Lo strano destino di Ray Charles

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angelico
00mercoledì 8 dicembre 2004 17:04
Il 2004, l'anno della scomparsa del cantante, è anche quello
dell'exploit: il disco postumo è il suo bestseller di sempre
Da morto vale più che da vivo
Lo strano destino di Ray Charles
Per l'artista arriva una pioggia di nomination ai Grammy
E il film biografico su di lui piace a pubblico e critica
di CLAUDIA MORGOGLIONE


Ray Charles

Col linguaggio cinico e un po' spiccio dei manager musicali, si potrebbe dire che Ray Charles vale più da morto che da vivo. Già: perché per il grande performer afro-americano, scomparso lo scorso 10 giugno a 73 anni, il 2004 è - paradossalmente - l'anno della riscossa. L'album Genius loves company, pubblicato postumo, ha venduto un milione e 200 mila copie, diventando il best seller di una più che quarantennale carriera. Il film biografico su di lui, interpretato da Jamie Foxx, ha ricevuto critiche lusinghiere, e potrebbe entrare nella corsa agli Oscar. E adesso arriva anche una pioggia di nomination ai Grammy, i premi più ambiti dalle popstar americane: per il suo disco ben sette candidature.

Insomma, una vera e propria marcia trionfale. Che lascia un po' l'amaro in bocca ai tanti fan dell'artista cieco, scomparso dopo una lunga malattia. Un percorso doloroso che però non gli ha impedito né di lavorare all'ultimo cd - una serie di duetti con altri divi della musica - né di aiutare Jamie Foxx, e il regista del film Taylor Hackford, a trovare la giusta chiave per trasportare il suo personaggio sul grande schermo. Con risultati apprezzati, negli Usa, anche dal pubblico, mentre da noi il film sarà nelle sale dal prossimo 21 gennaio.

E ora tocca ai Grammy. Con nomination prestigiose: Charles concorre, ad esempio, nella categoria del miglior album 2004. Mentre in quella dei migliori duetti l'artista compete con se stesso, visto che è in lizza sia con Here we go again, cantato con Norah Jones, sia con Sorry seems to be the hardest word (con Elton John). Il brano con la Jones è in corsa anche come miglior singolo dell'anno. Le altre candidature sono per il miglior album nella categoria pop, migliore performance gospel (il duetto con Gladys Knight) e migliore esecuzione di r'n'b tradizionale (con B.B. King).


Di fronte a questo lungo elenco il commento del produttore dell'album di Ray, John Burk, è suonato un po' triste: "Questo riconoscimento postumo è gratificante per tutti noi - ha dichiarato - ma lascia in bocca un sapore dolce-amaro, visto che lui non è qui a vedere cosa è successo". Va comunque precisato che Charles, anche prima di questo grande exploit 2004, è stata una presenza costante, ai premi Grammy: basta pensare che nel corso della sua lunga carriera ne ha conquistati dodici.

E adesso lui, the Genius, non potrà conoscere l'esito di questa sua ultima corsa agli Oscar della musica. Quanto ai suoi fan, per sapere i risultati dovranno aspettare il 13 febbraio, quando si svolgerà la cerimonia di consegna (giunta alla quarantasettesima edizione) che si terrà allo Staples Centerd di Los Angeles. In gara, insieme a Ray, tanti divi del pop: il superfavorito è il rapper di Chicago Kanye West, forte di 10 nomination; ma anche il fenomeno hip hop Usher e la dolce Alicia Keys, che hanno conquistato entrambi otto candidature. Riuscirà il vecchio genio di Georgia on my mind, a scavalcare colleghi giovani, rampanti e soprattutto vivi?


(8 dicembre 2004)

www.repubblica.it/2004/l/sezioni/spettacoli_e_cultura/grammiray/grammiray/grammi...
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