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Uri Geller: il mio amico Michael Jackson

Ultimo Aggiornamento: 11/04/2012 14:40
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05/04/2012 18:52
 
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Estratto da: Unorthodox Encounters (2001)
Questo, prometto, è come reagiresti se incontrassi Michael Jackson: ti fisseresti, inizieresti a fare un passo avanti e ti bloccheresti. Tutti fanno la stessa cosa, i fan, le celebrità, giornalisti, bambini, genitori, chi fa shopping, camerieri, primi ministri, le guardie del corpo dei primi ministri ...

Per prima cosa tu guardi. Michael ha l’aspetto più attraente che tu abbia mai visto in un uomo. Non è solo il viso, ed i vestiti. E’ l'aura. Ma prima che tu lo capisca fino in fondo, inizierai a muoverti verso di lui. Istintivamente. Fai un passo o due, e ti blocchi. E’ come essere colpiti da un'ondata di consapevolezza, che all’inizio ti spinge in avanti fermandoti poi di colpo nella risacca. “Oh mio Dio è Michael Jackson” e poi “Oh! Dio mio è Michael Jackson ...“.

Ero nella hall enorme di un Hotel internazionale a cinque stelle, quando Michael entrò, e ho visto propagarsi una marea di oltre 70 persone, non solo il professionista super ricco e tranquillo, ma facchini e addetti alla reception, uscieri. Le persone più vicine a lui avanzavano e poi si bloccavano.

Più lontano, la gente si voltava, si muoveva, e si bloccava, mentre alcuni di quelli più vicini cominciavano a muoversi di nuovo. Era come un secolare frammento di celluloide, la hall improvvisamente silenziosa, un tremolio, un fruscio dell'aria, come se la gente avanzasse a scatti, barcollando.
Michael semplicemente sorrise e strinse le mani in segno di saluto.

Sloggiammo a mezzanotte dal suo albergo, il “Knightsbridge Hotel”, con un veicolo multiuso con vetri oscurati, e c'erano 2.000 persone stipate al di là del marciapiede. Circa 60 tra quelli più giovani si staccarono dalla stampa e scattattarono al nostro fianco. Ero preoccupato che qualcuno potesse scivolare e cadere sotto una ruota, ma erano tutti così felici in maniera esuberante. Stavano gridando, “Michael, ti amiamo“. Michael fece un gesto all'auto per rallentare, si avvicinò alla sua portiera, sporgendosi dalla vettura per toccare le mani dei suoi fan. “Ti amiamo Michael”!
“Io vi amo di più”, disse. Ho sentito dire più volte nel corso nei giorni seguenti “Io vi amo di più”.

Quando Michael si avvicina verso un gruppo di fan che hanno aspettato ore per uno sguardo, vedi alcuni di loro che si immobilizzano. Hanno messaggi per lui, vogliono dire quanto lui ha significato per loro in tutta la loro vita, come la sua musica è stata la loro colonna sonora, ma tutto quello che possono fare è fissare.

Molti portano regali fatti a mano. Cuscini ricamati, dipinti incorniciati, poesie, scatole, candele, bandiere nazionali. Lui prende tutto e li tiene al petto per un momento. Dice: ”Grazie. Vi amo”, ripetutamente. Non rifiuta nessuna richiesta di un autografo o di una fotografia. Ho camminato con lui per circa 200 metri sotto la pioggia battente, attraverso una strada a Oxford, e superate le transenne, dopo il suo discorso ad un pubblico privilegiato all’“Oxford Union”, verso una calca di fan bagnati e tremanti. Non erano stati in grado di ottenere I biglietti e arrivavano da una notte amara, senza alcuna speranza reale di poter essere vicino a Michael per più di un momento, ma loro (e non i cacciatori di curiosità della “Union”) erano i veri fan.

Michael ama veramente i suoi fan. Quando parla con loro, non lo fa in modo superficiale come le maggiori stelle del pop intendo, quando lo gridano dal palco. Lui lo vuole dimostrare in questo modo. Quando Michael camminava sotto la pioggia quella notte, era con le stampelle, con due ossa rotte di un piede che era fasciato da bende. Quando siamo ritornati verso la limousine, lui stava strizzando dalle bende la sudicia gelida acqua piovana, sopra dei giornali sul pianale. Ho steso le mie mani sulla carne dolorante e permesso all’energia di fluire attraverso di me, per attivare i propri poteri curativi di Michael. Si appoggiò allo schienale con un'espressione calma sul suo viso e con gli occhi chiusi, accettando completamente la possibilità che la guarigione possa iniziare con un pensiero positivo.

I regali dei fan sono esposti nelle suite degli hotel di Michael. Ovunque lui soggiorni, e lui si muove molto, anche tra luoghi della stessa città, i suoi regali preferiti sono in mostra. E lui ne ha molti di favoriti. Utilizza gli oggetti quasi come pegni, promemoria dell’affetto della gente che non può stare con lui, nel modo in cui potresti riempire il portafoglio con le foto dei tuoi figli e con cartoline ripiegate da vecchi amici. Sulle pareti di Michael ci sono le immagini dei propri figli, naturalmente, e foto di lui con la sua famiglia e gli amici, ma la riverenza con cui sono sistemati i regali degli ammiratori sembra dire che anche i suoi fan sono la sua famiglia.

Ho visto come lui provava sinceramente questo, quando due ingegnosi fan tedeschi irruppero in casa mia nel giorno del mio matrimonio. Michael era il testimone, anche se nel momento in cui la cerimonia doveva iniziare né lui né il rabbino Shmuley Boteach, erano presenti. Il mio manager, Shipi, che è anche mio cognato, aveva destinato tutte le guardie di sicurezza intorno al perimetro del parco.

Avevamo tollerato una mezza dozzina di paparazzi che puntavano gli obiettivi come canne di cannoni oltre la siepe di ligustro che divideva la casa dal Tamigi, e c'erano anche alcune ragazze appollaiate sugli alberi lungo la riva, senza vedere la casupola del tendone, e un elicottero. Una o due volte il mago David Blaine fluttuava all’esterno per le interviste ed io intendo dire fluttuava. Se non hai ancora visto levitare David Blaine allora hai in serbo un vero e proprio shock.

Molti ospiti osservavano che sembravo nervoso, e che non ero nel tendone del matrimonio. Hanna ed io eravamo insieme da 30 anni e sentivo che ero probabilmente pronto per l'impegno. La cosa che mi preoccupava era una telefonata da una fonte israeliana, avvertendomi che ci poteva essere un attacco terroristico contro il matrimonio.

Presi molto sul serio l'avvertimento e intrapresi tutte le precauzioni, Scotland Yard mi affidò alla polizia locale che a sua volta inviò due poliziotti per discutere della giornata. C’erano alcune persone di fama internazionale oltre a Michael, il campione di formula uno Nigel Mansell, Sir David Frost, Dave Stewart degli Eurythmics, lo scrittore di horror James Herbert, il produttore di Dido, Youth, per non citare un console israeliano e l'ambasciatore giapponese, e per qualunque terrorista che voleva farsi un nome doveva solo aprire il fuoco sulle pareti del tendone con un arma automatica. Il mio pilota dell'elicottero aveva l’ordine di trasportare qualsiasi ferito da arma da fuoco al vicino ospedale di Royal Berkshire. Un medico all'interno della casa principale, non visto dagli ospiti, era pronto a intervenire, e lo avrebbe accompagnato il medico personale di Michael.

La maggior parte dei fan, senza il pensiero dei terroristi, stava fuori dai cancelli principali. Un flusso costante di ospiti arrivava con l’auto e annunciava i loro nomi alle guardie. I tedeschi, un ragazzo e una ragazza, intelligenti e sfrontati, stavano ad aspettare di sentire annunciare (i nomi) una coppia, si allontanarono per 20 minuti, e quindi ritornarono presentandosi sotto gli stessi nomi.

Shipi li vide mentre scendevano lungo il nostro accesso carrabile: "Chi è quello?", chiese nervosamente, ma ormai i tedeschi erano dentro, e non volevamo una scenata. Non davanti ai paparazzi. Non nel giorno del mio matrimonio. Questi tipi erano disposti a comportarsi bene, e lo erano, allora decisi di essere conciliante, anche se prudente. Supplicarono tuttavia di poter essere abbastanza vicini per salutare Michael quando la cerimonia si fosse conclusa.

Michael fece più di un saluto. Fece loro un cenno, abbracciò ognuno di loro con dolcezza, accettò gentilmente i loro doni e posò per le loro macchine fotografiche. Disse che aveva veramente apprezzato la loro amicizia, li ringraziò per aver preso tali rischi per portargli i regali, e sorrise benedicendo ognuno di loro.

Ora, si può essere cinici riguardo a Michael Jackson. Si può essere influenzati dalle polemiche ingegnose che hanno afflitto la sua carriera. Si può essere prevenuti dal suo aspetto, sebbene sarebbe meglio chiedersi perché ci si senta liberi di commentare il suo colore e il suo aspetto, quando si potrebbe pretendere di non giudicare mai nessuno per la loro pelle o per la loro faccia. Può sembrare che io lo stia dipingendo come una sorta di santo, quando alcuni tabloid da supermercato sono desiderosi di farti credere il contrario.

Non mi prenderò la briga di discutere con te. Michael ha mantenuto la dignità durante tutta la sua carriera per ignorare i detrattori. So cosa vuol dire essere falsamente accusato e insultato, di essere deriso da persone che non hanno idea di quello che stanno dicendo, ma ringrazio Dio che il fango rivolto a me nel corso dei decenni non è stato nulla di paragonabile alla sporcizia rancida scagliata contro Michael. Non ho niente ma (provo) disprezzo per alcune delle persone che hanno fatto tali affermazioni, soltanto pietà per la gente credulona che gli ha creduto.

Tutto quello che dirò è questo: quante altre persone, ora o in qualunque momento nella storia, possedevano il potere carismatico di cambiare la vita con un sorriso? Offrire un semplice “grazie” e far sentire una persona profondamente, completamente benedetta ?

E quante di quelle persone hanno mantenuto il loro dono conservato e utilizzato con generosità?. Ci sono pochi nomi nella tua mente forse, ma non voglio fare confronti con Michael. Lo lascerò fare a te. Lascia che sia una prova di quanto poteva essere aperto di mente.

La maggior parte delle persone che raggiunge la grande fama assaporano questo potere, questo regalo inaspettato da Dio, di donare l’ispirazione alla persone. Michael lo ha ad un livello eccezionale, e questo è in parte perché si è esercitato per così tanto tempo. La maggior parte delle stelle dello sport e del rock lo perdono dopo un anno o due, appena la loro fama si affievolisce. Oppure lo respingono senza capirlo. Oppure immaginano stupidamente che li proteggerà dalle devastazioni delle loro abitudini di alcolismo e di droga. Michael tratta il dono con timore reverenziale, come se si trattasse di un potere curativo, il che può essere. Un sorriso da Michael a volte può guarire lo spirito.

Lui ha un talento angelico per scegliere le parole che toccheranno il cuore. Custodisco l'iscrizione su una fotografia che mi ha dato, perché ha scritto senza reticenze: “A Uri sei veramente un dono del cielo. Il mondo ha bisogno di te, io ho bisogno di te. Michael”.

Quando sono in scena, in particolare quando devo piegare ripetutamente i cucchiaini, dopo mi sento svuotato. Non è la stanchezza che deriva dal duro lavoro o dal lungo studio o da troppi ricevimenti, è un indebolimento, come se avessi sudato l’energia allo stato puro e tutte le mie terminazioni nervose fossero gonfie e scoperte. Mi capita spesso di dormire nel retro della macchina. Quando è esausto, Michael medita. Dopo che il matrimonio finì ed erano state fatte tutte le foto con le celebrità, mi chiese una stanza nella mia casa dove poteva stare solo per 20 minuti. Michael non è un uomo fragile, nonostante quello che si possa leggere; è alto, agile e le sue mani sono grandi e forti come un giocatore di tennis. Ma in quel momento sembrava come il finalista dopo cinque set sul campo centrale di Wimbledon. Aveva bisogno di tranquillità.

Lo accompagnai nella nostro soggiorno. La famiglia di Michael era notoriamente religiosa, erano Testimoni di Geova e Michael di tanto in tanto si travestiva per raggiungere i suoi compagni di fede per andare di casa in casa, invitando le persone a pensare a Dio. Diventato adulto, si è mosso al di là delle denominazioni della fede, il suo interesse non è per la religione, ma per la spiritualità. Questo gli dà la forza, ma penso che sia la gioia che lui assimila dalla vita che continua a rinnovare la sua vitalità, un secondo fattore che cercherò di descrivere tra un attimo.

Si diverte molto, un divertimento infantile. Non solo come un bambino, ma come autentico divertimento. Ride molto. Ha una grande abilità per le marachelle. Michael mi ha conosciuto attraverso la lettura dei suoi libri di scuola quando era un adolescente. Siamo stati presentati da Mohamed AI Fayed, un uomo la cui comprensione dell'inglese è spesso aleatoria, ma la scioltezza nell’imprecare non ha eguali in qualsiasi lingua. Anche gli Ungheresi non imprecano con tale entusiasmo, come Mo. Penso che sia stimolato dalla presenza di persone che potrebbero essere facilmente offesi, come le deliziose vecchiette o i reali. Oppure dal re del pop, quando Mo inizia a imprecare davanti a Michael, la filippica è punteggiata da compiaciute risatine “Oh, Mohamed! Ohhhh, Mohamed”!

Michael ama i gadgets. Mostragli un orologio da polso che è tarato, attraverso un collegamento via satellite, all’orologio atomico, o un writing pad digitale con fotocamera integrata, o un telefono cellulare con uno scanner, lui è come un ragazzo. “Questo è fantastico! Mi piace, posso averlo ? Voglio dire, posso giocarci?“ Si circonda di accessori da adolescenti, immagini di delfini e tramonti, orsacchiotti enormi e modellini di auto. Non è tanto per lo sport, anche se è molto in forma, come un qualsiasi ballerino professionista, e tifa per il neo-promosso Fulham, in modo casuale come molti ragazzi dicono di tifare per il Manchester United, non comprendendo proprio le regole del gioco o ricordandone i risultati, ma felici di identificarsi con la squadra che vince sempre. Inoltre, ovviamente, il Fulham era di proprietà di un suo amico, Mo lo portò ad una partita e si sedettero con sciarpe e berretti del Fulham.

Michael ha un infinito rispetto nei confronti della Principessa Diana, scomparsa tragicamente con il figlio di Mo (Mohamed Al Fayed) Dodi il quale adorava Michael; stavano lavorando insieme per un film.
Le camere degli Hotel di Michael sono sempre decorate con poster di film e con silhouette di cartone di 2 metri e mezzo; fanno capolino da Anakin Skywalker alla mantella ripiegata di Darth Maul (entrambi personaggi di Guerre Stellari, ndt), a ET che va in bicicletta verso la luna piena. La prima volta che sono andato a trovarlo a New York abbiamo noleggiato un cinema della Sony e preso “Matrix”, perché c'era una sequenza ispirata a me, nella quale i bambini insegnano a Keanu Reeves a piegare i cucchiai col potere della mente.

Michael comprò popcorn e caramelle, e il suo piccolo bimbo Prince si muoveva rapidamente tra i posti, fermandosi ogni momento per fissarmi con i suoi occhi intelligenti e luminosi per porre una domanda. Dopo circa metà del film, Michael scivolò fuori dal suo posto. Non disse nulla e pensai che forse questo era il suo modo di evitare il momento dell'arrivederci. Ma dopo quattro o cinque minuti mi girai e lo vidi, stagliato sotto il fascio di luce dell’operatore. Stava ballando. Stava facendo il Moonwalk con la colonna sonora, in trance in un complesso numero di piroette e scatti. Chiunque avrebbe potuto vedere che si trattava di Michael Jackson. Nessun altro sulla terra si muove in quel modo. Le coreografie sensazionali di Michael Jackson nel video "You Rock My World" sono completamente personali. Quest'uomo vive per ballare.

Mi portò nel suo studio, l'Hit Factory che non è proprio suo, lo affitta semplicemente, ma quando Michael entra nell’area di registrazione, questa diventa sua. Egli domina lo studio, un diverso tipo di dominio del modo in cui travolge la folla. Questo è business, e questo è il secondo fattore che ripristina la sua giovinezza. Michael è totalmente vincolato alla sua musica. Ci lavora con passione, con una dedizione che mi ha sorpreso quando l'ho visto la prima volta. Avevo deliberatamente abbandonato tutti i miei preconcetti su quest’uomo, perché avevo conosciuto la sua musica e la sua vita da quando ero un giovane paracadutista e successivamente un paranormale facendo spettacoli per le truppe israeliane, tre decenni fa.

Tutta quella confusione (su di lui) per sentito dire, non mi stava aiutando a capire il vero essere umano. Ma nei nostri pochi incontri e in una serie di conversazioni telefoniche sempre più profonde, non avevo scoperto un artista che poteva essere così energico, così potente, in studio.

Il suo atteggiamento risplende su di lui come un aura. Nella composizione, nell'esecuzione, nel missaggio, nell’arrangiamento, lui è al comando. Ci sarà sempre una persona di fiducia che dirà cosa lui intende dire, anche se lui lo dice a voce bassa, nello studio la sua sicurezza raggiunge un livello completamente diverso. Lui è predominante. E niente gli fa più piacere che gli elogi onesti da un altro musicista. La faccia di Michael era raggiante quando gli dissi che Justin Hayward, guru dei Moody Blues, mi aveva chiamato da casa sua in Francia, appositamente per dirmi di passare un messaggio a Michael:"Non hai mai fatto un disco che fosse meno che eccellente", disse, "E questo è praticamente unico tra gli artisti della tua longevità".

Credo che Michael si inorgoglì con queste parole, perché sapeva che era vero. Non c'è un disco scadente. Forse nemmeno una traccia scadente. Semplicemente un catalogo di classici. Sono orgoglioso del fatto che a Michael piacessero i miei quadri abbastanza da commissionare un'opera d'arte per il libretto che andasse bene con il suo ultimo CD “Invincible”. Ed io ero assolutamente lusingato quando mi chiese di energizzare i nastri che erano nella cassaforte del suo studio.

Non era la prima volta che lavoravo in questo modo con interpreti eccellenti. Visitai le Spice Girls in uno studio a Londra circa cinque fa. Stavano progettando di andare in America in quel periodo e prima di partire ho piegato per loro un cucchiaio e dissi di portarlo negli Stati Uniti per portare loro energia positiva. La band è stata catapultata al successo.
Ho avuto una volta anche un incontro con Elvis. Mi chiese di incontrarlo ad una ventina di miglia da Las Vegas, dicendo che voleva avere un'incontro privato. Mi disse di incontrarlo nel deserto, in una roulotte, è stato incredibile.

Allo straordinario party lanciato da Michael Jackson per festeggiare i suoi 30 anni come artista solista, a New York, mi ha fatto piacere scoprire alcuni ragazzi che avevano raggiunto uno straordinario successo dall'ultima volta che li incontrai, Joey, Justin, JC, Chris e Lance, i ragazzi dei “N'sync”.

Avevo presentato Michael al mio amico rabbino Shmuley Boteach alcuni mesi prima di questo concerto, e insieme abbiamo portato Michael in un posto chiamato Carlebach Shul a New York per la sua prima visita ad una sinagoga. Abbiamo scelto questa ambientazione, perché il rabbino Carlebach era famoso per la sua musica e per il suo canto. Il culto ebraico è pieno di canzoni, e la faccia di Michael era un quadro da come lui si dondolava con la musica e applaudiva. E 'stato durante il supporto alla sinagoga che ho iniziato a capire come il dono di Michael di elargire le benedizioni, doveva essere distribuito più generosamente. Shmuley ha avuto la stessa idea e, appena si trasferiva a New York da Oxford, in Inghilterra, con la moglie e sei figli (ora sono sette), il rabbino fu in grado di sfruttare al meglio il suo dono particolare in energia pratica e fondarono l’ente di beneficenza "Heal The Kids".

Il mio concetto era più astratto. Tormentato dalla disintegrazione del processo di pace in Terra Santa, volevo conservare l'aura emanata da Michael quando lui regala felicità ai suoi fan, e farne luce come un faro su Israele. Non avevo idea di come questo poteva essere fatto, non riuscivo a capire un mondo in cui i soldati sparavano ai bambini che lanciavano le pietre contro le auto e i cecchini che dalla torre miravano contro i bambini, mentre milioni di persone di tutte le razze, credo e colore di altri continenti amavano un uomo che si rispecchiava nei loro affetti in modo così impressionante.

Questa contraddizione mi sconvolgeva. Tutti in Israele sentivano parlare di Michael, il suo concerto di qualche anno prima, era stato un enorme “tutto esaurito”. Tutti lo avrebbero riconosciuto, da un solo sguardo, come la sua immagine che danza sul retro di quel cinema. Quindi cos’era che impediva al suo dono di pace di lavorare in Israele?

Mi ricordai di una pietra che avevo raccolto nel deserto del Sinai, vicino al monastero di Santa Caterina, quando io e mio padre andammo via il giorno dopo la Guerra dei Sei Giorni. Mi stavo riprendendo dalle ferite che avevo subito a Ramallah e credo che mio padre fosse orgoglioso di me in quel momento come mai lo era stato prima (mio padre era un soldato di professione). Abbiamo cercato di immaginare il luogo dove Dio aveva parlato a Mosè dal centro di un cespuglio in fiamme. Sentivo di aver trovato lo stesso posto ai piedi del Monte Sinai e posso ancora sentire quel piede di Mosè che può avere camminato su questo pezzo triangolare di roccia. Lo abbiamo tirato via dal terreno e liberato dalla sabbia, e lo abbiamo portato alla jeep. Dissi a mio padre che i suoi tre lati rappresentavano l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam. Tornammo a Gerusalemme, e collocai la pietra in terra, vicino al Muro del Pianto. Ogni volta che ritorno in città, vado a guardarla.

Ma dopo Carlebach Shul, ero tornato ad agire più che a guardare. Mio cognato Shipi convinse una guardia a guardare dall'altra parte mentre portavo via la lastra dalla terra per la seconda volta e la caricai in una valigia. Non vi racconterò tutte le difficoltà che ho avuto per far superare a quella valigia il cordone di sicurezza della “El Al” (la compagnia aerea di bandiera Israeliana, ndt) e il passaggio alla dogana degli Stati Uniti, ma ad un certo punto ho temuto seriamente che la pietra sarebbe andata in pezzi. Finalmente la misi accanto a me in un taxi giallo e chiamai Michael per dirgli che stavo portando un regalo. La chiamai la “Pietra della Pace”. Quel triangolo di roccia, credo, possiede una forza che potrebbe amplificare il potenziale dell'umanità per la pace.

Più di un anno dopo, mentre Shmuley ed io posavamo per le fotografie con Michael e il Primo Ministro di Israele, Ariel Sharon, avevo capito come avremmo potuto rendere la “Pietra della Pace” un caposaldo per la nostra stessa missione di pace. L'incontro con Ariel era stato assolutamente inaspettato. Ero a New York con un amico svizzero nel suo appartamento di Manhattan, quando improvvisamente il luogo divenne brulicante di addetti alla sicurezza, il tipo di sicurezza che solo i leader del Medio Oriente possono generare. Il mio amico scherzava con una guardia del corpo, “Chi abbiamo al piano di sopra? Arafat e Sharon?“ “solo Sharon”, fu la risposta.

Troppo bella l’occasione per perderla. Ottimo il sincronismo. Credo che queste strane coincidenze siano pianificate per noi. E ho visto la magia di Michael lavorare di nuovo. Anche le guardie del corpo si muovevano, si fermavano e si muovevano di nuovo. Anche il Primo Ministro alzò lo sguardo e arrivato davanti rimase immobile e si mosse di nuovo. Ho visto il pensiero scritto sul suo volto: “Michael Jackson! Questo è Michael Jackson!“.

Capii allora che i doni di Michael potevano essere d’aiuto nei confronti dei problemi nella Terra Santa. Stiamo progettando una visita per incontrare il Presidente Israeliano e i Re di Giordania e del Marocco. Spero che anche Arafat e i leader degli Hezbollah possano essere disposti a sedersi con noi. Noi non ci aspettiamo nessuno per negoziare, non siamo negoziatori o politici, né facciamo miracoli. Tutto ciò che possiamo fare è sperare che la musica e il ritmo ed i loro poteri di unificazione, possano infatti compiere un miracolo dove la politica e lo scisma religioso falliscono tragicamente ogni giorno. Non siamo solo noi che abbiamo bisogno che questo miraggio di pace diventi reale, è per i nostri figli e per i loro figli futuri, e tutte le canzoni che canteranno.

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negli studi alla Hit Factory, New York

alcune foto dal matrimonio di Geller

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Michael che indossa il copricapo Kippa (Yarmulke)

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Michael durante il discorso alla Oxford Union

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la fotografia con dedica citata nel libro

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(l'unica foto tratta dal libro è quella in bianco e nero, le altre le ho trovate sul sito di Geller.)


jetzi-mjvideo.com/books-jetzi-01/01uri/01uri0a.html

- Traduzione a cura di Niki64.mjj per MJFanSquare.
In caso di diffusione della traduzione si prega di riportare la fonte, grazie. -

[Modificato da 4everMJJ 05/04/2012 20:19]
05/04/2012 20:20
 
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Questa dicitura a fine traduzione è un incubo, fra tutte e due non ce la ricordiamo mai [SM=x47958] [SM=g27828]

Intanto grazie tessssora, son rimasta indietro anch'io ora [SM=x47930]
05/04/2012 20:59
 
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Quando sono in scena, in particolare quando devo piegare ripetutamente i cucchiaini, dopo mi sento svuotato.

Victory dove sei?? Qui c'è lavoro per te [SM=g27828] !

Io gli manderei il Cicap, ma tanto si rifuta di farsi esaminare...

Mohamed AI Fayed, un uomo la cui comprensione dell'inglese è spesso aleatoria, ma la scioltezza nell’imprecare non ha eguali in qualsiasi lingua. Anche gli Ungheresi non imprecano con tale entusiasmo, come Mo. Penso che sia stimolato dalla presenza di persone che potrebbero essere facilmente offesi, come le deliziose vecchiette o i reali. Oppure dal re del pop, quando Mo inizia a imprecare davanti a Michael, la filippica è punteggiata da compiaciute risatine “Oh, Mohamed! Ohhhh, Mohamed”!

Mo mi sta improvvisamente più simpatico...e abbiamo capito quanto e perchè MJ era tifoso del Fulham. Io da piccola tifavo per la Juve per lo stesso motivo: vinceva sempre [SM=g27827] .

Dodi il quale adorava Michael; stavano lavorando insieme per un film.

[SM=g27831] sono io che non la sapevo (o l'ho rimossa) o questa è nuova????

Ci sono parti interessanti ed altre un pò esagerate, secondo me, ma in ogni caso grazie Niki [SM=x47938] !
[Modificato da (Miss Piggy) 05/04/2012 21:05]
06/04/2012 07:19
 
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Sì, ci sono parti interessanti ed altre un bel po’ esagerate (per me s’intende)...grazie Niki

Allora.....oltre alla prima frase evidenziata da Miss, aggiungo:

“....quando ero un giovane paracadutista e successivamente un paranormale facendo spettacoli per le truppe israeliane, tre decenni fa.”

Vabbè...la battuta sarebbe perfino troppo facile.....

“....e preso “Matrix”, perché c'era una sequenza ispirata a me, nella quale i bambini insegnano a Keanu Reeves a piegare i cucchiai col potere della mente.”

ridaje

“Visitai le Spice Girls in uno studio a Londra circa cinque (anni) fa. Stavano progettando di andare in America in quel periodo e prima di partire ho piegato per loro un cucchiaio e dissi di portarlo negli Stati Uniti per portare loro energia positiva. La band è stata catapultata al successo.

questa è fantastica, immagino la scena: "scusa, ci piegheresti mica un cucchiao?...Uno solo però eh, che c'abbiamo poco spazio in valigia...che non ti venisse in mente di piegare un servizio da dodici"....ahahaha....i dettagli sull’incontro con Elvis, non li abbiamo? [SM=g27824]
[Modificato da badgirl. 06/04/2012 07:27]
06/04/2012 12:21
 
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Ma quanto lavorate ragazze mie? [SM=x47918] Grazie [SM=g27838]
Molto bella la parte iniziale, quando racconta di come ci si sente all'incontro con Michael! Io non faccio che chiedermi: "se avessi avuto l'occasione di questo dono, sarei rimasta in piedi a bocca aperta o sarei svenuta come una pera cotta"? [SM=g27828]
06/04/2012 14:23
 
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Farebbero un bel trio ,Geller,Morandi,Albano,tre arteriosclerotici che da anni dicono sempre le stesse cose:i cucchiai piegati,l'incontro con MJ,i cigni di Bakala'!Mamma mia,che narcisista,cosi' convinto delle sue qualita'paranormali!Che esagerazioni ci sono in molte affermazioni,anche in merito a Mj! [SM=g27829] [SM=g27825]
06/04/2012 17:50
 
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A me sto Geller m'è sempre stato sui cabasisi... come il Mago Otelma!

Quello che mi è piaciuto tanto è il racconto sui due fan tedeschi che riescono ad entrare al matrimonio.....fantastici!!

Grazie Niki [SM=g27838]
06/04/2012 21:38
 
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Premesso che per me questo qui è un gran raccontaballe e che non riesco proprio a prenderlo sul serio, comunque mi è piaciuto leggere la descrizione che ha fatto del rapporto tra MJ e i suoi fans.
Grazie Niki.


PS. La cravatta della seconda foto.... [SM=x47979]


07/04/2012 01:25
 
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"Quando siamo ritornati verso la limousine, lui stava strizzando dalle bende la sudicia gelida acqua piovana, sopra dei giornali sul pianale. Ho steso le mie mani sulla carne dolorante e permesso all’energia di fluire attraverso di me, per attivare i propri poteri curativi di Michael"

Qui per me s raggiunge l'apoteosi!!!! [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954]



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07/04/2012 02:34
 
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"quante altre persone, ora o in qualunque momento nella storia, possedevano il potere carismatico di cambiare la vita con un sorriso?"
Vero, Michael era capace di cambiarti la vita anche con un semplice "I love you more". [SM=g27822]

Grazie Niki!;)
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