale ci indicò il punto di raccolta del nostro volo, fortunatamente abbastanza vicino al tapis roulant dell’arrivo bagagli. Io viaggiavo solo col bagaglio a mano, avendo deciso di spedire le mie cose a casa mia a Los Angeles.Avrei avuto bisogno di qualche giorno prima di andare a Neverland,per riposarmi dato che mi stancavo ancora molto presto e per incontrare Louis e il direttore del teatro per fissare la data del mio debutto.Sfortunatamente,stando all’ultimo bollettino medico,non sarei stata effettivamente pronta prima di dicembre.Feci appena in tempo a sedermi che i monitor dell’aeroporto si spensero e restarono al buio qualche minuto prima di trasmettere il telegiornale con la sua ultim’ora.Rimasi paralizzata da quello che vidi e iniziai a piangere quando realizzai che quello non era un film. Le Twin Towers colpite,il fumo che usciva,le fiamme e la gente intrappolata li dentro.Il punto di raccolta si riempì con gli ultimi passeggeri del volo e restammo impietriti dal dolore e dallo sgomento per quello che vedevamo.E poi le torri crollarono su loro stesse sollevando un’immensa nuvola di polvere che divenne presto visibile anche dall’aeroporto di Boston, cosi vicino a New York in linea d’aria.Il direttore dell’aeroporto, con la voce rotta, ci comunicò che lo spazio aereo sull’intero suolo americano era stato interdetto al volo e lo sarebbe stato per i due giorni successivi.Pullman, treni e traghetti avrebbero consentito il viaggio verso Los Angeles ma non prima dell’indomani.Le strutture alberghiere di Boston erano state allertate ed erano pronte a ricevere i passeggeri in transito.Poi le hostess ci proposero alcune strutture alberghiere nei pressi dell’aeroporto,e chiesero come avremmo continuato il viaggio,per questioni di sicurezza.Io avevo deciso di proseguire in treno ma ero esausta e non pensavo di partire prima dell’indomani.Durante il trasferimento in albergo riuscii a chiamare i miei genitori e prima che potessi salutarli,la rete telefonica andò in tilt togliendomi cosi la possibilità di chiamare poi anche Michael.Quando finalmente il cellulare squillò era pomeriggio inoltrato e mi ero appena messa a letto.Stando al mio fuso orario erano circa le dieci di sera ma io ero stanca come se fossero state le tre del mattino!
“Swan!Finalmente!” Michael era sollevato e ansioso insieme “Dove sei?”
“Michael…”dissi con voce lenta “Je suis a Boston…”
“A Boston?Cosa fai li?Pensavo fossi già a casa…”
“Non ci siamo riusciti:l’aereo ha dovuto fare scalo e poi hanno interdetto i voli. Posso proseguire solo via terra.Conto di prendere il treno domani.Tu dove sei?”
“Sono già a Neverland.Siamo partiti col jet stamattina prestissimo…”
“Meno male,ero cosi in pensiero…”mi girai di lato e chiusi gli occhi.
“Swan,tutto bene?Ti sento strana…”
“No che non va bene…”iniziai piangere“Sono a tre ore da casa mia,sono rimasta a lungo senza telefono,raggiungerti sembra un’ impresa impossibile,sono esausta,le torri continuano a cadere nella mia testa
e tu non sei qui con me…”
“My love…posso solo dirti che ti sono vicino col pensiero,che ti amo e che per quanto possa essere cosi spaventoso presto tutto finirà e saremo di nuovo insieme…”
“Lo spero…ti telefono domattina…”dissi in un sussurro,chiudendo la chiamata e cadendo in un sonno profondo e senza sogni.

***************************************

Quando mi sveglio è mattina inoltrata.La luce filtra dalle tende scure e io realizzo che è tardi.Subito dopo mi viene in mente che per quel giorno non ho impegni e posso dedicarmi ai miei bambini.E poi un altro pensiero arriva fulmineo e sovrasta tutti gli altri:Sabine!
Guardo verso il suo lato del letto ma lei non c’è.Mi alzo e la chiamo.
“Sono qui…”sento bofonchiare nel bagno. La sento chiudere il rubinetto e poco dopo la vedo uscire.Bellissima, come la ricordavo.Si è truccata e pettinata con cura.Siamo quasi ad Halloween ma la temperatura mite della California permette a Sabine di indossare ancora quei vestitini estivi corti e senza maniche che ha portato da quando è arrivata, più di un mese fa.Aveva proseguito il suo viaggio in treno, mettendoci due giorni pieni.Poi le ci volle tutta un’altra settimana prima di arrivare a Neverland.L’avevo abbracciata a lungo,anche per consolare il suo pianto pressoché interminabile e avevo al contempo consolato anche me per scacciare il timore di averla potuta perdere per sempre. Mi aveva poi chiesto di dormire nella sua camera,salvo dirmi,di nuovo in lacrime, che non voleva restare sola di notte.Una volta nella mia stanza si tranquillizzò e da allora dorme con me.Non feci fatica ad abituarmi alla sua presenza ma fu difficoltoso invece controllare l’impulso di toccarla e amarla come prima.Non era ancora il momento.
Momento che arrivò quasi dieci giorni dopo il suo arrivo.Le avevo proposto un film al cinema.Circa mezz’ora dopo mi chiese di continuare la visione dalla stanza da letto annessa alla sala ma il film lo vidi solo io.Alla fine del film,la svegliai,per rientrare alla main house.
“Abbracciami” mi chiese“solo per un momento…”E invece restammo allacciati uno all’altra per un tempo infinito.
Ora sta molto meglio.Il polso è guarito,ha ripreso le prove per lo spettacolo,i suoi mal di testa sono quasi scomparsi del tutto ma non le crisi che ogni tanto la colgono e che sono dovute ad ansie e paure che ancora la tormentano,prima fra tutte il fatto di non aver del tutto recuperato la memoria.Crisi come quella che ora l’ha costretta in una posizione del tutto innaturale, con la testa sul cuscino e le gambe fuori dal letto.Forse si era seduta prima di sentirsi male. Subito sono accanto a lei.
“Swan?Sabine?”La faccio alzare e la faccio stare su appoggiata alla mia spalla.“Swan dove tieni le pillole?No, resta sveglia!Dove le tieni?”chiedo di nuovo.Debolmente indica il suo beauty-case.In fretta, prendo una pillola e poi gliela porgo ma Sabine non riesce ad alzare la mano.E allora gliela faccio prendere con un bacio.Poi la aiuto ad inghiottirla dandole da bere,come faccio con la mia Paris.La corico sui cuscini e resto con lei osservando il suo viso.Pian piano riprende colore e i suoi occhi ora mi guardano attenti.
“Merci beaucoup…” sussurra.Le sorrido. Per un pò parleremo in francese.

******************************

Per pranzo Sabine si è ripresa e ora la vedo mangiare tranquilla e conversare con mia madre e i bambini. Sembra non sia mai cambiato nulla ma in realtà non è cosi.Con gli altri è la stessa ma quando è con me è come se lei alzasse una specie di muro tra di noi.
E’ gentile, cordiale e amabile come sempre. Non rifiuta mai i giri per la tenuta che le propongo e mi fa compagnia in sala prove, ma quando mi bacia la sento lontana e quando facciamo l’amore i suoi occhi hanno una luce diversa.E soprattutto, quando dice “ti amo” non ne è affatto convinta.Sembra lo dica più per se stessa.Oggi pomeriggio ho aperto Neverland ai bambini della zona. Halloween è vicina e voglio che i bambini si divertano nel parco decorato con le zucche, i fantasmi, le streghe e i gatti neri.C’è moltissima confusione e ho sempre accanto due o tre bambini, oltre a Paris e Prince.
Ma quando Sabine scende in giardino Paris si stacca e corre da lei, trascinandosi dietro un gruppetto di bambine, tutte desiderose di giocare alla ‘ballerina classica’.Sabine ha un tutu e una coroncina di fiori per ciascuna di loro.Sono stupende.Iniziano a danzare imitando le movenze della mia Swan e tutti restiamo a guardarle per un po’. Sabine è contenta e mi sorride.
‘Torna da me, ti prego...’le chiedo col pensiero mentre la guardo correre via seguita dalle sue piccole ballerine.

**********************************

Quella notte Michael dormì nella mia camera.Quando apriva Neverland ai bambini, permetteva loro di fermarsi a dormire e alcuni potevano addirittura dormire nel suo letto mentre lui si sistemava in una sorta di sacco a pelo sul pavimento.Lo trovava molto divertente.“E’ come stare in campeggio!” diceva ridendo mentre i bambini a turno si infilavano sotto le coperte.
“Come vuoi…”gli avevo detto osservando la scena“Ma se senti freddo, hai la chiave…”terminai facendogli l’occhiolino.Complice la sua insonnia, il più delle volte veniva da me.“Ho freddo…”mi sussurrava, sdraiandosi accanto a me.Lo diceva tutte le volte.E quella notte non fu diversa dalle altre.
“I love you…”sussurrò prima di scivolare nel sonno.Attesi per un po’, poi mi girai a guardarlo. Il suo respiro era regolare e tranquillo.Mi commossi nel vederlo cosi indifeso.Mi alzai per prendere un fazzoletto e mi trovai di fronte al letto.Avevo già vissuto quella scena. E come un fiume in piena tornarono tutti i ricordi legati alla visita a Monte Carlo: noi due, me vestita da fan,la faccenda del pass dimenticato, quella del pass dato alla persona sbagliata,Eva ,il quadro,la gara di karaoke e la bellissima e sentita proposta di matrimonio fatta da un Michael tenerissimo e dagli occhi innamorati.
Mi ricordai le foto di Eva,ma poi pensai che non ci avrebbe potuto fare nulla con quelle.Io e Michael eravamo lontanissimi da lei e dal suo mondo e adesso non avrebbe mai più potuto arrivare a noi:Michael recentemente aveva deciso di sostituire tutto il suo staff,rendendo cosi inutili i contatti che Eva tanto si vantava di avere.Poi i fiori colorati delle tende attirarono la mia attenzione. Un pareo a vivaci colori.Siamo sposati da quattro mesi…Perché quattro? Erano solo due.
“Swan…”mi sentii chiamare e sobbalzai .
“Scusa non volevo spaventarti…Tutto bene?”
“ehm…non riesco a dormire…sono un po’ agitata, ho dei flash di qualcosa che non riesco ad afferrare…”
“Non sforzarti,i ricordi arriveranno da soli…”
“Amore mio,sai dirmi se ho mai indossato un pareo con te?”
“Un cosa?”mi rispose Michael assonnato.Glielo spiegai.“Forse lo mettevo sulla spiaggia alle Hawaii…”
“Swan,io e te non siamo mai stati alle Hawaii…”sentii rispondere dal cuscino.Michael si era sdraiato nuovamente.
“Allora alle Bahamas…”tentai.
“No,Swan,li non lo avevi,ne sono sicuro…”
Qualche minuto dopo, il suo respiro regolare mi fece capire che si era addormentato.‘Questa storia del pareo mi farà diventare matta!’ pensai alzandomi dalla poltrona e andando verso le tende.Torno a seguire il filo dei miei pensieri.Il pareo ora giace per terra e sono con mio marito.Ci stiamo baciando.Sento la passione di mio marito e la sua eccitazione accende la mia.Ma qualcosa non va.“Fermati! Siamo in giardino!Qualcuno potrebbe vederci!”Mi ritrovo all’ospedale abbracciata a Jerome.Il suo viso è vicino al mio.Le sue mani hanno aperto la mia vestaglia e le sue dita slacciato i primi bottoni del mio pigiama.Sotto solo una canottiera che lui stava per abbassare. L’avevo fermato all’ultimo secondo.Mi ero rivestita in fretta e mormorando un “devo andare!”ero praticamente scappata in camera e avevo acceso la televisione per cercare di calmarmi.La notizia del rinvio del mio debutto in America mi aveva fatto ricordare chi ero.E poi avevo ripensato a Michael.Quella sera altri ricordi affiorarono e non ero più tanto sicura del mio legame con Jerome.Il giorno dopo il confronto con lui ed Eva chiarì tutto ma io avevo ancora i ricordi di noi due molti chiari e intensi e non capivo come era possibile che avessi sposato Michael.Mi sedetti per terra.Avevo sposato Michael due mesi prima dell’incidente.Ma vivere con lui si era rivelato difficile e il pensiero del bambino che stava per nascere ancora mi tormentava. Non ci siamo salutati col cuore sereno.E mentre ero in Francia,il pensiero di tornare da lui mi rendeva felice ma ero anche dubbiosa.E poi finii in coma.Quante voci avevo sentito in quei giorni.Tra tutte, una sola mi era arrivata al cuore.E mi ero svegliata.E poi avevo permesso all’uomo che sfuggivo,ma che mi attraeva terribilmente,ora lo so,di farmi tradire il mio adorato marito.E presi coscienza che Jerome aveva confezionato dei ricordi ad hoc per farmi cedere.Non riuscivo a credere che sarebbe potuto arrivare a tanto.E nello stesso istante realizzai che avevo tradito Michael.E piansi,piansi amaramente e disperatamente.
“Swan…”Michael si inginocchiò di fronte a me.
“Amore,amore mio,perdonami,cosa ti ho fatto…”singhiozzai con le mani sugli occhi.
“Swan,calmati.Non ti seguo…”
“Jerome,Jerome ha…mi ha…”presi fiato“…credevo fosse mio marito...l’ho baciato…e non una volta sola…mi sento cosi in colpa…”
“Swan,so tutto,non è colpa tua,calmati ora… è tutto finito…Sssssh…ssssh…”mi abbracciò.
Mi somministrò la stessa medicina che mi aveva già dato in più di un’occasione e dopo un po’ mi calmai del tutto.“… grazie amore mio per il tempo che mi dedichi…”gli sussurrai.In risposta Michael mi abbracciò più forte.Sorrisi.Distesa di fianco a lui,stretta nel suo abbraccio cosi protettivo,mi venne in mente che lo avevo chiamato ‘amore mio’ per tutto il tempo e non Michael come facevo ormai da mesi.‘…mi sono innamorata di nuovo di te…’pensai prima di addormentarmi.

******************************


La mattina dopo,facciamo colazione nella stanza di Sabine.
“Mon amour,ieri notte mi sono ricordata di Monte Carlo…”la sento dire. “E’ stato emozionante rivivere la tua proposta di matrimonio…”
L’abbraccio e le sorrido.
“E mi ricordo anche cosa è successo dopo che mi hai messo l’anello al dito…”dice inarcando un sopracciglio.
“Io no,invece…”le dico fingendomi sorpreso.
“Bugiardo…”dice prima di baciarmi.E il muro si sgretola.Facciamo l’amore come non accadeva da tempo.Quando tutto è finito,la bacio ancora e le dico “Finalmente sei tornata…”
“Ti amo…”risponde.
E stavolta so che è vero.


04/06/2013 21:00
 
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Ciao a tutti!! Ecco il capitolo 24!! Ciao!!



24

Il 2003 segnò l’inizio della fine.Mentre io mietevo successi col Lago dei Cigni nel doppio ruolo,Michael si trovò a fronteggiare la messa in onda di un documentario che avrebbe dovuto,nelle sue intenzioni, riabilitare la sua immagine mentre nella realtà la stava affossando ulteriormente.Il documentario era un montato di filmati registrati a Neverland nell’arco temporale di otto mesi,durante i quali il giornalista scelto da Michael aveva ampia libertà di movimento in tutta la proprietà.In quel periodo mi tenni ben lontana da Neverland: Michael mi veniva a trovare abbastanza regolarmente ma non tanto da svegliare i sospetti del giornalista.Quando noi tutti vicini a Michael ci trovammo a guardare il documentario non potemmo fare
a meno di provare una stretta allo stomaco e di avere l’amaro in bocca.Dopo l’iniziale carrellata di immagini degli interni ed esterni di Neverland e del suo parco e dopo un’intervista lunga ma concisa e semplice, mi si parò davanti il mio Michael che diceva che dormire
con i bambini era la cosa più naturale e bella del mondo e che non ci vedeva nulla di male.A rincarare la dose,Gavin,l’ultimo bambino aiutato da Michael in ordine di tempo,diceva che spesso e volentieri aveva dormito nella camera di e con Michael.Ancora con questa storia! Alla fine anche questo giornalista aveva portato il discorso dove voleva lui,non rispettando gli accordi che Michael mi aveva detto aveva preso con lui.Stavo ancora riprendendomi dall’ultimo scandalo dell’anno scorso, quando Michael per presentare il piccolo Blanket, come l’aveva soprannominato, ai fan, l’aveva mostrato esponendo il piccolo totalmente fuori dalla finestra dell’albergo.Mi si era gelato il sangue nelle vene!Ricordo che la sera stessa mi ero attaccata al telefono, chiedendogli all’istante di darmi uno straccio di giustificazione decente per la cosa orribile che avevo visto in tv!
“Amore mio, calmati!”mi aveva detto“al solito hanno mostrato quello che hanno voluto: hanno rallentato le immagini!Sono rimasto a quella finestra solo pochi secondi e tenevo Blanket molto saldamente.”Ero rimasta in silenzio per un po’.“Sta bene vero?”chiesi poi.
“Certo,ha appena finito di mangiare.E’ cresciuto molto,non lo riconoscerai quando lo rivedrai”
“Non vedo l’ora di riabbracciarvi tutti!”
“Anche tu ci manchi.Ancora qualche giorno e torniamo…un forte abbraccio…”e la telefonata si concluse.‘Solo pochi secondi’aveva detto Michael,ma erano bastati per fargli avere un’indagine da parte degli assistenti sociali e il fatto che Michael avesse poi reagito pesantemente li aveva incattiviti ancora di più:volevano portargli via i bambini.Fortunatamente il dietro front di Michael aveva fatto in modo che tutto venisse chiarito e lo scandalo era rientrato.
E adesso questo documentario!Non avevamo mai pace.Non bastava la stampa scandalistica!Fortunatamente passò del tempo e sembrò che lo scalpore creatosi introno al documentario calasse,complice il tentativo, abbastanza riuscito,di bloccare la messa in onda da parte degli avvocati di Michael e della diffusione di un documentario girato dalle telecamere di Michael in contemporanea a quelle del giornalista.
Ad autunno inoltrato tutto sembrava essersi calmato e Michael era tornato alle sue canzoni e ai suoi progetti musicali. Io lavoravo senza sosta, dividendomi tra le repliche giornaliere dello spettacolo e le sessioni di foto pubblicitarie e interviste presso le più famose emittenti televisive americane.E poi iniziò l’incubo…
Nel teatro avevamo a disposizione una saletta, per fare una pausa durante le prove,provvista di tv.Quel giorno non parlava nessuno. Tutti guardavamo attoniti il telegiornale con la sua ultim’ora.
Un uomo alto,capelli neri,abito nero veniva condotto via in manette dalla polizia.La tazza di te mi cadde dalle mani,riversando il suo contenuto caldo e ambrato sulle mie mezze punte e sulla moquette. Incapace di respirare e muovermi osservavo la polizia portare via come un criminale il mio amatissimo marito.L’istinto di sopravvivenza fece si che reclinassi il capo di lato e riprendessi a respirare. Le lacrime che scesero improvvise mi costrinsero a precipitarmi fuori dalla stanza e dopo essermi chiusa in camerino, mi attaccai al telefono: dovevo parlare con Katherine, subito!

*************************

Passai i dieci giorni successivi alla scarcerazione senza riuscire a parlare direttamente con Michael.Avevo sue notizie tramite Katherine e Jermaine:venni a sapere che durante la detenzione presso la stazione di polizia Michael aveva riportato dei traumi fisici e aveva subito parecchie umiliazioni. Il medico, fisso a Neverland,somministrò a Michael parecchi farmaci che stavano facendo effetto,ma lui era molto debilitato.Alla fine si era ripreso del tutto ma io non riuscii comunque a parlarci.E questo suo silenzio mi ferì moltissimo.Ero sua moglie perché non voleva parlare con me?Mi facevo mille domande, immaginavo scenari e formulavo ipotesi e la mia ansia aumentava.
E poi una sera,preceduto da uno squillo sul telefonino me lo ritrovai ad aspettarmi sulla porta posteriore dell’appartamento.Una volta all’interno,sicuro che non correva alcun pericolo, si tolse occhiali e cappello e si mise a suo agio.Dentro di me montò il nervoso per quei dieci giorni passati nel limbo.
“Allora?”lo incalzai“Non hai niente da dirmi? Ti arrestano in mondovisione, voglio parlare con te per sapere come stai, che sta succedendo, dentro quale incubo stiamo precipitando e le uniche persone con cui parlo sono tua madre e tuo fratello?!?!”
“Non voglio passare la serata in questo modo!Calmati e lascia che ti spieghi...”rispose tranquillo.
“Calmarmi!?Scherzi vero? Come posso calmarmi?Ti hanno arrestato!!E c’entra sempre quello schifosissimo motivo!!Ma com’è potuto succedere ancora!?”Ero fuori di me.
“Swan per favore,smettila di urlare e siediti, devo parlarti…”
“Cos’hai intenzione di fare?”
“Voglio il processo stavolta…”
“Davvero?”lo guardai stupita.
“Certo,devo mettere la parola fine a questa storia.Puoi sederti ora?”
“No!”
“Swan!”fece una piccola pausa per aspettare che lo ascoltassi“Domani parto per Las Vegas,ho degli impegni cui devo comunque far fronte. Non andare a Neverland per nessun motivo.Stai qui e procedi con la tua vita come prima…”
“Come prima?! Non esiste più ‘come prima’!”lo interruppi.“Ora,come mi giro mi trovo la tua foto in manette!!E alla tv non fanno che dire che presto ti metteranno in galera!Come faccio a vivere come prima?!”
Si alzò di scatto dal divano e si portò davanti a me.
“Ti ho detto di smetterla di urlare...”
Due ore dopo lo osservavo rivestirsi.
“Devi proprio partire?Mi sei mancato da morire.Non mi bastano queste due ore…Portami con te…”
“Swan non è possibile…E come faresti col teatro?”
Già il teatro…Era solo questione di tempo e poi sarei stata convocata dal direttore.Mi aveva fatto sapere che voleva parlarmi al più presto ed ero sicura che non era degli spettacoli di Natale e Capodanno che voleva parlarmi.
“Torno tra quindici giorni…”mi disse. Poi prese a baciarmi e a coccolarmi.“Devo andare…”sentii dopo un po’.
E le cose precipitarono.All’inizio di dicembre un grande spiegamento di forze di polizia si diresse in un lungo corteo verso Neverland. Ebbe luogo cosi una perquisizione senza precedenti,durante la
quale tutta la proprietà venne messa sottosopra,volta a dimostrare l’assoluta colpevolezza del mio grande amore.Michael subì questo ennesimo affronto con la sua consueta tranquillità, sicuro che presto la situazione sarebbe stata gestita in maniera ottimale:Jermaine stava tenendo strettissimi contatti con un ottimo avvocato che secondo lui aveva grandi possibilità di fargli vincere la causa.Purtroppo al momento era impegnato con una difficile causa e non poteva prendere altri casi. Jermaine chiamava molto spesso lo studio legale sperando in una risposta affermativa.Che però non arrivava e nel frattempo la giustizia fece il suo corso e notificò a Michael la comparizione in tribunale.Il processo sarebbe iniziato col nuovo anno e Michael non aveva ancora un avvocato che perorasse la sua causa.I due avvocati che aveva non gli davano più nessuna garanzia e passava i giorni in attesa.E alla fine arrivò il secondo rifiuto.Michael non la prese affatto bene e iniziò a chiudersi in se stesso.Passava molto tempo da solo, iniziò a stare meno coi bambini e con la sua famiglia.Noi ci sentivamo solo per telefono e fu cosi impossibile per me cogliere i segni di quella sofferenza che Michael stava provando.Me ne accorsi troppo tardi.Le telefonate cessarono di colpo e di nuovo mi trovai a parlare con la madre di Michael e anche a consolare i bambini.
Paris e Prince al telefono spesso piangevano perché sapevano che il loro papà era in casa ma non si faceva vedere da loro.Mi risolsi cosi di andare a Neverland:non si poteva più andare avanti in questo modo.

*******************************************

“Di giorno non esce mai dalla stanza…” mi disse Katherine. “Gli lasciamo qui fuori il vassoio con i pasti, che tocca appena…La notte esce per andare a vedere i suoi bambini che dormono poi si richiude
di nuovo qui.Talvolta lo sento piangere ma non mi lascia entrare. Mi ha stupito molto il fatto che non volesse parlare con te…Meno male che sei arrivata.So che riuscirai a tirarlo fuori da qui…”concluse fiduciosa.
“Michael?”bussai“Hi honey,I’m here now…Please let me come in…”Nessuna risposta.Riprovai ma di nuovo mi trovai di fronte al silenzio e alla porta chiusa. Provai a digitare il codice di accesso ma ovviamente Michael l’aveva cambiato.Katherine sospirò “Non posso più restare, i bambini hanno bisogno di me…”
Mezz’ora dopo ero ancora nel corridoio. Ancora chiamai e bussai, bussai e chiamai.Poi mi attaccai alla maniglia.“APRIMI! APRIMI SUBITO!”urlai“Michael,apri subito la porta e fammi entrare!Lo esigo! Non voglio più stare qui in corridoio!Voglio parlarti!”feci una pausa poi“APRI! O butto giù la porta!”urlai ancora.
“Vattene via!!”Mi arrivò una voce dall’interno.“Mademoiselle l’Etoile può anche tornarsene a Parigi...”Ma chi era?La voce era strana, alterata,a tratti impastata.
“Sai Swan, è stato bello, ma credo davvero dovremmo finirla qui…Torna da quel…com’è che si chiama…Jerome…Sposati e fatti una famiglia…Ti saluto, Mademoiselle l’Etoile!”
Non ci potevo credere.Quella voce cosi rovinata era del mio grande amore.Era Michael.
“Cos’hai detto?”
“Sei sorda?E’ finita!Ci siamo visti,presi,piaciuti e siamo stati insieme per un bel po’.E’ ora di stare per conto nostro e magari vedere altre persone…”
“Ma cosa dici??Sei impazzito??Ci amiamo io e te…”replicai
“Parla per te!”continua la voce “Io…non…ti amo più…”
“Cosa??!!Michael, apri!Apri subito!! O te l’assicuro: la sfondo!!”urlai.“Ti prego…”feci poi marcia indietro “Fammi entrare,ne parliamo con calma…”
“STAI ZITTA!!!”urlò la voce“Cosa vuoi ancora da me?”
“Michael…”chiamai
“VATTENE TI HO DETTO!”si buttò sulla porta e cominciò a colpirla “Non seccarmi più!!”
Appoggiata al muro,spaventata e sconvolta dall’ira che trasudava da quella voce e dalla forza che metteva in quei pugni sulla porta,vissi quella scena in lacrime,incapace di muovermi.
“Michael,Michael,ti prego…”singhiozzai.
“VATTENE!!”l’ultimo urlo sembrò un ringhio.
“Come vuoi…”risposi e lentamente mi sedetti sul pavimento.
Piansi piano con la testa sulle ginocchia poi mi appisolai.Quando riaprii gli occhi era tardo pomeriggio.Sentii dei passi:era il cameriere che portava la cena a Michael.Col dito gli feci cenno di far silenzio.Dopo aver poggiato il vassoio mi disse piano che la cena sarebbe stata servita nel giro di un quarto d’ora.
D’istinto pensai di restare li,ma poi il pensiero andò ai bambini,che ancora non avevo visto e a me:ero stremata e anche affamata dato che avevo saltato il pranzo e volevo riposare un pochino.Tanto Michael non sarebbe uscito da li ancora per un bel po’.Dopo aver messo a letto i bambini,tornai davanti alla porta chiusa.E aspettai.Sentii ritoccare il pendolo in fondo al corridoio:era mezzanotte.Stare lì mi dava i brividi considerando anche il fatto che davanti alla porta della stanza c’erano quelle due grandi statue di bambini che tenendosi per mano facevano da arco.E al buio sembravano tutto tranne che due bambini.E poi la porta si aprì.Con tutta la forza che avevo corsi verso Michael e lo rispinsi dentro la stanza.Accesi la luce e per
qualche minuto restammo immobili aspettando che gli occhi si abituassero.E mi si parò davanti la camera sottosopra e col mobilio in parte fracassato.I pezzi erano disseminati ovunque.Michael aveva un taglio sulla mano,il sangue era rappreso.Il grande specchio rotto in diversi punti era macchiato di rosso.Quando il mio sguardo tornò su Michael,ne ebbi quasi paura:era freddo e mi fissava arrabbiato.
“Ti avevo chiesto di andartene!”la sua voce era tagliente“Non ti voglio più in casa mia!Esci!”mi prese per un braccio e mi spintonò verso la porta.
“NO! Lasciami,mi fai male cosi!E comunque io sto qui!Ne ho tutto il diritto!”replicai riuscendo a divincolarmi.
“Sei proprio stupida!Cosa vuoi,eh? COSA??Vedere cos’è rimasto del Re del Pop?!Oppure si,del sesso,come una cagnetta in calore!!”venne verso di me e cercò di prendermi per la vita.
“Michael,ti prego…”iniziai a indietreggiare“sono qui per aiutarti…starti vicino…”
“Già…e poi mi pugnalerai alle spalle anche tu!!”
“No,non potrei mai…”
“Sai che c’è:non ti credo…e ora goditi gli ultimi momenti col Re del Pop…”mi afferò per un braccio e mi buttò sul letto in malo modo.
Riuscii a rialzarmi e scappai dall’altra parte del letto:eravamo uno di fronte all’altra.Non sapevo che fare.Mossi un passo ma incespicai e mi aggrappai al comodino.Un plico di fogli mi cadde sui piedi.Su ognuno la scritta ‘Los Angeles County’ compariva in caratteri grandi.
Scorsi qualche riga e capii che si trattava dell’atto di comparizione in tribunale.Guardai in direzione di Michael: era rimasto fermo dov’era.Forse si stava calmando.Poi lo vidi andare verso la finestra.
“Leggi!Leggi cosa succederà al Re del Pop!!”disse ripetendo di nuovo quel soprannome.Ripresi a leggere e con le lacrime agli occhi contai dieci capi d’accusa.
“Amore mio…dieci…Perché? Non può essere…Va al di là di ogni immaginazione…” dissi con voce rotta.

***********************************

La sento piangere e quel ‘perché?’ mi annienta.Mi sento in gabbia e mentre vedo la mia sposa addolorata con quei fogli in mano penso a quanto male farà non vivere più con lei e i miei bambini se mi riconosceranno colpevole.E mi sento ancora più male sapendo di aver trascinato il mio angelo in questo inferno.Non credo proprio riuscirò più a proteggerla e proteggerci d’ora in avanti.Lo strappo di una pagina mi riporta nella stanza. La domanda di divorzio!
Mi giro e vedo la mia Swan che la sta riducendo in piccoli pezzi.
“Domani te ne farò avere un’altra…”dico amaro.
“Ti amo…”risponde.
“Domani te ne farò avere un’altra…”ripeto.
“Ti amo…”è ancora la risposta.Viene verso di me.Istintivamente mi vergogno a farmi vedere cosi da lei: il trucco sciolto,la barba di un paio di giorni e gli abiti stazzonati.Lei invece è sempre stupenda
anche se ha appena pianto e del suo trucco non c’è quasi più traccia. Con lo sguardo triste mi prende la mano ferita e l’accarezza.
“A questo punto delle cose non possiamo più nasconderci. errà fuori tutto comunque… parliamo coi tuoi avvocati…”
“No, con loro no…In ogni caso li ho rimossi dall’incarico…”la interrompo.
“E cosa farai allora?” mi chiede smarrita.
“Sto aspettando la risposta di un altro avvocato ma a oggi ancora non so nulla…se accetta è con lui che parleremo…”
“Non serve che mi proteggi,trattandomi male,ferendomi e allontanandomi e anche divorziare da me,anzi,mi salterebbero ancora di più addosso, non ci avevi pensato?”continua Sabine seguendo il suo discorso.No,non ci avevo pensato e ha ragione:restando con me sarebbe più protetta.
“E comunque arrivi tardi,mon amour…”prosegue“il direttore del teatro mi ha convocata:il mio contratto è congelato fino a che questa storia non sarà conclusa salvo…”
“Oh NO!Non tu… non a te,Swan…La tua carriera,i tuoi sogni…”la interrompo“Non devi rimetterci tu!”
“…dicevo,salvo prendere in considerazione di inoltrarti io domanda di divorzio e comportarmi come se tu non esistessi…”prosegue.“Bè, quei fogli hanno fatto la stessa fine di questi!E faranno tutti la stessa fine se conterranno la stessa domanda!Io non ti lascio!”termina decisa.
“Amore mio…”mi sento dire “perdonami per tutto questo…non odiarmi ti prego…”
Mi abbraccia stretto stretto.
“Ma no che non ti odio…Sono molto arrabbiata però…Hai di nuovo evitato di parlare con me. Non sapevo più cosa pensare. Poi vengo qui e scopro che non stai nemmeno più coi bambini!”
Inizio a piangere “Non so più che fare, Sabine…”
“Intanto non allontanarti da chi ami e da chi ti ama…”
“Se mi condannano mi allontaneranno di certo…”
“Cos’è ti stai preparando?” dice con una punta di ironia.
“Swan…”la guardo.
“Ti assolveranno invece,mon amour, perché non hanno in mano niente perchè TU non hai fatto niente…”mi dice sicura.“Farò di tutto per aiutarti:testimonierò per te se necessario…”
“No,non voglio!Ti daranno il tormento e quando tutto sarà finito sarai tu quella che ci avrà rimesso più di tutti!”
“Ci ho già rimesso,Michael!Al momento non posso lavorare…E sono tornata a Neverland per restare,supportarti e darti tutto l’aiuto che si rendesse necessario…”
L’abbraccio io stretto stretto stavolta.Come siamo finiti cosi? Perché ho fatto tanto male proprio a lei?
“E’ ora per te di uscire da qui…”mi dice dopo qualche minuto.
Apre la porta e il corridoio buio si illumina in parte.Mi prende per mano e mi porta fuori dalla camera.
“Per un pò starai nella mia stanza…”dice con un piccolo sorriso.


11/06/2013 20:52
 
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Ciao a tutti! Ecco il cap.25! Ciao!!

25

“Sono sua moglie…”
Tre parole dall’effetto bomba.Il giudice non riuscì a riportare l’ordine in aula e ordinò una sospensione di dieci minuti.Poi uscì nervoso dall’aula, trascinandosi dietro gli avvocati.
“Avvocato Mesereau! Non voglio certo insegnarle come condurre un interrogatorio, ma non poteva limitarsi a presentare subito la signora?”
“Mi scuso vostro onore, ma con tutto il rispetto credo che la situazione in aula non sarebbe stata diversa…”
“Già un autentico putiferio!!”rispose tagliente il giudice Melville.“Per questo ho aspettato un po’ a prendere la decisione di accordarle il permesso di far testimoniare la signora…Le sorprese di questo tipo terminano qui! Sono stato chiaro?”
“Si vostro onore!” rispose Mesereau pronto.
Quando rientrarono il giudice ordinò l’assoluto silenzio pena l’allontanamento immediato dall’aula.
Poi chiese a Mesereau di riprendere il mio interrogatorio.
Qualche giorno dopo quella notte tremenda,arrivò finalmente la telefonata dallo studio legale:Tom Mesereau aveva accettato l’incarico.Nel giro di ventiquattro ore,lui e metà del suo staff si trasferirono a Neverland dove,insieme a Michael,lavorarono senza sosta per quasi dieci giorni per preparare la difesa.La prima carta ad essere sottoposta all’avvocato fu il nostro certificato di matrimonio, consegnatogli direttamente da me.
“COSA? Sei sposato??”Gli occhi dell’avvocato e del suo staff mi scrutarono dalla testa ai piedi.
“Questo potrebbe cambiare le cose…Michael parla con il mio staff e riferisci loro esattamente cosa hai fatto nel periodo in cui sostengono tu abbia molestato il ragazzo.Io parlerò con tua moglie…”
“Dunque signora Jackson, da quanto tempo conosce il mio assistito?”
“Da circa sei anni…”
“E da quanto siete sposati?”
“Poco più di due anni…”
“Signora Jackson, come mai facciamo la sua conoscenza soltanto adesso? Mi spiego meglio, trovo alquanto strana tanta segretezza. Vuole dare alla corte una motivazione?”
“Abbiamo deciso di tenerlo nascosto….”
“Lei o il mio assistito?”
“L’ho proposto io, Michael si è detto poi d’accordo…”
“Perché?”
“Quando abbiamo iniziato a vederci, non c’erano i presupposti per vivere la nostra storia alla luce del sole e quando poi è stato possibile poterlo fare, ho pensato che era meglio continuare cosi. Volevo vivere la nostra storia al riparo da articoletti scandalistici di bassa lega.Su mio marito viene scritto fin troppo.”
“Com’è stato possibile che nessuno vi abbia mai visti insieme né fotografati data la fama del mio assistito?”
“Sono state proprio le nostre professioni a creare la condizione ideale…”
“Di cosa si occupa signora?”
“Sono Etoile dell’Opera di Parigi. Prima ballerina per intenderci…”
“Vuole dire che anche lei è famosa?”
“Si, avvocato.Ho ballato nei maggiori teatri del mondo: Europa, Russia e ora anche gli Stati Uniti…”
“A maggior ragione mi domando come sia stato possibile che nessuno si sia mai accorto della vostra relazione...”
“Io e mio marito ci siamo sempre incontrati durante i nostri viaggi. Alloggiavamo in alberghi adiacenti o talvolta nello stesso ma in camere diverse.Michael è molto limitato nei suoi movimenti.Per
me è diverso:mi basta un minimo di travestimento per non farmi riconoscere.”
“Ma avrà anche lei uno staff che la segue nei suoi spostamenti!Non può non rendere conto a nessuno!”
“Ha ragione: abbiamo coinvolto poche e fidate persone che potessero aiutarci”
“Fate cosi anche ora che siete sposati?”
“Non si è più reso necessario: ho un contratto di tre anni con il Los Angeles Theather e vivo a Los Angeles adesso. E’ Michael che viene a trovarmi.”
“Lei non frequenta la casa del mio assistito?”
“Si certo, conosco Neverland molto bene.Ma da circa due anni ci vado solo quando non lavoro:prendo parte a spettacoli giornalieri.E’ molto difficoltoso andare avanti e indietro da Neverland…”
“Vi manca la quotidianità:come riuscite a sapere cosa accade l’uno all’altra?Come riuscite a portare avanti il vostro rapporto?”
“Ci telefoniamo almeno due volte al giorno,talvolta anche di più. Concordo che non sia facile portare avanti una relazione a distanza, per esempio è successo che Michael era qui e io a Parigi impegnata con la stagione teatrale invernale.Ma sarebbe stata la stessa cosa se Michael fosse stato un chirurgo di fama o un diplomatico,anzi probabilmente lo avrei visto ancora meno…”
“Com’è il mio assistito come marito e padre di famiglia?”
“E’un uomo buono e gentile.Come marito è molto sollecito e mi capisce sempre.Inoltre si è sempre preso cura di me. Come padre è molto molto presente.Ha dato poche regole ai bambini ma vuole che le seguano e i bambini sanno come ci si comporta ovunque vanno.”
“Ha mai notato degli atteggiamenti ambigui nel carattere del mio assistito?”
“Bè…Michael è un’artista e come tale tanti suoi atteggiamenti possono essere male interpretati o definiti ambigui o strani…”
“Ne cito uno:l’attaccamento ai bambini e non mi riferisco ai suoi…
Cosa ne pensa?”
“Ehm…Vede,Michael è una persona a cui piace molto divertirsi.I bambini spesso si divertono con poco,gli basta una giostra, uno scivolo e sono anime semplici.Con loro Michael si diverte molto.Vive quei momenti che da bambino gli sono mancati.”
“Come si comporta coi bambini?”
“Ottimamente,direi.Li fa giocare,apre loro la sua proprietà ,fa in modo che ognuno di loro possa divertirsi e portare a casa dei bei ricordi.”
“Quindi è capitato che lei fosse presente nei giorni in cui apriva Neverland ai bambini?”
“Si, parecchie volte”
“E ha mai notato cose particolari?”
“No, ogni volta si facevano sempre le stesse cose.”
“Del tipo?”
“Dunque, i bambini erano molti.Michael chiedeva loro cosa preferissero fare e la maggior parte di loro voleva andare a Luna Park.Alcuni preferivano il cinema, altri i video giochi.”
“Video-giochi?Che età avevano i bambini?”
“Generalmente tra gli otto e i dodici anni.Era meglio perché più gestibili,visto che Michael di preferenza voleva che i genitori non fossero presenti.”
“Come mai?”
“Voleva che i bambini fossero liberi di fare tutto ciò che più gli piaceva.Una giornata solo per loro senza adulti.”
“Come si poteva gestire tanti bambini?Il mio assistito si occupava di tutti personalmente?”
“Ovviamente no.Neverland ha molto personale di servizio che in casi come questo controllava che tutto si svolgesse regolarmente.”
“Ci sono mai stati problemi alla fine di queste giornate?”
“No.Tutto era sempre nella norma.”
“Anche il comportamento del signor Jackson nei confronti dei bambini?”
“Certo che si!”
“Non ha mai notato ambiguità nell’approccio con alcuni di loro?”
“No.”
“Ne è sicura?”
“Certo!”
“Quindi lei potrebbe affermare che il signor Jackson non ha mai molestato nessuno?”
“Obiezione!”Sneddon era saltato su come una molla.“La signora è la moglie, direbbe qualunque cosa!E si sta pilotando la giuria!”
“Accolta!Avvocato Mesereau…”
“Riformulo…Signora Jackson al mio assistito sono state mosse accuse molto gravi.Se fosse realmente colpevole,lei se ne sarebbe accorta?”
“Si e non sarei qui a testimoniare per la difesa…”
“E’ un affermazione molto forte…Come fa a sostenerla?”
“So bene di cosa è accusato mio marito.Ma posso dire con assoluta certezza che Michael non è un…pedofilo.”
“Le ripeto la domanda,e si ricordi che è sotto giuramento signora: perché ne è tanto convinta?”
“Obiezione!Di nuovo si fa leva sulla parentela della signora con l’imputato!”
“Avvocato Mesereau!”
“Prego vostro onore lasciarmi continuare:sto per arrivare al punto…”
“Respinta!Ma sia breve!”
“Grazie vostro onore!Signora Jackson può rispondere alla mia domanda per favore?”
“So che Michael non è un pedofilo perché so esattamente come si comportano.”
“In che senso, vuol spiegarsi meglio?”
“Sono stata molestata da uno di loro.Pesantemente molestata.Non avevo ancora quindici anni…Ma non ho dimenticato nulla di quanto mi è accaduto.Soprattutto non ho dimenticato quello sguardo.
Sguardo che non ho mai visto sul viso di Michael…”
Un silenzio gelido era caduto in aula. Sentii qualche sospiro e intravidi qualche fazzoletto.
“Non ho altre domande…”gli sentii dire e lo vidi prendere posto accanto a Michael,che aveva la testa bassa. Gli aveva fatto male sentirlo la prima volta che lo avevo raccontato all’avvocato e gli faceva male anche ora.Il silenzio venne rotto qualche minuto dopo dall’avvocato Sneddon che si avvicinò al banco: era il suo turno.
“Abbiamo dunque ricevuto l’inaspettata sorpresa di trovarci di fronte alla moglie dell’imputato…Una donna di notevole fascino e per di più un’artista,come l’imputato…Posso sapere come ha incontrato l’imputato?”
“Ho vinto un provino per una parte da interpretare in uno dei suoi tour…”
“La vostra storia iniziò allora?”
“…si…più o meno allora…”
“Quindi la vostra è stata una relazione clandestina finchè non vi siete sposati”
“No, lo è stata solo all’inizio…”
“Già perché l’imputato era sposato all’epoca…”
Annuii provando un senso di disagio. Ripensare a quel periodo mi fece tornare in mente con quanti sensi di colpa avevo convissuto.Notai dei movimenti nel banco della giuria:alcuni di loro si stavano muovendo sulle sedie.E se fosse stato per il disappunto che potevano aver suscitato le parole di Sneddon?
“Signora Jackson…”proseguì Sneddon riportandomi davanti a lui “ Lei sa dell’abitudine dell’imputato di dormire con i bambini?”
“Si, avvocato…”
“Come la giudica?”
“Come il proseguo del gioco iniziato nel pomeriggio. Quei bambini volevano stare sempre con Michael e condividere tutto con lui.”
“E l’imputato si coricava davvero in terra come sostiene?”
“Si, lo confermo. In una sorta di sacco a pelo…”
“Mi domando come con una donna cosi affascinante,l’imputato preferisse dormire con dei bambini…”
“Obiezione!! Esprime opinione personale e offensiva nei confronti del mio assistito e della signora!”Tom si era alzato in piedi fulmineo.
“Accolta!Avvocato Sneddon!”
“Vostro onore,mi permette una domanda?”chiesi voltandomi verso il giudice.“Se posso vorrei rispondere…”dissi appena mi diede l’assenso.
“Come vuole signora…”
“Mio marito non resta tutta la notte con i bambini...Ad una certa ora della notte viene in camera mia…”dissi sperando che la giuria interpretasse le mie parole nella maniera giusta.
“Dormite separati anche in casa?” Sneddon aveva mangiato la foglia e aveva ribaltato la situazione a suo favore.
“No di certo!”risposi pronta.“Quando ho cominciato ad andare a Neverland,Michael mi aveva fatto assegnare una camera e poi quando la nostra relazione è diventata stabile è stato più semplice mettere
li le mie cose piuttosto che rivoluzionare la sua camera…”conclusi.
“Quindi, tornando alla domanda,l’imputato restava con lei fino al mattino?”
“E’ esatto…”
“Signora Jackson, lei conosce bene Neverland?” riprese Sneddon, tentando un’altra strada.
“Si certo…”
“E’ a conoscenza di una stanza sempre chiusa a chiave all’interno della proprietà?Il mio assistito sostiene che un episodio di molestie è avvenuto all’interno di questa camera…”
“Una camera chiusa?Certo che ne sono a conoscenza:quella è la mia camera!”
“La sua stanza?”
“Si.Vede avvocato,talvolta porto con me oggetti di uso personale piuttosto delicati e non desidero
che i bambini entrino nella mia stanza durante le loro giornate…”
“Portiamo ora l’attenzione sul mio assistito e la sua famiglia…Ha mai avuto contatti con loro?”
“Si qualche volta è successo…”
“E l’imputato come la presentava?”
“Come una dei tanti ospiti che talvolta soggiornano a Neverland…”
“E’capitato che si trovasse con il mio assistito e la sua famiglia per più giorni consecutivamente?”
“Può anche darsi, non lo ricordo con esattezza…In quel periodo avevo facevo avanti e indietro da Los Angeles piuttosto di frequente…”
“Lei sa se il mio assistito ha mai dormito con l’imputato?”
“Penso di si...”
“L’ha visto personalmente?”
“Non lo ricordo con esattezza, mi spiace…”
“Ha visto il mio assistito in compagnia dell’imputato?”
“Si, è capitato…”
“E come si comportava l’imputato?”
“Come con gli altri bambini…”
“E il mio assistito, le dava l’impressione di sentirsi in qualche modo a disagio?”
“No davvero. Non mostrava segni di imbarazzo o ritrosia in compagnia di Michael, anzi!Era molto contento di essere suo amico. Voleva sempre stare con lui e lo seguiva dappertutto.”
“E’ capitato che lei avesse contatti col mio assistito quando l’imputato non era in casa?”
“No, se Michael era via io restavo nel mio appartamento di Los Angeles…”
“Ha mai notato atteggiamenti restrittivi nei confronti del mio assistito e della sua famiglia?”
“No avvocato. Ma avrei voluto ci fossero stati…”
“Vuol spiegarsi?”
“Mi è stato riferito di comportamenti maleducati dal personale di servizio…”
“Le è stato riferito…Non mi stupisce dato che lei non abita stabilmente con l’imputato…”
“Obiezione!!Di nuovo un’opinione personale!”ribattè pronto Meserau
“Ritiro!” disse pronto Sneddon precedendo qualsiasi risposta del giudice.
“Non ho altre domande” disse procedendo verso il suo posto“Ma si tenga a disposizione per favore…”concluse guardandomi.
“Signora Jackson,può andare…”mi disse il giudice Melville poco dopo.
La guardia mi aiutò a scendere dal banco e mi incamminai verso il mio posto. Avevo su di me gli occhi di tutti. Mi sedetti con la testa bassa. “Hai parlato bene…”Katherine mi prese la mano.
“Grazie…”risposi,ma avevo la morte nel cuore: Sneddon con poche domande mirate mi aveva dipinto come una moglie poco presente e poiché ero la moglie di Michael,per lui la mia testimonianza valeva poco. Quante volte aveva obiettato durante l’interrogatorio di Mesereau?
Mi si inumidirono gli occhi.Ma mi feci forza: ora ero sotto gli occhi di tutti e non potevo permettermi di mostrarmi debole.

**********************************

Dopo l’interrogatorio di Sabine,il giudice ordinò un’altra sospensione.Come ogni volta io avrei aspettato di rientrare in aula in una saletta adiacente all’aula, da solo.Era consentito l’accesso a Tom, ovviamente e,per pochi minuti,ad un solo componente della mia famiglia. A loro era dedicato un locale al primo piano.Avevo dato disposizione che Ben seguisse Sabine come un’ombra e che la tenesse lontana da chiunque avesse un microfono e un registratore.
“Come sta Sabine?”chiedo a Tom.
“Abbastanza bene”mi risponde pronto. Forse troppo.
“Dov’è?”
“Con i tuoi genitori…”
“Come sta?”chiedo ancora.
“Chiediglielo tu…”dice andando verso la porta.“Entra pure…”
E la mia Swan è davanti a me.Ha gli occhi velati di pianto.Mi guarda triste.“Mi dispiace…”dice “Sneddon ha distrutto il lavoro di Tom…è stato tutto inutile…”
La abbraccio “Swan…”
“Non sarei cosi sicuro di questo…”interviene Tom.
“Come?”Sabine si volta verso di lui.
“Tu e Michael avete una relazione stabile e da parecchio.La stampa ci ricamerà senz’altro sopra e si chiederanno come è stato possibile vivere sotto gli occhi di tutti e allo stesso tempo nascosti.
E il processo non finisce certo oggi,abbiamo ancora molti testimoni da sentire e altre indagini sono ancora in corso. Inoltre,credo che il tuo episodio vissuto da ragazzina abbia messo la giuria dalla tua parte e forse anche da quella di Michael.Non abbatterti.Sneddon deve fare il suo lavoro. E stai tranquilla:non penso ti risentirà.”
Bussano alla porta “Dovete rientrare!”dice la guardia.Un piccolo bacio e sono seduto al mio posto.Vengono sentiti altri due testimoni e poi il giudice Melville toglie la seduta.Fuori dal tribunale i miei fratelli terranno una breve conferenza stampa sulla situazione e rimarcheranno la mia innocenza. Anche per questo siamo tutti vestiti di bianco.Parlerà Jermaine a nome di tutti.
“A Sabine mancano solo il bouquet e il velo…” aveva detto mia madre quella mattina per stemperare la tensione.Aveva ragione: l’abito che Sabine indossava quel giorno,sembrava un abito da sposa,uno di quei modelli corti.Spiccava in mezzo alle mie sorelle:era l’unica che indossava la gonna.E in quel momento ho pensato che se tutto fosse andato come doveva avrei chiesto a Sabine di sposarmi di nuovo.Le lascerò organizzare il matrimonio dei suoi sogni.Avrà un abito stupendo e sarà bellissima.Come ora,anche se ha gli occhi tristi e cammina a testa bassa due passi dietro a me affiancata da Ben. Intorno a noi si accalcano i giornalisti che chiamano di continuo soprattutto Sabine nella speranza che si volti verso di loro e risponda alle domande che le rivolgono.I miei body guard hanno creato una sorta di corridoio dentro il quale sfiliamo in assoluto silenzio e in maniera veloce. Quasi di fronte alla porta mi fermo e mi volto prendendo la mano di Sabine.“Vieni accanto a me…”le dico.Allaccio la mia mano alla sua e usciamo da tribunale. Sostiamo qualche minuto sulla porta,il tempo necessario per sentire e vedere la chiassosa e calorosa accoglienza dei miei fan.Sabine è frastornata ma un piccolo sorriso le addolcisce il viso.Faccio un piccolo passo indietro e alzo il braccio con cui tengo la sua mano. Ci riveliamo in questo modo al mondo intero.I fan applaudono e fischiano, chiamano a gran voce il mio nome. Nei giorni seguenti e per tutta la durata del processo anche il suo nome verrà urlato dai miei fan e la mia Swan ricambierà sorridendo e chinando leggermente la testa. Io invece limitando mi a piccoli gesti con le mani.Questa era la linea di condotta di Tom: sobrietà.Niente show davanti ai fan,niente mezze parole coi reporter presenti,niente interviste,niente ricerca dei riflettori su di me.Dovevo arrivare in tribunale,assistere e tornare a casa.Stop.Tanto sotto i riflettori ci stavo lo stesso,prova ne furono stampa e media che si scatenarono come non mai dando vita ad una vera e propria campagna denigratoria senza precedenti con la quale venivo attaccato sotto tutti i punti di vista. Dove non arrivava Sneddon con le sue domande ci pensavano i media ad affossare la mia immagine e la mia credibilità.Tutti avevano già emesso il verdetto: colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio.Io ci ero più o meno abituato, la mia Sabine no.Spesso e volentieri lodata da pubblico e critica si guadagnò il titolo di rovina-famiglie e di arrampicatrice sociale,nel più roseo dei casi,quello di amante e concubina nel peggiore.Tom ci aveva visto giusto:la stampa con noi si era scatenata. La stampa rosa si profondeva in articoletti sognanti e zuccherosi e ricamava su questo nostro amore segreto che aveva resistito per tutto questo tempo.L’altra stampa indagava nella vita passata di Sabine, cercando di far coincidere i suoi spettacoli con i miei impegni dopo l’History Tour.Ben venne invitato a comparire come testimone della difesa,mossa decisa da Tom che vedeva sempre oltre, e Sneddon tentò di farlo crollare in ogni modo.La stampa ci ricamò sopra un’altra volta,ipotizzando che la mia Swan avesse avuto un flirt anche con lui visto che era sempre presente quando organizzavamo i nostri incontri e andando a ripescare le innumerevoli storie passate che Sabine aveva vissuto.Reali o meno poco importava.E diventando ‘infedele’la raggiunse l’astio delle mie fan che non la vedevano di buon occhio.Tutto questo accanto ad articoli che comparivano nei tabloids e nei giornaletti di gossip ricchi di particolari piccanti nei quali gli autori si divertivano a immaginare i nostri incontri “dietro la porta chiusa”.Venni poi a sapere della pubblicazione della cartina di Neverland riveduta e corretta con l’indicazione dei posti da noi preferiti per i nostri giochi proibiti.Neverland come il Moulin Rouge,il famoso night club francese,ma con un’unica ballerina. La nazionalità di Sabine e i luoghi comuni sulle ragazze francesi avevano fatto tutto il resto.Sabine dal canto suo cercava di non fare trapelare nulla ma sapevo che ne soffriva e molto.L’unico articolo che le restituì il sorriso fu quello apparso su un giornaletto al femminile che la descrisse come “Mademoiselle Bon Ton”.Fin dalla sua prima apparizione in tribunale,vestita di bianco, veniva fotografata quotidianamente e il suo abbigliamento,accessori compresi,venivano studiati e definiti impeccabili e adeguati.
“Quando sarà tutto finito, telefonerò loro personalmente per ringraziarli”disse un pomeriggio.Trovava un po’ di pace e di tranquillità solo in sala prove, dove si recava quotidianamente per mantenere il suo corpo sempre allenato ed evitare di dimenticare i passi dei balletti appresi negli anni.Povera Sabine: a causa mia il cigno venne tirato fuori dall’acqua e costretto a vivere sulla terra ferma.L’unico posto che assomigliava a quello specchio d’acqua era appunto la mia sala prove.Li la mia Swan tornava ad essere se stessa e trovavo la gioia nei suoi occhi.Il suo ufficio stampa era subissato di richieste di interviste continue nonostante il comunicato diffuso in tutto il mondo che chiedeva l’assoluto silenzio stampa in quanto il coinvolgimento di Sabine in questo procedimento penale era quasi totale.E a farne le spese non fu solo lei,ma anche la sua famiglia. Il tranquillo paese di Chalons venne investito dallo scandalo di vedere la loro petite danseuse legata ad un uomo in attesa di giudizio per un atto cosi scabroso e la rabbia di una parte del paese si accanì contro i miei suoceri e cognati.L’altra parte li difendeva e piccole liti iniziarono un po’ ovunque.Il telefono di casa dovette essere cambiato e non venne più divulgato.Antoinette fu costretta a chiudere il negozio con perdite di guadagno.I fratelli di Sabine, già avversi al mondo dello spettacolo, si allontanarono da Sabine in maniera netta e la chiusura del negozio li spinse a troncare ogni rapporto con lei. La mia Swan accusò il colpo ma non fu più la stessa.Il suo viso cominciò a segnarsi e iniziò a mangiare meno.Per un paio di giorni non venne in tribunale e restò a letto per tutto il tempo.E al suo ritorno si trovò a dover fronteggiare l’ennesima umiliazione:Debbie,testimone dell’accusa riuscì ad intercettarla prima che Ben la portasse nella sala al piano di sopra e la insultò pesantemente!
“Eccola qui, la francesina!!Quanto ti sei divertita alle mie spalle!! Ti consideravo una persona pulita e invece sei falsa e ipocrita!! L’angelo! Un demonio:ecco quello che sei!Te la spassavi nel letto con mio marito mentre io allattavo suo figlio!!Devi solo vergognarti!! Ruba –mariti!Rovina famiglie!Vedrai che troverò il modo di non farti più vedere i miei figli!!”
Sabine salutò i fan con aria triste e in macchina si rannicchiò contro il finestrino, rifiutando ogni contatto con me. ‘Ecco, ci siamo…’avevo pensato‘…sta iniziando ad allontanarsi…e a odiarmi…’
Pranzò velocemente e in silenzio. La fermai nel corridoio.
“Michael, lasciami andare per favore, voglio cambiarmi e riposare un po’…”
“Solo un momento…Ti sento lontana ora…Parla con me…”
“Non ora, ho bisogno di stare sola…”
“Swan…”le presi la mano.
“Lasciami andare!Non ho nessuna voglia ora di parlare,sono stanca!”ritrasse la mano senza guardarmi e si allontanò di corsa.
Tornai dai miei bambini e rimasi con loro un po’.Ma il pensiero di Sabine non mi lasciava tranquillo e decisi cosi di andare in camera sua. Avrei parlato io per entrambi.La porta era aperta.Sabine era stesa su un fianco.‘Forse sta dormendo…meglio cosi…’pensai.
Andai a controllare ma incontrai i suoi occhi.Aveva il viso bagnato.
“Ho appena parlato coi miei…Stanno pensando di andare a Parigi per un po’…A Chalons non riescono più a stare…Pensano che cosi si calmeranno le acque…”
“Mi dispiace…”rispondo. Non so cos’altro dire.Ho reso infelici due famiglie intere.Con che coraggio avrei parlato di nuovo con la famiglia di Sabine?Si siede nel letto e mette la testa sulle ginocchia.“E non è tutto sai? Louis mi ha detto che queste chiacchiere sono arrivate anche ai dirigenti del teatro dell’Opera…Al momento non rilasciano dichiarazioni facendo leva sul fatto che ora non sto ballando per loro…Però…Una cosa positiva comunque c’è:in Francia queste critiche vengono schermate abbastanza bene.La maggioranza dei
media e dei fan stanno dalla mia parte…Però…”sospira.
“Oh Michael!!”dice dopo un momento letteralmente buttandosi contro di me. La stringo più forte che posso.“Come faccio ad andare avanti cosi? Tu come ci riesci?Spiegamelo…”mi guarda seria.“Per fortuna sei con me…Non avrei mai potuto sopportare tutto questo da sola!”termina.
Un bacio salato ci lega per parecchi minuti. Dilaniato dai sensi di colpa,penso che devo fare assolutamente qualcosa per lei. Glielo devo.Per prima cosa feci in modo che la stampa non potesse più entrare in contatto con lei:in tribunale le affiancai anche Frank cosi da rendere impossibile ogni inquadratura e filtrai tutti i giornali che arrivavano a Neverland.Avevo visto giusto:Sabine dopo qualche tempo sembrava più tranquilla; di fatto però avevo chiuso il mio cigno in una gabbia dorata dalla quale usciva solo per qualche ora.
Iniziai a dedicare del tempo esclusivo a lei: riprendemmo a fare lunghi giri per la proprietà, soste al luna park e al cinema, piccole gite sul lago,fino ad arrivare alla gita che più le piaceva: la gita sotto le stelle.Prendevo la mini-car e guidavo di fianco a lei fino alla collina più alta di Neverland. All’arrivo Sabine sistemava una plaid e ci stendevamo con il naso all’insù e il tempo si fermava.Uno accanto all’altra parlavamo di molte cose, dei nostri ricordi di bambini, di ciò che ci preoccupava o piaceva e dei nostri progetti per il futuro.E talvolta facevamo anche l’amore.Come quella sera. Quando tutto finì, cantai piano per lei e la osservai assopirsi rannicchiata contro di me e la guardai dormire per un po’.
“Swan, svegliati…”le sussurrai poi.
“Mmmm,no,lasciami dormire: sono cosi stanca…”mormora.
“No,Sabine,dobbiamo tornare indietro,non possiamo dormire sulla collina,fa ancora freddo qui di notte…e si è fatto tardi…”
“Uff…”si alza di controvoglia. La vedo raccogliere le ultime cose nello zainetto e per mano ci dirigiamo verso la mini-car.
“Sabine…?”
“Mmmm…”
“Non stai dormendo vero?”
“Ora non più…”
“Devo dirti una cosa”
“Non puoi dirmela domattina?”chiede assonnata.
“No. Ho chiesto al tuo amico ballerino, Roberto, di venire a Neverland per qualche giorno…”
“Okay…”
“E’ negli Stati Uniti per un breve tour e ha accettato…”
“Chi ha accettato?”mi guarda un po’ assente.
“Oh Swan!Il tuo amico Roberto Bolle!”
“Roberto???”si riprende di colpo. “Davvero viene?”
“Si!” le sorrido.
“Oh Michael!!Non sai quanto sono felice di questo!!Grazie, grazie, mon amour!”
Roberto arrivò di notte con l’elicottero e se ne andò nella stessa maniera. Niente coinvolgimenti coi giornali.Restò a Neverland per quattro giorni, durante i quali la danza occupò la maggior parte del suo tempo e quello di Sabine.La sera prima della sua partenza, si esibì con Sabine in un piccolo spettacolo.Gli occhi della mia Swan erano tornati ad essere quelli di un tempo, seppur per un breve periodo.
“Non ti sei affatto arrugginita, mademoiselle l’etoile!” le aveva detto Roberto il primo giorno.Sabine fu entusiasta di quei quattro giorni, una parentesi piacevolissima in quel periodo cosi duro per tutti noi.E poi rischiai grosso.Un pomeriggio caddi pesantemente provocandomi un brutto trauma alla base della schiena.Finii in ospedale e ci rimasi tutta la notte. La mattina seguente però un atto forzoso del giudice mi costrinse a recarmi ugualmente in tribunale.Ci arrivai con un’ora di ritardo e con quel dolore che non si placava mai e col pigiama e le pantofole sotto la giacca.Al termine dell’udienza venni raggiunto da un piccolo gruppetto di reporter che avevano avuto l’idea di spostarsi sul retro del tribunale.Acconsentii a dire loro qualche parola. Volevo sapessero che non stavo affatto bene ma non potevo aggiungere altro.
“No per favore…”dissi poco dopo accorgendomi di un fotografo che stava andando verso Sabine.
Lei mi precedeva e si era fermata per aspettarmi. Ben si portò davanti alla macchina fotografica.
“Niente foto alla signora!”
“Lasciatela stare per favore…”dissi.La raggiunsi e prendendola per mano arrivammo alla macchina.A seguito di quell’episodio il mondo impazzì e iniziò una nuova valanga di critiche, gossip, pro e contro che si trascinò per lungo tempo.Un paio di settimane dopo l’episodio del pigiama, arrivarono i genitori di Sabine.Avevo trovato il coraggio di parlare di nuovo con loro e li avevo invitati a stare da noi per un lungo periodo.E finalmente vidi rifiorire la mia Swan: prese qualche chilo e ritrovò quell’allegria che il processo stava minando.Ma Sabine non fu l’unica a trovare giovamento da quella visita: i miei bambini avevano ritrovato i loro nonni francesi che li facevano giocare; Paris aveva di nuovo la sua grand-mere che le insegnava le filastrocche in lingua e le permetteva di pasticciare in cucina.Il piccolo Blanket non aveva ancora fatto la loro conoscenza ma presto imparò a voler loro bene come se vivessero con lui.E Prince ritrovò in Anton il suo compagno di giochi e avventure. Mia madre intavolava lunghi discorsi con Gabrielle seppur con la necessaria presenza di qualcuno che traducesse per loro. Solo Ely,il mio cuoco indiano non sembrava contento: ovviamente Gabrielle pretese di cucinare per tutti noi e lui dovette riporre i suoi coltelli e i suoi piatti di cruditè per far posto alla ricca ed elaborata cucina francese. ualche giorno dopo il loro arrivo, ricevemmo la telefonata di Antoinette: il Gourmandise aveva riaperto i battenti.Sabine parlò a lungo con la sorella che per lei aveva una sorpresa: i fratelli di Sabine avevano accettato di salutarla e la telefonata si protrasse per un’altra ora.
La situazione a Chalons era tornata alla normalità.Io mi ero fatto carico di tutte le spese che il Gourmandise e i fratelli di Sabine avevano dovuto affrontare a causa della chiusura: glielo dovevo,anche in nome del preziosissimo aiuto che Antoinette ci aveva dato durante la degenza di Sabine all’ospedale.La mia Swan salutò i suoi fratelli strappando loro la promessa di venire a Neverland quanto prima.
In questo clima leggermente più disteso ci avviavamo verso le fasi finali del processo.







18/06/2013 20:34
 
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Ciao a tutti! Ecco il capitolo 26!! E non manca molto alla fine...

26

Oggi è l’ultimo giorno del processo.Oggi la giuria leggerà il verdetto. Oggi si decide la sorte di un uomo grande e umile al contempo. Un uomo che ho imparato a conoscere in questi pochi mesi e che ogni giorno mi da prova del suo animo gentile.Quest’uomo mi ha aperto la sua casa, mi ha dato piena fiducia e mi ha toccato nel profondo. Oggi un gruppetto di persone deciderà se quest’uomo merita o meno di finire in prigione.Se venisse riconosciuto colpevole,farò di tutto per ribaltare la sentenza arrivando fino agli ultimi gradi di giudizio.Lui e la sua famiglia non meritano di essere separati né una sorte cosi avversa.E’ un padre,un marito,un figlio,un fratello,è presente nella vita di tante persone e più in grande un personaggio seguito da milioni di persone in tutto il mondo.Lo vedo camminare a testa alta, mano nella mano con sua moglie,mentre si dirige alla macchina. Sono una bella coppia che non merita di essere divisa.Lo sportello si chiude al mio fianco e le macchine si muovono. Un piccolo corteo che sfila verso il tribunale.

**************************

ACCUSA N. 1: ‘ Cospirazione per delinquere ai fini del rapimento, estorsione e carcerazione illegale di bambini’

“Dichiariamo l’imputato non colpevole!”

“Lo incontrerai oggi, vero?”
“SI!!Non sto più nella pelle”dissi concitata“Oh Chantal,ti rendi conto?? Oggi incontro Michael Jackson!!”
“Ciao, piacere di conoscerti. Grazie per aver accettato di incontrarmi in questo modo…”
Il nostro primo incontro non era durato più di dieci minuti. L’albergo ci aveva messo a disposizione un tavolo della sala da pranzo, nascosto al resto della sala da un separè.Con noi c’era anche Lavelle.
“So che sei molto impegnata in questo periodo”proseguì Michael. Annuii, volevo dire qualcosa ma pensai non fosse il caso.“Ma non c’è molto tempo.Per questo ti chiedo per favore di metterti subito a disposizione di Lavelle e imparare quanto prima la parte dell’Angelo. Lavelle ti fornirà ogni dettaglio.Ora io devo andare:il mio aereo parte tra due ore. Ci vediamo il mese prossimo!”si alzò.
Annuii di nuovo “Farò tutto il possibile, conta su di me!”mi alzai a mia volta.Michael mosse qualche passo in direzione della porta ma poi si voltò,tornò indietro e mi abbracciò.
Il primo abbraccio di una lunga lunga serie.

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ACCUSA N. 2: ‘Molestie sessuali su minore di 14 anni.’

“Dichiariamo l’imputato non colpevole!”

Il costume del primo atto ora è addosso al manichino.L’ Euridice del secondo atto indossa una tunica morbida e priva di lustrini e decori: è già negli inferi e Ade la vuole trattenere con se.Faccio un altro giro del camerino, Sabine è stata chiamata nuovamente alla ribalta. Poi la porta si apre all’improvviso.Mi volto sorpreso:è lei.
“Oh Michael,che bello trovarti qui!”mi abbraccia.“Ti è piaciuto lo spettacolo?” mi domanda mentre si toglie il trucco di scena dal viso.
“Certo!Sei stata superlativa!”
Il suo visetto pulito da bambina mi sorride dallo specchio.Anche l’acconciatura di Euridice ha vita breve e gli splendidi capelli di Sabine, liberi da forcine e fermagli scendono lungo la sua schiena. Piccoli passi e sparisce dietro il separè.
“Sai…”inizia “ho pensato molto a quello che mi hai detto nell’ultima telefonata…” esce con un paio di jeans, camicetta bianca e gilet rosa. E’ proprio carina.“E…?” la invito.
“Proviamoci…”mi abbraccia.
Finalmente posso stringerla dopo settimane di attesa e indecisione.

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ACCUSA N. 3: ‘Molestie sessuali su minore di 14 anni.’

“Dichiariamo l’imputato non colpevole!”

‘Michael vuole un figlio da me!’ pensavo.“Michael vuole un figlio da me!”dissi poi a voce alta. E’pazzesco! Sono felice di questa richiesta.Ma sono cosi spaventata.Lui è tanto più grande di me.E’ stato sposato e ha già due figli.Se lo accontentassi che ne sarebbe della mia carriera?Lavoro davvero molto in questo periodo.Adoro tutto questo. Lui agisce spesso d’impulso.E se poi finisse tra noi?Non voglio rinunciare al mio bambino.Non penso possano bastarmi delle visite programmate.Come con Debbie.Però potrei anche fare la fine di Lisa: non voleva dargli un figlio e guarda com’è andata.Certo la vede ancora.Ma io non voglio dividerlo con la prossima ragazzina!Ora sta con me.Devo fare in modo che non mi lasci,che non possa proprio fare a meno di me.Anche senza quel bambino.Devo essere sempre carina e disponibile.Farmi bastare tutto quello che mi da.E lasciargli tutti i suoi spazi, tra i quali comunque io mi inserirò,in maniera discreta certo, ma mi troverà li.E in quanto a me,io continuerò con la mia vita e vivrò questa relazione appieno.Certo sarà dura.E’ una relazione a distanza. E la sua vita è molto caotica e impegnata.E dovremo tenere tutto nascosto.Ma andrà benissimo.Deve andare bene.Non voglio separarmi di nuovo da lui:non potrei farcela stavolta.

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ACCUSA N. 4: ‘Molestie sessuali su minore di 14 anni.’

“Dichiariamo l’imputato non colpevole!”

Cosi giovane eppure cosi saggia.Da quando siamo tornati insieme,ha preso in mano la nostra storia e stiamo andando molto bene.Io continuo con la mia vita, lei con la sua e il mondo non sa di noi.E’ stata una richiesta strana, la sua.“Sei sposato…”mi aveva detto.“Preferisco cosi…”E il mondo ha continuato a tenermi sotto i riflettori ma la storia con la mia Swan è solo nostra.I giornali non sanno niente e non pubblicano niente. Devo anche dire che l’ambiente della danza classica è un mondo a parte,non c’è il clamore del mondo della musica.La mia Swan gira senza scorta e le basta davvero poco per passare inosservata.Come a Montecarlo. In quei pochi giorni abbiamo dato una svolta alla nostra storia.Mai avrei pensato di sposarmi di nuovo.Ma volevo vivere qualcosa di più con lei.So che un anello non ha il potere di legarla per sempre a me ma è un inizio.

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ACCUSA N. 5: ‘Molestie sessuali su minore di 14 anni.’

“Dichiariamo l’imputato non colpevole!”

Come mai avrei potuto commettere un orrore simile?Non potrei mai fare male a un bambino.Ho visto ogni genere di sofferenza negli anni in cui ho visitato gli ospedali pediatrici del mondo.Quella negli occhi dei bambini sessualmente molestati e abusati però è diversa e lascia il segno.In loro e anche in te che li guardi.Anche la mia Swan ha subito quell’orrore.Quanto dolore ho letto nei suoi occhi quando lo ha raccontato a Tom. “Posso dirlo in aula! Aiuterà la posizione di Michael in una qualche maniera?”chiese speranzosa.
“Potrebbe…Ma sei sicura di volerlo raccontare?”chiese Tom.
“No Swan!Non rivivere quell’incubo davanti a tutte quelle persone per me!”mi intromisi con voce malferma.
“Michael ti prego,non farti carico del mio dolore,non è necessario!”mi disse decisa.“Non è possibile dimenticare ma sono stata aiutata a superare il dolore…”Mi abbracciò e mise la sua fronte contro la mia. “E’ passato…è passato…”mi disse piano.Annuii.Ma avvertivo ancora il suo dolore, le sue paure erano dentro di me e mi facevano male.
Scioltasi dall’abbraccio, abine chiese a Tom una pausa e mi chiese di portarla al Givin’Tree.L’aiutai a salire e insieme guardammo il cielo attraverso le fronde dell’albero.Il vento giocava coi capelli e la gonna di Sabine e quel momento magico mi aiutò a rendere più trasparente, fino a farla sparire,l’immagine della mia Swan seduta a terra e scossa da lacrime di angoscia nello studio dello psicologo.

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ACCUSA N. 6: ‘Istigazione di minore a commettere atti lascivi.’

“Dichiariamo l’imputato non colpevole!”

Perché mi ritrovo sempre Jerome tra i piedi?E’ qui accanto a me sugli Champs Elysees e nonostante voglia starmene per conto mio, ne sono contenta. E non so perché.Mi parla di un caffè.Forse accetterò a dispetto delle mie parole. E poi diventa tutto buio. Quella voce dolcissima che sento da qualche giorno si mescola con una più bassa e sono confusa. Una mi parla di angeli e cigni, l’altra di una neo coppia di sposi che si amano e non riescono a star lontani.Poi poche parole sincere mi riportano alla luce, ma i miei ricordi si cancellano, tornano,si fondono e confondono.Amnesia temporanea, dicono i medici e io non so più chi sono. Le persone intorno a me ricostruiscono la mia vita e i miei ricordi ma tutto questo mi rende ancora più confusa.Dovrei essere contenta,accanto a me c’è mio marito, l’unica cosa che ho ricordato subito era appunto quella di essere sposata,ma in realtà non è cosi:sento che c’è qualcosa di sbagliato. Che mi manca qualcosa o meglio qualcuno.E questo mi rende triste. Anche se non so perché.

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ACCUSA N. 7: ‘Somministrazione di alcolici per commettere molestie.’

“Dichiariamo l’imputato non colpevole!”

Lo spettacolo per la celebrazione del 30mo della mia carriera è finito. Sono qui da solo in camerino, sono sceso dal palco da un po’.Mi sono cambiato d’abito e sto aspettando che mi raggiunga Karen per sistemare il trucco. Ripenso ai tanti amici che si sono uniti a me per cantare le mie canzoni e ballare sulle note e le coreografie che da trent’anni accompagnano la mia e la vita di tante persone. Britney è stata brava, peccato che forse l’emozione le abbia giocato un brutto tiro: la sua voce non è stata cosi limpida e chiara come in prova. Peccato…Certo poi si è ripresa ma avrei preferito fosse andata diversamente.Ma la mia mente sta vagando altrove:la mia Sabine domani prenderà l’aereo e tornerà da me.Avrebbe dovuto esserci anche lei stasera. Le avevo fatto riservare un posto che è rimasto ovviamente vuoto.Ogni volta che mi voltavo in quella direzione cercavo di pensare che lei sta per arrivare non che la poltrona era vuota. Ma non è stato facile.Il chiacchiericcio e le battute di Karen mi sollevano un po’ ma non del tutto: sono in preda ad una strana ansia.E non è solo perché Sabine sta per attraversare l’oceano e le sue condizioni di salute sono ancora incerte,c’è qualcos’altro, che non so identificare.
Passo la notte in bianco e alle prime luci dell’alba, quando forse finalmente potrei riposare è ora di tornare a Los Angeles.Un’ora dopo l’atterraggio del mio jet,un aereo colpisce la prima delle due Twin Towers di New York.Resto paralizzato davanti alla tv, vedo il fumo, le fiamme, la gente intrappolata agli ultimi piani e nella mia incredulità e commozione mi scopro a ripetere:‘Fa che sia già atterrata a Los Angeles’più e più volte.Il fatto di non potermi mettere in contatto telefonico con lei mi manda in paranoia. Ma le linee telefoniche sono andate in tilt e non è possibile fare nulla, tranne che aspettare.Riesco a sentirla nel pomeriggio. Sabine non sta affatto bene, è da sola e il non poter andare da lei mi sta
facendo impazzire.Ho contato le ore,i minuti e in tutto il tempo che è stata in viaggio verso Los Angeles l’ho chiamata spessissimo,sperando cosi si sentisse meno sola.Al suo arrivo, mi chiese di avere pazienza ancora per qualche giorno: era esausta.Il medico e il personale infermieristico che le avevo affiancato mi riferivano che lentamente si stava riprendendo: passava le giornate a letto, prendendo li i suoi pasti.Chiaramente anche il crollo delle torri aveva contribuito non poco ad affaticarla cosi.Sabine aveva bisogno di assoluta tranquillità e nonostante avessi una voglia matta e disperata di vederla e stringerla a me,dovetti attendere tutta la settimana,prima che mi volasse letteralmente incontro e mi abbracciasse li dove ero ai piedi della scalinata che porta alla main house. Restammo seduti sui gradini, allacciati l’uno all’altra,per un bel pezzo; avevo deciso di aspettare che Sabine si calmasse.Povera amore mio:non era davvero pronta per un viaggio del genere.E quale spaventoso disastro le si era presentato al suo arrivo.A fatica la feci alzare,e potei guardarla:la mia adorata Swan aveva lasciato il posto a questa ragazza pallida, con gli occhi segnati e il braccio fasciato. La presi in braccio e la portai dentro.
“Va tutto bene Swan…”le sussurro “sei qui con me ora…”

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ACCUSA N. 8: ‘Somministrazione di alcolici per commettere molestie.’

“Dichiariamo l’imputato non colpevole!”

Finalmente si era convito a riposarsi un pò.Allungato sul sedile si era appoggiato a me che lo abbracciavo con la sinistra e con la destra gli accarezzavo i capelli. I vetri scuri del van non consentivano alla luce di disturbare il suo riposo e chiesi a Ben di non passare nessuna telefonata e di tenere la musica al minimo.
“Amore mio, perché sussulti?Hai visto qualcosa?”mi chiese dopo un pò Michael alzandosi.Siamo quasi arrivati: entro cinque minuti il cancello di Neverland si aprirà per lasciarci entrare.Non prima di essere passati in mezzo ad un gruppetto di fan che stazionavano più o meno fissi davanti al cancello assieme a qualche reporter. Tra loro Eva e Jerome.
“Rispondimi, ti prego…”mi invitò Michael.
“Jerome…è in mezzo ai fan…”dissi piano sperando di essermi sbagliata.
“Hai ragione. Che intendi fare ora?”mi confermò guardando a sua volta.
“Cambiarmi d’abito, pranzare, riposare e giocare coi bambini…”
“Swan...”
“Non so davvero come Eva abbia fatto a convincerlo a restare ad aspettare il tuo arrivo per tutta la mattina…”continuai ignorando il suo tono.
“Swan! Sappiamo entrambi che non aspetta me…Sii seria per favore, che intendi fare?”mi richiamò Michael.
“Nulla, Michael, nulla.Di certo non li faccio entrare in casa e nemmeno vado a parlare con loro là in mezzo alla strada.In entrambi i casi alimenterei i giornali di gossip e non voglio dar loro altro materiale su sui ricamare.”feci una pausa per entrare in casa.
“Michael per favore chiedi ai tuoi ragazzi di essere particolarmente attenti a loro due e di riferire se sono ancora li”terminai prima di entrare in camera per cambiarmi d’abito.
Stavo godendomi la fine di una cena molto piacevole,quando Ben per la quarta volta dal nostro rientro ci avvisò che Jerome ed Eva erano ancora fuori dal cancello e avevano ancora chiesto di parlare con me
e Michael.
“Sono rimasti solo loro…”terminò Ben.
“Quando arriva il turno di notte?”s’informò Michael.
“Tra circa venti minuti”fu la pronta risposta di Ben.
Per il turno di notte erano previsti dei poliziotti armati. I loro modi erano spicci e in nessun caso avrebbero consentito la permanenza di chiunque al di fuori dei cancelli.
“Non sarà piacevole essere allontanati da loro…”commentai.
“E’ stato forse piacevole per te non sapere con chi in realtà fossi sposata? E’ stato piacevole per te sapere che la persona che baciavi non era praticamente nessuno?”Michael era irritato.
Io abbassai il viso.
“Ben,lascia che i ragazzi del turno di notte si occupino di loro.E se si ripresentano nei prossimi giorni,cosa che non posso ovviamente impedire,controllateli e riferite a me.Grazie Ben.”
“Certo Michael”rispose Ben.
Mentre Ben si allontanava verso il suo alloggio,Michael mi prese per mano.
“My love…rientriamo si è rinfrescato molto…”
Camminai al suo fianco a testa bassa. Le sue parole mi avevano fatto male e ripensare a cose spiacevoli che stavo cercando di dimenticare.
“My love, ti chiedo scusa per quanto ti ho detto poco fa. So che sei ferita ora ma questa storia termina qui”mi disse una volta in camera. “Bloccherò ogni tentativo di quell’uomo di riprendere i contatti con te.Dentro e fuori Neverland,a Los Angeles, qui in America, in Francia o in qualsiasi altro posto sul pianeta lui riesca ad avvicinarti. Libera la tua mente da questo fantasma. Lui non è più un tuo problema”terminò.

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ACCUSA N. 9: ‘Somministrazione di alcolici per commettere molestie.’

“Dichiariamo l’imputato non colpevole!”

Michael è caduto e non riesce più ad alzarsi.Lamenta forti dolori alla schiena ed è costretto ad attendere l’arrivo del medico li dove si trova.L’unica cosa che posso fare è mettergli addosso una coperta e fargli compagnia.Quando l’antidolorifico fa effetto, con tutte le cautele lo caricano sulla autoambulanza e lo portano in ospedale. Passo le due ore successive ad aspettare,nella camera che gli hanno assegnato, il responso dei medici.Quando Michael arriva è sulla sedia a rotelle.Il suo viso esprime il suo malessere. Due bodyguard lo aiutano a mettersi a letto.
“Resto qui con te stanotte”gli dico.
“No amore, va a casa a riposare…”
“No,voglio stare qui con te…”
“Signora mi spiace ma non è previsto che i parenti restino. Il signor Jackson verrà costantemente seguito.Accanto all’ospedale c’è una struttura alberghiera che potrà darle ospitalità…”le parole dell’infermiera mi intristirono.
“Non piangere Swan, ci vediamo domattina…Sono cosi stanco…”Michael chiuse gli occhi.I medicinali stavano facendo effetto.
“Hai ragione…meglio se ti lascio tranquillo…Mi scusi se mi sono attardata…”dissi poi rivolta all’infermiera.
Verso le 7,30 ero di nuovo nella camera di Michael. Lo vidi svegliarsi e fare colazione e poi entrò Ben con una notizia spaventosa:se Michael non si fosse presentato entro un’ora in tribunale, il giudice avrebbe disposto la sua incarcerazione per oltraggio alla corte.
“Ma è inaudito! E’ assurdo!Michael non può muoversi da qui!E’ fuori discussione!Possibile che non si fermino davanti a niente?!Vogliono vederlo strisciare forse?”
“Sabine, calmati, non è il caso, ora mi vesto…”disse Michael debolmente.
“No,tu resti a letto!Ben,chiama Tom:digli che sconterò io la pena al posto suo!”terminai mettendogli in mano il telefono.
“Nessuno andrà in prigione…”disse Michael ora in piedi.“Swan, vieni, andiamo…Ho bisogno che tu sia li con me, per favore…”
“Ma mon amour, non è giusto!” ribattei
“Giusto o no è cosi che va…”disse triste tendendomi la mano “Ho davvero bisogno di te…dammi la mano Swan…”
Con la morte nel cuore,gli presi la mano.Camminai a fianco alla sedia a rotelle senza mai lasciargliela.Fino all’ingresso in aula.Poi prese il suo posto vicino a Tom e la seduta iniziò.

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ACCUSA N. 10: ‘Somministrazione di alcolici per commettere molestie.’

“Dichiariamo l’imputato non colpevole!”

“E’finita!” Tom si alza e io lo imito. Lo abbraccio. “Abbiamo vinto!” mi dice entusiasta.Annuisco,mi paso una mano sul viso e gli sorrido appena.Provo emozioni contrastanti.Annuisco di nuovo.Alla lettura dell’ultima sentenza,tanti sono scattati in piedi ma il giudice ora sta richiamando l’attenzione e tutti ascoltiamo le sue parole:
“Noi,la giuria, con gli occhi del mondo puntati addosso,abbiamo studiato scrupolosamente le testimonianze,le prove e le regole di procedura presentate in aula dal 31 gennaio 2005.Seguendo le istruzioni della giuria,siamo giunti al nostro verdetto.E’ nostra speranza che questo caso sia una testimonianza di fiducia nell’integrità e nella veridicità del nostro sistema giudiziario.”
“Signor Jackson,può andare,lei è un uomo libero.”termina il giudice Melville.Lo ringrazio e mentre lui dichiara tolta la seduta e abbandona l’aula, mi volto mentalmente più sollevato. Guardo i miei familiari riconoscente per l’amore, il supporto e l’aiuto che mi hanno dato anche in questo difficile e duro periodo.E poi incontro il viso della mia Swan.Mentre la raggiungo,penso a quanto ha fatto per me durante questi mesi.Mesi in cui spesso e volentieri sono stato sul punto di arrendermi,in cui i momenti di buio sono stati tanti e in cui la tentazione di far allontanare forzatamente Sabine da Neverland,perché non avevo più la forza di vivere un rapporto di coppia,era sempre presente.Ma inaspettatamente era proprio da lei che traevo nuove energie.E andavo avanti.Quante notti di sonno ha perso per consolarmi?Quanto tempo mi ha dedicato ascoltando le mie paure,spingendomi a mangiare,a bere,a vivere nonostante tutto?E quando l’ansia e la paura di venir riconosciuto colpevole davano corpo ai miei peggiori incubi, la mia Sabine come ultima risorsa ricorreva alla sua splendida bellezza.E fare l’amore con lei diventava il mio ennesimo appiglio.La abbraccio,poi allaccio la mia mano alla sua e più in fretta che posso lascio l’aula e mi ritrovo fuori,assaporando il calore del sole e l’aria di mezzogiorno.I miei fan urlano il mio nome,cantano,piangono, acclamano e applaudono.Sento tutto il loro affetto per me.Li ringrazio e pochi minuti dopo vengo raggiunto dai miei body guard che ci scortano al van:anche ora niente dichiarazioni con la stampa.Le mie parole arriveranno loro attraverso internet.Lungo la strada per il rientro, tanti fan seguono il van con le loro auto suonando il clacson e ai lati della strada vedo cuori e striscioni col mio nome.Sabine sorride tra le lacrime,quello che resta della crisi di pianto che l’ha colta appena salita in macchina.La tensione da lei provata fin dalle prime ore di quella giornata si era sciolta cosi.Dopo pranzo lascio i miei cari e mi chiudo nel cinema,ho bisogno di stare solo,e faccio mettere un cartone animato.Non voglio più pensare.Almeno per oggi.
A cena rivedo mia madre,i miei bambini e Sabine.I miei fratelli sono a Los Angeles:vogliono celebrare la mia assoluzione con una festa alla quale hanno tentato di far partecipare Sabine,ma senza risultato.
Io e la mia Swan abbiamo bisogno di starcene un po’ per conto nostro e riposare.Ho in mente una piccola festa privata con lei.Ed è ora che io le restituisca l’anello che le ho sfilato dal dito prima di entrare in aula.“Però a fine seduta lo rimetti al suo posto!”mi aveva detto mostrandomi la mano e dopo aver protestato un po’.

25/06/2013 21:36
 
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Ciao a tutti!! E con oggi la mia ff si conclude. Volevo ringraziare Streetwalker,per i suoi commenti capitolo per capitolo, Bloodonthedancefloor12898, Foxy1975, Chiarajackie e The queen of pop per i loro interventi e tutti coloro che hanno letto la ff fino a qui. Non immaginavo di avere un consenso cosi alto. Grazie davvero di cuore a tutti voi!! Un abbraccio.


EPILOGO

Michael tenne fede alla promessa.Il matrimonio con Sabine e la grande festa che seguì furono gli ultimi eventi a cui la main house e la grande tenuta fecero da cornice.In seguito,Neverland venne
completamente svuotata,il luna park e il trenino dismessi e i cancelli chiusi definitivamente.Michael e Sabine si trasferirono temporaneamente in una grande villa a Los Angeles.
Circa un mese dopo il loro matrimonio, l’uragano Kathrina provocò enormi danni nella città di New Orleans e spinse Michael ad esibirsi nuovamente in pubblico per raccogliere fondi per gli sfollati e le loro famiglie. Qualche tempo dopo,Michael iniziò ad organizzare il trasferimento della sua famiglia in Bahrein.Lo sceicco locale gli aveva messo a disposizione le sue conoscenze affinché Michael potesse trovare un luogo adatto per vivere tranquillo e indisturbato con i suoi bambini.Michael, disgustato per quanto vissuto negli ultimi mesi, aveva deciso di vivere il più lontano possibile dagli Stati Uniti.E mentre mio fratello era impegnato a organizzare le sua nuova vita altrove, Sabine faceva avanti e indietro dalla Francia:circa dieci giorni dopo la fine del processo,l’aveva raggiunta il suo manager che nella settimana in cui aveva soggiornato a Neverland,aveva rilanciato l’immagine di Sabine e progettato nei minimi dettagli il suo rientro sulle scene.Il Los Angeles Teathre, nonostante l’assoluzione di Michael,aveva rescisso il contratto e Sabine non l’aveva presa molto bene.Aveva accettato di fare le interviste che il suo manager le aveva fissato con i maggiori network americani ma poi rifiutò in blocco tutti gli ingaggi che le erano piovuti addosso dai maggiori teatri, New York in testa.Aveva bisogno di staccare.E l’unico modo per lei di farlo era tornare nel suo paese, dove l’aspettava il suo teatro che non mancò di accoglierla con tutti gli onori del caso e con una proposta davvero molto allettante.Che ovviamente Sabine aveva accettato quasi subito.La cosa ci lasciò un po’ stupiti:Sabine aveva detto che avrebbe voluto fermarsi per un po’.L’unico tranquillo era Michael: sapeva di non poter tenere sua moglie lontana dalle scene ancora per molto.Inoltre, convinto com’era di essere in forte debito con lei, le lasciava fare tutto quello che desiderava.
Il teatro dell’Opera aveva ingaggiato Sabine fino a dicembre,poi avrebbero dovuto sedersi e rivedere il contratto: speravano nuovamente nella sua firma e avevano pronte tutta una serie di facilitazioni e un nuovo cachet.Quando era partita, Sabine era piuttosto indecisa sul da farsi, ma poi ci comunicò di aver firmato il contratto per altri sei mesi.Dopo aveva intenzione di ritirarsi dalle scene per un po’.
Sapevo che Michael aveva più volte espresso il desiderio di avere un altro figlio: forse Sabine stava per cedere anche su questo punto?
E col nuovo anno, Sabine avrebbe festeggiato i suoi primi dieci anni di carriera. Michael le fece dono della sua più totale collaborazione nonché di alcuni brani da lui composti e suonati al pianoforte per realizzare un dvd celebrativo, che uscì subito dopo Pasqua, con grande successo di pubblico. Michael gioì di questo successo dal Bahrein mentre Sabine, che si godeva il tutto in patria, stava contando i giorni che la separavano dal ritorno da Michael e i bambini.
Purtroppo o per fortuna, Sabine in Bahrein non ci arrivò mai.Un aneurisma cerebrale, forse una conseguenza dell’incidente avuto qualche anno prima,aveva fermato il suo volo verso il caldo paese
dove l’aspettava mio fratello.Preceduto da due giorni di camera ardente nei locali del municipio,caratterizzati da un’altissima affluenza,il funerale si era svolto in forma privata nella chiesetta di Chalons.I suoi familiari erano distrutti.Ancora oggi rivedo davanti a me la signora Gabrielle che chiede a Michael di non interrompere i contatti con loro e di darle il permesso di poter telefonare di tanto in tanto e, pur sapendo quanto potesse costare a Michael separarsi definitivamente da lei,di poter seppellire Sabine nella cappella di famiglia.
“Lasciami qui la mia piccolina…”gli aveva chiesto sforzandosi di parlare in inglese.Michael acconsenti e al suo rientro in Bahrein abolì ogni contatto col mondo,ritirandosi in una sorta di esilio volontario.In questo modo avrebbe dedicato tutto il suo tempo ai suoi bambini e cercato di lenire pian piano il suo dolore per la perdita della sua adorata Swan.E una sera me lo ritrovai in tv, mentre presentava al mondo il suo nuovo progetto:il ‘THIS IS IT’ .
Dieci concerti allo 02 Arena di Londra,che Michael definì“i miei ultimi show dal vivo”.Dopo quello non ci sarebbe stato più nulla. Michael aveva intenzione di ritirarsi definitivamente o
avrebbe continuato a produrre i suoi dischi senza più fare i tour cui ci aveva abituato?Me lo ero chiesta allora e ora quando rivedo quelle immagini non posso fare a meno di commuovermi:mio fratello non è più qui per rispondermi.Alla vigilia del primo spettacolo,mio fratello moriva a causa di un’alta dose di anestetico.Annientati,inebetiti e increduli di fronte al nuovo lutto che aveva colpito la nostra famiglia, ci preparavamo a salutare Michael sia in privato che in pubblico.E per la prima volta dalla loro nascita,il mondo conobbe il volto dei miei nipoti.Piccola e fiera,la mia Paris fece sapere a tutti quanto era orgogliosa del suo papà.I mesi a seguire furono duri e portarono a tanti cambiamenti nella vita di tutti.
Oggi è Natale e dopo un breve e veloce pranzo,siamo venuti qui al Forrest Lawn per stare con Michael anche in questo giorno.Con me ho portato una scatola piuttosto grande.Sopra ho scritto i nomi di Michael e Sabine in bella grafia e al suo interno ho messo tutto ciò che ho recuperato dagli armadi e cassetti di Michael riguardo alla loro storia. Compreso il costume dell’angelo.E’ più giusto che stiano qui, vicino a lui e anche a noi, visto che Sabine riposa cosi lontano.
Anche se so che mio fratello e mia cognata si sono già ritrovati e continueranno a danzare sulle punte per sempre.

Fine

01/07/2013 11:50
 
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Grazie a te per averla posta e regalarci grandi emozioni. Finale triste povero Michael che non ha più vicino la sua amata Sabine
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