Terza Parte
Quando Michael Jackson, indotto da un farmaco in uno stato alterato di coscienza e con un discorso impastato, ha parlato di costruire un ospedale per bambini, non era la prima volta che Michael parlava di costruire strutture mediche per i bambini malati. Aveva attrezzato un'ala per gli ustionati del “Brotman Medical Center” a Culver City e aumentato di 19 letti un’ala del “Mount Sinai Hospital” di New York.
L’artista David Nordahl, amico di Michael Jackson per più di 20 anni, il cui lavoro era stato commissionato per Neverland Ranch, ha recentemente condiviso alcuni ricordi di Jackson:
"Quella conversazione che hanno fatto sentire in tribunale, Michael era così. Prendersi cura dei bambini malati è quello che diceva in ogni conversazione che abbiamo avuto. Si prendeva cura dei bambini malati in tutto il mondo. Ha pagato per il fegato di Bela Farcas: il costo era di 125.000 dollari e quando avevano scoperto che era per Lisa Marie Presley e Michael Jackson, che avevano deciso di dividere il costo, il prezzo era salito a un quarto di milione. Bela ottenne il suo fegato”.
"Non ho fatto solo dipinti per Michael; mi aveva chiesto di fare degli schizzi per delle passeggiate che aveva inventato a Neverland e alcuni disegni di strutture che aveva in mente di costruire per i bambini gravemente malati e per le loro famiglie. Sapeva che i bambini gravemente malati guariscono meglio in un ambiente di speranza, di pensieri positivi, di risate e di magia. La stanza buia e silenziosa dei malati favorisce la depressione, non la gioia e secondo Michael, la gioia guarisce. Le sue strutture avevano grandi vetrate nella parte anteriore e dovevano sembrare delle case sugli alberi in una foresta” .
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"Voleva grandi finestre, perché sapeva che i bambini molto malati spesso non riescono a dormire e svegliandosi di notte hanno paura, così ha costruito un teatro all'aperto per far scorrere i cartoni animati ogni ora del giorno per tutti i giorni della settimana, in modo che se i bambini si fossero svegliati, sarebbero stati in grado di vedere i cartoni animati dalla finestra”.
Nordahl ha parlato dell'amore, male interpretato, di Michael per i bambini. Come era stato durante quel periodo in cui era accusato, io volevo sapere.
"Michael sapeva, voglio dire assolutamente sapevo, senza dubbio, che il suo personale destino era quello di curare i bambini; era la sua vocazione. Ha visitato gli orfanotrofi di tutto il mondo, ne ha costruiti alcuni, ha costruito reparti per bambini negli ospedali, ha inviato dei medici nei Balcani e ha inviato perfino un Boeing 737 con forniture mediche a Sarajevo”.
“Michael amava i bambini, ha vissuto per i bambini. Erano la cosa più importante della sua vita, infatti, erano la sua ragione di vita. Tutto il lavoro di Michael è stata dedicato ai bambini, per i bambini del mondo o per il bambino in ognuno di noi. Neverland Ranch è stato dedicato ai bambini ed era sempre in costruzione. La sua somiglianza con Disneyland era intenzionale. Michael vedeva l’aiutare i bambini di questo mondo, come missione della sua vita. Ha viaggiato per il mondo, proteggendoli e contribuendo con una grande fortuna personale, a causa dei bambini. Era la sua vita ed era la sua ragione di vita. Potete immaginare che cosa sia stato per lui essere accusato di danneggiare i bambini?"
La storia che è stata raccontata di come Michael fece amicizia con una famiglia divorziata con un ragazzo con una diagnosi di tumore che li portò a Neverland (qui l’autrice confonde i casi Chandler/Arvizo, ndt), perché li c’erano bambini non guariti da tutti i tipi di problemi e ferite, e come sia venuto in contatto con il padre del ragazzo che credeva di essere un creativo e un drammaturgo dal talento non riconosciuto. Devastato da una malattia mentale e incline alle sue delusioni, il padre credeva che sarebbe diventato socio di Jackson nella sua casa di produzione pianificata, la “Lost Boys Productions”. Jackson, con un avviamento economico di 40 milioni di dollari dalla sua casa discografica, commissionò a Nordahl di disegnare qualche logo per il progetto. Prima che fosse trascorso del tempo, il padre del ragazzo si rese conto che non avrebbe mai potuto essere partner di Jackson nella joint venture, e chiese la metà dei soldi. Quando Jackson rifiutò, il resto diventò semplice: fare una denuncia e raccogliere 20 milioni di dollari stanziati per il cinema - la successiva passione di Jackson.
Purtroppo Jackson non ebbe mai avuto modo di realizzare il suo sogno di fare del cinema. La sua reputazione ne soffrì e alcuni penseranno sempre a lui come colpevole di un crimine quando il suo unico crimine era quello di essere "diverso". Ma i geni di solito sono spesso emarginati dai loro coetanei e dalla cultura. E possiamo immaginare, visti i tempi, che un po’ più di quello che è successo a Michael Jackson, era a sfondo razziale.
Ho fatto notare a Nordahl che il modello per le strutture a Neverland, includeva cascate che producevano ioni negativi che sono edificanti nel far sentire bene, e che doveva sapere molte cose sulle endorfine.
"Certo che lo sapeva, diffondeva musica per i fiori a Neverland, perché sapeva che li ha incoraggiava a crescere", ha risposto Nordahl, "Michael leggeva di continuo. Egli sapeva molto sul (processo) della guarigione; sapeva che la gioia e la delizia avevano un effetto sugli ormoni e sull'umore. Voleva che alcune delle strutture a Neverland fossero segrete in modo che i bambini che erano in visita, non sapessero in anticipo cosa avrebbero incontrato lì, in modo che ci fosse la gioia della sorpresa. Sapeva come trarre loro gioia e gliela faceva sentire ".
"Ma la magia di Michael era scomparsa. Michael amava la magia; l’aveva chiesta nei dipinti. Aveva visto il mondo in quel modo e lui volutamente lo guardava attraverso gli occhi magici di un bambino, perché lo preferiva (guardare così). E’ vero sentiva la perdita dell'infanzia, ma più di questo, a Michael piaceva vedere il mondo attraverso occhi vivaci non indottrinati e occhi nuovi, lui scelse così. Guardando con gli occhi dell’innocenza e attraverso una lente, ha permesso alla sua creatività di fluire liberamente e veementemente come un fiume. Quando sono arrivate le accuse, soprattutto l'ultima, il suo fiume di creatività era stato arginato e si prosciugò".
I media, nella frenesia, hanno usato Jackson per vendere i loro prodotti, con i titoli dei tabloid, con immagini rubate e poco lusinghiere. Prese ad indossare una maschera per scoraggiarli. Sono state fatte delle fortune su storie romanzate e biografie non autorizzate da parte di persone che non lo hanno mai incontrato o conosciuto, ma che erano solo ai margini della sua orbita.
I detrattori più volgari di Jackson, erano spesso i più colpevoli nell’usare Jackson a cavalcare l'isteria che lo circondava, per lanciare e sostenere le carriere "riportando" sulla vita di Michael Jackson. Quelle stesse persone sapevano che lo scalpore vende e consapevolmente hanno contribuito. Sono andati a rimorchio anche con la sua morte, nel rivisitare ogni volta i reati di fronte ad una telecamera, nel rivendicare il “guilty” di quel giorno, a dispetto di una montagna di prove contrarie e un verdetto di non colpevolezza (14 capi d’accusa). Non possono permettersi di essere esposti per la loro prepotenza nel modo in cui ostinatamente occupano la loro posizione. Lo hanno maltrattato per il colore della sua pelle più chiara per la malattia della Vitiligine, la paternità dei suoi figli, nonostante le adozioni e i metodi moderni della fecondazione per le coppie incapaci di concepire, per i suoi interventi in una cultura che venera i giovani e rifugge i “rockers attempati”. Risorse finanziarie e un piano razzista spiegano molto, perché Jackson è nato e cresciuto in una cultura razzista e ha sposato donne bianche. Il resto si spiega con l'ego che: vede le persone non come sono, ma da cosa stanno facendo.
"Alcuni hanno chiamato Neverland come una calamita per un bambino", mi ha ricordato Nordahl. "E lo era davvero, era intenzionale. Ma Michael non aveva un piano che loro dicevano che lui avesse, il suo piano non è mai stato far del male ai bambini; il suo piano era solo di portare la gioia e la magia ai bambini, e l’ho visto farlo per 20 anni. Lo stesso Michael aveva una sorta di attrazione magica. I bambini lo seguivano. Una volta eravamo in un negozio “Toys-R-Us” dove Michael acquistava dei giocattoli per i bambini, mi sono girato per trovare un mare di ragazzi che ci seguivano. E Michael era travestito".
"La gente ha detto che era un recluso, no non lo era. Lui ha solo sempre attirato le folle. C'era qualcosa in lui; guardare la gente che piombava su di lui era come guardare un’onda che si infrangeva sulla riva. Aveva esperienza nell’uscire velocemente con un qualsiasi capo di abbigliamento, perché la gente intorno a lui entrava in una sorta di frenesia. Poteva uscire vestito più veloce di chiunque altro io abbia mai visto."
Nordahl ricorda anche della solitudine che ha sofferto Michael.
"Prima e durante il processo si sentiva abbandonato. Veniva condannato dal tribunale della opinione pubblica e lui era preoccupato di ottenere un processo equo. Si preoccupava di quello che sarebbe accaduto ai suoi figli se fosse andato in prigione. Aveva problemi a dormire. Noi stavamo nella casa sul mare di un amico e gli dissi che se non riusciva a dormire, di scendere e di venirmi a trovare. Era preoccupato che mi avrebbe tenuto sveglio, ma non mi dispiaceva; sapevo che era solo e preoccupato. Abbiamo passato molte ore a parlare e, talvolta, camminando sulla spiaggia, si aspettava l'alba. Non riusciva a dormire. Quando togli la ragione di vita a qualcuno, il motivo della sua vita, cosa rimane? "
Volevo sapere se David Nordahl era rimasto a guardare il processo.
"Certo, è difficile perché si sa che hanno dovuto farlo su Michael. Vorrei che il mondo potesse conoscere il vero Michael. Michael ha sempre detto che se si parla del bene che hai fatto in tutto il mondo, si annulla il beneficio del dono, ecco perché fu molto privato nel suo lavoro umanitario. Nessuno potrà mai sapere quanto ha fatto per questo mondo e per i bambini. Il mondo non saprà mai che cosa ha perso perché hanno sottratto Michael dal suo lavoro e non solo, lo hanno privato del suo futuro, ma lo hanno privato a tutti noi. "
www.huffingtonpost.com/rev-barbara-kaufmann/michael-jackson-trial_b_1093...
"Hanno mangiato la mia anima ma non importa, io ho milioni di anime, quelle dei miei fans" (1995 Michael Jackson)