Ciao a tutti! Ecco il cap.25! Ciao!!
25
“Sono sua moglie…”
Tre parole dall’effetto bomba.Il giudice non riuscì a riportare l’ordine in aula e ordinò una sospensione di dieci minuti.Poi uscì nervoso dall’aula, trascinandosi dietro gli avvocati.
“Avvocato Mesereau! Non voglio certo insegnarle come condurre un interrogatorio, ma non poteva limitarsi a presentare subito la signora?”
“Mi scuso vostro onore, ma con tutto il rispetto credo che la situazione in aula non sarebbe stata diversa…”
“Già un autentico putiferio!!”rispose tagliente il giudice Melville.“Per questo ho aspettato un po’ a prendere la decisione di accordarle il permesso di far testimoniare la signora…Le sorprese di questo tipo terminano qui! Sono stato chiaro?”
“Si vostro onore!” rispose Mesereau pronto.
Quando rientrarono il giudice ordinò l’assoluto silenzio pena l’allontanamento immediato dall’aula.
Poi chiese a Mesereau di riprendere il mio interrogatorio.
Qualche giorno dopo quella notte tremenda,arrivò finalmente la telefonata dallo studio legale:Tom Mesereau aveva accettato l’incarico.Nel giro di ventiquattro ore,lui e metà del suo staff si trasferirono a Neverland dove,insieme a Michael,lavorarono senza sosta per quasi dieci giorni per preparare la difesa.La prima carta ad essere sottoposta all’avvocato fu il nostro certificato di matrimonio, consegnatogli direttamente da me.
“COSA? Sei sposato??”Gli occhi dell’avvocato e del suo staff mi scrutarono dalla testa ai piedi.
“Questo potrebbe cambiare le cose…Michael parla con il mio staff e riferisci loro esattamente cosa hai fatto nel periodo in cui sostengono tu abbia molestato il ragazzo.Io parlerò con tua moglie…”
“Dunque signora Jackson, da quanto tempo conosce il mio assistito?”
“Da circa sei anni…”
“E da quanto siete sposati?”
“Poco più di due anni…”
“Signora Jackson, come mai facciamo la sua conoscenza soltanto adesso? Mi spiego meglio, trovo alquanto strana tanta segretezza. Vuole dare alla corte una motivazione?”
“Abbiamo deciso di tenerlo nascosto….”
“Lei o il mio assistito?”
“L’ho proposto io, Michael si è detto poi d’accordo…”
“Perché?”
“Quando abbiamo iniziato a vederci, non c’erano i presupposti per vivere la nostra storia alla luce del sole e quando poi è stato possibile poterlo fare, ho pensato che era meglio continuare cosi. Volevo vivere la nostra storia al riparo da articoletti scandalistici di bassa lega.Su mio marito viene scritto fin troppo.”
“Com’è stato possibile che nessuno vi abbia mai visti insieme né fotografati data la fama del mio assistito?”
“Sono state proprio le nostre professioni a creare la condizione ideale…”
“Di cosa si occupa signora?”
“Sono Etoile dell’Opera di Parigi. Prima ballerina per intenderci…”
“Vuole dire che anche lei è famosa?”
“Si, avvocato.Ho ballato nei maggiori teatri del mondo: Europa, Russia e ora anche gli Stati Uniti…”
“A maggior ragione mi domando come sia stato possibile che nessuno si sia mai accorto della vostra relazione...”
“Io e mio marito ci siamo sempre incontrati durante i nostri viaggi. Alloggiavamo in alberghi adiacenti o talvolta nello stesso ma in camere diverse.Michael è molto limitato nei suoi movimenti.Per
me è diverso:mi basta un minimo di travestimento per non farmi riconoscere.”
“Ma avrà anche lei uno staff che la segue nei suoi spostamenti!Non può non rendere conto a nessuno!”
“Ha ragione: abbiamo coinvolto poche e fidate persone che potessero aiutarci”
“Fate cosi anche ora che siete sposati?”
“Non si è più reso necessario: ho un contratto di tre anni con il Los Angeles Theather e vivo a Los Angeles adesso. E’ Michael che viene a trovarmi.”
“Lei non frequenta la casa del mio assistito?”
“Si certo, conosco Neverland molto bene.Ma da circa due anni ci vado solo quando non lavoro:prendo parte a spettacoli giornalieri.E’ molto difficoltoso andare avanti e indietro da Neverland…”
“Vi manca la quotidianità:come riuscite a sapere cosa accade l’uno all’altra?Come riuscite a portare avanti il vostro rapporto?”
“Ci telefoniamo almeno due volte al giorno,talvolta anche di più. Concordo che non sia facile portare avanti una relazione a distanza, per esempio è successo che Michael era qui e io a Parigi impegnata con la stagione teatrale invernale.Ma sarebbe stata la stessa cosa se Michael fosse stato un chirurgo di fama o un diplomatico,anzi probabilmente lo avrei visto ancora meno…”
“Com’è il mio assistito come marito e padre di famiglia?”
“E’un uomo buono e gentile.Come marito è molto sollecito e mi capisce sempre.Inoltre si è sempre preso cura di me. Come padre è molto molto presente.Ha dato poche regole ai bambini ma vuole che le seguano e i bambini sanno come ci si comporta ovunque vanno.”
“Ha mai notato degli atteggiamenti ambigui nel carattere del mio assistito?”
“Bè…Michael è un’artista e come tale tanti suoi atteggiamenti possono essere male interpretati o definiti ambigui o strani…”
“Ne cito uno:l’attaccamento ai bambini e non mi riferisco ai suoi…
Cosa ne pensa?”
“Ehm…Vede,Michael è una persona a cui piace molto divertirsi.I bambini spesso si divertono con poco,gli basta una giostra, uno scivolo e sono anime semplici.Con loro Michael si diverte molto.Vive quei momenti che da bambino gli sono mancati.”
“Come si comporta coi bambini?”
“Ottimamente,direi.Li fa giocare,apre loro la sua proprietà ,fa in modo che ognuno di loro possa divertirsi e portare a casa dei bei ricordi.”
“Quindi è capitato che lei fosse presente nei giorni in cui apriva Neverland ai bambini?”
“Si, parecchie volte”
“E ha mai notato cose particolari?”
“No, ogni volta si facevano sempre le stesse cose.”
“Del tipo?”
“Dunque, i bambini erano molti.Michael chiedeva loro cosa preferissero fare e la maggior parte di loro voleva andare a Luna Park.Alcuni preferivano il cinema, altri i video giochi.”
“Video-giochi?Che età avevano i bambini?”
“Generalmente tra gli otto e i dodici anni.Era meglio perché più gestibili,visto che Michael di preferenza voleva che i genitori non fossero presenti.”
“Come mai?”
“Voleva che i bambini fossero liberi di fare tutto ciò che più gli piaceva.Una giornata solo per loro senza adulti.”
“Come si poteva gestire tanti bambini?Il mio assistito si occupava di tutti personalmente?”
“Ovviamente no.Neverland ha molto personale di servizio che in casi come questo controllava che tutto si svolgesse regolarmente.”
“Ci sono mai stati problemi alla fine di queste giornate?”
“No.Tutto era sempre nella norma.”
“Anche il comportamento del signor Jackson nei confronti dei bambini?”
“Certo che si!”
“Non ha mai notato ambiguità nell’approccio con alcuni di loro?”
“No.”
“Ne è sicura?”
“Certo!”
“Quindi lei potrebbe affermare che il signor Jackson non ha mai molestato nessuno?”
“Obiezione!”Sneddon era saltato su come una molla.“La signora è la moglie, direbbe qualunque cosa!E si sta pilotando la giuria!”
“Accolta!Avvocato Mesereau…”
“Riformulo…Signora Jackson al mio assistito sono state mosse accuse molto gravi.Se fosse realmente colpevole,lei se ne sarebbe accorta?”
“Si e non sarei qui a testimoniare per la difesa…”
“E’ un affermazione molto forte…Come fa a sostenerla?”
“So bene di cosa è accusato mio marito.Ma posso dire con assoluta certezza che Michael non è un…pedofilo.”
“Le ripeto la domanda,e si ricordi che è sotto giuramento signora: perché ne è tanto convinta?”
“Obiezione!Di nuovo si fa leva sulla parentela della signora con l’imputato!”
“Avvocato Mesereau!”
“Prego vostro onore lasciarmi continuare:sto per arrivare al punto…”
“Respinta!Ma sia breve!”
“Grazie vostro onore!Signora Jackson può rispondere alla mia domanda per favore?”
“So che Michael non è un pedofilo perché so esattamente come si comportano.”
“In che senso, vuol spiegarsi meglio?”
“Sono stata molestata da uno di loro.Pesantemente molestata.Non avevo ancora quindici anni…Ma non ho dimenticato nulla di quanto mi è accaduto.Soprattutto non ho dimenticato quello sguardo.
Sguardo che non ho mai visto sul viso di Michael…”
Un silenzio gelido era caduto in aula. Sentii qualche sospiro e intravidi qualche fazzoletto.
“Non ho altre domande…”gli sentii dire e lo vidi prendere posto accanto a Michael,che aveva la testa bassa. Gli aveva fatto male sentirlo la prima volta che lo avevo raccontato all’avvocato e gli faceva male anche ora.Il silenzio venne rotto qualche minuto dopo dall’avvocato Sneddon che si avvicinò al banco: era il suo turno.
“Abbiamo dunque ricevuto l’inaspettata sorpresa di trovarci di fronte alla moglie dell’imputato…Una donna di notevole fascino e per di più un’artista,come l’imputato…Posso sapere come ha incontrato l’imputato?”
“Ho vinto un provino per una parte da interpretare in uno dei suoi tour…”
“La vostra storia iniziò allora?”
“…si…più o meno allora…”
“Quindi la vostra è stata una relazione clandestina finchè non vi siete sposati”
“No, lo è stata solo all’inizio…”
“Già perché l’imputato era sposato all’epoca…”
Annuii provando un senso di disagio. Ripensare a quel periodo mi fece tornare in mente con quanti sensi di colpa avevo convissuto.Notai dei movimenti nel banco della giuria:alcuni di loro si stavano muovendo sulle sedie.E se fosse stato per il disappunto che potevano aver suscitato le parole di Sneddon?
“Signora Jackson…”proseguì Sneddon riportandomi davanti a lui “ Lei sa dell’abitudine dell’imputato di dormire con i bambini?”
“Si, avvocato…”
“Come la giudica?”
“Come il proseguo del gioco iniziato nel pomeriggio. Quei bambini volevano stare sempre con Michael e condividere tutto con lui.”
“E l’imputato si coricava davvero in terra come sostiene?”
“Si, lo confermo. In una sorta di sacco a pelo…”
“Mi domando come con una donna cosi affascinante,l’imputato preferisse dormire con dei bambini…”
“Obiezione!! Esprime opinione personale e offensiva nei confronti del mio assistito e della signora!”Tom si era alzato in piedi fulmineo.
“Accolta!Avvocato Sneddon!”
“Vostro onore,mi permette una domanda?”chiesi voltandomi verso il giudice.“Se posso vorrei rispondere…”dissi appena mi diede l’assenso.
“Come vuole signora…”
“Mio marito non resta tutta la notte con i bambini...Ad una certa ora della notte viene in camera mia…”dissi sperando che la giuria interpretasse le mie parole nella maniera giusta.
“Dormite separati anche in casa?” Sneddon aveva mangiato la foglia e aveva ribaltato la situazione a suo favore.
“No di certo!”risposi pronta.“Quando ho cominciato ad andare a Neverland,Michael mi aveva fatto assegnare una camera e poi quando la nostra relazione è diventata stabile è stato più semplice mettere
li le mie cose piuttosto che rivoluzionare la sua camera…”conclusi.
“Quindi, tornando alla domanda,l’imputato restava con lei fino al mattino?”
“E’ esatto…”
“Signora Jackson, lei conosce bene Neverland?” riprese Sneddon, tentando un’altra strada.
“Si certo…”
“E’ a conoscenza di una stanza sempre chiusa a chiave all’interno della proprietà?Il mio assistito sostiene che un episodio di molestie è avvenuto all’interno di questa camera…”
“Una camera chiusa?Certo che ne sono a conoscenza:quella è la mia camera!”
“La sua stanza?”
“Si.Vede avvocato,talvolta porto con me oggetti di uso personale piuttosto delicati e non desidero
che i bambini entrino nella mia stanza durante le loro giornate…”
“Portiamo ora l’attenzione sul mio assistito e la sua famiglia…Ha mai avuto contatti con loro?”
“Si qualche volta è successo…”
“E l’imputato come la presentava?”
“Come una dei tanti ospiti che talvolta soggiornano a Neverland…”
“E’capitato che si trovasse con il mio assistito e la sua famiglia per più giorni consecutivamente?”
“Può anche darsi, non lo ricordo con esattezza…In quel periodo avevo facevo avanti e indietro da Los Angeles piuttosto di frequente…”
“Lei sa se il mio assistito ha mai dormito con l’imputato?”
“Penso di si...”
“L’ha visto personalmente?”
“Non lo ricordo con esattezza, mi spiace…”
“Ha visto il mio assistito in compagnia dell’imputato?”
“Si, è capitato…”
“E come si comportava l’imputato?”
“Come con gli altri bambini…”
“E il mio assistito, le dava l’impressione di sentirsi in qualche modo a disagio?”
“No davvero. Non mostrava segni di imbarazzo o ritrosia in compagnia di Michael, anzi!Era molto contento di essere suo amico. Voleva sempre stare con lui e lo seguiva dappertutto.”
“E’ capitato che lei avesse contatti col mio assistito quando l’imputato non era in casa?”
“No, se Michael era via io restavo nel mio appartamento di Los Angeles…”
“Ha mai notato atteggiamenti restrittivi nei confronti del mio assistito e della sua famiglia?”
“No avvocato. Ma avrei voluto ci fossero stati…”
“Vuol spiegarsi?”
“Mi è stato riferito di comportamenti maleducati dal personale di servizio…”
“Le è stato riferito…Non mi stupisce dato che lei non abita stabilmente con l’imputato…”
“Obiezione!!Di nuovo un’opinione personale!”ribattè pronto Meserau
“Ritiro!” disse pronto Sneddon precedendo qualsiasi risposta del giudice.
“Non ho altre domande” disse procedendo verso il suo posto“Ma si tenga a disposizione per favore…”concluse guardandomi.
“Signora Jackson,può andare…”mi disse il giudice Melville poco dopo.
La guardia mi aiutò a scendere dal banco e mi incamminai verso il mio posto. Avevo su di me gli occhi di tutti. Mi sedetti con la testa bassa. “Hai parlato bene…”Katherine mi prese la mano.
“Grazie…”risposi,ma avevo la morte nel cuore: Sneddon con poche domande mirate mi aveva dipinto come una moglie poco presente e poiché ero la moglie di Michael,per lui la mia testimonianza valeva poco. Quante volte aveva obiettato durante l’interrogatorio di Mesereau?
Mi si inumidirono gli occhi.Ma mi feci forza: ora ero sotto gli occhi di tutti e non potevo permettermi di mostrarmi debole.
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Dopo l’interrogatorio di Sabine,il giudice ordinò un’altra sospensione.Come ogni volta io avrei aspettato di rientrare in aula in una saletta adiacente all’aula, da solo.Era consentito l’accesso a Tom, ovviamente e,per pochi minuti,ad un solo componente della mia famiglia. A loro era dedicato un locale al primo piano.Avevo dato disposizione che Ben seguisse Sabine come un’ombra e che la tenesse lontana da chiunque avesse un microfono e un registratore.
“Come sta Sabine?”chiedo a Tom.
“Abbastanza bene”mi risponde pronto. Forse troppo.
“Dov’è?”
“Con i tuoi genitori…”
“Come sta?”chiedo ancora.
“Chiediglielo tu…”dice andando verso la porta.“Entra pure…”
E la mia Swan è davanti a me.Ha gli occhi velati di pianto.Mi guarda triste.“Mi dispiace…”dice “Sneddon ha distrutto il lavoro di Tom…è stato tutto inutile…”
La abbraccio “Swan…”
“Non sarei cosi sicuro di questo…”interviene Tom.
“Come?”Sabine si volta verso di lui.
“Tu e Michael avete una relazione stabile e da parecchio.La stampa ci ricamerà senz’altro sopra e si chiederanno come è stato possibile vivere sotto gli occhi di tutti e allo stesso tempo nascosti.
E il processo non finisce certo oggi,abbiamo ancora molti testimoni da sentire e altre indagini sono ancora in corso. Inoltre,credo che il tuo episodio vissuto da ragazzina abbia messo la giuria dalla tua parte e forse anche da quella di Michael.Non abbatterti.Sneddon deve fare il suo lavoro. E stai tranquilla:non penso ti risentirà.”
Bussano alla porta “Dovete rientrare!”dice la guardia.Un piccolo bacio e sono seduto al mio posto.Vengono sentiti altri due testimoni e poi il giudice Melville toglie la seduta.Fuori dal tribunale i miei fratelli terranno una breve conferenza stampa sulla situazione e rimarcheranno la mia innocenza. Anche per questo siamo tutti vestiti di bianco.Parlerà Jermaine a nome di tutti.
“A Sabine mancano solo il bouquet e il velo…” aveva detto mia madre quella mattina per stemperare la tensione.Aveva ragione: l’abito che Sabine indossava quel giorno,sembrava un abito da sposa,uno di quei modelli corti.Spiccava in mezzo alle mie sorelle:era l’unica che indossava la gonna.E in quel momento ho pensato che se tutto fosse andato come doveva avrei chiesto a Sabine di sposarmi di nuovo.Le lascerò organizzare il matrimonio dei suoi sogni.Avrà un abito stupendo e sarà bellissima.Come ora,anche se ha gli occhi tristi e cammina a testa bassa due passi dietro a me affiancata da Ben. Intorno a noi si accalcano i giornalisti che chiamano di continuo soprattutto Sabine nella speranza che si volti verso di loro e risponda alle domande che le rivolgono.I miei body guard hanno creato una sorta di corridoio dentro il quale sfiliamo in assoluto silenzio e in maniera veloce. Quasi di fronte alla porta mi fermo e mi volto prendendo la mano di Sabine.“Vieni accanto a me…”le dico.Allaccio la mia mano alla sua e usciamo da tribunale. Sostiamo qualche minuto sulla porta,il tempo necessario per sentire e vedere la chiassosa e calorosa accoglienza dei miei fan.Sabine è frastornata ma un piccolo sorriso le addolcisce il viso.Faccio un piccolo passo indietro e alzo il braccio con cui tengo la sua mano. Ci riveliamo in questo modo al mondo intero.I fan applaudono e fischiano, chiamano a gran voce il mio nome. Nei giorni seguenti e per tutta la durata del processo anche il suo nome verrà urlato dai miei fan e la mia Swan ricambierà sorridendo e chinando leggermente la testa. Io invece limitando mi a piccoli gesti con le mani.Questa era la linea di condotta di Tom: sobrietà.Niente show davanti ai fan,niente mezze parole coi reporter presenti,niente interviste,niente ricerca dei riflettori su di me.Dovevo arrivare in tribunale,assistere e tornare a casa.Stop.Tanto sotto i riflettori ci stavo lo stesso,prova ne furono stampa e media che si scatenarono come non mai dando vita ad una vera e propria campagna denigratoria senza precedenti con la quale venivo attaccato sotto tutti i punti di vista. Dove non arrivava Sneddon con le sue domande ci pensavano i media ad affossare la mia immagine e la mia credibilità.Tutti avevano già emesso il verdetto: colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio.Io ci ero più o meno abituato, la mia Sabine no.Spesso e volentieri lodata da pubblico e critica si guadagnò il titolo di rovina-famiglie e di arrampicatrice sociale,nel più roseo dei casi,quello di amante e concubina nel peggiore.Tom ci aveva visto giusto:la stampa con noi si era scatenata. La stampa rosa si profondeva in articoletti sognanti e zuccherosi e ricamava su questo nostro amore segreto che aveva resistito per tutto questo tempo.L’altra stampa indagava nella vita passata di Sabine, cercando di far coincidere i suoi spettacoli con i miei impegni dopo l’History Tour.Ben venne invitato a comparire come testimone della difesa,mossa decisa da Tom che vedeva sempre oltre, e Sneddon tentò di farlo crollare in ogni modo.La stampa ci ricamò sopra un’altra volta,ipotizzando che la mia Swan avesse avuto un flirt anche con lui visto che era sempre presente quando organizzavamo i nostri incontri e andando a ripescare le innumerevoli storie passate che Sabine aveva vissuto.Reali o meno poco importava.E diventando ‘infedele’la raggiunse l’astio delle mie fan che non la vedevano di buon occhio.Tutto questo accanto ad articoli che comparivano nei tabloids e nei giornaletti di gossip ricchi di particolari piccanti nei quali gli autori si divertivano a immaginare i nostri incontri “dietro la porta chiusa”.Venni poi a sapere della pubblicazione della cartina di Neverland riveduta e corretta con l’indicazione dei posti da noi preferiti per i nostri giochi proibiti.Neverland come il Moulin Rouge,il famoso night club francese,ma con un’unica ballerina. La nazionalità di Sabine e i luoghi comuni sulle ragazze francesi avevano fatto tutto il resto.Sabine dal canto suo cercava di non fare trapelare nulla ma sapevo che ne soffriva e molto.L’unico articolo che le restituì il sorriso fu quello apparso su un giornaletto al femminile che la descrisse come “Mademoiselle Bon Ton”.Fin dalla sua prima apparizione in tribunale,vestita di bianco, veniva fotografata quotidianamente e il suo abbigliamento,accessori compresi,venivano studiati e definiti impeccabili e adeguati.
“Quando sarà tutto finito, telefonerò loro personalmente per ringraziarli”disse un pomeriggio.Trovava un po’ di pace e di tranquillità solo in sala prove, dove si recava quotidianamente per mantenere il suo corpo sempre allenato ed evitare di dimenticare i passi dei balletti appresi negli anni.Povera Sabine: a causa mia il cigno venne tirato fuori dall’acqua e costretto a vivere sulla terra ferma.L’unico posto che assomigliava a quello specchio d’acqua era appunto la mia sala prove.Li la mia Swan tornava ad essere se stessa e trovavo la gioia nei suoi occhi.Il suo ufficio stampa era subissato di richieste di interviste continue nonostante il comunicato diffuso in tutto il mondo che chiedeva l’assoluto silenzio stampa in quanto il coinvolgimento di Sabine in questo procedimento penale era quasi totale.E a farne le spese non fu solo lei,ma anche la sua famiglia. Il tranquillo paese di Chalons venne investito dallo scandalo di vedere la loro petite danseuse legata ad un uomo in attesa di giudizio per un atto cosi scabroso e la rabbia di una parte del paese si accanì contro i miei suoceri e cognati.L’altra parte li difendeva e piccole liti iniziarono un po’ ovunque.Il telefono di casa dovette essere cambiato e non venne più divulgato.Antoinette fu costretta a chiudere il negozio con perdite di guadagno.I fratelli di Sabine, già avversi al mondo dello spettacolo, si allontanarono da Sabine in maniera netta e la chiusura del negozio li spinse a troncare ogni rapporto con lei. La mia Swan accusò il colpo ma non fu più la stessa.Il suo viso cominciò a segnarsi e iniziò a mangiare meno.Per un paio di giorni non venne in tribunale e restò a letto per tutto il tempo.E al suo ritorno si trovò a dover fronteggiare l’ennesima umiliazione:Debbie,testimone dell’accusa riuscì ad intercettarla prima che Ben la portasse nella sala al piano di sopra e la insultò pesantemente!
“Eccola qui, la francesina!!Quanto ti sei divertita alle mie spalle!! Ti consideravo una persona pulita e invece sei falsa e ipocrita!! L’angelo! Un demonio:ecco quello che sei!Te la spassavi nel letto con mio marito mentre io allattavo suo figlio!!Devi solo vergognarti!! Ruba –mariti!Rovina famiglie!Vedrai che troverò il modo di non farti più vedere i miei figli!!”
Sabine salutò i fan con aria triste e in macchina si rannicchiò contro il finestrino, rifiutando ogni contatto con me. ‘Ecco, ci siamo…’avevo pensato‘…sta iniziando ad allontanarsi…e a odiarmi…’
Pranzò velocemente e in silenzio. La fermai nel corridoio.
“Michael, lasciami andare per favore, voglio cambiarmi e riposare un po’…”
“Solo un momento…Ti sento lontana ora…Parla con me…”
“Non ora, ho bisogno di stare sola…”
“Swan…”le presi la mano.
“Lasciami andare!Non ho nessuna voglia ora di parlare,sono stanca!”ritrasse la mano senza guardarmi e si allontanò di corsa.
Tornai dai miei bambini e rimasi con loro un po’.Ma il pensiero di Sabine non mi lasciava tranquillo e decisi cosi di andare in camera sua. Avrei parlato io per entrambi.La porta era aperta.Sabine era stesa su un fianco.‘Forse sta dormendo…meglio cosi…’pensai.
Andai a controllare ma incontrai i suoi occhi.Aveva il viso bagnato.
“Ho appena parlato coi miei…Stanno pensando di andare a Parigi per un po’…A Chalons non riescono più a stare…Pensano che cosi si calmeranno le acque…”
“Mi dispiace…”rispondo. Non so cos’altro dire.Ho reso infelici due famiglie intere.Con che coraggio avrei parlato di nuovo con la famiglia di Sabine?Si siede nel letto e mette la testa sulle ginocchia.“E non è tutto sai? Louis mi ha detto che queste chiacchiere sono arrivate anche ai dirigenti del teatro dell’Opera…Al momento non rilasciano dichiarazioni facendo leva sul fatto che ora non sto ballando per loro…Però…Una cosa positiva comunque c’è:in Francia queste critiche vengono schermate abbastanza bene.La maggioranza dei
media e dei fan stanno dalla mia parte…Però…”sospira.
“Oh Michael!!”dice dopo un momento letteralmente buttandosi contro di me. La stringo più forte che posso.“Come faccio ad andare avanti cosi? Tu come ci riesci?Spiegamelo…”mi guarda seria.“Per fortuna sei con me…Non avrei mai potuto sopportare tutto questo da sola!”termina.
Un bacio salato ci lega per parecchi minuti. Dilaniato dai sensi di colpa,penso che devo fare assolutamente qualcosa per lei. Glielo devo.Per prima cosa feci in modo che la stampa non potesse più entrare in contatto con lei:in tribunale le affiancai anche Frank cosi da rendere impossibile ogni inquadratura e filtrai tutti i giornali che arrivavano a Neverland.Avevo visto giusto:Sabine dopo qualche tempo sembrava più tranquilla; di fatto però avevo chiuso il mio cigno in una gabbia dorata dalla quale usciva solo per qualche ora.
Iniziai a dedicare del tempo esclusivo a lei: riprendemmo a fare lunghi giri per la proprietà, soste al luna park e al cinema, piccole gite sul lago,fino ad arrivare alla gita che più le piaceva: la gita sotto le stelle.Prendevo la mini-car e guidavo di fianco a lei fino alla collina più alta di Neverland. All’arrivo Sabine sistemava una plaid e ci stendevamo con il naso all’insù e il tempo si fermava.Uno accanto all’altra parlavamo di molte cose, dei nostri ricordi di bambini, di ciò che ci preoccupava o piaceva e dei nostri progetti per il futuro.E talvolta facevamo anche l’amore.Come quella sera. Quando tutto finì, cantai piano per lei e la osservai assopirsi rannicchiata contro di me e la guardai dormire per un po’.
“Swan, svegliati…”le sussurrai poi.
“Mmmm,no,lasciami dormire: sono cosi stanca…”mormora.
“No,Sabine,dobbiamo tornare indietro,non possiamo dormire sulla collina,fa ancora freddo qui di notte…e si è fatto tardi…”
“Uff…”si alza di controvoglia. La vedo raccogliere le ultime cose nello zainetto e per mano ci dirigiamo verso la mini-car.
“Sabine…?”
“Mmmm…”
“Non stai dormendo vero?”
“Ora non più…”
“Devo dirti una cosa”
“Non puoi dirmela domattina?”chiede assonnata.
“No. Ho chiesto al tuo amico ballerino, Roberto, di venire a Neverland per qualche giorno…”
“Okay…”
“E’ negli Stati Uniti per un breve tour e ha accettato…”
“Chi ha accettato?”mi guarda un po’ assente.
“Oh Swan!Il tuo amico Roberto Bolle!”
“Roberto???”si riprende di colpo. “Davvero viene?”
“Si!” le sorrido.
“Oh Michael!!Non sai quanto sono felice di questo!!Grazie, grazie, mon amour!”
Roberto arrivò di notte con l’elicottero e se ne andò nella stessa maniera. Niente coinvolgimenti coi giornali.Restò a Neverland per quattro giorni, durante i quali la danza occupò la maggior parte del suo tempo e quello di Sabine.La sera prima della sua partenza, si esibì con Sabine in un piccolo spettacolo.Gli occhi della mia Swan erano tornati ad essere quelli di un tempo, seppur per un breve periodo.
“Non ti sei affatto arrugginita, mademoiselle l’etoile!” le aveva detto Roberto il primo giorno.Sabine fu entusiasta di quei quattro giorni, una parentesi piacevolissima in quel periodo cosi duro per tutti noi.E poi rischiai grosso.Un pomeriggio caddi pesantemente provocandomi un brutto trauma alla base della schiena.Finii in ospedale e ci rimasi tutta la notte. La mattina seguente però un atto forzoso del giudice mi costrinse a recarmi ugualmente in tribunale.Ci arrivai con un’ora di ritardo e con quel dolore che non si placava mai e col pigiama e le pantofole sotto la giacca.Al termine dell’udienza venni raggiunto da un piccolo gruppetto di reporter che avevano avuto l’idea di spostarsi sul retro del tribunale.Acconsentii a dire loro qualche parola. Volevo sapessero che non stavo affatto bene ma non potevo aggiungere altro.
“No per favore…”dissi poco dopo accorgendomi di un fotografo che stava andando verso Sabine.
Lei mi precedeva e si era fermata per aspettarmi. Ben si portò davanti alla macchina fotografica.
“Niente foto alla signora!”
“Lasciatela stare per favore…”dissi.La raggiunsi e prendendola per mano arrivammo alla macchina.A seguito di quell’episodio il mondo impazzì e iniziò una nuova valanga di critiche, gossip, pro e contro che si trascinò per lungo tempo.Un paio di settimane dopo l’episodio del pigiama, arrivarono i genitori di Sabine.Avevo trovato il coraggio di parlare di nuovo con loro e li avevo invitati a stare da noi per un lungo periodo.E finalmente vidi rifiorire la mia Swan: prese qualche chilo e ritrovò quell’allegria che il processo stava minando.Ma Sabine non fu l’unica a trovare giovamento da quella visita: i miei bambini avevano ritrovato i loro nonni francesi che li facevano giocare; Paris aveva di nuovo la sua grand-mere che le insegnava le filastrocche in lingua e le permetteva di pasticciare in cucina.Il piccolo Blanket non aveva ancora fatto la loro conoscenza ma presto imparò a voler loro bene come se vivessero con lui.E Prince ritrovò in Anton il suo compagno di giochi e avventure. Mia madre intavolava lunghi discorsi con Gabrielle seppur con la necessaria presenza di qualcuno che traducesse per loro. Solo Ely,il mio cuoco indiano non sembrava contento: ovviamente Gabrielle pretese di cucinare per tutti noi e lui dovette riporre i suoi coltelli e i suoi piatti di cruditè per far posto alla ricca ed elaborata cucina francese. ualche giorno dopo il loro arrivo, ricevemmo la telefonata di Antoinette: il Gourmandise aveva riaperto i battenti.Sabine parlò a lungo con la sorella che per lei aveva una sorpresa: i fratelli di Sabine avevano accettato di salutarla e la telefonata si protrasse per un’altra ora.
La situazione a Chalons era tornata alla normalità.Io mi ero fatto carico di tutte le spese che il Gourmandise e i fratelli di Sabine avevano dovuto affrontare a causa della chiusura: glielo dovevo,anche in nome del preziosissimo aiuto che Antoinette ci aveva dato durante la degenza di Sabine all’ospedale.La mia Swan salutò i suoi fratelli strappando loro la promessa di venire a Neverland quanto prima.
In questo clima leggermente più disteso ci avviavamo verso le fasi finali del processo.