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dati falsati su you tube!?!?!?

Ultimo Aggiornamento: 03/01/2013 02:40
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31/12/2012 14:59
 
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sembra che google stia facendo un bel controllo sui dati di visualizzazione dei video musicali su youtube....sembrerebbe che la sony e la universal gonfiavano di (milioni) il numero di visualizzazione dei loro artisti in modo da aumentare l'introito pubblicitario...tra i "gonfiati" c'è anche michael...a cui sono stati decurtati vari migliaia(spero no milioni di voti!!!)....

mytech.panorama.it/internet/youtube-punisce-major-visualizzazioni-via-video-univer...

[SM=x47980] [SM=x47980] [SM=x47980] [SM=x47980] [SM=x47980]
31/12/2012 16:50
 
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Bè, certo che così si spiegherebbero i fenomeni di certe star nate sul web, ma non vedo perchè taroccare il numero delle visualizzazioni per un pezzo di storia come Michael: forse la Sony vuole recuperare così, vendendo spazi pubblicitari a fianco dei suoi video, i soldi che non guadagna con le sue belle promozioni ai suoi progetti :/!!
31/12/2012 17:03
 
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Dovrebbero verificare anche quel Gangnam Style con il suo miliardo di visualizzazioni [SM=g27828]

p.s:ma tempo fa thriller non è stato sgonfiato ?
[Modificato da Dayna87 31/12/2012 17:17]



01/01/2013 23:53
 
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Re:
(Miss Piggy), 31/12/2012 16:50:

Bè, certo che così si spiegherebbero i fenomeni di certe star nate sul web, ma non vedo perchè taroccare il numero delle visualizzazioni per un pezzo di storia come Michael: forse la Sony vuole recuperare così, vendendo spazi pubblicitari a fianco dei suoi video, i soldi che non guadagna con le sue belle promozioni ai suoi progetti :/!!




Beh sicuramente questo è uno dei motivi oltre ovviamente al fatto che così la star viene presa piu in condierazione se "si sa2 che attira un numero di gente così alto....e sempre tutto poco chiaro basta pensare alle vendite "tradizionali2 di musica perchè si dice sempre chè è impossibile sapere le quantità "esatte" ma allora come vengono calcolati le royalties sulle vendite? e poi cmq si potrebbe almeno sapere quante copie sono state create di un album perchè si sa quali aziende li confezionano e li stampano....almeno quello sarebbe simpatico saperlo....


02/01/2013 01:39
 
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Questo conferma ciò che ho sempre detto da anni. Ed è anche uno dei tanti motivi per cui malconsidero le classifiche che mescolano vendite, passaggi radio e streaming. Che poi 'sta porcata alla fine la fanno solo Billboard (e chi sennò...) e la Dutch Top 40. Gli altri, come è giusto che sia, separano le 3 cose, considerando la chart basata sulle vendite come più importante. Anche perchè, quella radiofonica misura la quantità di passaggi in radio (non l'audience come dicono alcuni) e gli spazi radiofonici, sono comprati dalle etichette. Quella streaming, beh, ormai si commenta da sola.

Rispondendo all'ultimo commento di divo80:
Purtroppo, possiamo conoscere vendite veramente corrette soltanto nei paesi in cui c'è un organo che certifica le vendite (sempre se l'etichetta paga, presentando tabulati che attestano la veridicità di quanto affermano). Pensiamo agli Stati Uniti con la RIAA, o alla Francia con la SNEP. La maggior parte di loro si basa sulle copie distribuite (+ il download) perchè allo stato attuale delle cose è praticamente impossibile basarsi sulle vendite reali, in quanto si salterebbe sempre qualcosa. Ti basti pensare che le classifiche vengono ancora compilate su un campione di negozi. L'unica che si avvicina alla totalità è quella prodotta da Millward Brown, che copre il 99% dei negozi Britannici quando compila la chart per la OCC.

Non essendoci un organo che certifica per tutti i paesi e quindi, non potendo risalire alla vendita globale totale sommando tutte le certificazioni, le etichette se ne approfittano dicendo che è impossibile sapere quanto vende un disco e sparano la cifra che vogliono, magari mescolando le vendite di album e singoli come accaduto con Thriller e Bad. La soluzione migliore sarebbe incaricare la IFPI (che è una sorta di FIFA della musica) di certificare le vendite globali, ma purtroppo, credo che non avverrà mai proprio per permettere all'industria di poter lucrare come vuole.

E' assurdo che con la musica ci siano tutti questi giri. Con i film è tutto più trasparente e più semplice. Sappiamo gli incassi per la maggior parte dei paesi e per il mondo intero addirittura in tempo reale. Con la musica invece sembra di essere ancora al mesozoico.

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SimoneMJJ
03/01/2013 00:14
 
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Re:
Simone Jackson, 02/01/2013 01:39:

Questo conferma ciò che ho sempre detto da anni. Ed è anche uno dei tanti motivi per cui malconsidero le classifiche che mescolano vendite, passaggi radio e streaming. Che poi 'sta porcata alla fine la fanno solo Billboard (e chi sennò...) e la Dutch Top 40. Gli altri, come è giusto che sia, separano le 3 cose, considerando la chart basata sulle vendite come più importante. Anche perchè, quella radiofonica misura la quantità di passaggi in radio (non l'audience come dicono alcuni) e gli spazi radiofonici, sono comprati dalle etichette. Quella streaming, beh, ormai si commenta da sola.

Rispondendo all'ultimo commento di divo80:
Purtroppo, possiamo conoscere vendite veramente corrette soltanto nei paesi in cui c'è un organo che certifica le vendite (sempre se l'etichetta paga, presentando tabulati che attestano la veridicità di quanto affermano). Pensiamo agli Stati Uniti con la RIAA, o alla Francia con la SNEP. La maggior parte di loro si basa sulle copie distribuite (+ il download) perchè allo stato attuale delle cose è praticamente impossibile basarsi sulle vendite reali, in quanto si salterebbe sempre qualcosa. Ti basti pensare che le classifiche vengono ancora compilate su un campione di negozi. L'unica che si avvicina alla totalità è quella prodotta da Millward Brown, che copre il 99% dei negozi Britannici quando compila la chart per la OCC.

Non essendoci un organo che certifica per tutti i paesi e quindi, non potendo risalire alla vendita globale totale sommando tutte le certificazioni, le etichette se ne approfittano dicendo che è impossibile sapere quanto vende un disco e sparano la cifra che vogliono, magari mescolando le vendite di album e singoli come accaduto con Thriller e Bad. La soluzione migliore sarebbe incaricare la IFPI (che è una sorta di FIFA della musica) di certificare le vendite globali, ma purtroppo, credo che non avverrà mai proprio per permettere all'industria di poter lucrare come vuole.

E' assurdo che con la musica ci siano tutti questi giri. Con i film è tutto più trasparente e più semplice. Sappiamo gli incassi per la maggior parte dei paesi e per il mondo intero addirittura in tempo reale. Con la musica invece sembra di essere ancora al mesozoico.




grazie mille per la risposta.....ho sempre odiato il fatto dei negozi a campione....se avessi la possibiltà comprerei 1000000 copie di un album sconosciuto in un negozietto di periferia e romperei in testa a chi stila le classifiche le copie una per una per il fatto che forse quel album non starebbe nemmeno in classifica nei primi 100!!!!!

[SM=g3067262] [SM=g3067262] [SM=g3067262] [SM=g3067262]


03/01/2013 02:40
 
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Re: Re:
divo80, 03/01/2013 00:14:




grazie mille per la risposta.....ho sempre odiato il fatto dei negozi a campione....se avessi la possibiltà comprerei 1000000 copie di un album sconosciuto in un negozietto di periferia e romperei in testa a chi stila le classifiche le copie una per una per il fatto che forse quel album non starebbe nemmeno in classifica nei primi 100!!!!!

[SM=g3067262] [SM=g3067262] [SM=g3067262] [SM=g3067262]





Diciamo che questa tua affermazione non si discosta molto dalla realtà [SM=g27828]

Mi viene in mente il Nino D'Angelo degli anni '80, che pareva vendesse molti dischi nei piccoli negozi, ma purtroppo, non venivano rilevati e in classifica veniva penalizzato. Casi più recenti (parlo di anni '00) ci sono quelli di Adriano Celentano. Uno o due dei suoi album usciti nello scorso decennio furono soggetti a polemiche perchè si fermarono al #2, pur avendo venduto più del primo classificato. Questo perchè Celentano vendeva molto anche nei piccoli negozietti e negli autogrill.

Questo è vero, è fastidioso, ma bisogna capire che i costi per stilare una classifica non sono affatto bassi e per di più, non sempre i mezzi a disposizione permettono di poter controllare tutto. Parto da principio per essere più chiaro.

Prima della rilevazione a codici a barre c'erano due metodi per rilevare le vendite dei dischi: 1) chiamavi i negozianti via telefono e ti facevi dire i prodotti più venduti; 2) ingaggiavi un provider (Nielsen, GfK, ecc.), che rilevava i prodotti più venduti personalmente, negozio per negozio.

Il primo metodo era più economico, ma molto soggetto a manipolazioni. Tutti possono dire quello che vogliono via telefono, nessuno ti controlla. Il secondo caso invece è più dispendioso, ma permette di avere una rilevazione più accurata rispetto alla precedente già citata.

Come avrai ben capito, qui entrano in scena ben due fattori: il costo e i mezzi non proprio all'avanguardia per poter estendersi oltre un certo numero di negozi (che però erano estratti a sorte, tenendo conto solo dei negozi medi e grandi).

Con la venuta del metodo a codice a barre, per un provider stilare una chart con la stessa quantità di punti di vendita di una volta diventa più economico e più preciso. Proprio per la tecnologia all'avanguardia e per il basso costo si è potuto allargare di gran lunga il campione rispetto alle vecchie chart. L'unico problema è che più il campione si allarga e più il prezzo cresce e supera inevitabilmente quello delle vecchie metodologie. Quindi, per forza di cose, si è costretti a rimanere statici e aspettare il momento giusto per poter aumentare ulteriormente il campione e andare verso la totalità.

Quindi, per certi versi, non è nemmeno colpa di chi stila le classifiche e nè di chi li commissiona. Poi certe volte ci si mettono pure i negozianti, che rifiutano di aderire al campione. In Brasile infatti dovettero aspettare non so quanti anni prima di avere una classifica, perchè i negozianti non volevano aderire.



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SimoneMJJ
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