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La scuola di nuovo in piazza per protestare

Ultimo Aggiornamento: 25/03/2012 10:53
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25/03/2012 10:53
 
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Ieri a Bologna sono confluiti da tutta Italia per protestare contro i tagli per la scuola e la dimenticanza totale del Governo Monti,che riguardo all'argomento istruzione non ha fatto cenno minimamente.
Chi ci lavora puo' testimoniare le difficolta'quotidiane per scarsi mezzi,stress da sovraffollamento delle aule(28-30 alunni per classe!),caduta di qualita' dell'insegnamento per motivi oggettivi,riduzione drastica delle ore di sostegno per gli alunni portatori di handicap...ci sarebbe altro da elencare,mi fermo qui,sperando che il governo dedichi un po' di attenzione a quello che dovrebbe essere l'argomento centrale per lo sviluppo di una nazione.
Qualche stralcio dal Fattoquotidiano.it:


“E’ una scuola ormai abbandonata a sè stessa, tra i tagli della Gelmini e questo governo che sembra non volersi rendere conto che non investire nella scuola significa affondare il paese”, spiega una maestra della scuola primaria. Accanto a lei i bambini della sua classe, tutti con in mano un fiore di carta pesta rosso.

In piazza anche cartelli per una scuola laica. “Tagliano tutto tranne che le ore di religione”, spiega sarcastico un papà, che ricorda gli articoli 33 e 34 della Costituzione. “I padri costituenti hanno scritto che la scuola privata non dovesse essere finanziata, perché in Italia si fa esattamente al contrario?” Poi uno striscione delle educatrici scolastiche, anche in loro in protesta contro condizioni di lavoro che definiscono “poco dignitose”. “Il Comune di Bologna – recita un volantino – appalata alla cooperative sociali i servizi scolastici per l’assistenza degli alunni diversamente abili. Le condizioni di lavoro di questi appalti ledono la dignitò dei bambini e di chi lavora. Da 5 anni sono state tagliate le ore di programmazione agli educatori e tutti i bandi sono al ribasso”.

L’ultima volta che erano scesi in piazza era stato il 12 marzo scorso. Diecimila manifestanti in difesa della “scuola della Costituzione”. Un corteo enorme, fatto di mamme, papà, bambini e insegnanti, per chiedere il rispetto degli articoli 33 e 34 della carta costituzionale e per dire a tutti che “salvare la scuola pubblica vuol dire salvare l’Italia”. Poi però i tagli della Gelmini sono arrivati lo stesso, e così le proteste, gli scioperi della fame di fronte all’ufficio scolastico regionale di Bologna, le battaglie al Tar e poi al Consiglio di Stato per fermare le riduzioni degli organici decise dal governo Berlusconi.

Adesso il movimento della scuola ritorna, e lo fa in grande stile con una manifestazione, “L’Urlo della scuola”, in preparazione da mesi. “L’era Gelmini è stato un rigido inverno, adesso speriamo nell’arrivo della primavera – spiega Marina D’Altri, dell’assemblea genitori e insegnati di Bologna – Per noi primavera vuol dire riportare al centro dell’attenzione la scuola pubblica. Purtroppo, nonostante sia composto da cosiddetti professori, il governo sta ignorando la scuola e procedendo in continuità con la politica di Berlusconi. La situazione deve cambiare, la scuola è l’unica possibilità per rilanciare tutto il paese”.

Per “scuola”, quelli che si faranno sentire oggi - a Bologna e in tutta Italia – intendono quel mondo dell’educazione che va dai nidi all’università e alla ricerca. Per questo a levare il loro urlo saranno genitori, personale non docente, professori e maestre ma anche studenti e ricercatori universitari. Ognuno a suo modo, tutti per chiedere al governo di investire sul sistema scolastico che “è un Bene Comune, come l’acqua, l’ambiente e la salute”. Che vuol dire “che non è privatizzabile o da affidare al mercato. La scuola della Costituzione è quella pubblica, libera, di qualità, laica e solidale. Cioè di tutti, non solo di chi se la può permettere”.




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