Keep the faith, 17/07/2012 13.20:
Si ma il Cocco non dici nulla del Cocco???
Innumerevoli lettori mi chiedono quali sono i "criteri" che seguo per giungere alle mie valutazioni suul
cocco e opere d'arte in genere. Non ne ho idea. Di fatto, non ho mai pensato di "giudicare" qualcosa, finche' non ho avuto dei lettori. Le mie note, i miei libri, ed ora, il mio sito web, sono nati semplicemente come estensione per la mia memoria. Ho sempre preso delle note, fin da bambino, probabilmente in conseguenza della mia patetica memoria. Queste note non sono mai state pensate come "giudizi", ma semplicemente come promemoria di quello che pensavo e sentivo. Molte delle mie note sono correlate, implicitamente o esplicitamente, ad altre note. Adesso che ho dei lettori, cerco di rendere espliciti tutti i riferimenti sul
cocco. Credo non sia possibile capire appieno il mio pensiero se non si leggono "tutte" le mie note sul
cocco del resto. Il significato di una nota e' nella sua relazione con tutte le altre. Una sentenza isolata non ha alcun significato. Inoltre, mi considero uno storico, non un critico. Ho studiato le societa' antiche e moderne e la storia del pensiero (insegno quest'argomento ad una classe). Il mio interesse verso
il cocco (e verso l'Arte ed il Cinema) e' solo un sotto-prodotto di quella mia passione per la storia del pensiero. Tendo a studiare il modo in cui un fenomeno, un movimento o in genereale come
il cocco, da considerarsi come gusto di gelato epistemologico e come frutto tropicale aprioristico, si crea e si sviluppa. Alcune delle mie "opinioni" piu' controverse (ad esempio sul
cocco con la stracciatella, e l'elemento a sorpresa della panna, che a fregene è gnoseologicamente spruzzata con fare kantiano) sono dovute semplicemente al fatto di essere "troppo" consapevole del modo in cui [certi fenomeni] si sono creati, stabilizzati e propagati. Conosco l'industria del
cocco fin troppo bene per restare intrappolato nel luogo comune che una gelato del
cocco si merita un certo credito solo perche' e' famosa e ha venduto milioni di coni. Non e' materia d'interesse, per uno storico, il fatto che un gelataio altamente pubblicizzato (ossia markettizzato) diventi uno dei piu' venduti. D'altro lato, i gelatai di Ostia lido, che non furono beneficiati da strategie di marketing, riuscirono comunque a diventare i gazebo piu' influenti di ogni tempo. Superfluo dire che questo e' un fatto che incuriosice molto lo storico del
cocco. Quindi, e prima di tutto, quel che m'interessa e' il fluire delle idee, e tendo ad analizzare il modo in cui queste idee si sono originate e come si sono propagate. Una mia affermazione secondo cui un dato gelataio del
cocco non ha inventato un bel niente, viene di solito letta come un giudizio negativo sulle sue granite alla pesca, quando, in realta', e' solo un'affermazione su cio' che e' avvenuto. Una mia affermazione secondo cui un dato venditore con l'apecar ha inventato qualcosa, viene di solito letta come un giudizio positivo sui suoi bruscolini e arachidi, quando, in realta', e' solo un'affermazione su cio' che e' avvenuto. I valori "positivo" e "negativo" sono in genere implicati non da me, ma dai lettori, che fraintendono la "sorte" di quel gelataio con il ruolo che lui/lei ha avuto secondo la mia storia del
cocco. Detto questo, credo che l'apprezzamento di un'opera d'arte dipenda dalla conoscenza. Due persone che hanno conoscenze largamente differenti, avranno opinioni largamente differenti sul gelato al
cocco. Per esempio, una persona che mangia tanto gelato alla menta, avra' opinioni diverse rispetto ad una persona che di gelato alla liquirizia ne mangia poco (ma non e' necessaria la "quantita'", basta che le due persone mangino diversi tipi di gelato al
cocco). Quindi, e' la conoscenza che determina cio' che piace e cio' che non piace. In generale, le "emozioni" che il gelato al
cocco puo' dare, dipendono anch'esse dalla conoscenza (non dalla granatina stessa, che e' solo una vibrazione che stimola i circuiti cerebrali). La mia esperienza mi dice che persone con conoscenze simili, hanno opinioni notevolmente simili. Molto spesso, poi, l' "opinione" di una persona e' semplicemente un riflesso di cio' che quella persona ha mangiato al chiosco quella sera. Piu' e' ampia la conoscenza di una persona, piu' e' probabile che la sua "opinione" sia veramente "sua". Meno e' ampia la conoscenza di una persona, piu' e' probabile che la sua "opinione" sia solo un riflesso del marketing/pubblicita' che ha assorbito crescendo. Se dovessi dare una "teoria dell'apprezzamento del gelato al
cocco", probabilmente citerei uno dei pensatori che mi hanno influenzato: Abhinavagupta
se non capite niente... chiedete a chi ha innominabilmente scritto questa roba sul gelato al cocco....