Mediavideo

Da tgcom.it :
Sony taccia M. Jackson di pedofilia

Così risponde alle accuse di razzismo

La Sony raccoglie il guanto gettato da Michael Jackson, che ha accusato l'industria della musica di razzismo. La controffensiva è partita da un anonimo "altissimo dirigente" del colosso discografico che ha dichiarato": "Le accuse di pedofilia hanno allontanato molti acquirenti di dischi. Ci sono molti genitori che non considerano Jackson un modello salutare per i giovani". Dietro lo scambio di accuse c'è il fiasco dell'ultimo disco, "Invisible". Jackson aveva lanciato la settimana scorsa la prima pietra nella guerra di parole, accusando tutte le case discografiche di essere razziste e di complottare per truffare gli artisti, "soprattutto gli artisti di colore". Il re del pop aveva citato il presidente di Sony Music Tony Mottola, un italo-americano ex marito di Mariah Carey, come esempio delle sue tesi. "E' razzista, è un diavolo", aveva detto Jackson accusando Mottola di aver usato la parola "negro" in senso denigratorio rivolgendosi a un cantante di colore di cui non ha voluto fare il nome.

Ora la Sony risponde ad oltranza all'attacco, accusando l'artista di aver lanciato la "campagna anti-Sony" nel tentativo di sottrarsi agli obblighi finanziari derivanti dal fiasco del suo ultimo disco, "Invisible". Altre fonti dell'industria della musica concordano che c'è uno scopo recondito dietro la bordata di Jackson: secondo molti l'avrebbe fatto per costringere la Sony a spendere di più per la promozione di "Invisible", che fino a oggi ha venduto due milioni di dischi negli Stati Uniti, contro i 55 milioni spesi dalla Sony per la sua realizzazione.

Su una cosa quasi tutti gli "insider" dell'industria sono d'accordo: che Jackson ha scelto male prendendo di mira Mottola, conosciuto nel mondo della musica per aver scoperto e promosso alcuni tra i più grandi artisti neri. "E' ridicolo - ha detto una fonte - è come accusare Madre Teresa di non essere caritatevole".

C'è una sintesi dell'articolo a pag 152 di mediavideo.