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[interviste] Intervista di Michael Jackson alla rivista "Creem" (1983)

Ultimo Aggiornamento: 19/06/2012 02:49
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10/01/2012 18:52
 
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Ripubblicata da "The Observer" il 28 giugno 2009
Nel 1983, Sylvie Simmons, scrivendo per la rivista rock "Creem" leader negli Stati Uniti, intervistò la star 24enne sul set del video di "Beat It", uno dei molti brani del suo nuovo album, "Thriller", che stava per diventare l'album più venduto di tutti i tempi. Trovò un’artista motivato, all'apice della sua creatività, un’artista disinvolto sul palco, ma anche un'anima gentile che trovava le attenzioni dei fan insopportabili.



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Michael Jackson in una foto degli anni '80

Nel centro della città tra la "Pacific American Fish Co" e l'Hotel St. Agnes Hospitality Kitchen", c'è un vicolo. Le auto bloccano ogni uscita, senza scampo. E, distinguendosi tra i fanali delle auto, due bande rivali di Los Angeles fanno gli spavaldi uno verso l'altra. Un paio di persone spuntano con le loro teste fuori dalla finestra dell'hotel, mormorano qualcosa di incomprensibile e ritornano a dormire. Laggiù nel fumo, le bande si stanno avvicinando. Si guardano in modo malvagio. I "Cripps", quelli con la bandana blu, guardano veramente in modo cattivo, battendo i loro pugni nelle mani e si avvicinano aggrottando le ciglia. Poi qualcuno accende un registratore a nastro e un pò di "Beat It" viene sparato a tutto volume nella notte ...

"La magia", dice Michael Jackson, che parla molto di magia, "è piacevole se la metti nel tuo cuore".

Non ci possono essere molte cose più magiche che restarsene intorno alla città di Los Angeles nel cuore della notte, guardando orde di predatori attenti quando qualcuno con un morbido accento inglese dà il comando. Questo particolare pezzetto di magia sarà, dal momento in cui leggerete questo, il video di "Beat It", il nuovo singolo di Michael Jackson. Questa canzone tratta di maschilismo, così il video. Michael si sveglia con un sudore freddo in una squallida camera da letto del centro città, ha sognato la prossima rissa e deve andare a fermarla. Balza dal letto, mettendo in serio pericolo la vita di un'intera famiglia di scarafaggi.

Sul retro del magazzino, stanno facendo la sequenza del combattimento coreografata. I membri della vera banda stanno in piedi, ai margini, mentre una decina di imitatori dei membri delle bande, ballerini professionisti, danzano e agitano i coltelli.

Per tutto questo tempo, un uomo esile dalle lunghe dita, in una giacca di pelle marrone troppo grande per lui, sta sorseggiando del succo d'arancia, guardando con occhi spalancati e curiosi i ballerini ed i monitor, annuendo seriamente con la testa in tempo di musica, battendo il suo piede in modo automatico. Michael Jackson sembra affascinato da tutto. Sono le tre del mattino prima che arrivi. Entra, porre fine alla lotta e li conduce ballando, fuori dal magazzino. Il “Pifferaio Magico” incontra “Peter Pan”. Dal momento in cui i ballerini avevano finito, era spuntata l'alba; non lo era per Michael Jackson.

Da dove ottiene la sua energia nessuno lo sa. Non è certamente la droga, non la tocca e beve raramente. E non mangia certamente carne cruda, Michael è strettamente vegetariano e non mangerebbe mica se si presentasse una possibilità, digiuna e balla ogni domenica e riesce a vivere per iniziare un'altra settimana. Michael Jackson riesce a fare di più in una settimana rispetto (a cosa) fanno tutti altri in un decennio. Nel tempo ci sono voluti i Supertramp per ottenere un giusto sound al pianoforte, Michael ha cantato melodie con Donna Summer, il corista con Joe King Carrasco, ha scritto e prodotto "Muscles" per Diana Ross, ha scritto e cantato "The Girl Is Mine" con Paul McCartney, e ha narrato una canzone per l'album ET, ha riunito tutti, da Vincent Price a Eddie Van Halen per aiutarlo con il suo album da solista, e aveva ancora tempo per coccolare il suo lama, il serpente e i pappagalli.

Appena tornato dall'Inghilterra (per alcuni motivi con Macca P.McCartney, ndt), che ha incontrato a un cocktail party di Hollywood nella casa del comico muto Harold Lloyd e si sono scambiati i numeri di telefono: "Amo molto Paul, Linda e la famiglia"),sta già pianificando dei progetti con Gladys Knight, Jane Fonda, Barbra Streisand, Katharine Hepburn, e Freddie Mercury dei Queen, il suo vecchio amico. Per non parlare che sta lavorando ad un film con Steven Spielberg ("un fantasy futurista con la musica") e un album con i Jackson. Ricordate i Jacksons? Michael è stato il loro cantante e coreografo e da allora suo padre Joe Jackson, un tempo leader di una cover band di Chuck Berry in Indiana, i "Falcons", notò nel ragazzino di cinque anni, delle abili imitazioni di James Brown.

Ritiene che le canzoni, le idee, l'energia provengano da Dio, è un devoto Testimone di Geova, si sveglierà nella notte ed eccoli. Diversi altri milioni di promotori.

Il suo primo album da solista, "Off the Wall", ha venduto sette milioni di copie. Thriller non è proprio ancora pronto per essere eliminato in uno scatolone. Il primo atto della storia, niente meno, in testa a tutte le classifiche dei singoli e degli album del pop e del R&B, nello stesso momento ...

Ho parlato con Jackson prima delle riprese del video. In un condominio di tre piani nella San Fernando Valley, dove Michael è rimasto mentre ricostruivano la sua casa di famiglia cinque miglia più avanti, pieno di libri, piante, opere d'arte, animali, succhi di frutta biologici, nipoti, cugini e fratelli della famiglia Jackson. La Toya era lì con un cappello da cowboy. La sorellina Janet era lì a ripetere a pappagallo le mie domande a Michael. Ah, ho dimenticato, c'era una collezione di dischi che vanno da Smokey Robinson a Macca, con un salto al funk, alla new wave, alla musica classica ed a qualsiasi altra cosa.

"James Brown, Ray Charles, Jackie Wilson, Chuck Berry e Little Richard. Penso che hanno avuto una forte influenza su molta gente, perché questi erano i ragazzi che veramente hanno avviato il rock'n'roll. Mi piace iniziare con l'origine delle cose, perché una volta che si raggiungono i risultati questo cambia. E' così interessante vedere come era in realtà all'inizio".

Michael ha una piccola voce ultraterrena. Lo hai sentito descritto come infantile e angelico. Lo sentirai di nuovo. E' terribilmente timido, si guarda le mani, le scarpe, sua sorella, può dimenticare che c'è un intervistatore nei paraggi.

E continua: "Mi piace farlo anche con l'arte. Amo l'arte. Ogni volta che andiamo a Parigi mi precipito al Louvre. Non ne ho mai abbastanza ! Vado in tutti i musei di tutto il mondo. Amo l'arte. Mi piace troppo, perché acquistando tutto, arrivi a diventare dipendente. Vedi un pezzo che ti piace e dici, oh Dio, lo devo avere ...

"Amo la musica classica. Ho così tante diverse composizioni. Credo davvero che quando ero piccolo all'asilo ascoltavo "Pierino e il lupo" e altre cose. Ascolto ancora quella roba, è grande, e la Boston Pops (l’orchestra più grande del mondo e la più classica d’America,ndt), Debussy, Mozart, compro tutta quella roba. Sono un grande fan della musica classica. Siamo stati influenzati da ogni genere di musica diversa, classica, R&B, folk, funk, e credo che tutti questi ingredienti si combinino per creare ciò che abbiamo ora".

"Non sarei felice se facessi un solo genere di musica o che la musica ci etichettasse. Mi piace fare qualcosa per tutti...non mi piace che la nostra musica sia etichettata. Le etichette sono come...il razzismo".

Come fa a scegliere con chi lavorare? Lo chiede a chiunque?

"Scelgo con il sentimento e l'istinto", dice Michael.

Cosa fa uscire da loro?

"Sento che sarebbe... magia".

Poi di nuovo, devi tenere a mente l'uomo che vive per il suo lavoro.

"Penso principalmente a ciò che è la mia carriera. E' difficile destreggiarsi tre le tue responsabilità, la mia musica qui, la mia carriera da solista, il mio film là, la TV e tutto il resto"

È questo che ti rende felice?

"Sì. Questo è quello per cui sono qui, davvero. E'come Michelangelo o Leonardo da Vinci". La sua voce si affievolisce; appare combattuto tra il sembrare presuntuoso e dire la verità, che, come lui la vede, è che il talento viene comunque da Dio, quindi non si va a dargli una pacca sulle spalle. "Eppure, oggi, possiamo vedere la loro opera ed essere ispirati da questo."

Quindi, finché ci sono impianti stereo, Michael Jackson vive?

"Sì. Mi piacerebbe solo continuare ad andare avanti e ispirare le persone e provare cose nuove che non sono state fatte".

Fino a che punto la sua fede nel divino ha influenzato la sua vita?

"Io credo in Dio. Lo facciamo tutti. Ci piace agire onestamente, non impazzire o altro. Non al punto di perdere la nostra visione della vita, di quello che sei e chi sei. Un sacco di artisti, fanno soldi e spendono il resto della loro vita celebrando quell'unico obiettivo che hanno raggiunto, e con quel festeggiamento arriva la droga, il liquore e l'alcool. E poi cercano di raddrizzarsi e dicono: 'Chi sono ? Dove sono ? Cosa è successo? E si sono persi, sono falliti. Dovete stare attenti e avere un qualche tipo di disciplina".

È una persona molto autodisciplinata?

"Non sono un angelo, lo so. Non sono come un mormone o un Osmond o qualcosa dove tutto è convenzionale. Questo a volte può essere stupido. Passa il limite".

Deve essere dura essere un angelo quando si è riconosciuto come uno degli artisti più sexy in giro, le ragazze campeggiano nel vostro cortile e cose simili.

"Non direi che sono sexy! Ma penso che se è quello che dicono, va bene. Mi piace, come in un concerto. Questo è pulito".

Ciò che non è pulito è: "Come ti imbatti in un gruppo di ragazze, cosa che faccio sempre, e guiderai fuori e ci saranno tutte queste ragazze in piedi in un angolo e inizieranno a gridare, saltando su e giù e mi limiterò a sprofondare sul mio sedile. Accade per tutto il tempo ... Tutti sapevano dove abitavamo prima, perché (l'indirizzo) era sulla "Map to the Stars Homes", erano arrivate nei dintorni con le telecamere e sacchi a pelo, saltando la recinzione e dormendo nel cortile, entrando in casa, abbiamo trovato persone ovunque. Anche con 24 ore di sorveglianza, trovano il modo di intrufolarsi. Un giorno mio fratello si è svegliato e ha visto questa ragazza in piedi su di lui nella sua camera da letto. La gente fa l'autostop per venire a casa e dicono di voler dormire con noi, restare con noi, e di solito finisce che uno dei vicini di casa li accoglie. Non li lasciamo restare. Non li conosciamo".

Altri racconti di fan pazzi. Una ragazza che ha cercato di farli saltare in aria, un altro che gli urla dietro nel supermercato. Deve essere un pò difficile a volte sapere chi è tuo amico.

"Non diventa difficile. E' difficile da spiegare, e qualche volta ho sbagliato. Solo con la forza del sentimento, oppure se una persona è solo piacevole, non sapendo chi sei".

Solo al top?

"Conosciamo moltissima gente perché abbiamo una grande famiglia. Ma (ho) forse due, tre buoni amici".

Le cose non erano molto diverse quando stava crescendo a Gary, in Indiana. Ricorda "un enorme campo da baseball dietro (alla casa) dove vivevo e bambini che stanno giocando e mangiando popcorn e tutto il resto" e non era autorizzato a partecipare, ma crede ancora: "davvero mi sentivo escluso. Abbiamo ricevuto molto in cambio per non giocare a baseball in estate. Mio padre è sempre stato molto protettivo con noi, avendo cura del business e del resto".

"Siamo andati a scuola, ma credo che eravamo diversi anche allora, perché nel quartiere ci conoscevano tutti. Avevamo vinto ogni 'talent show' e la nostra casa era carica di trofei. Abbiamo sempre avuto soldi e potevamo comprare delle cose che gli altri ragazzi non potevano, come caramelle e gomme da masticare in più, le nostre tasche ne erano sempre piene e le distribuivamo. Questo ci ha reso popolare! Ma soprattutto abbiamo avuto un'istruzione privata. Sono andato solo in una scuola pubblica nella mia vita!"

"Ho cercato di andare in un'altra scuola qui, ma non ha funzionato, perché un gruppo di fan avrebbe potuto introdursi in classe, oppure saremmo usciti da scuola e ci sarebbe stato un gruppo di ragazzini in attesa di scattare foto e cose del genere. Siamo stati in quella scuola una settimana. Il resto era una scuola privata con altri ragazzi dello spettacolo oppure bambini famosi, dove non avrebbero dovuto esserci inconvenienti".

Ma trascorrendo la tua vita quasi esclusivamente con i tuoi fratelli e sorelle, non ti fa diventare claustrofobico?

"Onestamente no, e non lo sto solo dicendo per essere gentile".

Nemmeno quando sono in viaggio?

"No. Siamo così stupidi quando siamo in viaggio. Giochiamo, ci lanciamo le cose uno verso l’altro. Sembra che quando si è sotto pressione, trovi un qualche tipo di evasione per compensare il fatto che è un percorso pieno di tensioni: il lavoro, le interviste, i fan che ti afferrano, tutti vogliono un pezzo di te, sei sempre occupato, i telefoni squillano per tutta la notte con i fan che ti chiamano, così metti il telefono sotto il materasso, poi i fan bussano alla porta urlando, non si può nemmeno uscire dalla stanza senza che loro ti seguano. E’ come se fossi in una boccia per pesci rossi e loro che ti stanno sempre a guardare ".

Come sfuggi alla follia?

"Vado ai musei, imparo e studio. Non faccio sport, è pericoloso. Facciamo affidamento su un sacco di soldi, e noi non vogliamo rischiare nulla. Mio fratello si è ferito alla gamba in una partita di basket e abbiamo dovuto annullare il concerto, solo perché lui con un ora di divertimento, migliaia di persone hanno perso lo spettacolo, ed eravamo stati citati in giudizio da ogni parte a causa di un gioco. Non penso che ne valga la pena...cerco di fare veramente attenzione".

Parlando anche riguardo la stampa. Un altro motivo per cui odia le interviste è che ha paura di essere mal riportato. Reputa che le riviste, "possono essere a volte così stupide che li vorrei strozzare (giornalisti)! Dico delle cose e le trasformano tutte. Una volta ho fatto una dichiarazione. Mi preoccupo della fame, amo i bambini e voglio fare qualcosa per il futuro. E ho detto che un giorno mi piacerebbe andare in India, vedere i bambini che muoiono di fame per vedere realmente come ci si sente. E hanno scritto che Michael Jackson prova piacere vedendo i bambini morire di fame, così si può vedere che tipo di persona è !"

Ti chiedi come una persona così dolce, timida e infantile diventi un demone sul palco.

"L'ho appena fatto, davvero. Il sesso è una cosa spontanea. Si crea davvero da se stesso."

Così non ti eserciti ad essere sexy davanti allo specchio?

"No ! Una volta che la musica suona, mi crea. Gli strumenti mi muovono, mi attraversano, mi controllano. A volte sono incontrollabili e appena succede ... boom, boom, boom, una volta che ti entra dentro"

Michael ha il controllo completo su ogni aspetto della sua carriera. E critica i suoi sforzi più di chiunque altro: "Non sono mai soddisfatto di quello che faccio. Penso sempre che posso fare molto meglio".

Comunque, come già abbiamo detto stai per lavorare su un film con Steven Spielberg. "Amo Steven", dice Michael. "Non posso davvero dire nulla sul progetto. Dirò che Steven è il mio regista preferito, e che ha esaminato attentamente il diritto di proprietà".

Ho appena sentito che Francis Ford Coppola vuole fare Peter Pan con lui come protagonista. E noi di "Creem" non abbiamo visto come un po’ una sfacciata personificazione da Sly Stone che ha fatto la sua fortuna interpretando un "beefcake" (bisteccone, bel manzo, ndt) senza cervello.
A 24 anni, non gli dà sui nervi essere chiamato un "bambino"?

"Non mi dispiace. Mi sento Peter Pan, così come un Matusalemme, e un bambino. Amo così tanto i bambini. Ringrazio Dio per i bambini. Mi salvano ogni volta!

Ma come riguardo ad un film sulla propria vita, allora? Riusciremo mai a vedere un film sulla vita magica di Michael Jackson?

"No. Odierei andare in scena con la storia della mia vita", fa una smorfia. "Non l'ho ancora vissuta! Lo lascio fare a qualcun altro".

© Sylvie Simmons, 1983

www.guardian.co.uk/music/2009/jun/28/michael-jackson-i...

- Traduzione a cura di Niki64.mjj per MJFanSquare.
In caso di diffusione della traduzione si prega di riportare la fonte, grazie. -
[Modificato da Compix 19/06/2012 02:49]

"Hanno mangiato la mia anima ma non importa, io ho milioni di anime, quelle dei miei fans" (1995 Michael Jackson)
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