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Operai schiavi e suicidi nella fabbrica che lavora per la Apple

Ultimo Aggiornamento: 29/02/2012 22:21
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24/02/2012 19:49
 
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Oggi i telegiornali hanno dato ampio spazio a questo argomento che denuncia le condizioni di lavoro degli operai che lavorano per la Apple,con condizioni disumane e suicidi .
Ci tengo ad evidenziare questo articolo e a diffonderlo perche' chi santifica S.Jobs si renda conto che ha fatto la sua fortuna e dato sfogo alla sua creativita' a discapito della vita di migliaia di esseri umani ! [SM=g27813]




Dalla Stampa.it(copia/incolla)



L'inviato della Abc alla Foxconn di Chengdu: i lavoratori guadagnano 1,78 dollari l'ora, troppo pochi anche per il governo di Pechino che non li tassa


MAURIZIO MOLINARI

Un dollaro e 78 centesimi l’ora di paga, dormitori che sembrano celle, una folla di pendolari che si accalca all’entrata ed una catena di montaggio in 141 passaggi: sono notizie e immagini con cui la tv Abc documenta cosa avviene dentro la fabbrica di Foxconn a Chengdu, in Cina, dove negli ultimi due anni vi sono stati 18 suicidi fra le migliaia di operai che costruiscono i prodotti Apple.

L’inviato di "Nightline" Bill Weir è il primo ad essere ammesso con le telecamere nell’impianto da dove provengono iPad e iPhone destinati al mercato americano e nei circa 20 minuti di filmati trasmessi ieri sera durante il reportage "iFactory: inside Apple" si ricostruiscono tutti i momenti della vita quotidiana di operai che sembrano schiavi. Fuori dei cancelli della fabbrica le telecamere filmano una folla di giovani «nessuno dei quali supera i trenta anni» che si accalcano in maniera disordinata «dopo aver fatto lunghe ore di autobus dai villaggi della provincia».

Il servizio d’ordine fa fatica a gestire l’entrata ma una volta oltre i cancelli regna un ordine ferreo. Weir accompagna i telespettatori dentro le sale dove file di impiegati montano pezzo per pezzo gli iPad. Si vedono con chiarezza le parti smontate che poi prendono forma, passando di mano in mano in un processo meticoloso che, secondo quanto spiega un manager «comprende 141 passaggi». E’ una fabbrica che non si ferma mai. Gli operai sempre seduti a lavorare «per 1,78 dollari l’ora, troppo pochi anche per il governo cinese che non li tassa», spiega l’inviato, fino alla pausa pranzo che vede affluire migliaia di dipendenti in una imponente mensa dove il cibo appare frugale.

Le immagini più crude arrivano nel finale quando Weir fa vedere, prima da fuori e poi da dentro, i dormitori dove i dipendenti si riposano a turno. Da fuori sembrano prigioni, con finestre piccole a volte chiuse da inferiate dalle quali si affacciano volti di giovani impiegate con lo sguardo perso. Da dentro l’impressione è di luoghi spogli, freddi, dove la pulizia è carente e domina la confusione. Quando il reportage finisce la sensazione è di aver potuto intuire il livello di sfruttamento che c’è dietro il boom di vendite dei prodotti più popolari di Apple, anche se Weir precisa che altri giganti dell’hi-tech sfruttano Foxconn ma, a differenza di Apple, non hanno permesso alle tv di entrare nei propri laboratori.



24/02/2012 20:09
 
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Re:
rossijack, 24/02/2012 19.49:

Oggi i telegiornali hanno dato ampio spazio a questo argomento che denuncia le condizioni di lavoro degli operai che lavorano per la Apple,con condizioni disumane e suicidi .
Ci tengo ad evidenziare questo articolo e a diffonderlo perche' chi santifica S.Jobs si renda conto che ha fatto la sua fortuna e dato sfogo alla sua creativita' a discapito della vita di migliaia di esseri umani ! [SM=g27813]




Dalla Stampa.it(copia/incolla)



L'inviato della Abc alla Foxconn di Chengdu: i lavoratori guadagnano 1,78 dollari l'ora, troppo pochi anche per il governo di Pechino che non li tassa


MAURIZIO MOLINARI

Un dollaro e 78 centesimi l’ora di paga, dormitori che sembrano celle, una folla di pendolari che si accalca all’entrata ed una catena di montaggio in 141 passaggi: sono notizie e immagini con cui la tv Abc documenta cosa avviene dentro la fabbrica di Foxconn a Chengdu, in Cina, dove negli ultimi due anni vi sono stati 18 suicidi fra le migliaia di operai che costruiscono i prodotti Apple.

L’inviato di "Nightline" Bill Weir è il primo ad essere ammesso con le telecamere nell’impianto da dove provengono iPad e iPhone destinati al mercato americano e nei circa 20 minuti di filmati trasmessi ieri sera durante il reportage "iFactory: inside Apple" si ricostruiscono tutti i momenti della vita quotidiana di operai che sembrano schiavi. Fuori dei cancelli della fabbrica le telecamere filmano una folla di giovani «nessuno dei quali supera i trenta anni» che si accalcano in maniera disordinata «dopo aver fatto lunghe ore di autobus dai villaggi della provincia».

Il servizio d’ordine fa fatica a gestire l’entrata ma una volta oltre i cancelli regna un ordine ferreo. Weir accompagna i telespettatori dentro le sale dove file di impiegati montano pezzo per pezzo gli iPad. Si vedono con chiarezza le parti smontate che poi prendono forma, passando di mano in mano in un processo meticoloso che, secondo quanto spiega un manager «comprende 141 passaggi». E’ una fabbrica che non si ferma mai. Gli operai sempre seduti a lavorare «per 1,78 dollari l’ora, troppo pochi anche per il governo cinese che non li tassa», spiega l’inviato, fino alla pausa pranzo che vede affluire migliaia di dipendenti in una imponente mensa dove il cibo appare frugale.

Le immagini più crude arrivano nel finale quando Weir fa vedere, prima da fuori e poi da dentro, i dormitori dove i dipendenti si riposano a turno. Da fuori sembrano prigioni, con finestre piccole a volte chiuse da inferiate dalle quali si affacciano volti di giovani impiegate con lo sguardo perso. Da dentro l’impressione è di luoghi spogli, freddi, dove la pulizia è carente e domina la confusione. Quando il reportage finisce la sensazione è di aver potuto intuire il livello di sfruttamento che c’è dietro il boom di vendite dei prodotti più popolari di Apple, anche se Weir precisa che altri giganti dell’hi-tech sfruttano Foxconn ma, a differenza di Apple, non hanno permesso alle tv di entrare nei propri laboratori.







ma siamo impazziti??? invece di andare avanti si torna indietro??Questa fabbrica dovrebbe chiudere immediatamente!!! La gente non si tratta in questa maniera... sono veramente scioccata e disgustata da questo schifo!!!! [SM=g27826] [SM=g27826]
24/02/2012 20:12
 
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Se finalmente se ne sono occupati anche i telegiornali dico solo "Era ora".
Le condizioni di lavoro alla Foxconn sono note da ben prima che Jobs morisse.
25/02/2012 10:09
 
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Re:
(Miss Piggy), 24/02/2012 20.12:

Se finalmente se ne sono occupati anche i telegiornali dico solo "Era ora".
Le condizioni di lavoro alla Foxconn sono note da ben prima che Jobs morisse.







Infatti,a gennaio ,nel topic sulla morte di SJ,postai questo articolo dal Fattoquotidiano,dove gia' si denunciavano questi orrori:





Dal fattoquotidiano.it:




"Cina, suicidi e incidenti mortali
nella fabbrica Apple di Shenzhen

Un'inchiesta pubblicata dal New York Times riporta in primo piano le condizioni dei lavoratori che assemblano gli iPad e gli iPhone per conto della Apple in Cina, tra turni massacranti e lavoro minorile



“La Apple ha fatto molti progressi per migliorare le fabbriche negli ultimi anni, dotando i fornitori di un codice di condotta che definisce le norme in materia di lavoro, misure di sicurezza e altre regole”: si difende così la società di Cupertino, dopo che 13 dipendenti si sono tolti la vita solo nel 2010 nella fabbrica elettronica Foxconn di Shenzhen (Cina). Orari di lavoro eccessivi, minori tra i lavoratori, nessuna considerazione per le condizioni di salute e per i materiali nocivi utilizzati nella produzione. Sono queste le condizioni dei lavoratori che assemblano gli iPad e gli iPhone in quelle zone, secondo una lunga inchiesta pubblicata dal New York Times.

Le accuse però non sono nuove. L’articolo parte dall’esplosione del maggio scorso in una fabbrica della Foxcom a Chengdu, nel sud della Cina, in cui morirono almeno due persone, e molte altre rimasero ferite. Ma quello non fu l’unico episodio, ricorda il Nyt. Due anni fa, 137 operai in una fabbrica di fornitori della Apple rimasero feriti dopo che gli fu ordinato di usare una sostanza chimica per pulire gli schermi dell’iPhone. Nel maggio 2010, Li Hai, diciannovenne, dopo un mese e mezzo dall’assunzione si è gettato dal tetto di uno dei padiglioni del complesso. Ma i dirigenti hanno sempre minimizzato l’accaduto, parlando di un’epidemia di “delusioni d’amore.

Il quotidiano ha descritto nei dettagli anche la durata dei turni del personale, fino a 24 ore, sei giorni su sette, 12 ore per turno, punizioni per i ritardatari, costretti a scrivere umilianti lettere di scuse, dormitori affollati all’inverosimile. L’azienda fondata da Steve Jobs, ha varato in passato un codice di condotta che vieta di servirsi di aziende che impongono metodi di lavoro disumani. Ma, dai rapporti che la stessa società di Cupertino ha reso pubblici, risulta che dal 2007 oltre la metà dei fornitori ha violato almeno una delle norme previste dal codice."






















28/02/2012 15:48
 
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Beh se vogliamo demonizzare Jobs a priori in quanto capitalista schifoso è inutile discutere. Se vogliamo parlare seriamente di questo problema, invece, il discorso si fa molto più complesso.
Jobs non è né il primo né l'ultimo ad aver trasferito le produzioni in Cina per abbattere i costi e massimizzare i profitti, purtroppo abbiamo voluto la globalizzazione, il capitalismo sfrenato, il liberismo, e questo è il risultato. E adesso tutto ci sta tornando indietro perché, se vogliamo andare avanti, siamo noi (nella mente perversa di chi sta ai piani alti) a doverci adattare alla schiavitù e non gli schiavi a vedersi elevare le loro condizioni di lavoro.
D'altra parte la colpa è anche nostra. Ci è piaciuto andare da H&M e da tutte quelle catene low cost che puntano sulla quantità e non sulla qualità, ci è piaciuto voler spendere pochissimo? Come crediamo che sia possibile che una maglietta possa costare 5 euro senza che dietro ci sia uno schiavo che la produce?
Se noi per primi fossimo più attenti nella spesa e attuassimo un consumo critico e consapevole forse le cose andrebbero leggermente meglio. Va bene che nel commercio vale la legge dei grandi numeri, ma se la consapevolezza si diffondesse forse qualcosa cambierebbe. Una goccia non fa l'oceano, ma tante gocce....diceva una gran donna ormai scomparsa...quanti di noi leggono le etichette prima di acquistare un oggetto o sono disposti a spendere qualcosa in più per avere un prodotto che sia certificato made in Italy, con qualità e certezza su chi l'ha prodotto in condizioni umane?
Io per prima sto molto attenta ad ogni cosa che compro, dall'abbigliamento agli oggetti di vario genere agli alimentari e, quando vedo un capo di abbigliamento che è prodotto nei Paesi del Terzo Mondo e viene venduto in Italia a prezzi esorbitanti, faccio una pernacchia (metaforicamente parlando) ai commessi (che poi per carità, non è colpa loro, però se alle orecchie dei produttori arriva che i clienti non approvano questa metodologia produttiva non è mica peccato...) e glielo lascio sul bancone.
Chiaramente non è che si può fare sempre, ci sono dei settori (ad esempio la telefonia) dove non esiste una possibilità di scelta. Se permettete però, dal punto di vista imprenditoriale Jobs sarà anche stato uno sporco sfruttatore, ma come inventore è da santificare perché con la sua intelligenza ha migliorato tantissimo la vita di una buona fetta del mondo (e senza queste tecnologie forse anche le rivoluzioni nel Maghreb sarebbero state più difficili). A differenza della maggior parte degli imprenditori, che non solo hanno sfruttato i lavoratori cinesi, ma non hanno nemmeno migliorato la vita delle persone (penso soprattutto al tessore tessile e in generale di quasi tutti gli oggetti. I grandi marchi della moda, come ampiamente documentato da numerose inchieste, hanno spacciato il made in China per made in Italy, facendo profitti immensi, e certamente nessuno di noi ha tratto da ciò alcun beneficio. Anzi.).
28/02/2012 18:58
 
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Re:
AntonellaP85, 28/02/2012 15.48:

Beh se vogliamo demonizzare Jobs a priori in quanto capitalista schifoso è inutile discutere. Se vogliamo parlare seriamente di questo problema, invece, il discorso si fa molto più complesso.
Jobs non è né il primo né l'ultimo ad aver trasferito le produzioni in Cina per abbattere i costi e massimizzare i profitti, purtroppo abbiamo voluto la globalizzazione, il capitalismo sfrenato, il liberismo, e questo è il risultato. E adesso tutto ci sta tornando indietro perché, se vogliamo andare avanti, siamo noi (nella mente perversa di chi sta ai piani alti) a doverci adattare alla schiavitù e non gli schiavi a vedersi elevare le loro condizioni di lavoro.
D'altra parte la colpa è anche nostra. Ci è piaciuto andare da H&M e da tutte quelle catene low cost che puntano sulla quantità e non sulla qualità, ci è piaciuto voler spendere pochissimo? Come crediamo che sia possibile che una maglietta possa costare 5 euro senza che dietro ci sia uno schiavo che la produce?
Se noi per primi fossimo più attenti nella spesa e attuassimo un consumo critico e consapevole forse le cose andrebbero leggermente meglio. Va bene che nel commercio vale la legge dei grandi numeri, ma se la consapevolezza si diffondesse forse qualcosa cambierebbe. Una goccia non fa l'oceano, ma tante gocce....diceva una gran donna ormai scomparsa...quanti di noi leggono le etichette prima di acquistare un oggetto o sono disposti a spendere qualcosa in più per avere un prodotto che sia certificato made in Italy, con qualità e certezza su chi l'ha prodotto in condizioni umane?
Io per prima sto molto attenta ad ogni cosa che compro, dall'abbigliamento agli oggetti di vario genere agli alimentari e, quando vedo un capo di abbigliamento che è prodotto nei Paesi del Terzo Mondo e viene venduto in Italia a prezzi esorbitanti, faccio una pernacchia (metaforicamente parlando) ai commessi (che poi per carità, non è colpa loro, però se alle orecchie dei produttori arriva che i clienti non approvano questa metodologia produttiva non è mica peccato...) e glielo lascio sul bancone.
Chiaramente non è che si può fare sempre, ci sono dei settori (ad esempio la telefonia) dove non esiste una possibilità di scelta. Se permettete però, dal punto di vista imprenditoriale Jobs sarà anche stato uno sporco sfruttatore, ma come inventore è da santificare perché con la sua intelligenza ha migliorato tantissimo la vita di una buona fetta del mondo (e senza queste tecnologie forse anche le rivoluzioni nel Maghreb sarebbero state più difficili). A differenza della maggior parte degli imprenditori, che non solo hanno sfruttato i lavoratori cinesi, ma non hanno nemmeno migliorato la vita delle persone (penso soprattutto al tessore tessile e in generale di quasi tutti gli oggetti. I grandi marchi della moda, come ampiamente documentato da numerose inchieste, hanno spacciato il made in China per made in Italy, facendo profitti immensi, e certamente nessuno di noi ha tratto da ciò alcun beneficio. Anzi.).













Non voglio demonizzare nessuno ma neanche esaltare chi,come ho gia'scritto precedentemente,ha fatto la sua fortuna sulla miseria degli altri ed ha anche lanciato messaggi di speranza e di esaltazione perche' le persone osino per realizzare i loro sogni,diventando un mito per la societa' attuale.Sinceramente ho altri miti nella vita,quelli che hanno il rispetto della vita altrui e non fanno fare turni di lavoro di 14 ore, facendoli dormire in dormitori e con un giorno di riposo ogni due settimane!E non ha nessuna giustificazione,lui e tutti quelli come lui che hanno creato un business creando una forma diversa di schiavismo non dissimile da quella che troviamo sui libri di storia,se non peggiore in quanto indotta dalla bulimia di un mondo vuoto,annoiato,senza valori!
E' un po' difficile,per quanto si possa essere attenti,a non cadere nell'acquisto che non derivi da un commercio etico o solidale,ormai qualsiasi negozio vende oggetti prodotti dai nuovi schiavi,non e' che il prezzo sia indicativo,perche'anche quelli a prezzo pieno,dal costo di centinaia di euro,come le scarpe da sport o passeggio(che assolutamente,per principio,mi guardo bene dal comprare!!!)sono made in Vietnam o altro paese orientale.
E' pur vero che i Governi tutti,come anche il nostro,sono collusi e consezienti,non riuscendo neanche a capire che cosi' si fotteva anche la nostra economia!


28/02/2012 22:03
 
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Sinceramente non capisco perchè non dovrei comprare le scarpe realizzate in Thailandia ad esempio...Credo che le operaie preferiscano essere sfruttate dalla Nike che prostituirsi per la strada...non credete?

Per tutto il resto quoto AntonellaP85....Ho sempre seguito la stessa filosofia...poco ma buono....!
28/02/2012 22:03
 
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Re: Re:
rossijack, 28/02/2012 18.58:


Non voglio demonizzare nessuno ma neanche esaltare chi,come ho gia'scritto precedentemente,ha fatto la sua fortuna sulla miseria degli altri ed ha anche lanciato messaggi di speranza e di esaltazione perche' le persone osino per realizzare i loro sogni,diventando un mito per la societa' attuale.Sinceramente ho altri miti nella vita,quelli che hanno il rispetto della vita altrui e non fanno fare turni di lavoro di 14 ore, facendoli dormire in dormitori e con un giorno di riposo ogni due settimane!E non ha nessuna giustificazione,lui e tutti quelli come lui che hanno creato un business creando una forma diversa di schiavismo non dissimile da quella che troviamo sui libri di storia,se non peggiore in quanto indotta dalla bulimia di un mondo vuoto,annoiato,senza valori!
E' un po' difficile,per quanto si possa essere attenti,a non cadere nell'acquisto che non derivi da un commercio etico o solidale,ormai qualsiasi negozio vende oggetti prodotti dai nuovi schiavi,non e' che il prezzo sia indicativo,perche'anche quelli a prezzo pieno,dal costo di centinaia di euro,come le scarpe da sport o passeggio(che assolutamente,per principio,mi guardo bene dal comprare!!!)sono made in Vietnam o altro paese orientale.
E' pur vero che i Governi tutti,come anche il nostro,sono collusi e consezienti,non riuscendo neanche a capire che cosi' si fotteva anche la nostra economia!



E' bello parlare senza sapere! Molto probabilmente la cosa più facile di questo mondo... peccato che Jobs abbia fatto fortuna con la Pixar e non con Apple... il problema sussiste e nessuno lo mette in dubbio, ma si parla di aspetti falsati di una persona per demonizzare il marchio! Assurdo poi farlo passare per uno che non abbia avuto coscienza del valore della vita, in primis propria... di conseguenza altrui! Come se poi alla apple non esistesse un consiglio di amminstrazione per prendere le decisione e sia tutta colpa sua [SM=g27829]

Certo, ognuno pensi quello che vuole, compri quello che vuole eccetera eccetera... ma si portino le motivazioni coerenti alla tesi da dimostrare e non le voci raccattate in quà e là!

[Modificato da JIre 28/02/2012 22:05]
28/02/2012 22:20
 
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Re: Re: Re:
JIre, 28/02/2012 22.03:



E' bello parlare senza sapere! Molto probabilmente la cosa più facile di questo mondo... peccato che Jobs abbia fatto fortuna con la Pixar e non con Apple... il problema sussiste e nessuno lo mette in dubbio, ma si parla di aspetti falsati di una persona per demonizzare il marchio! Assurdo poi farlo passare per uno che non abbia avuto coscienza del valore della vita, in primis propria... di conseguenza altrui! Come se poi alla apple non esistesse un consiglio di amminstrazione per prendere le decisione e sia tutta colpa sua [SM=g27829]

Certo, ognuno pensi quello che vuole, compri quello che vuole eccetera eccetera... ma si portino le motivazioni coerenti alla tesi da dimostrare e non le voci raccattate in quà e là!







Ognuno parli per se', riguardo a tesi o notizie raccattate,che non e' il mio stile,mi spiace,senza presunzione!Riguardo alla frase che e' assurdo farlo passare per uno che non abbia avuto coscienza del valore della vita,prego leggere bene e distinguere tra coscienza e rispetto,che sono due parole e concetti completamente distinti!Mi fa piacere che tu sappia molto e me ne complimento!

28/02/2012 22:22
 
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Re:
[SM=x47946]
Victoryfan, 28/02/2012 22.03:

Sinceramente non capisco perchè non dovrei comprare le scarpe realizzate in Thailandia ad esempio...Credo che le operaie preferiscano essere sfruttate dalla Nike che prostituirsi per la strada...non credete?

Per tutto il resto quoto AntonellaP85....Ho sempre seguito la stessa filosofia...poco ma buono....!



Perche non dovresti Victory....Hanno rovinato l'economia del nostro paese.Io sono un piccolo produttore,non riesco a produrre merce che possa costare 5 euro.Io viaggio per lavoro andare su Carpi e vedere aziende che chiudono perchè non riescono a produre tessuti stampe ecc ,a prezzi bassissimi.Quoto anche io Antonella...anzi mi complimento con lei.
Anche se preferiscono essere operaie...sempre sfruttate sono!
Victory... [SM=x47946]

[Modificato da mimma58 28/02/2012 22:48]
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