Oggi è il 20° anniversario della strage di Capaci

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2013 16:45
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25/05/2012 17:07
 
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Re: Re:
bubbl€$, 25/05/2012 03.37:




NON è ASSOLUTAMENTE UN GOOGLE DOODLE!

è un omaggio fatto da qualcuno, che poi ha avuto una discreta diffusione, attraverso i social network, ma il doodle del 23 maggio era quello normale, classico di sempre. insomma, un finto DOODLE, anche se molto bello.



Errato [SM=g27823]
Almeno a me googolando in quel giorno non proponeva quello normale [SM=g27822]

Il doodle del 23 maggio era dedicato a Robert Moog per quello che forse qualcuno ha sentito ancora di più l'esigenza di creare questo finto doodle.

www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-23/google-dedica-doodle-sintetizzatore-143001.shtml?uuid=...


25/05/2012 17:12
 
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Re: Re: Re:
patrimj71, 25/05/2012 17.07:



Errato [SM=g27823]
Almeno a me googolando in quel giorno non proponeva quello normale [SM=g27822]

Il doodle del 23 maggio era dedicato a Robert Moog per quello che forse qualcuno ha sentito ancora di più l'esigenza di creare questo finto doodle.

www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-23/google-dedica-doodle-sintetizzatore-143001.shtml?uuid=...






M'hai tolto le parole della tastiera, era dedicato al suo 78° compleanno [SM=g27822]
26/05/2012 15:28
 
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Purtroppo lo scenario che avete delineato è verissimo e molto triste...sopratutto tra i giovani....se uno si impegna o si interessa di attualità viene deriso o additato come pesante...mi sembra che la società sia composta davvero di lobotomizzati...è assurdo....
Pensavo che quello fosse il vero doodle di Google, io ho l'home page personalizzata con IGoogle (con la copertina di Bad [SM=x47979] ), per cui il doodle non mi appare...però chi l'ha realizzato ha avuto proprio una bellissima idea!
[Modificato da AntonellaP85 26/05/2012 15:28]
26/05/2012 17:35
 
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Me lo ricordo bene quell'anno. Prima Falcone e poi Borsellino. Mio marito era ancora in servizio.C'era un clima di sgomento,misto a paura e ansia.Dopo Falcone tutti sapevano che il prossimo sarebbe stato Borsellino,e si chiedevano quando ,dove. I suoi uomini e lui sapevano di esser" dei morti che camminano". Mi vengono ancora i brividi ripensando a quelle stragi.
29/05/2012 20:54
 
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Ho letto la rubrica di Travaglio sull'ultimo numero de L'Espresso proprio poco fa, leggete...

Idea geniale anti-mafia: smantellare la Dia
pubblicata da Marco Travaglio il giorno venerdì 25 maggio 2012 alle ore 16.15 ·
Carta Canta - l'Espresso, 25 maggio 2012

Il ritorno delle stragi e le commemorazioni per il ventennale di Capaci ci hanno rovesciato addosso un surplus di retorica a colpi di convegni, libri, speciali e fiction tv, messaggi, lacrime, corone di fiori, cippi, busti, monumenti, targhe, nastri, proclami di alte e basse alte cariche dello Stato, “non abbassare la guardia”, “assicurare i colpevoli alla giustizia”, “Giovanni” di qua e “Francesca” di là. Intanto, lontano dai riflettori, viene smantellata una delle eredità più preziose di Falcone: la Direzione investigativa antimafia (Dia), nata proprio vent'anni fa dall'idea del grande giudice di creare una struttura specializzata “interforze” per raccogliere e coordinare il meglio di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza nella lotta alla criminalità organizzata.

Nel 2001 la Dia aveva in dotazione 28 milioni di euro, ora non supera i 10. Per svolgere tutti i suoi compiti, necessiterebbe di 3000 uomini, invece è ridotta a 1300. Come se non bastasse, il governo Berlusconi - quello che sbandierava come roba sua i latitanti arrestati e i beni sequestrati, quello che il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso vorrebbe premiare “per la lotta alla mafia” - nel 2010 ha decretato il blocco degli stipendi per tre anni agli operatori della Dia. E nell'ottobre 2011 ha infilato nel decreto Stabilità una normetta che taglia i loro stipendi del 20%, riducendo del 60% il Tea (trattamento economico aggiuntivo) per il 2012-2013. Misura confermata dal governo Monti. Un risparmio insignificante, ingiustificabile con motivazioni economiche (in media il Tea degli 007 antimafia ammonta a circa 300 euro mensili, su stipendi di 1400-2000 euro). E per giunta “riservato”, in tutto il comparto sicurezza, solo alla Dia. Quanto basta per far sospettare tutt'altre finalità.
Sciogliere la Dia a vent'anni dalla sua nascita e dalla morte di Falcone sarebbe troppo anche per questa classe politica: molto meglio svuotarla giorno per giorno, per non dare nell'occhio. “Vogliono toglierci la nostra specificità – denuncia un ispettore che, per ovvi motivi, non nominiamo – che ancor oggi ci consente di fare indagini in completa autonomia dalla politica, e che ci rende 'pericolosi' e poco 'gestibili'. Fanno di tutto per affossarci: prima i continui tagli di fondi e mezzi, poi il trasferimento insieme alla Criminalpol in una zona periferica di Roma, infine l'uso del turnover per riempirci di personale sempre meno qualificato e più raccomandato. Eppure, nonostante le mortificazioni, abbiamo mantenuto un livello di preparazione e di indipendenza altissimo. E forse è proprio questo il 'problema'...”.

Il bilancio di vent'anni di Dia parla chiaro: 12 miliardi di euro i beni sequestrati a Cosa Nostra, camorra, ’ndrangheta e Sacra Corona Unita, 2 miliardi quelli confiscati, 9 mila ordinanze di custodia cautelare dal 1992 al 2012. Sei mesi fa, dopo le denunce dei sindacati di polizia e del Cocer dell'Arma, gl'ispettori Dia hanno scritto all'allora ministro dell'Interno Roberto Maroni: “Abbiamo il dovere morale di denunciare l'ennesimo tentativo di depauperare la Dia, fortemente voluta da Falcone, attentando così alle sue idee”. Ma, come han dichiarato al sito linkiesta.it, non hanno mai ricevuto uno straccio di risposta: “Nè da Maroni, nè dal capo della Polizia”. Fli ha presentato una proposta di legge per rifinanziare la Dia secondo le sue esigenze, ma nessun altro gruppo parlamentare s'è finora associato. Così, proprio mentre occorrerebbero detective esperti e professionali per fare luce sul rinascente stragismo e si avvicina come non mai la verità sulle trattative Stato-mafia partite dopo la strage di Capaci e forse tutt'oggi in corso, lo Stato rinuncia al suo apparato investigativo e repressivo più efficace e collaudato. Il tutto mentre le Procure impegnate in indagini su mafia e politica denunciano difficoltà sempre maggiori nel trovare investigatori disposti a rischiare la carriera pestando i piedi a questo o quel potentato. Altro che “non abbassare la guardia” e “assicurare i colpevoli alla giustizia”. Vent'anni dopo, siamo tornati alla vecchia battuta di Amurri e Verde: “La criminalità è organizzata, e noi no”.

www.facebook.com/notes/marco-travaglio/idea-geniale-anti-mafia-smantellare-la-dia/101511305...

[Modificato da 4everMJJ 29/05/2012 20:54]
20/06/2012 08:03
 
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Si dimette nessuno?

di Marco Travaglio - 19 giugno 2012

“A sua disposizione!”. Il Pg della Cassazione, membro di diritto del Csm, massima autorità della Pubblica Accusa in Italia, scatta sull’attenti come un soldatino di piombo dinanzi a Nicola Mancino, privato cittadino, che lo chiama “guagliò”, gli dà del tu e continua a tempestare lui e il consigliere giuridico del Capo dello Stato perché quei rompiscatole dei pm di Palermo Ingroia e Di Matteo (e anche quello di Caltanissetta Nico Gozzo, che viene da Palermo dunque è infetto) si ostinano a cercare la verità sulla trattativa Stato-mafia, avvenuta quando lui era ministro dell’Interno, dunque naturalmente a sua insaputa. Sono talmente fissati da non credergli quando smentisce l’agenda di Borsellino e i suoi ex colleghi Martelli e Scotti.

Vorrebbero persino metterlo a confronto con loro (gli ex ministri, si capisce: Borsellino, purtroppo o per fortuna, non può più parlare). “Possibile che non si possa proprio fare niente” per fermarli? Ecco la lettera di Esposito al gip di Caltanissetta che si è permesso di evidenziare le contraddizioni di Mancino, per acquisire – non si sa bene a che titolo – la sua ordinanza. Così si capisce che in alto loco c’è chi non gradisce e bisogna stare attenti, perché il Pg è il titolare dell’azione disciplinare. “Ho letto che hai chiesto gli atti a Caltanissetta”, dice Mancino a Esposito, e gli fa i complimenti perché “difende i politici”. È lì che l’alto magistrato si dice “a sua disposizione” e lo invita ad andarlo a trovare. “Eh, guagliò, come vengo? Vado sui giornali”. “Ahahah”.

Già, perché lo sanno anche loro che certe cose non si possono fare. Mancino comunque è insoddisfatto, c’è il rischio che lo mettano a confronto con Martelli al processo Mori. D’Ambrosio promette – non si sa bene a che titolo – di “parlare col Presidente” che – non si sa bene a che titolo – “si è preso a cuore la questione”. E suggerisce di “parlare coi pm”, o col loro capo Messineo, o meglio ancora “col direttore nazionale Grasso”, perché quel Di Matteo è “autonomo” e “intervenire sul collegio è molto delicato”. C’è il rischio che qualche giudice non sia “a disposizione”. Ecco, Mancino vorrebbe un appuntamento con Grasso via Quirinale, ma “riservatissimo”, aumma aumma, “che nessuno sappia niente”. Perché lo sa anche lui che queste cose non si possono fare.

D’Ambrosio prepara la lettera al nuovo Pg della Cassazione Ciani, poi firmata dal segretario generale del Quirinale Marra, per raccomandare – non si sa bene a che titolo – un maggiore “coordinamento” delle indagini di Firenze, Caltanissetta e Palermo per orientarle sulla linea più morbida per i “politici”. Lettera – dice D’Ambrosio – concordata con lo stesso Ciani e letta in diretta a Mancino. Ciani esegue immantinente convocando Grasso, che però pretende ordini scritti: sa bene che queste cose non si possono fare.

Da questo nauseabondo scambio di telefonate, depositate dai pm di Palermo, si desumono alcuni fatti inequivocabili. A Roma decine di “uomini delle istituzioni” (si fa per dire) sanno perfettamente cosa accadde nel 1992-’93, ma anche dopo, fra Stato e mafia. Temono che molte porcherie saltino fuori e si attivano per impedirlo. Si conoscono tutti da tempo. D’Ambrosio era all’Alto Commissariato Antimafia assieme a Mori e Francesco Di Maggio (altro uomo chiave della trattativa), poi fu vicecapogabinetto di Conso, nello stesso governo in cui c’era Mancino. Napolitano era presidente della Camera. Poi le parti s’invertirono: Mancino alla Camera e Napolitano al Viminale. Poi Mancino vicepresidente del Csm di cui Esposito è membro e Napolitano presidente con D’Ambrosio consigliere.

Poi, naturalmente, a ogni anniversario, tutti a Capaci e in Via D’Amelio a chiedere “tutta la verità”. Forse è il caso che si dimetta qualcuno, per aiutarci a credere che tutto sia avvenuto alle spalle di Napolitano. A questo siamo ridotti: a sperare nell’“a sua insaputa”.

www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/19/si-dimette-nessuno...

23/05/2013 11:41
 
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UP!

è incredibile come ci sia ormai una totale assuefazione a certe cose...
non ultima l'allucinante proposta, poi ritirata in tempo, di modificare, o meglio eliminare, il reato di concorso esterno in associazione mafiosa... [SM=x47980]
[Modificato da Keep the faith 23/05/2013 11:47]

Ah Avvocà io un termine per note ve lo concedo...però non scrivete troppo perchè io non ce la faccio a leggere
23/05/2013 20:17
 
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Stasera Servizio pubblico tratta l'argomento...
27/05/2013 16:18
 
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Voglio condividere con voi l'esperienza meravigliosa che ho vissuto quest'anno, pochi giorni fa. Spero conosciate l'iniziativa delle Navi della Legalità, organizzata ogni anno dal Ministero dell'Istruzione per portare gli studenti delle scuole (dalle elementari alle superiori) sui luoghi delle stragi di Capaci e di via D'Amelio in occasione delle commemorazioni del 23 maggio, con due navi, una che parte da Napoli e l'altra da Civitavecchia e che arrivano a Palermo. Quest'anno ho partecipato anche io, dal 22 al 24 maggio, sulla nave partita da Napoli, poiché sono una dei 4 rappresentanti nazionali dei volontari del Servizio Civile (per l'area Sud). Anche il Servizio Civile è uno strumento di diffusione della legalità e della cittadinanza attiva e quindi ci è stato chiesto di portare la nostra testimonianza.
Ho avuto modo di assistere a un dibattito con l'immenso Don Luigi Ciotti, con il testimone di giustizia calabrese Pino Masciari e di ascoltare il presidente del Senato Pietro Grasso, Maria Falcone e altre eminenti personalità. Sono ancora emozionatissima, abbiamo preso parte al corteo che va da via D'Amelio all'aula bunker dell'Ucciardone e che arriva fino all'Albero Falcone, come si è svolta la commemorazione. Vedere tanti ragazzi coscienti e consapevoli, impegnati contro ogni forma di illegalità, è stato rincuorante, specie in questi tempi bui.
Vi posto un po' di foto:

La nave partita da Napoli:

Il palco e uno striscione, sullo sfondo il Maschio Angioino:

Don Luigi Ciotti e Luigi De Magistris salutano le scolaresche in partenza:

Il grandissimo Don Ciotti mentre parla con passione ai ragazzi:

Palermo vista dal mare:

Via D'Amelio:

Aula bunker:

L'Albero Falcone:

I palloncini tricolore e quelli del Servizio civile che volano dopo la commemorazione:




27/05/2013 18:32
 
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Ma che bello Anto!!
Davvero un'esperienza indimenticabile!
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