La polemica sulla pedofilia approda agli Oscar

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dangerousbadgirl
00giovedì 26 febbraio 2004 19:41
Una campagna è stata lanciata contro il documentario candidato alla statuetta "Capturing the Friedmans", che riapre il caso di un padre e figlio condannati per molestie sessuali su minori

WASHINGTON - Polemiche sulle pedofilia agli Oscar. Una campagna è stata lanciata contro il documentario "Capturing the Friedmans", candidato alla statuetta, che ha riaperto il caso di un padre e figlio condannati anni fa a New York per accuse di molestie sessuali contro minorenni.
Il film racconta la storia di Arnold Friedman e di suo figlio Jesse accusati di avere molestato oltre una decina di ragazzini che partecipavano ad un corso di computer tenuto nello scantinato della loro abitazione a Great Neck (alla periferia di New York).
Il documentario di Andrew Jarecki, utilizzando in gran parte i filmini familiari girati dai Friedman, insinua dubbi sulla responsabilità dei due e sulla attendibilità della "confessione" resa in tribunale. Il padre Arnold, un insegnante, si è suicidato in carcere nel 1995. Il figlio Jesse, rimesso in libertà nel 2001 dopo tredici anni di carcere, si sta battendo per una riapertura del caso.
Ma organizzazioni anti-pedofile hanno lanciato adesso una controffensiva per discreditare il documentario e impedire che vinca un Oscar (è il favorito insieme a "The Fog of War", un ritratto dell’ex ministro della difesa Robert McNamara).
Migliaia di e-mail sono state inviate ai dirigenti della Academy, ai responsabili della cerimonia e al presidente della ABC (la TV che trasmetterà il 29 febbraio la serata degli Oscar) per impedire che il documentario possa vincere il premio.
La campagna sollecita anche i protagonisti di film come "Mystic River" e "Monster" - che toccano il tema degli abusi sessuali contro i minorenni e che sono in lizza quest’anno per diverse statuette - di fare dichiarazioni durante la cerimonia sul problema.
Tra i promotori della campagna contro il documentario c’è la organizzazione "StopFamilyViolence". «Siamo tutti a favore della libertà di espressione - spiega Irene Weiser, una portavoce del gruppo - ma quando un film riceve il premio più importante di Hollywood l’effetto è quello di dare credibilità alle sue affermazioni».
La controversia sul documentario "Capturing the Friedmans" è resa ancora più delicata dalle polemiche suscitate dalla vicenda di Michael Jackson, accusato di molestie sessuali contro un minorenne. Un’altra organizzazione anti-violenza sui bambini ha affermato in un comunicato che il documentario di Jarecki «omette prove contro gli imputati, distorce i fatti e crea incertezza sulla responsabilità dei due pedofili resi confessi». Anche Abbey Boklan, giudice del processo che si concluse con la condanna dei Friedman, ha definito «ingiusto e non accurato» il contenuto del documentario «che non presenta molte delle prove raccolte contro Arnold e Jesse».
Il regista Jarecki sottolinea di «essersi limitato a presentare i nuovi elementi emersi dopo la conclusione del processo, senza prendere posizione sulla colpevolezza o meno dei due imputati». Per Jarecki il film non risponde direttamente «all’interrogativo se i due siano colpevoli o innocenti: il giudizio finale spetta al pubblico».
Cristiano Del Riccio

gazzetta onweb


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