Questo libro mi incuriosisce sempre più, spero di averlo tra le mie mani un giorno
RE DI STILE
Incontro con Michael Bush, il genio dietro i costumi iconici di Michael Jackson.
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Michael Bush può non essere un nome ben noto a molti, ma le sue creazioni hanno fatto la storia della cultura pop. Come stilista di lunga data e di fiducia di Michael Jackson, il suo lavoro è iconico. In questa esclusiva di “iFashion”, il designer e autore di "King of Style: Dressing Michael Jackson", condivide l'apice della sua carriera come l'uomo dietro ai costumi dell'artista più popolare del mondo.
Che cosa ha ispirato "King of Style: Dressing Michael Jackson"?
L'ispirazione è venuta da Michael. Era un perfezionista, e i suoi abiti dovevano essere divertenti, sia appesi all'appendiabiti o quando li indossava. Il dettaglio era tutto per lui, e i suoi abiti dovevano essere creati in modo che anche l'uomo in ultima fila di un concerto potesse vederli. Ovunque andasse ha visitato ospedali pediatrici e musei. Le sue idee a volte provenivano da queste visite, dove prendeva in considerazione e osservava un ritratto o un individuo. Non importava cosa, aveva il suo "sguardo" verso il basso e ha sempre visto la perfezione come l'elemento chiave. Questo è stata la fonte di ispirazione per noi, sempre.
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Quanto tempo hai impiegato per completare il libro?
Il libro in realtà è iniziato molto tempo fa, quando abbiamo disegnato un quinto cappotto per Michael Jackson. Ha telefonato per dirmi che aveva regalato quel cappotto, e ne voleva un altro per se stesso. A quel punto, ci siamo resi conto che avevamo bisogno di documentare ogni creazione, perché spesso li regalava. Era generoso all'eccesso. Da quel momento, ho iniziato a scattare fotografie di tutti i vestiti. Un giorno Michael vide tutte le diapositive che avevo messo insieme e disse:
«Accidenti Bush, dovresti fare un libro». Abbiamo cominciato ad scambiarci le idee, ma concerti, tour e apparizioni hanno sempre occupato un posto in primo piano e ritardato il libro . Non abbiamo mai avuto il tempo di farlo quando era in vita, perché eravamo costantemente in progettazione, ma il libro era un'idea di Dennis Tompkins, Michael Jackson ed io ne avevamo discusso. Dopo la sua morte, era mio dovere andare fino in fondo.
Come descriveresti lo stile di Michael Jackson fuori scena?
Casual, taglia abbondante, e amava il velluto a coste. Era molto influenzato dagli agenti atmosferici e il velluto spesso lo teneva caldo. Gli piacevano cose che ricadevano morbidamente e confortevoli.
Aveva un capo preferito?
Ovviamente, il suo guanto coperto di cristallo, perché ha assunto una vita propria. E' iconico. E' un fiore all'occhiello di Michael Jackson. Non importa dove lo vedi, tu sai che riguarda lui.
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Di tutti i pezzi che hai creato, qual'è il tuo preferito e perché?
L'asse anti-gravità di sicuro. Ci siamo messi in discussione come mai prima, doveva essere architettata e disegnata per la creazione del brevetto dell'asse, che in seguito sarebbe servita sul palco di Michael per permettergli di appoggiarsi con quell' angolo di 45 gradi e di ipnotizzare il suo pubblico. E' stato sicuramente uno dei momenti clou per noi.
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In totale, quanti pezzi hai creato per Michael Jackson?
Migliaia e migliaia!
Come sei diventato il suo costumista?
Ero il primo vestierista di Michael, poi mi avvicinai a lui durante il Bad tour, e lo convinsi che avremmo potuto disegnare per lui. Abbiamo disegnato un paio di pantaloni che non fasciavano, che si adattavano in vita e si muovevano con lui. Ci siamo avvicinati molto a Michael allora ed è così che abbiamo cominciato la nostra lunga collaborazione. Nel business di Hollywood c'è un ordine gerarchico. C'è il creatore di moda, il costumista/stilista e poi il vestierista. Il vestierista mette l'abito sul corpo vero e proprio, lo stilista va a prendere le cose per i fotografi, le foto, ecc, e l'abito del costumista.
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Come hai fatto a trovare la tua strada nel settore dell'abbigliamento?
Lo considero un dono come hanno la maggior parte degli artisti. Ho avuto uno come Dennis Tompkins e Michael Jackson, che sono stati in grado di far uscire il talento da me e che mi permette di fare ciò che ho amato.
Quale era il tuo compito nel disegno quando creavi i pezzi per Michael Jackson?
Tutto era uno spettacolo e Michael era l’ultimo showman. L’unico disegno estetico che dovevi applicare era "affascinante". Doveva affascinare quando appariva, non importava dove fosse, e doveva intrattenere. Cercavamo di affascinare creando allo stesso tempo pezzi mobili di moda che “lavoravano” con il corpo di Michael, con lo stile e la celebrità.
C'era uno stile specifico che preferiva di più?
Fintanto che i suoi vestiti erano divertenti, poi quando usciva i suoi abiti erano fatti secondo le sue aspettative. Il suo stile è iconico, lo si può vedere nei vestiti che indossava sia professionalmente che personalmente. Amava le decorazioni come quelle che gli davano grande presenza sul palco. A Michael piaceva divertire e stupire, con stile e movimento insieme al colore.
C'era un pezzo che a Michael Jackson non piaceva, ma che ha finito per indossarlo?
Abbiamo disegnato una giacca di pelle con gli stemmi dell’“European Car Club” sopra e non aveva la cerniera. L'ha odiata quando l'ha vista la prima volta, ma una volta indossata gli è piaciuta sempre di più. L'ha indossata alla cerimonia dell' "American Film Institute" con Elizabeth Taylor, e divenne una delle giacche più fotografate nella sua carriera quando Sony Music la utilizzava e l'ha messa ovunque.
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Che fine hanno fatto i costumi?
Michael era molto generoso e ne ha dato via molti. Molti di loro sono andati anche all'Estate e ai suoi figli. Gli piaceva vedere il "luccichio negli occhi di qualcuno", quando dava qualcosa di suo. Ne traeva come un grande godimento da questo. Diceva sempre:
"Gli occhi sono la finestra nell'anima di qualcuno". Ci ha anche ridato molti dei costumi e ci ha detto che erano nostri e che dovevamo tenerli. Ho iniziato a salvare tutto perché sapevo che lui alla fine voleva fare un libro.
Cosa ti riserva il futuro?
Riesco a vedere come Michael Jackson vedeva il mondo. Riesco a vedere il "luccichio negli occhi" dei suoi fan, e come loro guardavano Michael. Prima, eravamo sempre dietro al lavoro, che andava bene, ma ora vedo che cosa lo ispirava così tanto ... i suoi fan. Vado alle mostre e agli ingaggi, e riesco a vedere tutto questo, è una parte incredibile del mio viaggio. Sto apprezzando e capendo cosa sono stato in grado di fare negli ultimi 25 anni.
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Anche se molti cercano di emulare il Re del Pop, nessuno è stato in grado di realizzare ciò che ha fatto, ma puoi nominare due artisti il cui stile ricorda il suo?
In realtà non credo che nessuno possa essere paragonato. La differenza è che gli abiti di Michael sono stati fatti per la danza, per i grandi movimenti e cambiamenti. Molti dei costumi che si vedono oggi non vengono utilizzati dagli artisti in questo modo. Li indossano sul palco, ma non sono fatti per muoversi in modo spettacolare come dovevano essere i nostri. Lady Gaga ha il suo senso di stile che è abbastanza elaborato, ma lei non si muove come faceva Michael. Beyoncé indossa abiti firmati sul tappeto rosso che la gente può anche uscire e comprarli. Lei è sempre splendida. Gli abiti di Michael Jackson però facevano parte di un'epoca che probabilmente non si ripeterà mai. Lui era l’ultimo artista visivo e il suo abbigliamento doveva essere lo stesso. Il suo livello degli abiti doveva sempre destare un certo grado di meraviglia. E tutti dovevano lavorare insieme.
www.ifashion.co.za/index.php?option=com_content&view=article&id=4789:the-king-of-style&catid=78&It...
- Traduzione a cura di Niki64.mjj per MJFanSquare.
In caso di diffusione della traduzione si prega di riportare la fonte, grazie. -
(
Cri)
[Modificato da Niki64.mjj 28/09/2012 19:44]
"Hanno mangiato la mia anima ma non importa, io ho milioni di anime, quelle dei miei fans" (1995 Michael Jackson)