CIAO!! Woow sono riuscita a trovarla!! all'epoca ricordo che i fogli si erano sgualciti quindi decisi di trascriverla sul pc!! Ho formattato da poco il pc e pensavo che fosse andato perso il file, invece l'avevo salvato
VE la posto!!
DISCORSO DI INTRODUZIONE di OPRAH WINFREY:
Pensavo che ci sarebbero stati alcuni lama che avrebbero attraversato le stanze e forse un paio di scimpanzè che avrebbero saltato qua e là, ma mi sono completamente sbagliata. Ci sono molte zone straordinarie in questo ranch di 11 kmq che nei prossimi 90 min. avrete occasione di vedere. Ma dove Michael Jackson dorme, mangia e vive è semplicemente una dimora meravigliosa. C'è una grande biblioteca con libri classici rilegati in cuoio. Sui muri ci sono dei quadri di valore artistico. Praticamente niente di tutto quello che ci saremmo aspettati. Prima di incontrare l'uomo che abita qui, è importante sapere da dove viene, perché la sua storia ha semplicemente dell'incredibile.
COMMENTO AL FILMATO
Michael è il settimo di nove figli nati a Gary nell' Indiana, da una famiglia di colore. Il padre Joseph lavorava in un'acciaieria, la madre si chiama Catherine. Sembra che la famiglia Jackson si sia avvicinata alla musica in seguito alla rottura del televisore. Da quando sono saliti sul palcoscenico la loro strada per il successo è stata segnata.
Tutto ciò iniziò in un posto che si chiama MOTOWN. Dal primo video nel quale si vedono i Jackson durante l'audizione alla Motown, si riconosce subito l'impronta che James Brown ha dato al giovane Michael. La rappresentazione dei ragazzi in quel giorno ha stupito non pochi dipendenti della ditta, che si sono fermati a guardare. Il padrone della Motown Berry Gordy ha subito riconosciuto che aveva a che fare con dei grandi talenti.
Fù l'inizio di una carriera che stabilirà tutta una serie di record che conosciamo. Le prime 4 canzoni andarono subito ai primi posti delle classifiche. Quei ragazzi erano straordinari ed il ragazzino davanti aveva dell'incredibile. Per la famiglia Jackson la vita cambiò in una notte. La sera prima erano degli sconosciuti ed il giorno dopo delle Superstar. La loro vita era piena di concerti, apparizioni televisive, ma era il piccolo Michael che attirava maggiormente le attenzioni su di sé. In seguito diventò una star per conto suo e portò sul mercato un successo dopo l'altro e tutto diventava oro.
Col passare degli anni la fama dei Jackson diventò sempre più grande e non cambiò neppure quando i ragazzi crebbero. Chi avrebbe potuto immaginare cosa serbava il futuro per il giovane Michael.
-Cosa succederà quando la tua voce cambierà?
-Resterò come sono!
-Continuerai a cantare?
-Sì !
intervista
O - Signore e Signori, MICHAEL JACKSON !
O - Sei nervoso ora?
M - Quanto cosa ?
O - Quanto sei nervoso ora?
M - Non sono nervoso per niente!
O - Veramente?
M - Io non sono mai nervoso.
O - Neanche in occasione della tua prima intervista dopo 14 anni, che viene trasmessa "live" in tutto il mondo?
M - No.
O - Ok, ho pensato che saresti stato un po' nervoso, ma se tu non lo sei, non lo sono neppure io. Prima che inizi l'intervista vera e propria vorrei rassicurare i telespettatori che quando ci siamo accordati per questa intervista, tu ti sei dichiarato d'accordo per rispondere a tutte le mie domande e che nessuna domanda è stata preparata prima. Questo è quanto volevo chiarire.
M - Sì, questo è proprio vero!
O - Ti abbiamo osservato durante la rappresentazione del video di quando eri bambino, ti ha fatto venire in mente dei ricordi?
M - Sì, mi è venuto da ridere. Questo materiale non lo vedevo da tanto tempo ed ha richiamato in me tanti ricordi. Io e i miei fratelli che amo molto ... sono stati momenti molto belli per me.
O - Ho visto come ridevi quando hanno fatto vedere la canzone: Baby, Baby!
M - Sì, penso che James Brown sia un genio e con il suo gruppo era straordinario. Lo osservavo sempre alla televisione e mi arrabbiavo sempre molto con il cameraman. Quando James Brown iniziava a ballare inquadravano sempre da vicino la sua faccia e non facevano vedere i suoi piedi. Ho sempre pestato con i piedi e gridavo: ma fai vedere i suoi piedi!
O - Inoltre chi ti piace?
M - Jackie Wilson, che ho sempre ammirato come intrattenitore, il genere musicale della Motown, i Bee Gees, che erano brillanti, amo la musica formidabile.
O - Quando guardo le registrazioni che ti riguardano, e per preparare questa intervista devo aver visto tutto quanto era possibile, dunque, quando le guardo, specialmente quelle dei primi anni, sembra che tu sul palcoscenico ti svegli in una nuova vita. Succede qualcosa in te. Quando eri bambino eri così felice anche quando eri sul palcoscenico?
M - Il palcoscenico per me era la mia casa. Era il posto dove mi sono sempre trovato meglio ed è così anche ora. Quando scendevo dal palcoscenico era sempre molto triste.
O - Veramente?
M - Sì!
O - Perché eri triste?
M - Ero solo e così ero sempre triste, dovevo combattere con la mio popolarità che mi schiacciava. Ci sono stati tempi anche favolosi, con i miei fratelli, quando abbiamo fatto le lotte con i cuscini, ma ho sempre pianto di solitudine.
O - Veramente? Quando hai incominciato?
M - Ero ancora molto piccolo, forse avevo 8 o 9 anni.
O - Allora le cose viste dall'interno erano completamente diverse da quelle che apparivano dall'esterno. Mi ricordo quando ero piccola e volevo sposare Jackie Jackson, tuo fratello. Per noi eravate la cosa più fantastica, tutti avrebbero voluto avere quella vita!
M - Ma è anche una vita meravigliosa! Si viaggia attraverso tutto il mondo, si vedono cose meravigliose, si incontrano persone, è semplicemente stupendo, ma c'è anche il rovescio della medaglia. Ma io non mi lamento! Bisogna fare molte prove e bisogna sacrificare il proprio tempo e se stessi.
O - Ho parlato recentemente con Suzanne de Passe. Quando eravate alla Motown avete lavorato molto insieme, vi ha portato in forma, ha cercato i vostri costumi. Suzanne mi ha detto alcune cose interessanti riguardo la tua infanzia. Abbiamo discusso sul fatto se tu avessi veramente perso la tua infanzia. E' stato così?
M - Sì, ora lo riconosco, e l'ho riconosciuto anche allora. Prima ricevevamo lezioni da un insegnante privato per 3 ore e poi andavamo subito nello studio di registrazione. Lì lavoravamo per ore ed ore fino a quando veniva l'ora di andare a dormire. Mi ricordo che per andare negli studi passavamo da un parco e c'erano sempre dei bambini che giocavano, che lottavano tra di loro e facevano baccano e io piangevo ed ero triste perché dovevo andare a lavorare.
O - Ascoltiamo cosa ha detto Suzanne di te. Abbiamo anche un po' di immagini di quando eri piccolo.
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FILMATO:
- Descrivici le tue impressioni.
- Quello che faccio?
- Sì
- La maggior parte delle canzoni hanno un ritmo veloce.
- Sì, ma tu che impressioni hai?
- Quello che canto lo provo anche, non lo canterei, se non lo prendessi seriamente.
Suzanne - Quando ho conosciuto Michael aveva 9 anni e doveva compierne 10. Era un piccolo bambino, è andato sul palcoscenico ed è diventato una Superstar. Ha perso la facoltà di essere un bambino quando aveva 12/13 anni. Non poteva andare da nessuna parte senza guardie dl corpo, senza limousine. Non poteva andare neppure al parco, giocare con altri bambini o semplicemente andare al cinema. Aveva bisogno sempre di qualcuno che lo proteggesse dal suo successo. Penso che abbi pagato un prezzo molto alto.
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O - Suzanne ha detto che hai pagato un prezzo molto alto. Vorrei sapere quanto è stato alto per te perdere la tua infanzia e vivere in quel modo.
M - Non si possono fare le cose che fanno gli altri bambini. Le cose più semplici, che si ritengono più logiche. Avere degli amici, fare delle feste. Tutto questo per me non c'è stato. Non ho avuto amici, solo i miei fratelli.
O - Non so, da bambina avevo i miei giocattolo, le mie bambole, ogni bambino ha il suo angolo segreto dove può rintanarsi e vivere il suo mondo di bambino, di fantasia infantile. Potevo farlo anche tu?
M - No, e perciò penso che poiché non l'ho mai avuto, ora cerco di compensare la cosa. Le persone mi chiedono sempre perché mi circondo di tanti bambini. Quello che non ho avuto allora, lo trovo ora nei bambini, a Disneyland, nei parchi di divertimenti, nei videogames. Tutte queste cose mi piacciono molto. Perché quando ero piccolo c'era solo tempo per lavorare, dalla mattina alla sera. Andavamo da un concerto all'altro, e quando non era un concerto erano gli studi di registrazione, le apparizioni televisive, le interviste, le sessioni fotografiche ... c'era sempre qualcosa da fare.
O - Hanno detto che sei un'anima adulta in un piccolo corpo.
M - Sì, questo l'ho sentito spesso. Altre persone hanno anche detto che sono un nano di 45 anni. Questa storia l'ho sentita in ogni parte dove sono stato. Ma io non ci ho mai pensato. Quando le persone mi chiedono: quando eri piccolo ed hai incominciato a cantare sapevi come eri bravo? Io rispondo sempre che non ci ho mai pensato. Io lo facevo e mi veniva semplicemente naturale.
O - Ed eccoti qua come Michael Jackson. Quello che ha alle spalle numerosi successi e che ha pianto perché non poteva essere come gli altri bambini.
M - Io amavo il mondo musicale ed il suo bisness e lo amo ancora, ma ci sono momenti nei quali vorresti essere uno sconosciuto e fare le cose che fanno le persone normali. Questo mi ha reso triste, perché io non le potevo fare. Una volta dovevamo andare in Sudamerica, le valige erano già pronte e tutti erano in macchina con i motori accesi e mi aspettavano. Io mi sono nascosto e ho pianto, perché non volevo andare, volevo andare a giocare.
O - Quando hai attirato tutta l'attenzione su di te i tuoi fratelli sono diventati gelosi?
M - No.
O - Non hai mai sentito la loro invidia?
M - No, loro erano sempre contenti che io sapessi fare determinate cose. No, non ho mai avuto l'impressione che fossero gelosi.
O - Pensi che siano gelosi ora?
M - No, non penso.
O - Che rapporti hai con la tua famiglia, siete ancora molto uniti?
M - Io amo la mia famiglia e desidero solo vederla più spesso. Ma poiché siamo una famiglia di spettacolo e dobbiamo lavorare, abbiamo stabilito un giorno per la famiglia. Ci troviamo da Jermain, da Marlon o da Tito. Ci riuniamo tutti, ci divertiamo, parliamo e ci raccontiamo le ultime novità.
O - Non sei arrabbiato con LaToya per quanto ha scritto nel suo libro sulla vostra famiglia?
M - Non ho letto il libro di LaToya. So solo che amo mia sorella e l'amerò sempre. Io la conosco solo come l'allegra, affettuosa LaToya, con la quale sono cresciuto. Perciò non posso rispondere.
O - Ritieni che tutte le cose che ha scritto siano vere?
M - Non posso rispondere, Oprah, veramente. Io non ho letto il suo libro, è la verità!
O - Bene, torniamo indietro nel tempo, a quando avevi tutte quelle sensazioni di smarrimento, quando non c'era nessuno che giocava con te se non i tuoi fratelli. Veramente non hai potuto fare una festa?
M - No, mai.
O - Mi domando, tu eri quel bambino meraviglioso, tutti venivano da te, volevano pizzicarti le guance e dicevano quanto eri carino. Eri praticamente un bambino prodigio. Come ha influito il diventare grande, come hai vissuto il periodo nel quale si ride di tutto. Quando sei entrato in quella fase della vita, nella pubertà, poiché eri già una Superstar, è stato per te un periodo particolarmente difficile?
M - Sì, molto, molto difficile. Ogni bambino prodigio soffre in questa fase. Non sei più quel bambino carino, tutti vorrebbero che fossi rimasto com'ero per sempre.
O - Tutti chi ?
M - Il pubblico. La nature segue il suo corso. Avevo un'acne terribile, il mio aspetto era terribile ed io non mi guardavo allo specchio. Sono diventato molto timido e non volevo più guardarmi allo specchio.Mi lavavo la faccia al buio. Mio padre mi prendeva in giro ed io odiavo tutto ciò e piangevo ogni giorno.
O - Tuo padre ti prendeva in giro?
M - Sì, diceva che ero brutto.
O - Te lo diceva veramente?
M - Sì.
O - Com'è il rapporto con tuo padre ora?
M - Io amo mio padre, ma non lo conosco.
O - Sei arrabbiato con lui per quello che ha fatto. Penso che sia stato crudele!
M - Sono arrabbiato con mio padre? (pensando)
O - Poiché è già abbastanza difficile accettarsi senza che i genitori continuino a dirti che sei brutto.
M - Sono arrabbiato con lui? ... Sì, a volte sì, ma non lo conosco come vorrei. Mia madre è meravigliosa, fantastica, per me è perfetta. Ma mi auguro di poter capire mio padre.
O - Parliamo della tua adolescenza. Sono stati gli anni nei quali ti sei ritratto in te stesso. Per 14 anni non hai più parlato al mondo. Credo che la tua ultima intervista alla televisione risalga a 14 anni fa. Sei praticamente diventato un eremita. L'hai fatto di proposito? Volevi proteggerti?
M - Ho pensato che non avevo niente di importante da dire. E poi per me sono stati anni veramente tristi.
O - Perché eri così triste? Ti abbiamo visto sul palcoscenico, hai ricevuto i tuoi Grammy, allora perché questa tristezza?
M - Ci sono molte tristezze nel mio passato. La mia crescita, mio padre ... tutte queste cose mi hanno reso molto triste.
O - Tuo padre ti prendeva in giro, ma ti ha anche picchiato?
M - Sì.
O - Certo è difficile venir picchiati e poi dover salire sul palcoscenico per cantare. Perché ti picchiava?
M - Mi rimproverava di essere triste. Era molto autoritario, severo. Con me era molto duro. Un suo sguardo ed avevo paura.
O - Avevi molta paura?
M - Sì, molta. Ci sono stati dei momenti in cui solo a vederlo stavo male. Quando si avvicinava avevo gli urti di vomito.
O - Da bambino o da adulto?
M - In entrambi i casi. Non mi ha mai sentito dire queste cose. Per favore papà non te la prendere (sorride e guarda un po' preoccupato nell'obiettivo)
O - Penso che ognuno è un po' responsabile di quello che fa nella vita ed anche tuo padre deve subirne le conseguenze.
M - Sì, ma lo amo e lo perdono !
O - Ma è proprio possibile perdonare? Con quello che ti ha fatto passare?
M - Io lo perdono. Comunque vengono dette così tante fesserie sul mio conto e sono tutte bugie ed è di queste cose che voglio parlare ore. La stampa diffonde così tante storie su di me che sono completamente inaccettabili, così lontane dalla realtà. Mi sono accorto che più si racconta una bugia, più la si ascolta, più presto si crede ad essa. Se la bugia viene raccontata abbastanza spesso la gente la prende per vera. Sono così terribili le cose che raccontano su di me e sono tutte false !
O - Dopo l'intervallo le prenderemo in considerazione una ad una.
M - Sì Oprah, fai passare tutta la lista, tutta la lista!
O - Quando torneremo, passeremo tutta la lista e chiariremo la verità, così ti sentirai liberato.
O - Prima dell'intervallo Michael ci ha raccontato come è stato crescere come Michael Jackson. Ci ha raccontato che suo padre lo picchiava ed io sono sicura che è la verità, anche se non l'abbiamo controllata. Quando è arrivato l'intervallo stavamo parlando di tutte le dicerie che ci sono al suo riguardo. Ce ne sono così tante, che per non dimenticarle le ho elencate. Cosa che in genere non faccio mai. Allora per prima cosa, quando un po' di tempo fa sono venuta nella tua casa per preparare l'intervista, per l'illuminazione ecc... quando tu non eri in casa, ho visitato tutto, anche il piano di sopra, ma non ho trovato nessuna camera ad ossigeno!
M - Questa è una storia completamente pazza. La stampa scandalistica scrive certe cose che sono completamente inventate.
O - Va bene, ma tu sei draiato in qualche cosa. Da dove arriva e com'è iniziata tutta la storia?
M - Mentre giravo lo spot pubblicitario per la Pepsi Cola, sono rimasto ustionato. Ci siamo messi d'accordo per un risarcimento di alcuni milioni, che ho messo completamente a disposizione del Michael Jackson Burn Center, una clinica specializzata per ustioni. Io mi sono guardato l'apparecchiatura, l'ho toccata, volevo avere un'impressione più precisa, perciò mi sono sdraiato dentro. Nel frattempo qualcuno ha scattato una fotografia. Quello che puoi ha sviluppato la foto, mi ha riconosciuto, si è fatto una copia ed ha distribuito la foto in tutto il mondo abbinata a quella bugia. E' tutto falso. Non riesco a capire perché la gente compra certi giornali! E' tutta una bugia! Al riguardo vorrei dire che non bisogna giudicare una persona, se non si è parlato personalmente con la stessa e non bisogna giudicare una persona solo basandosi sulle dicerie, che sono sempre false.
O - Sì, ma quella storia sembrava avesse le gambe!
M - Certo, (ridendo) ma perché avrei dovuto mettermi in un simile apparecchio?
O - Si diceva che ti mettevi in quell'apparecchio per non invecchiare!
M - (sempre ridendo) Questa è una idiozia bella e buona, che si sono inventati e per me è imbarazzante. Sono disposto a perdonare, sono disposto a perdonare tutti, perché mi hanno insegnato ad amare le persone e a perdonare e questo desiderio è nel mio cuore, ma vi prego, non credete più a queste pazze e ridicole storie!
O - Va bene, lasciamo perdere. Hai comprato o cercato di comprare lo scheletro dell'uomo elefante?
M - No, questa è un'altra di quelle stupide storie. Io amo la storia dell'uomo elefante, perché mi ricorda me stesso. Mi potevo ritrovare nella sua storia ed ho anche pianto, ma non ho mai cercati di comprare le sue ossa, cosa avrei dovuto farmene? (ridendo e scuotendo la testa)
O - Da dove arriva allora questa storia?
M - Qualcuno inventa una storia e gli altri dovrebbero crederla. Se una bugia viene raccontata abbastanza spesso si incomincia a crederla.
O - Uno dei tuoi avvocati durante una conferenza stampa ha raccontato che per fare uno spot pubblicitario nel quale appari da bambino, hai preteso un bambino bianco.
M - (sospirando) E' semplicemente una stupidaggine! E' la storia più ridicola e terribile che abbia mai sentito. E' pazzesco! Quel bambino doveva rappresentare me da piccolo, perciò perché avrei dovuto pretendere un bambino bianco? Io sono un americano negro, sono orgoglioso di essere un negro americano, son orgoglioso della mia razza, sono orgoglioso di ciò che sono, in me c'è tanto orgoglio e tanta dignità. E' come se un orientale dovesse rappresentare te da bambina. Ha senso? Allora gente, smettetela di credere a queste terribili storie!
O - Ora arriviamo a quello che si discute di più sul tuo conto. Si tratta del colore della tua pelle. La tua pelle è senza dubbio diversa da come era quando eri piccolo. Al riguardo ci sono state speculazioni e si sono raccontate tante storie controverse. Cosa hai fatto o cosa stai facendo per schiarire la tua pelle? La tua pelle è più chiara perché non eri volentieri un negro?
M - Per prima cosa vorrei chiarire che per quanto ne so è impossibile schiarire la pelle. Non ho mai visto una cosa simile e non so come sia.
O - Sì, ma ci sono state tante storie al riguardo, che ti schiarisci in continuazione la pelle e che perciò ti circondi di 300.000 galloni di medicinali!
M - La situazione è la seguente: io soffro di una disfunzione della pelle. La pigmentazione della pelle viene distrutta e non posso farci niente. Mi fa semplicemente male, quando la gente si inventa certe storie in simili occasioni.
O - Ah, è così?
M - (con un nodo alla gola e trattenendo a fatica le lacrime) Per me è un problema e non posso controllarlo. Ma cosa mi dite dei milioni di persone che si mettono la sole per diventare più scuri, per avere una pelle di colore più scuro di quella che hanno in quel momento? Di loro non parla nessuno!
O - Quando è incominciato? Quando la tua pelle ha iniziato a cambiare colore?
M - Vediamo ... quando è stato ... subito dopo Thriller, sì, in quel periodo.
O - Tu cosa hai fatto?
M - Dipende dalla mia famiglia, è una cosa ereditaria dalla parte di mio padre e io non ne ho il controllo, non lo capisco e ciò mi rende molto triste. Ora non voglio parlare della malattia della mia famiglia, è una questione personale, ma questa è la situazione, perciò le persone dovrebbero smetterla di ...
O - Va bene, ora fissiamo questi punti. Tu non prendi niente per schiarire la tua pelle?
M - Mio Dio, no!
O - Non fai niente consapevolmente?
M - No, no, cerco di tenere la cosa sotto controllo con il trucco, così nascondo le macchie. E' curioso, perché certe cose sono così importanti? Per me non sono importanti. Io amo molto l'arte. Amo Michelangelo. Se solo potessi avere l'occasione di parlargli! Quando ho letto di lui ho voluto sapere cosa lo ispirava, chi era, come era diventato ciò che era, com'era l'anatomia della sua ante manuale. Queste sono le cose che mi interessano e non con chi ha cenato ieri sera o per quanto tempo si è esposto al sole!
O - Quanti interventi di chirurgia plastica hai fatto?
M - Molto, molto pochi, si possono contare su due dita. Diciamo così: chi vuole saperne di più fa parte dei curiosi di questo mondo (sorride)
O - Va bene, Michael! Ci è stato detto una volta e non c'è bisogno che lo ripeti.
M - Leggi il mio libro "Moonwalk", è scritto tutto nel mio libro. Diciamo così: se tutte le persone di Hollywood che si sono fatte operare dovessero partire per una vacanza, la città rimarrebbe vuota.
O - Penso che potresti aver ragione!
M - Penso che ho ragione! (ridendo)
O - Hai fatto questi interventi perché nella tua adolescenza non ti piaceva il tuo aspetto?
M - No, erano solo 2, leggi il mio libro!
O - Allora non vuoi proprio raccontarmi niente? Ma effettivamente hai modificato il tuo naso?
M - Sì, ma questo lo hanno fatto anche molte altre persone!
O - Sì, ma quando senti tutto quello che dicono su di te e ne hanno dette tante ...
M - Non mi sono mai rifatto gli zigomi, non ho mai corretto gli occhi e non ho modificato le mie labbra, tutto questo è veramente follia. Ha questo succede tutti i giorni ad altre persone!
O - Ora sei contento del tuo aspetto?
M - In effetti non sono mai soddisfatto di niente. Sono un perfezionista, fa parte della mia natura.
O - E quando ti guardi allo specchio, ci sono giorni nei quali ti dici: oggi mi piaccio!
M - No, in effetti non mi piaccio troppo (ridendo). Cerco di non guardarmi allo specchio e di fare il mio lavoro, perché quello che vedo riflesso in genere non mi piace.
O - Devo domandarti una cosa di particolare. Tante mamme tra le mie telespettatrici hanno chiesto perché ti tocchi sempre tra le gambe?
M - (scoppia a ridere) Perché mi tocco tra le gambe?
O - Sì, pensano che succeda qualcosa tra le tue gambe!
M - Penso che succeda inavvertitamente. Quando ballo, penso di interpretare i suoni della musica. Se il basso stabilisce il ritmo, divento un basso, quando suona un violoncello o uno strumento a corde ci si muove lievemente, si trasforma l'emozione che c'è nei suoni. Perciò quando eseguo un movimento e mi tocco tra le gambe, è la musica che mi costringe a ciò. Non mi tocco consapevolmente e ciò non mi procura piacere, non rifletto, il movimento viene così. Quando poi guardo le foto mi dico: hai fatto questo? Sono perciò uno schiavo del ritmo.
O - (SUONA ALL'IMPROVVISO L'ALLARME DELLA CASA) Penso che sia scattato un allarme nella casa, ma non so il motivo, ma lo scopriremo presto. Poiché siamo in una trasmissione live, faremo un piccola pausa a dopo!