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Tumori : colon, lo studio: “Un batterio presente in bocca è collegato alla crescita del tumore”.

Ultimo Aggiornamento: 28/04/2024 19:25
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L'aspirina riduce il rischio di diversi tumori gastrici
Una meta-analisi di oltre cento studi condotta dall’Istituto Mario Negri di Milano mostra una diminuzione del rischio dal 22 al 38% dei tumori gastro-esofagei ed epatobiliari, compresi i più aggressivi come quelli del pancreas. Ma servono conferme del ruolo preventivo

di TIZIANA MORICONI
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16 aprile 2020
L'aspirina riduce il rischio di diversi tumori gastrici
Foto di Steve Buissinne da Pixabay
L’ASPIRINA è associata a una riduzione del rischio di sviluppare molti tipi di cancro del tratto digestivo, compresi alcuni particolarmente aggressivi, come quelli del pancreas e del fegato. Una conferma di quanto altri studi avevano in parte già osservato arriva dalla analisi più ampia condotta fino ad oggi, che mostra una riduzione del rischio tra il 22% e il 38%. Lo studio, pubblicato su Annals of Oncology, è italiano, guidato da Cristina Bosetti, a capo dell’Unità di Epidemiologia dei tumori dell’Istituto Mario Negri di Milano.

Lo studio
Da diverso tempo si stanno accumulando dati convincenti a sostegno dell’ipotesi che l’aspirina possa avere un effetto protettivo nei confronti del tumori dell’intestino, e altri più piccole analisi hanno suggerito un’associazione con la riduzione del rischio anche in tumori del tratto esofageo e dello stomaco. Il nuovo studio è una meta-analisi di 113 studi osservazionali condotti nella popolazione generale fino al 2019, per un totale di 156 mila casi. Di questi studi, 45 riguardano l’intestino, 13 l’esofago, 10 il cardias, 14 lo stomaco, 5 i dotti biliari, il fegato e la cistifellea, e 15 il pancreas e 10 il tratto testa-collo.

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Ad eccezione di questi ultimi, l’assunzione regolare di una o due pillole di aspirina a settimana è stata associata ad una riduzione statisticamente significativa del rischio di sviluppare tutti i tipi di cancro. In particolare: del 27% quelli dell’intestino, del 33% quelli dell’esofago, del 39% quelli del cardias, del 36% quelli dello stomaco, del 38% quelli epatobiliari e del 22% quelli del pancreas. All'inizio di aprile, inoltre, altri dati da metanalisi, pubblicati sempre dal gruppo dell'istituto Mario Negri, confermano la riduzione del rischio per il cancro del colon-retto.

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“Per il 2020 sono attesi circa 175 mila decessi per tumori dell’intestino in Europa, di cui 100 mila in persone tra 50 e 74 anni. Se altri studi confermeranno questi dati, assumendo che l’uso dell’aspirina passa dal 25% al 50% in questa fascia di età, potrebbero essere evitate 12-18 mila nuove diagnosi e 5-7 mila morti per tumore all'intestino. Altri 3 mila decessi potrebbero essere risparmiati per i tumori di esofago, stomaco e pancreas, e 2 mila per i tumori del fegato”, ha commentato Carlo La Vecchia, Professore di Epidemiologia presso la Scuola di Medicina dell’Università di Milano. “I risultati - continua l'esperto - suggeriscono un ruolo preventivo dell’aspirina, in linea con l’effetto osservato negli studi clinici sul rischio cardiovascolare. Le persone ad alto rischio di questi tumori sono quelle che hanno maggiore probabilità di trarne i benefici maggiori. Un uso a scopo preventivo dell’aspirina, però, deve essere fatto solo in accordo con il proprio medico, tenendo conto dei rischi individuali: età, genere, storia familiare e ad altri fattori”.

Dosi e tempo di assunzione contano
Per quanto riguarda il tumore dell’intestino, i ricercatori del Mario Negri hanno anche analizzato dosi e durata di assunzione dell’aspirina. “Abbiamo osservato che il rischio di cancro diminuisce all’aumentare della dose”, dice Bosetti: “Una dose tra i 75 e 100 mg al giorno è stata associata a un riduzione del 10% rispetto a chi non assume il farmaco; una dose alta, di 325 mg al giorno è invece associata a una riduzione del 35%, e una dose di 500 mg al giorno a una riduzione del 50%. I dati riguardanti le dosi più alte, però, si basano su pochi studi e devono essere interpretati con precauzione”. Inoltre, bisogna tenere anche tenere conto del rischio di ulcere e sanguinamenti, che aumenta con la dose. Anche il tempo di assunzione conta: la riduzione del rischio di tumori dell’intestino passa dal 4% dopo un anno, all’11% dopo tre anni, al 19% dopo cinque e al 29% dopo dieci. Nel pancreas, dopo 5 anni si è visto un calo del 25% rispetto a chi non prende il medicinale.

I limiti dello studio
Bisogna però tenere conto - sottolineano gli autori - che questa analisi si basa su studi osservazionali e non prospettici, e possono quindi esserci fattori confondenti. Altre limitazioni includono il fatto che le persone possono aver riportato l’uso di aspirina in modo non accurato e che molti degli studi non hanno considerato l’uso concomitante di altri farmaci.


www.repubblica.it/oncologia/prevenzione/2020/04/16/news/studio_italiano_aspirina_associata_alla_riduzione_del_rischio_di_diversi_tipi_di_cancro_anche_del_pancreas-254156844/?ref=RHPPBT-VV-I0-C4-P18...
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