Io, 21, anni, bocconiana, sieropositiva,Non chiudete gli occhi sull'Aids

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angelico
00martedì 5 gennaio 2010 12:31
A Milano 2 nuovi casi di infezione da Hiv al giorno
Io, 21, anni, bocconiana, sieropositiva
Non chiudete gli occhi sull'Aids
Pubblichiamo la lettera inviata al Corriere della Sera da una ragazza di 21 anni, iscritta alla Bocconi

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Aids, a Milano due nuovi casi al giorno

Scrivo questa lettera perché mi sento in dovere di farlo. Ho 21 anni e vivo a Milano, studio all’università Bocconi, sono una ragazza solare e appaio come una ragazza «normale». Eppure c’è un però, sono sieropositiva, e l’ho scoperto qualche mese dopo aver compiuto i miei 18 anni. Sono in cura al Sacco da circa 3 anni, è un’ottima struttura con personale competente, i miei genitori non sono a conoscenza della mia situazione. Vorrei, forse utopicamente, che lo Stato, le Regioni, le Province e i Comuni prendessero seriamente questa pandemia. Si dovrebbe parlare molto più spesso di questa malattia, forse non tanto agli studenti, che sono informati per le sessioni di educazione sessuale fatte a scuola, bensì ai genitori, agli adulti, agli over 30.

Due milanesi al giorno si infettano, e questi non sono ragazzini di 16 anni, ma sono padri di famiglia, che tradiscono le proprie mogli e che le infettano, e che rovinano la vita dei loro familiari. Non credo di essere esagerata nel definire questa malattia una pandemia, io davvero non mi capacito del perché non venga fatta una diffusione a livello nazionale di tali informazioni. Ogni malato come me, viene a costare al servizio sanitario 1.500 euro al mese solo per i medicinali, senza contare le visite mensili ed i vari controlli. Non mi piace l’idea di pesare sugli altri, ma se ci fosse stata una maggiore informazione o una rieducazione sessuale, io probabilmente non avrei fatto sesso non protetto con il mio ragazzo con il quale stavo da 4 anni, se gli uomini smettessero di tradire le proprie mogli e fidanzate, io ora non sarei malata di Hiv, e non sarebbe per me così difficile tante volte trovare una ragione di vita.

A 21 anni è difficile dire ad un proprio coetaneo che si è malati. Si teme l’ignoranza, l’allontanamento... Insomma ho 21 anni e sono malata, vorrei tanto che la gente acquisisse consapevolezza e che comprendesse che l’Aids non è poi tanto lontano da ognuno di noi. Vorrei che nessuno dovesse passare ciò che passo io tutti i giorni. Vorrei che qualcuno finalmente trovasse una cura, e se non è possibile, vorrei almeno che la gente non mi guardasse male per la mia malattia, perché io non sono una drogata, una dai facili costumi, o una persona sessualmente ambigua, io sono una ragazza normale che è stata per 4 anni con lo stesso ragazzo, che non lo ha mai tradito, al suo contrario.

Io penso che sia sbagliato ed immorale che la nostra società venga bombardata da messaggi promozionali che seguono esclusivamente la logica del profitto. Penso che nella nostra società, nel 2010, non sia accettabile che informazioni di vitale importanza, quali quelle sull’Hiv, non vengano diffuse allo stesso livello se non a livello superiore di quelli commerciali. Spero che i media riescano a trovare lo spazio per tali informazioni e per la pubblicità a scopo sociale, in quanto il prossimo caso di Hiv potrebbe essere vostro figlio, vostro marito o anche vostra moglie. Ognuno di noi può fare la differenza! Io ci sto provando, ma sono solo una studentessa di 21 anni, forse voi che avete in mano i mezzi di comunicazione e di informazione potete fare molto più di me!

Lettera firmata
05 gennaio 2010

milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_gennaio_5/lettera-studentessa-bocconi-sieropositiva-aids-contagio-16022458050...



(angel66)
00martedì 5 gennaio 2010 12:36
io sono socia all'ONLUS,sia per l'aids che per il lupus visto che io ho il secondo, [SM=x47987] perche' credo che con il temo troeranno soluzioni migliori
angelico
00martedì 5 gennaio 2010 12:40
Re:
(angel66), 05/01/2010 12.36:

io sono socia all'ONLUS,sia per l'aids che per il lupus visto che io ho il secondo, [SM=x47987] perche' credo che con il temo troeranno soluzioni migliori




chissa se le staminali per un verso....e maggior ircerca per un altro...

SaraFanMJJ
00sabato 9 gennaio 2010 01:11
Che storia ..
FedericaMJ
00sabato 9 gennaio 2010 01:45
Mamma mia...io ci penso spesso a ciò che ha scritto questa povera ragazza.
Già uno non si capacita se prende una malattia, poi se la prende pure per colpa di qualcun altro non oso immaginare come ci si possa sentire.

Spero che la gente si sensibilizzi un po' al riguardo.
E se proprio dovete tradire...fatelo con precauzione e attenzione...e che cavolo...
SaraFanMJJ
00sabato 9 gennaio 2010 02:17
Re:
FedericaMJ, 09/01/2010 1.45:

Mamma mia...io ci penso spesso a ciò che ha scritto questa povera ragazza.
Già uno non si capacita se prende una malattia, poi se la prende pure per colpa di qualcun altro non oso immaginare come ci si possa sentire.

Spero che la gente si sensibilizzi un po' al riguardo.
E se proprio dovete tradire...fatelo con precauzione e attenzione...e che cavolo...




Ma davvero :S Se devono per forza tradire almeno [SM=g27825] [SM=g27825]
_Malombra_
00sabato 9 gennaio 2010 02:46
Re: Re:
angelico, 05/01/2010 12.40:




chissa se le staminali per un verso....e maggior ircerca per un altro...



Le cellule staminali, cellule indistinte capaci di replicarsi in qualsiasi tessuto (se embrionali) o in un tessuto specifico (se adulte), sono il futuro prossimo, anche se allo stato attuale non intravedo una loro applicazione nella ricostituzione del sistema immunitario.
Purtroppo, in Italia la ricerca è pressochè bloccata, poichè ai ricercatori vengono negati i fondi per la ricerca.
_Malombra_
00sabato 9 gennaio 2010 02:49
Questa storia potrebbe essere la storia di tutti, poichè la malattia, qualunque nome porti, non è un'esclusiva degli altri.
Spero che non crei più tanta estraneità, ma avvicinamento, affinchè nessuno venga lasciato solo a domandarsi "come" e "perchè".
rossijack
00sabato 9 gennaio 2010 15:18
Re:
_Malombra_, 09/01/2010 2.49:

Questa storia potrebbe essere la storia di tutti, poichè la malattia, qualunque nome porti, non è un'esclusiva degli altri.
Spero che non crei più tanta estraneità, ma avvicinamento, affinchè nessuno venga lasciato solo a domandarsi "come" e "perchè".




Quoto completamente,e' un errore il sentirsi immuni come anche la pieta',che servono solo in qualche modo a creare una barriera di protezione per allontanare un pensiero cosi' destabilizzante come la malattia!
Torture
00sabato 9 gennaio 2010 15:34
Questo articolo è un tocco al cuore veramente...

Infatti non bisogna vedere questa malattia come qualcosa di lontano,riservata a tossicodipendenti,omosessuali o donne dai facili costumi come se fosse impossibile da vivere personalmente! sbagliatissimo!!!!
BISOGNA APRIRE GLI OCCHI...Non bisogna ritenere i rapporti occasionali cose da niente!...in questo caso il fidanzato della ragazza non ha pensato le conseguenze disastrose che avrebbe potuto causare a se stesso e agli altri... questo non è giusto , se provo ad immedesimarmi in lei ho come un senso di angoscia...
il fururo, i rapporti sociali, la salute stessa! finiti x sempre...
Non bisogna mai prendere nulla alla leggera!
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