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[Nuovo Libro] Americani Sullivan J. Jeremiah

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    00 28/02/2014 17:21
    Indagine letteraria sul vero volto di Jackson e altri misteri pop





    In questo libro tutto è stato visto, ascoltato, e soprattutto vissuto, non c'è nulla di inventato. Le storie della gente comune, i segreti di celebrità inarrivabili e di oscure personalità del passato, i dettagli di eventi apocalittici che travolgono il territorio e le persone. Scrittore e reporter errante, Sullivan ci presenta vicende e personaggi che sfiorano l'incredibile: da Constantine Rafinesque, eccentrico genio del diciottesimo secolo che inventò dal nulla la preistoria del nuovo mondo falsificandone le prove, a Mister Lytle, un anziano e stravagante letterato simbolo di un'epoca ormai trascorsa. Da un festival di "rock cristiano" frequentato da migliaia di devoti e giovanissimi fan, alle serate trascorse in Florida a chiacchierare con i protagonisti di un reality televisivo che sfruttano la loro declinante celebrità in tour di discoteche e locali minori. Sullivan indaga gli anni formativi di due grandi star della musica pop, Michael Jackson e Axl Rose dei Guns N' Roses, poi si sposta sulla costa del Golfo durante l'uragano Katrina e si spinge fino in Giamaica a scovare l'ultimo musicista della band di Bob Marley. Da queste storie, da questi reportage, emerge un ritratto inconsueto di un paese che a partire dall'Undici Settembre, dopo i fallimenti della politica estera, con il declino progressivo della propria influenza sul mondo, è cambiato in modo radicale.



    www.ibs.it/code/9788838931123/sullivan-j-jeremiah/americ...


    L'editor della Paris Review rinnova l'arte del reportage in forma di racconto con pagine intense su star, bizzarri ricercatori, mega-festival di rock cristiano e Disney World





    Credete di conoscere Michael Jackson? Beh, forse il reportage Michael di John Jeremiah Sullivan, incluso in Americani (Sellerio, pagg. 316, euro 16), potrebbe fornirvi qualche nuova informazione.

    Ad esempio, non si capisce il divo senza conoscere Prince Screws, schiavo delle piantagioni di cotone dell'Alabama. Dopo la Guerra civile, divenne fittavolo. Suo figlio Prince Screws Jr acquistò una fattoria. Il figlio del figlio, Prince Screws III, andò a vivere in Indiana, e trovò lavoro come inserviente sui treni. Ebbe due figlie: Kattie e Hattie. Kattie mise al mondo dieci pargoli. L'ottavo era Michael. Quando quest'ultimo chiamò Prince uno dei suoi figli, la stampa e le tv si misero a ridere: che bizzarro megalomane quel Jackson! La storia era diversa. «Tra tutte le cose che rendono inconoscibile Michael - scrive Sullivan -, pensare di conoscerlo è forse la più ingannevole». Un demo casalingo, registrato dai fratelli Randy e Janet, conserva la vera voce di Michael: roca, maschile. Su quel nastro, si sente Jackson arrivare al falsetto per gradi, con un certo sforzo, prova dopo prova. Presto l'artificiale diventerà la sua vera natura. Al punto che gli amici come Liza Minnelli testimoniano che la voce profonda talvolta sbucava fuori ma «solo nei momenti in cui non era se stesso». Quanto al suo interesse per i bambini, è difficile immaginarlo privo di una dimensione erotica, ma non è scontato che sconfinasse nel criminale. Sullivan ci mette sotto gli occhi una serie di fatti e due profili psicologici diversi: il pedofilo attivo e il divo rimasto congelato nell'adolescenza. Entrambi plausibili. A ciascuno il suo.

    Il libro di Sullivan, editor della Paris Review, si inserisce felicemente nella lunga tradizione del new journalism, ormai vecchia di cinquant'anni e passa, ma ancora vivace negli Stati Uniti. Qui in Italia va di gran moda qualcosa di molto simile, sotto l'infelice e più ampia definizione di faction. Eppure, misteriosamente, non esistono riviste, inserti, giornali disposti a investire in questo ibrido tra letteratura e romanzo. Forse perché costa, e quasi sempre preferisce interrogarsi su fenomeni di lunga durata, tralasciando, solo all'apparenza, la stretta attualità. Peccato, forse ci siamo persi i nostri James Agee, Gay Talese, Tom Wolfe, Norman Mailer, Truman Capote, Hunter S. Thompson, Michael Herr, Denis Johnson, William Vollmann, David Foster Wallace, Jonathan Littell. Giusto per fare i primi nomi che vengono in mente.

    Il filo conduttore degli articoli di Sullivan potrebbe essere la riscoperta, a vantaggio del pubblico delle grandi città, dell'immensa provincia americana. Axl Rose, il leader dei Guns N' Roses, non sarebbe mai diventato l'icona rock che fu negli anni Novanta se non fosse «venuto dal niente», cioè da Lafayette nell'Indiana. Rintracciati i suoi amici di scuola, Sullivan ci descrive un Axl grottesco, rozzo, a volte stupido. La sua cultura non prevedeva l'ironia e questa fu la sua arma vincente. Mentre il rock «alternativo» prendeva una deriva snob, condannandosi all'irrilevanza, lui credeva nel suo ruolo: e i Guns N' Roses divennero imprescindibili. Furono loro a rendere possibili i Nirvana. Musica e televisione hanno un ruolo predominante nel libro, che racconta anche il Creation Festival, il più grande festival di rock cristiano, o la vita delle star di Real World, la trasmissione di Mtv che fu l'incubatrice di tutti i reality show a venire.

    Provincia, però, vuol dire anche altre cose: famiglie in pellegrinaggio a Disney World, un luogo di profondo struggimento dove sopravvive (a stento) «l'idea condivisa dell'America come fantasia capitalista»; letterati del Sud «superati» dalle mode come Andrew Lytle, per anni anima della rivista Sewanee Review, mentore di Flannery O' Connor, uno dei primi a pubblicare Cormac McCarthy; università periferiche in cui si nascondono i profeti del futuro prossimo dell'umanità. Come quelli che studiano, a Centerbrook, nel sud dell'Ohio, l'incredibile velocità alla quale evolvono animali e piante, a causa dell'aumento delle temperature e della vicinanza sempre maggiore dell'uomo. Sarà un caso che si siano moltiplicate le aggressioni, in tutte le parti del mondo, da parte di specie un tempo ritenute innocue?

    Il pezzo di bravura di Sullivan, però, è dedicato al fratello Worth, rocker fulminato da un microfono e rimasto a lungo in coma. Risvegliatosi per miracolo, Worth riscopre il mondo con spontaneo candore. «Avevo sempre dato per scontato - scrive l'autore -, come un Hobbes da quattro soldi, che il centro del cervello, se mai si potesse trovare, fosse un luogo inevitabilmente molto oscuro, che tutto ciò che è buono e bello della condizione umana sia un risultato dei nostri sforzi contro tutto ciò che è innato, contro la natura fisica. Mio fratello mi fece cambiare idea». Il «centro del cervello» era «addirittura un posto poetico. Aveva toccato la morte, o la morte aveva toccato Worth, ma la cosa non aveva reso meno interessante la vita».

    www.ilgiornale.it/news/cultura/indagine-letteraria-sul-vero-volto-jacko-e-altri-misteri-pop-996...


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    Antonella-60
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    00 28/02/2014 18:17
    Credo che sia tutto qui quello che riguarda MJ
    www.gq.com/entertainment/music/200909/john-jeremiah-sullivan-remembering-michael-jackson...




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    LOREMJ
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    00 28/02/2014 21:33
    Però,prima dice
    In questo libro tutto è stato visto, ascoltato, e soprattutto vissuto, non c'è nulla di inventato

    e poi nella descrizione della parte di MI dice

    Sullivan ci mette sotto gli occhi una serie di fatti e due profili psicologici diversi: il pedofilo attivo e il divo rimasto congelato nell'adolescenza. Entrambi plausibili. A ciascuno il suo.

    uno,anzi due profili psicologici sulla stessa persona mi sembrano niente di certo e sicuramente delle interpretazioni personali,
    quindi non sò cosa pensare...
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    Neverland1973
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    00 28/02/2014 23:36
    Mah...non so neanche io cosa pensare anche su Axl Rose che ho amato tantissimo negli anni novanta...
    Facciamo che leggo tutto con calma e ci rifletto ancora su... [SM=x47980]
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    Dangerous89
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    00 28/02/2014 23:49
    spazzatura [SM=g27826]
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    ornellamj
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    00 01/03/2014 01:17
    Re:
    Antonella-60, 28/02/2014 18:17:




    se qualcuno potesse tradurlo glie ne sarei grata... [SM=g2927039]


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    Neverland1973
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    00 01/03/2014 20:44
    No, non mi piace, non sono d'accordo su come definisce sia Michael che Axl Rose...e non perchè voglio fare la fan fanatica che non accetta critiche mosse ai suoi beniamini, ma perchè non amo di mio avere tra le mani libri simili...
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    (Miss Piggy)
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    00 10/03/2014 01:06
    Mmmm, non so se quanto riportato nel vecchio link di Gq da Antonella-60 corrisponda a tutto quanto è nel libro: ho letto che alcuni dei saggi sono stati rimaneggiati, prima di finire nel libro, ma non so quali. L'articolo di Gq lo lessi all'epoca e ne ricordo poco, dovrei riguardarlo...
    Quindi non sono neppure certa che il profilo di MJ sia davvero negativo: su Repubblica di oggi (meglio, di ieri ormai, il 09/03) c'è una recensione in cui si dice "si va dal ritratto quasi commosso del genio da bambino (e del genio coi bambini)di Michael Jackson.... ": non credo il recensore intenda che era un genio a circuire i bambini per loschi scopi...forse son quelli del "Il Giornale" che si son presi delle libertà??
    Boh, a me incuriosisce, ma prima di comprarlo vedo se riesco a sbirciarlo in libreria.
    Paraculissima la Sellerio che ha messo MJ in copertina, comunque [SM=g27823] : nella versione originale non c'era nessuno dei personaggi di cui tratta il libro.
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    (Miss Piggy)
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    00 24/04/2014 19:02
    Re: Re:
    ornellamj, 01/03/2014 01:17:



    se qualcuno potesse tradurlo glie ne sarei grata... [SM=g2927039]






    Magari l'hai già fatto anche tu, ma io solo ieri me lo son trovato davanti in libreria (e sinceramente mi ero anche scordata della sua uscita [SM=g27828] ) e, da quel che ho sbirciato, mi sento di confermare che è la traduzione dell'articolo di Gq di settembre 2009. Non escludo abbia ritoccato qualche parte, visto che sono ca 20 pagine e l'ho spulciato qua e là.
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    ornellamj
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    00 24/04/2014 23:21
    Re: Re: Re:
    (Miss Piggy), 24/04/2014 19:02:




    Magari l'hai già fatto anche tu, ma io solo ieri me lo son trovato davanti in libreria (e sinceramente mi ero anche scordata della sua uscita [SM=g27828] ) e, da quel che ho sbirciato, mi sento di confermare che è la traduzione dell'articolo di Gq di settembre 2009. Non escludo abbia ritoccato qualche parte, visto che sono ca 20 pagine e l'ho spulciato qua e là.



    grazie Miss [SM=g27823]
    nelle librerie qui non l'ho ancora visto, mentre sono rimasta piacevolmente sorpresa di trovare ancora Dancing the Dream in ristampa.

    comunque, a conti fatti, questo libro di Sullivan non mi attira.