ShadowPlayZone, 17/09/2012 10.39:
Mi hai letto nel pensiero!
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Come ha già anticipato
ShadowPlayZone Spikuccio nostro ha presentato il suo documentario al Toronto Film Festival in Canada. Anche qui, come a Venezia, la proiezione si è conclusa con una meritatissima standing ovation!
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Le recensioni che ho letto sono tutte positive, in particolare quella che ha postato Shadow vale la pena di essere tradotta (e dato che sto cercando di scansare tutti i maledetti spoiler
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delle canzoni e del DVD per godermeli quando avrò fra le mani la mia copia, lo farò a breve). Intanto vi posto la traduzione dell'articolo-intervista con Spike.
Ah, giusto per la cronaca a quanto pare il documentario
sarà trasmesso sul canale tedesco Vox il 20 ottobre, in Italia per ora non ho visto notizie (avevate dubbi?).
TORONTO - Il nuovo documentario di Spike Lee "Bad 25" cattura Michael Jackson nel periodo turbolento in cui costruiva "Bad" del 1987, un periodo in cui il notoriamente meticoloso Re del Pop lavorava con ossessione febbrile per cercare di superare il suo megahit "Thriller", mentre i tabloid divoravano vigorosamente i resti della sua vita personale.
Ma anche dopo che "Bad" era andato bene e aveva scalato le classifiche di tutto il mondo, l'uscita dell'album vide lo spostamento deciso dell'attenzione dal pop intatto di Jackson al suo apparentemente bizzarro comportamento personale (Lo scimpanzé! I parchi di divertimento! Le osse dell'uomo elefante!).
E per questa curiosità ossessiva alimentata dai media Lee dice che sono in molti a dover fare il mea culpa.
"La gente, loro avevano l'hater-ade
(termine figurativo derivato dalla bibita Gatorade, chi beve hater-ade letteralmente si disseta con l'"odio", ndt). Bevevano hater-ade" ha detto il due volte candidato agli Academy Award in un'intervista rilasciata in una sciccosa suite sabato, durante il Toronto International Film Festival dove il film è stato proiettato.
"Leggi le recensioni dell'album 'Bad', ne scrivevano come se fosse un pezzo di (merda). E (loro) non lo chiamano con il suo nome.... 'Wacko Jacko'? E' vergognoso... Queste persone dovrebbero vergognarsi per quello che gli hanno fatto".
E mentre il film reverenziale di Lee rimane diligentemente concentrato sul lavoro di Jackson, rivela anche molto di un uomo molto riservato che non ha mai realmente vissuto la privacy.
"Bad" uscì nella scia del successo titanico del secondo album di Jackson come artista solista adulto, l'album del 1982 che fece il botto, "Thriller". Album più venduto di tutti i tempi, i numeri di vendita di "Thriller" sono ancora troppo brillanti per crederci - dopo tutto è stato disco di platino 29 volte nei soli Stati Uniti e due volte disco di diamante in Canada.
Ma Jackson non era soddisfatto. Proprio come era stato determinato a fare di "Thriller" un successo molto più grande del suo classico stile disco del 1979 "Off the Wall", Jackson pensava di poter allo stesso modo superare il più grande successo di tutti i tempi. Come scopre il film di Lee, Jackson era anche solito scarabocchiare "100.000.000" negli specchi e negli appunti per ricordare a se stesso del numero incredibilmente alto di vendite che voleva ottenere con "Bad".
Naturalmente questo ha prodotto una quantità quasi senza precedenti di pressione auto-imposta per un artista pop.
Quindi il film di Lee cattura Jackson ossessionato non solo con le 11 tracce che hanno composto "Bad", ma anche con i suoi video musicali ambiziosi (uno dei quali è stato diretto dal regista luminare Martin Scorsese), le coreografie dell'epico tour dell'album (che comprendeva uno show di fronte a 72.000 fan al Wembley Stadium di Londra), o anche pezzi di minuzie promozionali solo tangenzialmente legati alla musica di Jackson.
(A titolo di esempio, uno dei momenti più leggeri del film arriva nella forma di un filmato d'archivio di Jackson da lui girato in cui dà istruzioni specifiche per gli animatori di uno spot dei California Raisins che doveva caratterizzare la sua immagine).
Lee dice che Jackson credeva di non poter smettere di fare pressione su se stesso, o tutto quello che aveva costruito si sarebbe deteriorato.
"Non era stupido", ha detto Lee, vestito con una scintillante T-shirt Michael Jackson personalizzata, con corrispondenti scarpe Nike.
"Ha visto persone, artisti neri, che erano al top e poi sono finiti. Ha visto molti grandi artisti neri che sono stati confinati a essere solo artisti neri. Michael voleva rompere le barriere."
Tuttavia Lee non si identifica per forza con l'occhio inflessibile di Jackson per i dettagli.
"Non c'è niente di male a essere un perfezionista. Ora, io, io non farò 80 scatti di qualcuno che prende in mano una rivista come
David Fincher. Io non ho intenzione di farlo!" aggiunge ridendo, mentre prende e sbatte una rivista di lifestyle là vicino per dare enfasi.
"Ma era il suo denaro... Metteva i suoi soldi nel suo lavoro."
E Lee si identifica con Jackson in altri modi.
Il leggendario regista di "Fa la cosa giusta" e "Malcolm X" nasce nel 1957, un anno prima di Jackson.
Egli ricorda vividamente quando vide Jackson, il dotatissimo giovane fenomeno solista dei Jackson 5, la prima volta agitarsi sul palco al "The Ed Sullivan Show". Anni dopo, Lee era uno studente di cinematografia che era rimasto così affascinato dai video di "Thriller", "Billie Jean" e, sì, "Bad", che aspirava a dirigerne uno lui stesso.
Così, quando Jackson è morto nell'estate del 2009, dopo un arresto cardiaco (il suo medico, Conrad Murray, è stato in seguito condannato per omicidio colposo), Lee era devastato.
"Sono stato sottosopra per mesi," ha detto il 55enne. "Sono cresciuto con Michael. Sono di un anno più grande di lui. Quando avevo 10 anni, lui ne aveva nove. Perciò non lo conoscevo, ma l'ho visto crescere."
Insieme al film di Lee, il 25° anniversario di "Bad" viene celebrato con una elegante nuova riedizione deluxe martedì.
Il nuovo doppio album include una versione rimasterizzata dell'album originale, più una lista di degni B-sides che a suo tempo furono tagliati dalla sua concisa tracklist. (Con la sua caratteristica onestà, Lee scarta una parte del nuovo materiale del secondo disco, contraendo il suo volto in una smorfia mentre ammonisce: "Dimenticate i remix."
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)
Lee non crede che ci sia spazio per il dibattito sul modo in cui il disco - che ha caratterizzato successi come la title track, "Man in the Mirror", "The Way You Make Me Feel" e "Smooth Criminal" - porta la sua età.
"Guarda le classifiche di Billboard quando 'Bad' è uscito 25 anni fa, e poi ascolta quelle canzoni e vedi se sembrano contemporanee o datate", ha detto Lee, il cui film andrà in onda sulla ABC il 22 novembre in Canada.
"'Bad' regge ancora. Quelle altre canzoni che erano sulla Top 10 di 25 anni fa? Chi erano? I Thin Lizzy? Stiamo ancora parlando di quelle persone?" chiede incredulo. (In realtà la Billboard Top 10 la prima settimana in cui "Bad" andò in testa alle classifiche includeva il secondo album di Whitney Houston a fianco della colonna sonora de "La Bamba", e dischi di Whitesnake, Def Leppard e Heart.)
"I grandi reggeranno la prova del tempo. Non è nemmeno in discussione."
Anche se Lee ha condannato coloro che avidamente fissavano a bocca aperta la rovina di Jackson (il film non copre le accuse di abusi sessuali su minori portate contro il cantante nel 1993), ammette un certo livello di curiosità su un elemento specifico della vita di Jackson: il suo progressivo schiarimento del colore della pelle.
Anche se è stato poi riferito che il colore di Jackson stava cambiando a causa della malattia della sua pelle, la vitiligine, e i trattamenti per il lupus, Lee ha osservato il passaggio con un certo interesse.
"Le persone di colore se lo chiedevano - non ho intenzione di mentire", ha detto Lee con una risatina, pizzicando la propria pelle. "Perché Michael non aveva mai detto in pubblico che aveva questa malattia. Io ero uno di loro. Pensavo 'Aspetta un minuto, amico. Che succede fratello?'
"Non ho intenzione di mentire. Sto dicendo tutto. E non sto parlando a nome di 45 milioni di afro-americani, ma ci sono state discussioni sulla carnagione di Michael."
Naturalmente ci sono state discussioni su praticamente ogni aspetto della vita di Jackson.
Lee ha avuto accesso a una quantità incredibile di sensazionale materiale d'archivio, che integra interviste originali realizzate con i collaboratori di Jackson, incluso Scorsese e il regista Joe Pytka (oltre ad ammiratori come Kanye West, Mariah Carey e il canadese Justin Bieber) con clip di Jackson in studio o che si prepara sul set dei video.
Ma tra tutte le riprese di Jackson che si preoccupava con fervore di qualche tono o testo apparentemente insignificante, ci sono intuizioni rivelatrici sul modo in cui ha vissuto la sua strana vita.
Questo è un uomo che adottava travestimenti complicati solo per incontrarsi con i suoi fratelli per la cena, del quale ogni pubblica apparizione finiva in isteria e i cui primi ricordi d'infanzia erano indivisibili dal mondo dello spettacolo.
"Ha dovuto cantare e ballare per mangiare da quando aveva sei anni," ha detto Lee semplicemente.
A un certo punto del film un confidente di Jackson con le lacrime agli occhi riferisce una conversazione che hanno condiviso in cui il cantante desiderava essere una mosca sul muro ad una festa, per vedere quello di cui parlava la gente normale.
E una delle bonus tracks su "Bad 25" è la contratta, claustrofobica "Price of Fame", in cui Jackson lamenta il costo di affrontare le esigenze di un pubblico di massa che è ciecamente ossessionato da lui.
Lee non pensa a lungo quando gli viene chiesto qual era questo costo.
"Guarda, lui non è qui. Non è qui. Non in questa forma fisica," risponde.
"Arrivi ad essere la persona più riconoscibile su questo pianeta, c'è un prezzo per questo... Si potrebbe dire che ha pagato con la sua vita, veramente."
www.cp24.com/entertainment/spike-lee-calls-media-treatment-of-mj-shameful-1.957363#ixzz2...
Una piccola curiosità:
www.paintorthread.com/nike-air-jordan-vii-michael-jackson-bad-25-by-van...
Come si vede dalle foto del link di ShadowPlayZone le indossava
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Alla prima di Venezia era meno informale
