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Il Cirque Du Soleil in questi anni ha realizzato alcuni progetti incentrati sui miei artisti preferiti: Love (Beatles), Viva Elvis (Elvis Presley) e Immortal (Michael Jackson). Tutto ebbe inizio nel 2006 con Love, un superbo remix album realizzato da George Martin, storico produttore dei Fab4, che rese la musica dei Beatles ancor più appetibile per le giovani platee. Un calderone di medley, mash-up, take alternative e tante sorprese, anche per i fan più accaniti come il sottoscritto. Fu poi la volta di Viva Elvis, che mi conquistò meno, ma che ricalcava la formula vincente di Love. Immortal è probabilmente il progetto più rischioso e ambizioso fino ad oggi.
La tracklist presenta innumerevoli hit di Michael Jackson e dei Jackson 5, senza dimenticare alcuni pezzi considerati minori (This Place Hotel, Gone Too Soon, Is It Scary?, Dangerous) che meritano finalmente di essere conosciuti ai più.
I momenti più interessanti sono This Place Hotel, Dangerous, Smooth Criminal e Jam, caratterizzate da una forte presenza di effetti speciali, proprio come nelle esibizioni live di Michael. In Childhood notevole l'utilizzo di alcuni estratti dal discorso tenuto durante la premiazione ai Grammy Awards del 1993. Il medley più riuscito è quello di paura (Is It Scary/Threatened/Thriller), probabilmente per un fatto di sonorità e tematiche simili. Con il Medley dei Jackson 5, I'll Be There (solo piano e voce), Man In The Mirror e Remember The Time (con incursioni di Bad) rimaniamo su alti livelli.
I momenti meno riusciti o dimenticabili sono invece Wanna Be Startin' Somethin', Dancing Machine e tutti quei brani stravolti a favore di un sound più moderno, truzzo e discotecaro, che sotterrano lo spirito originale dei suddetti. Il segmento del mimo (The Way You Love/Another Part Of Me) poteva tranquillamente essere tralasciato, rivelandosi esageratamente confusionale. Il medley Speechless/Human Nature sfortunatamente dona pochissimo spazio a Speechless (presente solamente la parte finale a cappella) che poteva finalmente trovare il suo momento di gloria. Con Beat It e Scream il lavoro non è stato il massimo, in quanto i due pezzi rimangono decisamente sottotono. They Don't Care About Us non è pessima, ma ha una produzione troppo massiccia che è disturbante (ottimi però i cori gospel introdotti alla fine). Il megamix lo trovo semplicemente irritante.
Il disco, nel complesso, non delude e anzi dona una nuova splendente luce ad alcune canzoni, mentre ridicolizza altri brani cardine della produzione jacksoniana. Superiore a Viva Elvis, anche per una mole più consistente di brani rivisitati, ma lontano anni luce dal capolavoro beatlesiano Love. Speriamo in un DVD dello spettacolo o direttamente in qualche tappa italiana del Cirque Du Soleil. |