divo80, 03/01/2013 00:14:
Diciamo che questa tua affermazione non si discosta molto dalla realtà
Mi viene in mente il Nino D'Angelo degli anni '80, che pareva vendesse molti dischi nei piccoli negozi, ma purtroppo, non venivano rilevati e in classifica veniva penalizzato. Casi più recenti (parlo di anni '00) ci sono quelli di Adriano Celentano. Uno o due dei suoi album usciti nello scorso decennio furono soggetti a polemiche perchè si fermarono al #2, pur avendo venduto più del primo classificato. Questo perchè Celentano vendeva molto anche nei piccoli negozietti e negli autogrill.
Questo è vero, è fastidioso, ma bisogna capire che i costi per stilare una classifica non sono affatto bassi e per di più, non sempre i mezzi a disposizione permettono di poter controllare tutto. Parto da principio per essere più chiaro.
Prima della rilevazione a codici a barre c'erano due metodi per rilevare le vendite dei dischi: 1) chiamavi i negozianti via telefono e ti facevi dire i prodotti più venduti; 2) ingaggiavi un provider (Nielsen, GfK, ecc.), che rilevava i prodotti più venduti personalmente, negozio per negozio.
Il primo metodo era più economico, ma molto soggetto a manipolazioni. Tutti possono dire quello che vogliono via telefono, nessuno ti controlla. Il secondo caso invece è più dispendioso, ma permette di avere una rilevazione più accurata rispetto alla precedente già citata.
Come avrai ben capito, qui entrano in scena ben due fattori: il costo e i mezzi non proprio all'avanguardia per poter estendersi oltre un certo numero di negozi (che però erano estratti a sorte, tenendo conto solo dei negozi medi e grandi).
Con la venuta del metodo a codice a barre, per un provider stilare una chart con la stessa quantità di punti di vendita di una volta diventa più economico e più preciso. Proprio per la tecnologia all'avanguardia e per il basso costo si è potuto allargare di gran lunga il campione rispetto alle vecchie chart. L'unico problema è che più il campione si allarga e più il prezzo cresce e supera inevitabilmente quello delle vecchie metodologie. Quindi, per forza di cose, si è costretti a rimanere statici e aspettare il momento giusto per poter aumentare ulteriormente il campione e andare verso la totalità.
Quindi, per certi versi, non è nemmeno colpa di chi stila le classifiche e nè di chi li commissiona. Poi certe volte ci si mettono pure i negozianti, che rifiutano di aderire al campione. In Brasile infatti dovettero aspettare non so quanti anni prima di avere una classifica, perchè i negozianti non volevano aderire.
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SimoneMJJ