Las Vegas «chiama» l'ex re del pop e lui prende casa nel deserto rosso
Il caso Contratto con l'Hotel Hilton per la star dissanguata dai guai giudiziari. L'accordo prevedrebbe i primi show a fine 2009
LAS VEGAS — Forse non sarà il rientro che sognava, ma quando i creditori esigono 300 milioni di dollari più interessi, non è il caso di guardare l'etichetta. Per Michael Jackson ora l'importante è tornare, non importa se lo scenario è un torrido villaggio in mezzo alla polvere.
Si chiama Pahrump, è un miraggio nel deserto rosso del Nevada.
Sta a tre quarti d'ora di auto da Las Vegas e da queste parti è considerata periferia. La pop star presto diventerà dunque un pendolare qualunque. Come hanno già fatto illustri colleghi, Jacko si esibirà quotidianamente all'Hotel Hilton, dove parte dei 14 milioni di turisti che arrivano a Vegas ogni anno potranno finalmente vederlo da vicino e scattare la foto-ricordo con la formula all-inclusive.
Per Jackson è una specie di offerta «prendere o lasciare». Tutto nasce dai guai giudiziari che hanno dissanguato il patrimonio della pop star, costringendolo a chiedere un prestito da 300 milioni poi rifinanziato fino a 600. La quieta Pahrump non sembra però scossa dall'arrivo del nuovo concittadino. Preoccupa molto di più la mancanza di acqua per un paesino passato da 16 mila a 40 mila abitanti in appena dieci anni. Jill, la signora che gestisce una pompa di benzina, trova la cosa divertente: «Non credo che la gente verrà fin quassù per vedere Michael Jackson. Qui l'età media è 60 anni: non lo accuseranno di volersi riempire la casa di mocciosi».
Jackson ha comprato l'unica proprietà degna di un circondario polveroso, dove ruspe e cartelli immobiliar i annunciano un'espansione imminente, a dispetto dei 45 gradi che qui sono la norma sei mesi l'anno. È il ranch sulla Wilson road appartenuto al leggendario Lester Binion, uno dei primi grandi proprietari di casinò nella vecchia Vegas. È l'unico luogo dove crescono gli alberi, ottima difesa per la privacy del cantante. Jackson ci sta allestendo anche uno studio di registrazione, ma i lavori sono ancora in fase iniziale, come testimonia l'incuria dell'ingresso principale.
Ted, un corpulento impiegato comunale, mostra un certo imbarazzo rispondendo a domande sul nuovo residente: «Io non potrei dirlo, sa è la legge sulla privacy. Ma l'hanno scritto i giornali, sembra proprio che sia lui...».
L'altra celebrity di Pahrump è tale Art Bell, conduttore radiofonico divenuto celebre per le sue conversazioni con l'aldilà. Insomma, ai tipi strambi sono abituati. In un luogo dove il telefono è arrivato solo a metà degli anni 60, il gossip però non sanno tutt'ora cosa sia.
Mitch Green, un sessantenne trasferitosi qui dal Rhode Island, lavora per l'unico casinò che è anche il centro degli affari cittadini. Spiega: «Siamo gente discreta, ognuno si fa gli affari suoi. Se Jackson diventa uno di noi, lo proteggeremo dalle rotture di scatole».
La discrezione è una qualità locale. Per forza, la Nye County è nota per i due bordelli che con le tasse contribuiscono al benessere della comunità (due nuove ambulanze appena comprate grazie al duro lavoro delle sex workers). Sono piccole industrie con centinaia d'impiegate: accolgono le esigenze di migliaia di giocatori, turisti e celebrity che prendono qui un po' di respiro dalla convulsa vita di Las Vegas. Nessun nome famoso è mai affiorato alle cronache. «Sennò sarebbe la fine», spiega Mitch.
Invece per l'ormai cinquantenne Michael Jackson è il nuovo inizio. La pop star sta lavorando a un album da più di un anno, in stretta collaborazione con il rapper Akon, ma non esiste ancora una data di uscita. L'accordo potrebbe prevedere i primi spettacoli a fine 2009, inizio 2010: la durata del contratto non dovrebbe essere inferiore a quattro anni. Tempo di ripianare i debiti, di rimuovere di peso il passato. Di provare a sopravvivere al mito di se stesso.
http://www.corriere.it/spettacoli/08_luglio_06/Romani_8e9dba9e-4b37-11dd-9596-00144f02aabc.shtml