Processo Jackson: orrori o menzogne?

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mj1983
00giovedì 10 marzo 2005 00:33


Michael Jackson nel video di "Who Is It?"


Santa Barbara. Passano i giorni e il processo che vede Michael Jackson imputato di dieci gravi reati legati alla pedofilia si arricchisce di nuovi elementi. L'opinione pubblica è in bilico tra il timore che la superstar più controversa del music-biz abbia molestato un tredicenne malato di tumore e quello che una madre, non nuova a vicende giudiziarie di questo tipo e con la complicità della Procura di Santa Barbara, abbia scelto, scientemente, di usare i propri figli minorenni, in particolare il mezzano, per estorcere denaro a un uomo tanto ricco quanto ingenuo.

Nelle ultime ore poi, lo scontro tra accusa e difesa si è inasprito: le dichiarazioni della sorella e del fratello minore della presunta vittima sono state vivisezionate dalla difesa in più occasioni e, in sede di contraddittorio, sono emerse numerose inesattezze. Ciò sembrerebbe avallare la tesi degli avvocati di Jackson, decisi a dimostrare la malizia dell’impianto accusatorio.

Il fratello minore della presunta vittima di Jackson ha raccontato di aver assistito a numerosi episodi: Michael Jackson si sarebbe masturbato davanti al fratello maggiore, avrebbe dato lui del vino con l’evidente intenzione di stordirlo, avrebbe cercato di convincerlo a masturbarsi, gli avrebbe mostrato siti web per adulti e una rivista pornografica eterosessuale. La difesa però sostiene che si tratti di un cumulo di bugie: durante il contraddittorio è emerso che la notte in cui il cantante avrebbe mostrato al giovane la rivista proibita, magazine messo agli atti dal Giudice Melville, è anteriore – di qualche mese (!) – alla data di pubblicazione. Il teste, tuttavia, si è difeso affermando di non aver mai detto che si trattava proprio di quella rivista.

In dubbio anche la veridicità di un’altra affermazione del più piccolo dei tre fratelli, quella secondo la quale sarebbe testimone oculare degli atti di molestie: l’avvocato della difesa ha sì obiettato che il sistema d’allarme in funzione all’interno dell’edificio impedisce a chiunque non conosca il codice di accesso alle stanze di entrare e uscire a proprio piacimento, ma ha anche affermato che il ragazzo aveva memorizzato il codice e lo aveva usato per visitare aree riservate tra le quali la cantina privata del padrone di casa.

Se l’intento dei legali di Re Michael è quello di demolire l’accusa, è evidente che quest’ultima non sta facendo affatto un buon lavoro. Contraddizione per contraddizione, la sorella della presunta vittima sembra essersi tradita un’altra volta, affermando, ma poi ritrattando, di non aver mai assistito alle udienze del processo che vedeva la madre accusare di molestie una guardia di un magazzino della catena Penny.

[URL]www.105.net[=URL]radio105
michipu
00giovedì 10 marzo 2005 02:02
Non so se [SM=g27811] oppure [SM=g27812]

[SM=x47937]
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